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Autore: Nuel    25/01/2016    2 recensioni
James, Albus e Rose tornano a scuola, ma Hogwarts è, come sempre, luogo di misteri oltre che di magia e stregoneria e un nuovo enigma terrà impegnati i fratelli Potter e i loro amici.
◊ Serie: Imago Mundi
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Imago Mundi ϟ'
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L'intruso



«Serpeverde!», aveva decretato il Cappello Parlante, non appena si era poggiato sulla testa orsina di Vincent Goyle. Il ragazzino aveva reagito con un grande sorriso, rivelando denti grandi e forti e si era diretto verso il tavolo della sua Casa con evidente orgoglio.
    Era poi toccato ai gemelli Scamandro. Albus e James li avevano cercati, durante il viaggio, per invitarli nel loro scompartimento, ma Lorcan e Lysander avevano già legato con altri ragazzi e non erano sembrati molto impauriti dalla prospettiva dello Smistamento. I gemelli Scamandro erano i figli della migliore amica di loro madre, Luna Lovegood, che era anche la madrina di loro sorella Lily e spesso trascorrevano le vacanze assieme. I loro genitori erano spesso all'estero per lavoro, quindi i due ragazzi passavano molto tempo col nonno, un vecchio mago un po' tocco che abitava non troppo lontano dalla Tana, la casa dei nonni Weasley, e che gestiva un giornale bizzarro, Il Cavillo.
    Erano assolutamente identici: ondulati capelli biondi e occhi pallidi, incarnato chiaro e tratti sottili. A dire il vero, James trovava che, a volte, fossero un po' inquietanti, ma la signora Potter diceva che anche i suoi fratelli, zio George e zio Fred si capivano al volo senza la necessità di parlarsi, e Albus e Lily sembravano totalmente a proprio agio con loro.
    Certo è che, quando il Cappello Parlante li smistò entrambi a Corvonero, James ne fu sollevato e Albus non rimase sorpreso. Martin, che li aveva conosciuti sul treno e che aveva ascoltato da loro una rapida descrizione della famiglia Scamandro, applaudì con particolare entusiasmo.
    Per tutta la prima settimana, James attese la lettera con cui suo padre l'avrebbe messo nuovamente in punizione, ma, se Harry Potter aveva scoperto il furto, non ne fece parola coi figli, così, dopo sette giorni di stoica resistenza, sul fare della sera, dopo che l'ultima lezione si era conclusa, il ragazzo corse nel proprio dormitorio, afferrò il mantello e la mappa dal baule e uscì di soppiatto, per gironzolare indisturbato per il castello.
    Passò accanto a Dominique, intenta a chiacchierare con una sua amica Tassorosso, senza che le due se ne accorgessero e fu quasi travolto dalla corsa di due ragazzini Serpeverde che ridevano, inseguiti dalla voce arrabbiata di Ausia Flint e scorse Scorpius Malfoy, all'ingresso del castello, con un mago che James aveva visto pochi giorni prima: suo nonno, Lucius Malfoy.
    Era quasi ora di cena, e James non voleva che qualcuno notasse la sua assenza, quindi cercò un'aula vuota per togliersi il mantello, scrutò la mappa per essere sicuro che non ci fosse nessuno, fuori dalla porta, e uscì, per recarsi in Sala Grande. Era euforico per quella prima incursione ed aveva tutta l'intenzione di ripetere l'esperienza appena finito di cenare. Quella sera, aveva deciso, avrebbe violato il coprifuoco per la prima volta.
    «Ci vediamo dopo», salutò i cugini e strizzò l'occhio ad Albus e Rose, prima di alzarsi da tavola, dopo aver mangiato di fretta. Lasciò la Sala Grande per primo, camminando fino alla porta e poi correndo, quando l'ebbe attraversata. Tornò nell'aula vuota in cui si era nascosto poco prima e si coprì di nuovo col Mantello dell'Invisibilità. Un ampio sorriso gli si disegnò sul volto, mentre sgusciava fuori dall'aula, senza nessuna meta precisa.
    Per un po', James bighellonò, godendosi la sensazione di invincibilità che l'essere invisibile gli dava: poteva ascoltare i discorsi dei personaggi dei quadri e passare attraverso i fantasmi vedendo loro, per una volta, rabbrividire, senza comprendere cosa fosse accaduto. Doveva solo fare silenzio e stare attento a non camminare pesantemente.
    Quando gli studenti iniziarono a lasciare la Sala Grande, James si accostò ad un muro, prese la pergamena e cominciò ad osservarla: avrebbe potuto scoprire dove si trovavano gli altri dormitori e spiare Ausia Flint o quel suo odioso fratello con sua cugina Dominique. Al solo pensiero che avrebbe potuto beccarli a baciarsi gli venne la nausea, ma avrebbe anche potuto tirare loro qualche scherzo innocente.
    Poi, qualcosa attirò il suo sguardo: un cartiglio che non avrebbe dovuto esserci. Lucius Malfoy era ancora a scuola.
    James scorse rapidamente la mappa in cerca dei nomi della preside, del professor Sylla e di Scorpius, ma tutti e tre erano ancora nei pressi della Sala Grande, mentre il signor Malfoy si trovava in biblioteca.
    Madama Pince, l'anziana bibliotecaia, non ammetteva nessuno nella biblioteca, dopo l'ora di cena ed era davvero strano che il nonno di Scorpius ci si aggirasse da solo.
    Senza nemmeno prendersi il tempo di riflettere, James cominciò a correre lungo i corridoi semi vuoti, per raggiungere il terzo piano. Arrivato davanti alla porta della biblioteca, si fermò per controllare che il signor Malfoy fosse ancora lì: la biblioteca era composta da centinaia di stretti corridoi formati da antichi scaffali pieni di volumi, da quelli rari e preziosi a quelli più comuni.
    Numerosi tavolini incastrati tra gli scaffali consentivano agli studenti di studiare in quell'ambiente silenzioso e austero, sotto la vigile presenza della responsabile. In fondo alla biblioteca si trovava il reparto proibito, un'area vietata agli studenti e delimitata da un cordone. Per potervi accedere era necessario avere un permesso scritto di un insegnante e, di solito, i professori erano piuttosto restii a concederlo.
    James si addentrò in punta di piedi, lasciando la porta socchiusa per evitare di fare rumore. Secondo la Mappa del Malandrino, il signor Malfoy si trovava proprio nel Reparto Proibito e James era pronto a giocarsi un altro anno di punizione, rinunciando al Quidditch, che l'uomo non aveva alcun permesso. Quando si trovò davanti al cordone che limitava l'area d'accesso, ebbe un istante di indecisione: varcare quel limite significava diventare… «Un Magico Malfattore», mormorò con le labbra che si arricciavano ai lati. Piegò la Mappa e se la infilò in tasca, prendendo la bacchetta prima di scavalcare il cordone.
    Se suo padre non aveva ancora scoperto la mancanza dei due preziosi oggetti magici, doveva trattarsi di un segno del destino. Sicuramente suo nonno sarebbe stato fiero di lui, anche se, probabilmente, sua madre sarebbe andata su tutte le furie, se lo avesse scoperto.
    Si addentrò nel Reparto Proibito, attento a non fare nessun rumore, occhieggiando qualche titolo ogni tanto, Delle Magie Fetide e Putridissime gli strappò una smorfia poco prima che individuasse il signor Malfoy. L'uomo stava in piedi, tenendo un libro in mano, ne sfogliò alcune pagine e poi si guardò alle spalle. Aveva il volto pallido e gli occhi grigi attenti. Il suo volto tradiva la tensione.
    Per un attino, James trattenne il respiro, terrorizzato all'idea di venire scoperto, ma quando il mago tornò a guardare il libro, James sorrise. Fece un altro passo verso il nonno di Scorpius, ma si fermò di nuovo quando Lucius Malfoy piegò con cura una pagina e la strappò. Chiuse il libro e lo rimise nello scaffale, dove il danno non sarebbe stato scoperto per chissà quanto tempo.
    Quando si prendeva un libro in prestito, nella biblioteca della scuola, la bibliotecaia si premurava di far presente che “Chi strappa, straccia, lacera, stropiccia, piega, mutila, deturpa, macchia, unge, lancia o in qualunque altro modo danneggia, maltratta o mostra mancanza di rispetto nei confronti di questo libro ne subirà le conseguenze, tanto orrende quanto è in mio potere renderle tali.
Irma Pince, Bibliotecaria di Hogwarts”
e nessuno osava danneggiare un libro della scuola: Madama Pince era in ottimi rapporti con mastro Gazza e i due sapevano trovare punizioni davvero terribili, assieme.
    Lucius Malfoy ghignò soddisfatto mentre piegava la pagina strappata e la infilava in una tasca della veste. Girò sui tacchi e, tenendo il bastone da passeggio sotto braccio, si avviò verso l'uscita.
    James si premette contro lo scaffale, facendo cadere un libro mostruoso che si agitò e cominciò a ringhiare, tentando di spezzare la cinghia che lo chiudeva, per non venire travolto dal passaggio dell'uomo che, l'attimo dopo averlo superato, si girò a guardare chi avesse emesso il verso. James si trovò a trattenere di nuovo il fiato, mentre Malfoy osservava con disgusto il libro e subito se ne disinteressava.
    Rilasciò un piccolo sospiro di sollievo quando il mago riprese a camminare, afferrò rapidamente il libro, rimettendolo all'incirca al suo posto, e subito lo seguì. Avevano appena superato il cordone della zona proibita quando comparve, davanti a loro, la luce di una lanterna.
    «Chi c'è?!», chiese la voce stridula di Madama Pince.
    «Mi perdoni, madama, Lucius Malfoy», si presentò l'uomo, con tono sicuro, «temo di aver perso la nozione del tempo mentre mi aggiravo per la biblioteca».
    La strega si avvicinò, con la bacchetta in pugno, sollevando la lanterna. «Ai parenti degli studenti non è consentito girovagare per la scuola, dovrebbe saperlo bene!».
    «Lo so, lo so. Ha ragione. Mi perdoni», sollevò le mani e James ebbe la sensazione che stesse sorridendo. «Ho portato un libro che mio nipote aveva dimenticato a casa e mi è venuta voglia di rivedere la biblioteca dove ho passato tanto tempo, da ragazzo. Sono certo che può capire la mia nostalgia, Madama».
    James, invece, capiva che Malfoy stava circuendo la strega per non passare un guaio. Si accucciò a terra, e puntò la bacchetta contro la tasca in cui era stata nascosta la pagina strappata. «Wingardium Leviosa!», mormorò, sperando che le loro voci coprissero la sua e si concentrò al massimo, cercando di far uscire quella pagina piegata dalla tasca, senza che nessuno dei due se ne accorgesse.
    «La prego di seguirmi, signor Malfoy. L'accompagno all'uscita!», disse in quel momento Madama Pince, voltandogli le spalle e avviandosi verso la porta della biblioteca.
    «La ringrazio, ma non si disturbi. Conosco la strada», si affrettò a replicare Malfoy, avviandosi dietro di lei.
    Un quadrato di carta piegata si sollevò dalle pieghe della ricca veste nera del mago e James strinse i denti come se, così facendo, potesse infondere maggiore potere nell'incantesimo. La pagina si sollevò di qualche altro centimetro e cadde fuori dalla tasca.
    James si trattenne dall'esultare e si rialzò rapidamente, facendo alcuni passi veloci per raccoglierla prima che qualcuno potesse vederla a terra. I suoi passi fecero voltare di nuovo Malfoy, ma James era arrivato alla pagina e l'aveva coperta col mantello, che arrivava fino a terra.
    «Signor Malfoy?», chiamò Madama Pince e James sospirò silenziosamente. Si chinò a raccogliere il maltolto e lo mise in tasca, avviandosi all'uscita facendo più attenzione. Attese con l'orecchio premuto alla porta, pregando che Madama Pince non chiudesse a chiave, ma la strega sembrava interessata unicamente a spedire Malfoy fuori dalla scuola quanto prima.
    Quando i passi dei due si furono allontanati, James aprì lentamente, occhieggiando che nessuno fosse nei paraggi. Sgusciò fuori dalla porta e se la richiuse lentamente alle spalle, cominciando a correre verso la torre di Grifondoro. I corridoi erano ormai vuoti, doveva essere appena scattato il coprifuoco, ma James era ancora troppo eccitato per la visita al Reparto Proibito per pensare alla regola violata.
    Non appena fu giunto davanti al quadro della Signora Grassa di fermò appena in tempo per non andare a sbattere contro la tela. Disse: «Scripta manent!», e la Signora Grassa, che già sonnecchiava, con il capo poggiato sulla spalla coperta di stoffa rosa, aprì gli occhi di colpo, guardandosi attorno.
    «Chi? Cosa? Ma chi c'è?!», brontolò, ma fece scostare di lato il quadro che occupava, liberando il passaggio, anche se non vedeva nessuno.
    James si infilò nell'apertura rotonda della parete e si ritrovò nell'ambiente confortevole del dormitorio della sua Casa. I suoi compagni erano ancora svegli, chi chiacchierando, chi leggendo e chi giocando a gobbiglie o scacchi magici e nessuno si accorse del suo arrivo.
    Nessuno, tranne suo fratello minore Albus. Il ragazzo guardò con aria seria verso l'apertura, come se potesse vedere James anche attraverso il Mantello dell'Invisibilità e James gli passò vicino, spingendogli scherzosamente una spalla, prima di salire le scale per raggiungere la propria camera.
    L'indomani, avrebbe raccontato a lui e a Rose quello che era successo.


 
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Un grazie ai cinque lettori di questa storia, ma soprattutto a LadyRiddle, che perservera nel commerntarla. ^^
Come sempre, se volete insultami, mi trovate sulla mia pagina FB, dove sto aggiornando poco in queste settimane, ma mi faccio comunque viva con news e quant'altro.
Penso che giovedì aggiornerò Seventeen, ma se leggete solo questa storia, a lunedì prossimo! ^^
   
 
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