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Autore: Vavvina    17/03/2009    9 recensioni
Difficile fare un riassunto..diciamo che, a partire da alcune terzine che più mi hanno colpito della Divina Commedia (non prendetemi per matta, ma la adoro..), ho inventato delle brevi shot che in qualche modo le riprendano, adattandole al mondo di Harry Potter. Idea bizzarra, lo so...ma un commentino me lo lasciate??
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Volsimi a la sinistra col respitto
col quale il fantolin corre a la mamma
quando ha paura o quando elli è afflitto”

Divina Commedia, Purgatorio, canto XXX







[Hermione P.O.V.]

Il terrore.
E’ il terrore che mi fa muovere le gambe come se avessi le ali, è il terrore che mi attanaglia le viscere, che non mi fa respirare, è il terrore che fa scendere, copiose, lacrime calde e salate sulle mie guance.

Il terrore, e lo schifo.

Lo schifo di lui, lo schifo di quel tocco, delle sue mani su di me, del suo alito sulle mie labbra.
La sensazione di sporcizia, l’idea di non essere più pura, di non poter più essere la stessa, di non poter più essere me.
Un istante.
Un solo, maledetto istante, e mi ha ridotta così.

Meno forte di quel che credevi.
Che speravi.

E ora non riesco più a girare da sola, sento rumori ovunque, pericoli dove non ci sono.
Non riesco a rimanere sola a casa, mi fa male anche restare in silenzio in una stanza. Non ce la faccio più, non riesco ad uscirne.
Piango, piango tanto.
Le lacrime scendono incontrollate dai miei occhi, come se avessero vita propria,  un loro volere. Vanno a lasciare solchi profondi, scie salate sulle mie guance, ormai perennemente arrossate, per scivolare sulle mie labbra, indisturbate, e cadere nel vuoto.

Impotente.
Incapace di farcela.

Non posso andare avanti così. Chiudo gli occhi un secondo e bam, come un fulmine a ciel sereno quelle immagini mi colpiscono, nitide come non mai, colori e sensazioni che invece vorrei solo dimenticare e relegare per sempre da qualche parte, lontano.
Mi basta distrarmi un attimo dalla realtà attuale, e quella maledetta sera è di nuovo qui, nei miei occhi, nella mia mente, nei miei sensi.
La notte mi tormenta, non dormo, perché le sue mani sono su di me, il suo alito nitido al mio olfatto, la sua presenza costante, come una falce pronta a calare alla minima distrazione.

Semplicemente, la paura.

Era sera, forse una settimana fa.
Camminavo per una via di Diagon Alley deserta, in cerca di un po’ di solitudine, per riflettere su alcune cose.
Solo il silenzio attorno a me, la notte buia mi avvolgeva con il suo manto scuro, appena stellato.
E poi, all’improvviso, è spuntato lui.
Da un vicolo nero, che nemmeno avevo notato. Subito l’odore acre di alcool mi ha colpito le narici, sensibili.
Lucius Malfoy. Ma non il solito Lucius Malfoy, no.
Non so che fine avesse fatto l’uomo di classe, quella persona che, per quanto malvagia, era sempre distinta.
Sparito da mesi, probabilmente datosi alla macchia dopo la morte di Voldemort, ho faticato a riconoscerlo. Scarmigliato; vestito di stracci, i pochi vestiti riconoscibili laceri; i capelli, un tempo biondi e perfetti, erano arruffati, sporchi, disordinati.

E poi, ubriaco.

Non era in sé, l’odore dell’alcool fortissimo, ha iniziato a farmi delle avances, delle proposte pesanti.
Ho cercato di ignorarlo, di continuare per la mia strada, ingenua senza bacchetta.
Ma non ha lasciato perdere, no: era pur sempre Lucius Malfoy.
E poi, mi ha afferrata per un braccio, voltandomi.
Il tutto è successo in una frazione di secondo, le sue labbra sulle mie, la sua lingua nella mia bocca, il suo sapore di alcool dentro di me.


Paura.
Schifo.
Un misto di sensazioni ad agitarti stomaco e cuore.

Non so cosa mi abbia dato il coraggio, la forza di muovermi.
Forse la paura. Gli ho dato un morso, forte, a sangue, e le mie gambe hanno iniziato a muoversi da sole, a correre veloci. Ad allontanarsi da quella via, da quel posto, da quell’uomo.

Dalla paura.

E’ stato solo un istante, lo so bene. Eppure, non riesco a passarci sopra.
Non riesco a non pensarci, a levarmi quella sensazione di dosso.
Mi sento ancora il sapore del suo alcool in bocca, l’odore acre nelle narici. Le sue mani sul mio braccio.
E la sensazione di schifo, mista alla paura che sempre mi attanaglia lo stomaco, non mi molla, non mi abbandona.
Convivo con il terrore di girare da sola; la notte, che prima mi era amica, mi confortava con il suo silenzio, ora mi angoscia, è diventata teatro dell’orrore, sinonimo di paura.
Sebbene sia stato un attimo, uno stupidissimo momento.

Un istante, eppure non sai quanto ti condizionerà.

E ora, corro.
Corro come quella sera, perché sono di nuovo sola, di notte, e ho maledettamente paura.
Corro verso un bar, un bar dove so che non sarò più sola, un bar dove so che troverò qualcuno.


Che troverai QUEL qualcuno.

Irrompo, con il fiatone, i capelli scompigliati e gli occhi gonfi, rossi di pianto.
Mi guardo intorno, angosciata, alla sua ricerca, come una bambina che ha perso la mamma in un centro commerciale e non conosce il posto, una bambina che ha bisogno di una mano che si stringa forte attorno alla sua.
E lui è lì, alla mia sinistra: Draco.
Sì, il figlio di Lucius, una persona che non conoscevo per quella che era davvero, sciocca figlia dei pregiudizi.
E’ lui che mi ha consolata, quella maledetta sera, lui che mi ha fatto sfogare, che mi ha vista piangere senza dire nulla, che mi ha supportata.

Il sangue del suo sangue.
Ma, evidentemente, il sangue non è tutto.

E, come quella sera, non ho bisogno di parole, di preghiere.
Basta uno sguardo, e lui è qui, mi è accanto.
Allarga le braccia e mi accoglie sul suo petto, al sicuro nella sua stretta calda, dolce.

E forse, allora, la dolcezza di un abbraccio può aiutarti.

“Stringimi, ti prego…”

La dolcezza di QUELL’abbraccio.


"Tranquilla, non ti lascio..."








°°°°





Ed eccomi di nuovo qui, a pubblicare, ancora una volta con un ritardo mostruoso...
Purtroppo, una situazione molto simile a quella che ho raccontato con gli occhi di Hermione, io l'ho da poco provata sulla mia pelle, e fa maledettamente male, ancora. Questa shot la sento molto mia,  molto vicina a me, ho sentito forte la necessità di scrivere e di mettere su carta ciò che ho provato in quel momento e che continuo a provare ancora adesso, probabilmente con la speranza che questo mi aiuti, almeno un po', ad andare avanti, a superare la cosa.
Non ho davvero la forza per rispondere singolarmente alle vostre recensioni, sto già facendo fatica a scrivere queste poche righe, ma ringrazio veramente di cuore °elettra1991°, °morgana85°, °ranyare°, °LeLia_CuLLen_95°, °Thiliol° e °trixina° per le belle parole che mi hanno lasciato nello scorso aggiornamento, e grazie anche a chi legge senza recensire.


°°...un bacio grande a tutte...°°

  
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