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Autore: Rachele_Saranti    26/01/2016    3 recensioni
A volte le parole feriscono. Camilla l'ha capito a sue spese, ma riuscirà dopo mesi di lontananza da Gaetano a trovare le parole giuste per aggiustare il tutto?
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ecco qui, pasta al pomodoro con frittata di zucchine e peperoni.

Marco sorrise.

-Mamma mia Rachele, ti sei proprio superata questa sera.
-Tutto merito di Camilla, è stata lei a darmi la ricetta. Dice che sua mamma Andreina cucinava spesso queste cose. Vero Camilla?

Camilla distolse lo sguardo dal vuoto, per osservare Rachele.

-Oh...sì. Proprio così.

Rachele servì tutti quanti, per poi sedersi capotavola accanto a Marco e Camilla.

-Allora Paolo, che cosa ci racconti di bello?
-Mah...che cosa posso dire. Al momento mi hanno confinato qui a Torino.
-Davvero? credevo che fosse stata una scelta tua. Marco, mica mi avevi detto che Paolo era stato costretto a lasciare Roma.

Camilla rimase in silenzio ad ascoltare il discorso.

-In realtà nessuno mi ha obbligato a fare niente. Ma o sarei dovuto andare a Torino oppure avrei dovuto seguire il vicequestore Berardi nelle sue indagini.

A quelle parole , lo sguardo di Camilla si fece più attento.

-E che cosa c'entri tu con il vicequestore Be...
-Berardi.
-Sì esatto Marco. Cosa significa? Non eri te quello che voleva farsi un pò di esperienza con qualche tuo superiore.
-Beh...mica tanto superiori. Lo sai che mio fratello è un tipo abbastanza permaloso.
-No Marco, non dico questo. Dico che se dovevi farti un pò di esperienza, il vicequestore ti sarebbe stato abbastanza utile. Sicuramente se è riuscito a salire così tanto di grado significa che è risultato molto brillante nella risoluzione dei casi durante le indagini.
Paolo sbuffò piano piano.

-Sicuramente sarà così...soprattutto se ha un'ottima squadra collaborativa alle spalle...

E osservò con uno sguardo tagliente Camilla.
Rachele scosse il capo.

-beh sai come si dice caro Paolo, l'unione fa la forza. E poi due teste sono sempre meglio che una.
-Sarei abbastanza d'accordo con te Rachele, peccato che la persona che aiutava il commissario Berardi non facesse parte del corpo della polizia.

Marco intuì subito l'allusione, e decise di intervenire.

-Via Paolo, non essere così categorico. Poi sarei io quello di memoria corta. Se ben ricordi ha aiutato anche te in diverse circostanze. Perchè...insomma, quando c'è stato da rischiare lei non se l'è fatto ripetere due volte...ed è riuscita brillantemente a portare a termine il caso.
-Ma non mi dire Marco, e adesso le dovremmo dare pure la medaglia d'onore? Solo perchè è un'insopportabile ficcanaso che ama giocare alla donna detective!

Rachele guardò con aria sospetta i due uomini, mentre Camilla si schiarì la voce , sentendosi chiamata in causa.

-Aspettate un secondo, quindi il vicequestore Berardi era aiutato da una donna nelle indagini?

Marco annuì, mentre Paolo respirò seccato.

-Beh, come dire...dietro a un grande uomo ci sta sempre una grande donna. La voce non si smentisce. Se poi tra un uomo e una donna nasce qualcosa di più del legame professionale...allora puoi stare certo che l'intesa diventa ancora più salda.

Camilla abbassò lo sguardo, ripensando alle parole della giovane.
Già...lei e Gaetano avevano sempre avuto una bellissima intesa. Quella fottutissima intesa che tante volte gli aveva fatto risolvere il caso, e che tante volte li aveva fatti litigare.
Loro due sin dal primo caso che avevano risolto insieme si erano accorti di un legame che li legava sia professionalmente che emotivamente.
Il loro primo caso insieme...il loro primo vermut, e per la prima volta Gaetano aveva potuto constatare sia la forza e la cocciutaggine della prof, sia la sua debolezza e fragilità.
Quell'uomo che le puntava la lama del coltello contro il collo, e l'aveva spinta verso il muro...
Gaetano che era corso in suo aiuto...
Lei che lo aveva abbracciato come mai aveva fatto con qualcuno prima. Poi lui che le porta il vermut fino alla macchina della polizia, in modo che la donna si riprendesse.
Troppi ricordi. Ogni cosa che veniva discussa in quella cena sembrava rievocare in Camilla un fiume di ricordi. Memorie che si erano fatte sempre più forti in quel decennio.
Ogni ricordo, carico di emozioni sia positive che negative. Adesso solo malinconia, solo tristezza e la necessità di riviverle. Gaetano le mancava terribilmente.

Rachele si alzò per prendere una bottiglia d'acqua.

-Allora, com'è venuta la pasta? Buona?...Camilla ma tu non mangi?

Camilla guardò la Marchesi riprendendosi dai suoi stessi pensieri.

-Ehm...sì adesso mangio. Devi scusarmi, ma la giornata è stata davvero pesa oggi, e quindi anche l'appetito tarda a venire.
-Posso immaginare Camilla. Tra la scuola, i collegi dopo le lezioni e la gravidanza...

Camilla annuì.

-beh in effetti è abbastanza impegnativo.
-Ma non ti preoccupare, io e Marco cercheremo di aiutarti il più possibile. Non è vero Marco?
-Ma certo!

Paolo guardò con aria quasi nauseabonda quella scenetta, dai toni semi famigliari.

-Così adesso che sei a Torino , avrai modo di goderti un po' di più i casali delle Langhe e i vini di qui.
- Non essere sciocca Rachele, lo sai che quando sono in servizio non bevo.
-Vabbè ma dai, almeno una serata con noi e con tuo fratello...potresti anche permetterti di bere qualcosa in più. Mica per altro, ma domani è domenica...
-Appunto. E io devo tornare in commissariato per sistemare i miei oggetti.
-La tua collezione di matite temperate in ordine di grandezza?

Chiese Rachele sorridendo.

-Non sei affatto spiritosa. La precisione è una cosa importante. Peccato che anche tu come mio fratello non abbiate ancora capito a cosa serva.
-Forse perchè sappiamo prendere la vita un po' più con leggerezza. Guarda che a essere troppo rigidi non ci ricavi mica tanto! E poi a volte è importante lasciare un po' le cose al caso. Come dire... lascia che sia il destino a mescolare le carte per te.

Paolo guardò male Rachele.

-Si vede proprio che sei stata influenzata da mio fratello. Pensare che quando eri arrivata a Roma da New York avevo riposto un po' di speranze in te, perchè potessi raddrizzare mio fratello!

Marco inarcò il sopracciglio.

-Io? Ma guarda! Io ho sperato la stessa cosa per te. Evidentemente alla fine nessuno dei due è cambiato.
-Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Tu sei sempre il solito Marco Visconti, e tu...il precisissimo Paolo De Matteis.

Rachele sorrise, bevendo un po' d'acqua.
Camilla si ritrovò ancora una volta a giocherellare con la forchetta e le penne di pasta al sugo.
Precisione...
Anche Gaetano era sempre stato un uomo molto preciso. Certo, non in modo maniacale come De Matteis, ma ...
Il loro primo incontro a casa, nel loft di Berardi, dove tentò di baciarla...
La casa era perfettamente ordinata.
perfino le bottiglie di Vermut erano state riposte con cura e ordine in fila.
Già...che giornata quella.
Dopo la risoluzione del caso Gaetano aveva chiesto a Camilla di raggiungerla con urgenza nel suo loft, e lei nonostante una prima insicurezza aveva accettato.
Si era recata fino a casa sua, e aveva suonato al campanello, ancora con l'idea di andarsene via e tornare a casa dalla sua famiglia. Là dove sarebbe dovuta essere.
Ma lei era un'impicciona, una curiosona e soprattutto, la compagnia di Gaetano non le dispiaceva affatto.
Quando stava con lui si sentiva bene, e al sicuro.
Entrò in casa e si sedettero sul divano per parlare.
Parlare di loro, per sentire Gaetano farle per la prima volta una dichiarazione d'amore completa.
Solo loro due, e un divano. Le distanze si erano accorciate, e Gaetano aveva incominciato a spiegare a Camilla perchè si era lasciato con l'amica Bettina. Perchè? Perchè lui non l'aveva mai amata. Perchè mentre stava con lei, pensava an un'altra donna. Una donna che aveva sempre ben in mente, e che ricordava quasi in modo maniacale ogni fottutissimo giorno.
Nessuna donna era alla sua altezza, nessuna donna riusciva a colmare quell'affetto e a sostituire la presenza di Camilla. Lui l'amava. L'aveva scoperto forse per caso. Lui non sapeva cosa significasse amare. Il suo primo grande amore. Non una cotta estiva, né una donna come tutte le altre.
Lei era la Prof, lei era la donna per cui lui avrebbe dato la sua stessa vita. Quegli occhi, il suo carattere...e poi quel collo per cui sarebbe morto all'istante pur di baciarlo e farlo suo.
Lei, una donna che fa finta di stare per lei sue , ma poi te la ritrovi sempre in mezzo ...una ficcanaso, ma con una mente geniale e brillante come mai...
Occhi, bocca...sorriso contagioso...corpo perfetto...
Una dea. Agli occhi di Gaetano, Camilla pareva quasi come una divinità Greca.
La sua dichiarazione si fece più intensa, annullò piano piano tutte le distanze, perchè i loro visi arrivassero quasi a toccarsi.
Uno sguardo , un altro sguardo. Occhi negli occhi...incatenati.
Il preludio di qualcosa.
Camilla lo sapeva benissimo, eppure non si mosse.
Poi le labbra di Gaetano si fecero ancora più vicine.

-Era una vita che aspettavo di farlo.

E poi labbra contro labbra. Gliele sfiorò e basta, ma fu abbastanza per Camilla. Abbastanza per risvegliarla dall'estasi e da quel sogno che stava vivendo.
Si stava consegnando a Gaetano, ma non poteva. Non perchè non volesse. Ma perchè lei aveva un marito e una figlia. Era sbagliato e basta. Lei non poteva.
Così si scostò velocemente, abbassando lo sguardo.
I secondi che passarono furono i più lunghi che Camilla avesse mai percepito.
Sembrava che il tempo si fosse allungato, e lei sentiva bruciare le sue labbra.
Labbra che sapevano di vermut, labbra che sapevano di desiderio e di amore.
Cercarono di ricomporsi, ma era totalmente inutile. Qualcosa tra di loro in quei momenti prima era cambiato. Loro due erano cambiati. Erano consci, erano consapevoli. Sapevano di amarsi e che tra di loro l'attrazione si era fatta troppo pericolosa.
Non contenta, Camilla non volendo, cercando di recuperare la borsa, rovesciò la bottiglia di Vermut sul tavolo di Gaetano.
Peggio di così non poté andare! Se fosse stata un minuto di più in quella casa, non avrebbe più saputo rispondere di se stessa. E questo non poteva accadere. Non poteva e non doveva!
Corse via, con una scusa banale che alludeva a ben altro, lasciando Gaetano tra la frustrazione e la sicurezza che anche lei provasse qualcosa per lui.
E sei lei davvero l'amava, prima o poi avrebbe ceduto. Le avrebbe fatto una guerra psicologica, avrebbe abbattuto ogni tipo di barriera fisica ed emotiva per averla.
E fu così, che proprio dieci anni dopo, si erano ritrovati sul divano di casa Ferrero, mentre il piccolo Tommy dormiva beato con Potti, a guardarsi negli occhi; desiderosi di diventare una famiglia, e rimpiangendo quello che non erano mai potuti essere fino a quel momento.
Le distanze, dopo che lui le levò il bicchiere dalle mani si accorciò ancora una volta.
Camilla non si mosse.
Lui avanzò, avanzò e avanzò ancora.
Lui la guardò, e lei abbassò lo sguardo rimanendo comunque immobile.
Gaetano le passò dolcemente le labbra sopra le sue. Una vicinanza e un bacio a stampo a cui lei avrebbe potuto rispondere. Forse...
Ma Potti abbaiò sul più bello, Tommy si svegliò, e la magia scomparve dissolvendosi nel nulla.

-Porto Tommy a letto e poi...
-E poi vai a dormire anche tu. ..è meglio!

Ne passò di tempo da quella sera...eppure il loro legame crebbe sempre di più.
E come era nato, dopo mesi di frequentazioni e quella notte piena di passione che li aveva visti amarsi per la prima volta dopo anni...tutto era scomparso.
Lui non c'era più e lei , era diventata melanconica. Si erano amati così tanto fino a distruggersi? Cos'era il loro? Amore? Ossessione? voglia di trasgredire?
Ma lei Gaetano l'amava. Semplicemente non aveva avuto il coraggio di dirglielo chiaramente.
Perchè?
Quell'amore che provavano da tanto tempo l'uno per l'altra in un primo momento, l'aveva curata, l'aveva fatta ringiovanire, e l'aveva fatta tornare indietro nel tempo. si sentiva come un'adolescente alla prima cotta.
Ma il loro non era un fuoco di paglia. Il loro amore era radicato nel profondo.
L'amore distrugge, l'amore lenisce, l'amore ferisce.
Loro due, ne erano usciti sconfitti. Era possibile allora ricominciare tutto da capo?

Rachele stava cambiando i piatti in tavola, e solo Camilla stava ancora osservando il piatto di pasta quasi rimasto intatto.

-Camì! Ma che succedete gioia mia! Non ti piace la pasta?
-La professoressa Baudino è di gusti sofisticati non lo sapevi?
-Smettila Paolo! Ah Camì, ma è successo qualcosa? La pasta è cruda?

Camilla scosse la testa.

-No...non ho molta fame te l'ho detto.
-Eh beh, lo vedo. ma tesoro ma devi mangiare qualcosa...Altrimenti come pensi di rimpinguarla la bimba che porti con te?

Camilla abbassò lo sguardo, e Marco si alzò da tavola.

-Rachele lascia fare. Camilla mangerà la pasta più tardi. Che ne dici se ti aiuto a servire la frittata che hai fatto?
-V..Va bene Marco. Però a una condizione.
-Rachele!
-Dai Marco, facci sentire l'ultima bottiglia che hai prodotto. Sono sicura che questa piacerà pure a tuo fratello.

Marco sorrise.

-Sei una cosa impossibile. Fortunatamente sei solo un'amica e non una moglie...altrimenti mi faresti impazzire!

Rachele sorrise soddisfatta.
Camilla accennò una mezza smorfia divertita.

Camilla e Gaetano stavano discutendo nell'ufficio del commissario, quando lei sbottò tutto d'un colpo.

-Eh però adesso basta! Mi sembri mio marito Renzo!
-Ah...vuol dire che io ti tratto come una moglie...?
-Eh sì...cioè no...vabbè non ha importanza ora!

rispose la Baudino allontanandosi da Gaetano. Le vicinanze e i loro sguardi durante le discussioni potevano diventare una potentissima e sbagliatissima arma di seduzione.
Così a Torino proprio qualche mese prima che Gaetano se ne andasse, lui le aveva fatto una domanda abbastanza importante alla quale Camilla non aveva saputo rispondere.
Avevano fatto l'amore tutta la notte e al risveglio, il suo uomo le aveva portato la colazione a letto.
Lei sveglia, avvolta tra le coperte, lo rimirava con amore, desiderio e cupidigia.

-Che cosa siamo noi? E non dirmi che siamo solo amici perchè giuro che me ne vado.

La battuta fece ridere la donna.

-Ma certo che non siamo amici...siamo qualcosa di più. Non siamo ancora una coppia, ma questo non vuol dire che non potremmo diventare.

Gli occhi di Gaetano si incupirono.
Come poteva avergli risposto così dopo dieci anni e passa? Come poteva ancora dubitare sul loro rapporto?
Camilla aveva ancora bisogno di tempo, mentre Gaetano aveva bisogno di certezze.

Il resto della cena proseguì abbastanza scorrevolmente. Paolo De Matteis non rinunciò comunque a stuzzicare la professoressa con battute taglienti come lame di un rasoio.
Marco invece aiutò Rachele a risistemare la tavola e le stoviglie.
Camilla decise di recarsi in salotto, per riflettere da sola, ma Paolo la seguì.

-Così, adesso...oltre che non mangiare nulla si ritira perfino dalla compagnia di mio fratello?

Camilla si voltò sorpresa.

-Dottor De Matteis...
-Risparmi il fiato Baudino. Non ho intenzione di mettermi a chiacchierare con lei. Finiremo per discutere e non voglio sentirmi responsabile del destino della creatura che porta in ventre.

Camilla abbassò lo sguardo, toccandosi con entrambi i palmi delle mani le stremità della sua pancia.

-Sappia bene che io non approvo la sua presenza in questa casa, e a mio parere non dovrebbe neanche essere qui.
-Ma io non ho richiesto la sua opinione...

rispose taglientemente Camilla.

-Sempre strafottente e sempre così piena di se...Baudino il tempo non sembra averla plasmata.
-Non si può dire certamente lo stesso per lei. Che cos'è ? sono come un'erba che le do allergia DeMatteis?
-Sì! lei è una persona così tanto ...irritante.
-Ma non mi dica...

De Matteis fece qualche passo in più verso di lei.

-Mio fratello l'ha accolta con Rachele in questa casa, ha messo tutto a sua disposizione, e ha fatto in modo che non le mancasse nulla. Sembra che tutto sia tornato alla normalità. Come può?

la prof deglutì.

-Come posso ..che cosa?
-Come può fare questo a mio fratello?

Camilla si appoggiò al divanetto, vedendo Paolo avanzare verso di lei.

-Io e Marco abbiamo parlato.
-Ma davvero? E immagino che lui la abbia perdonata subito. Mio fratello è così ingenuo in fatto di donne...
-Mentre lei invece...

commentò con ironia Camilla alzando il sopracciglio.

-Non provi a fare dei sopracciò a me professoressa Baudino. Non glielo permetto. Non glielo permettevo già prima quando lei e la sua famiglia stavate a Roma, ma benché meno adesso. Se prima poco la sopportavo, dopo quello che ha fatto a mio fratello...
Il suo tono di voce si era alterato.
-Non alzi la voce con me De Matteis, non servirebbe a molto. O forse non le hanno insegnato l'educazione.

Paolo strinse i pugni.

-Non riesco a capire come possa averla perdonata. Io non ci sarei mai riuscito.
-In realtà nemmeno io lo so. Ma suo fratello, Paolo , ha davvero un gran cuore.
-Grazie mille, non serviva che me lo dicesse pure lei.

Paolo fece segno alla donna di sedersi per non affaticarla.

-Perchè?
-Perchè?..
-Perchè non ha parlato chiaro a mio fratello? perchè ha continuato a fargli così del male? Marco era così entusiasta quando mi ha detto che vi eravate fidanzati...Insomma...non che io fossi molto contento di averla come nuova parente, ma ero felice per lui. perchè ciò che rende felice Marco di riflesso non può che rendere felice anche me. Sa che cosa mi aveva detto? Mi aveva confidato: Paolo, Camilla è quella giusta. Io la amo. E lei pure. Quello che c'è stato tra noi qualche giorno fa è stato...fantastico. Vorrei vederla sempre così felice e spensierata.

Quelle parole colpirono molto Camilla. Davvero Marco aveva fatto una rivelazione del genere a suo fratello? Non che non glielo dimostrasse anche a fatti, ma da un uomo come il Visconti, Camilla non si sarebbe mai aspettata così tanto sentimentalismo.

-E sa che cosa mi ha fatto più rabbia? Che io avessi avuto ragione. Io volevo davvero crederci nella vostra storia. Ma alla fine non mi ero sbagliato. A lei interessavano solo le indagini. Le piaceva fare il bello e cattivo tempo, e alla fine le è bastato un mazzo di fiori e un paio di scuse dal suo ex marito per tornare con lui e lasciare mio fratello da solo. Di questo almeno è conscia?!

Camilla abbassò per l'ennesima volta lo sguardo cercando di concentrarsi sulle parole del commissario.
Lei non aveva mai saputo scegliere. Era come Renzo per certi sensi.
Quando avrebbe potuto avere finalmente Camilla, aveva scelto Carmen. Poi era Tornata con Camilla...e alla fine...di nuovo con Carmen.
Uno yo-yo.
E così pure lei si era ritrovata a dividersi tra Renzo e gli altri uomini della sua vita.
Renzo, Gaetano, Marco, Renzo ancora, Gaetano di nuovo...e poi ...Michele. E dopo Michele il vuoto più assoluto.

-Io Camilla la stimavo. Beh insomma...a volte è stata veramente molto invadente, ma comunque sia la stimavo. Non solo perchè era ed è tutt'ora un persona carismatica e intelligente...brillante e piena di verve; ma anche e soprattutto, perché da quando mio fratello Marco si era messo con lei, lo avevo visto finalmente sorridere.
-Dottor De Matteis, a me dispiace moltissimo di avervi fatto soffrire inutilmente. Con Marco sono riuscita a chiarirmi, e lui ha capito. Lo so...sono stata sciocca, codarda, vigliacca. Avrei dovuto dirlo subito...avrei dovuto davvero affrontare Marco, invece di scappare dai problemi. Ma non ci sono riuscita.
-Perchè?
-Perchè ho avuto paura. Ho sempre avuto paura.

De Matteis sospirò.

-Lei che ha paura? E di cosa? nemmeno quando l'hanno presa in ostaggio è stata così tanto pavida. E lei nei guai...ci si mette molto spesso.

Paolo De Matteis che stava cercando di parlare civilmente con lei? A Camilla doveva essere sembrato un miraggio. E Invece era vero. Lui era lì e stava aspettando pazientemente una risposta.

-Paura di scoprire la verità. Paura di capirmi, di lasciarmi andare alle emozioni. Paura di non farcela, paura di non essere all'altezza. Sino ad oggi ho sempre avuto paura.
-E adesso ne ha?
-Per la mia bambina, sì. E anche per me...

De Matteis alzò lo sguardo e riuscì a vedere nella penombra gli occhi di Camilla farsi più lucidi.
Prese dalla tasca il fazzoletto bianco di cotone e glielo porse.

-Tenga.
-Grazie...

Rimasero in silenzio.

-Marco mi ha detto di averla trovata alla stazione.

Camilla si limitò ad annuire.

-Perchè?
-Per amore...
-Era lì per cercare suo marito?

Camilla scosse il capo mostrando la mano destra senza più fede nunziale.

-Ah. Quindi l'architetto Ferrero non...
-No.
-Mi dispiace.

Camilla deglutì tirando su con il naso.

-Chi stava cercando professoressa Baudino?
-Qualcosa che...ormai ho perso per sempre.
-E lei come ne è sicura?
-Istinto credo. Ma non poliziesco...solo ...
-Un'altra delle sue miracolose intuizioni. Sì, credo di aver capito.

De Matteis tagliò corto, e Camilla per un momento parve sorridere.

-Così alla stazione ho trovato , anzi, mi hanno trovata Marco e Rachele.
-E così lei non mi ha risposto alla prima domanda però.
-Ma che sono, sotto interrogatorio, non ho capito?!
-Mi faccia la cortesia di rispondere, e non cerchi di sviare il discorso.
-Io stavo cercando...- rimase un secondo interdetta, facendo un sospiro e cercando di mandare avanti la conversazione- Stavo cercando il padre di mia figlia.
-Sua figlia Livia?
-No...Questa- rispose indicandosi il ventre.
-E lui lo sa?
-Se lo stavo cercando era appunto per dirglielo. No lui non sa nulla di me.
-E lei da quanto lo sa?
-Cinque mesi...forse qualcosina di più.
-E ha aspettato così tanto a dirglielo? Questa cosa non è da lei! Impicciona e chiacchierona com'è.

Camilla lo ricambiò con un'occhiataccia, per poi rispondere.

-Non gliel'ho detto perchè non sapevo come l'avrebbe presa. Io l'ho lasciato...io ho deciso di prendermi una pausa da lui, e l'ho fatto nel peggiore dei modi.
-Ah...Quindi, Marco non è l'unico che ha lasciato in malo modo. Siamo recidive Baudino!
-I mesi che sono venuti dopo sono stati un inferno. Ma ho continuato a non dire niente a nessuno.
-E ha fatto male!
-Ma va? Lo so di aver sbagliato tutto. Ed ero pronta a rimediare tutto, il giorno che mi sono recata alla stazione. Ma lui non c'era più.
-Direzione?
-Roma.

De Matteis guardò la donna con molta calma.
Lei ricambiò l'occhiata.

-Ma perchè lei si interessa a me Paolo? Non era lei che non voleva perdere tempo con me e che mi avrebbe rubato soltanto un minuto?

Paolo non rispose.

-E guardi che se è solo perchè ha intenzioni di compatirmi, o di portarmi rispetto perchè sono incinta...allora si può risparmiare la scenata.
-Lei crede che io sia così meschino?
-Meschino no, ma freddo e distaccato sì.
-Così distaccato e freddo da non interessarmi nemmeno a ciò che una donna mi sta dicendo.
-Ma io non sono una persona qualsiasi. Io sono la donna che di solito le ho creato grattacapi. Sono la persona con cui cinque minuti fa si è arrabbiato chiedendo perchè avessi lasciato suo fratello.

Nessuna risposta. Solo lo sguardo poco convinto di Camilla che osservava quel nuovo lato del commissario.
Rachele entrò nella stanza , e i due decisero di lasciare la discussione per un altro momento.

-Camilla è arrivata la tua amica dottoressa.
-Francesca!
-Chi?
-Paolo è una lunga storia. La dottoressa Gariglio è un'amica di Camilla e...la sta aiutando per la gravidanza.
-Ostetrica? Ginecologa?
-Cardiologa.

rispose seccamente Camilla. Paolo aiutò la donna ad alzarsi tirandola verso di se.

-Ce la fa?
-Grazie mille.

Rachele osservò i due con aria confusa. Che diavolo ci facevano Camilla e Paolo da soli in salotto? E poi che galanterie erano quelle? Paolo non lo aveva mai visto in quel modo.
Francesca intanto si era accomodata sul divano sorseggiando con Marco un po' di vino della casa.

-Allora come va signor Visconti?
-Beh, sono sempre in giro per affari e lavori. Ho intenzione di espandere le mie proprietà. Quest'anno le mie vigne hanno prodotto abbastanza, e l'annata sebbene non sia proprio delle migliori, può ancora vantare di quel tocco di classe e sobrietà che da sempre l'ha contraddistinta dai vini degli altri casali romani.
-Eh infatti lo sento! questo vino è ottimo!
-Grazie mille dottoressa Gariglio! ma così lei mi lusinga.
-Dico solo la verità! E poi la sua socia, Rachele, mi sembra una ragazza abbastanza sveglia e adatta per fare affari.
-Diciamo che l'ho istruita bene.
-Come scusi?
-Eh beh, sì! Se adesso mi segue in affari è solo grazie alla sua intelligenza spiccata, e anche ai miei insegnamenti. Suo padre, John Marchesi era una mia conoscenza di New York.
-Un italo-americano?
-Proprio così!

Francesca posò il bicchiere di vino sul tavolo accanto al divano e si schiarì la voce.

-Ho conosciuto la famiglia Marchesi per affari molti anni fa. In America tengono una fortuna, e avevano deciso di investire delle terre che casualmente erano limitrofe alle mie. Così notando che la mia uva ogni anno produceva in abbondanza, e visto che loro si occupavano di mercanzia estera...ho deciso di fare affari con loro.
-In che modo, se posso saperlo?
-Oh Ma certamente che può! Loro mi hanno affidato le loro terre, mentre io dal ricavato annuale, davo praticamente il 60% del per prodotto a loro. In questo modo lo scambio sarebbe stato equo.
-Ah...e poi che cosa è successo? Come mai Rachele è giunta con lei in Italia? A cosa è dovuto questo cambio di luogo , da New York a Roma a Torino?
-I genitori di Rachele sono morti entrambi, e lei è rimasta l'unica ereditiera del patrimonio famigliare. Così conoscendomi da tempo, e sapendo in che rapporti ero con i suoi, ha chiesto consiglio a me, e ha deciso di seguirmi in lungo e largo pur di imparare il "mestiere". Ha delegato l'amministrazione dei possedimenti americani ad alcuni lavoratori fidati, poi ha investito un buon dieci percento delle sue quote in imprese e azioni, e ha deciso di fare a metà di tutto il resto.
-Capperi! Quindi adesso lei non ha più solo il casale e le vigne vicine.
-Esattamente! A Roma ha consultato un agronomo e alcuni amministratori delegati, ma non convinta ha deciso di spendere capitale in altro modo. Quindi ha assunto maggior manodopera, e adesso si sta occupando di trovare nuove terre e nuovi semi per innesti.
-Capisco...beh deve essere stato complesso.
-In realtà non troppo! Quando mio fratello Paolo ha avuto l'ordine di trasferirsi a Torino, Rachele ha pensato di cogliere la palla al balzo. Così mi ha chiesto se anche noi avessimo potuto seguire Paolo.
-Immagino per i possedimenti e le attività di viticultura delle Langhe.
-Sì, infatti. Prima di giungere a Torino e incontrare Camilla, siamo rimasti qualche settimana ad Alessandria, ma anche quella zona non la convinceva troppo. E quindi ha pensato alla fine di arrivare a Torino.
-Le colline torinesi sono molto ricche e il vino è davvero gustoso. Perchè non avete optato...che so per la Toscana.? Anche lì mi dicono che il vino sia molto buono. producono Chianti se non sbaglio.
-Rachele preferisce un bel bicchiere di Amarone!

Marco sorrise, e anche Francesca fece una smorfia piuttosto divertita.
Finalmente Camilla raggiunse la dottoressa.

-Francesca!
-Ciao Camilla! Spero di non aver disturbato, ma volevo parlarti un secondo.
-A proposito?
-A proposito della gravidanza.

Camilla si accigliò e si sedette sul divano accanto a lei e Marco.

-Spero nulla di grave.
-No, tranquilla. Però è comunque giusto che io te lo dica.
-Eh però così mi spaventi...insomma...che cosa succede?
-Sei in stato di gravidanza avanzata e quindi, ormai non puoi più tornare indietro... il fatto è che alla tua età diventa sempre più difficile e rischioso avere figli.
-Ti riferisci alla questione del parto?
-Sì.
-Guarda Francesca, firmerò tutte le delibere dei medici , lascerò a voi carta bianca, ma io questa bambina la voglio avere.
-Lo so, ed è proprio per questo motivo che sono qui. Le tue ultime ecografie sono andate bene, e da quanto mi ha detto la dottoressa che ti segue, sia te che la bambina siete in ottima salute.
-Sì, certo. Ma cosa centra questo con il parto?
-Camilla, la bambina è bella e sana, e il parto si prevede abbastanza faticoso.

Marco si alzò all'improvviso.

-Vi lascio da sole, magari avrete da parlare di cose abbastanza delicate e...
-No Marco! resta pure, stai tranquillo. Anzi, grazie per la delicatezza.

Camilla gli accarezzò la mano e gli fece segno di rimanere accanto a lei.
Mentre la dottoressa Gariglio spiegava a Camilla e Marco i rischi di quella gravidanza, Paolo e Rachele se ne stavano nell'altra stanza a chiacchierare.

-Devi proprio andare sta sera? Speravo rimanessi ancora un pò a farci compagnia.
-Rachele lo sai che se fosse per me rimarrei qui...ma...
-Ma cosa? non dirmi che ti senti in soggezione per la presenza di Camilla.
-Io...
-Senti Paolo, sicuramente avrai le tue buone ragioni per essere arrabbiato con lei, ma non ti sembra esagerato pregiudicarsi la serata per un'invitata? Insomma, e poi alla fine se ne andrà. Questa sera Marco la riporterà a casa sua, e tu potrai rimanere a dormire qui. Ho già pronta la camera degli ospiti.
-Ti ringrazio Rachele, ma è meglio di no. Meglio per tutti.
-Non per me, e nemmeno per tuo fratello. E credo , nemmeno per Camilla.
-La professoressa Baudino...lei non si cura della mia presenza. Come hai potuto notare questa sera non abbiamo avuto grande dialogo a tavola.
-Non a tavola...ma dopo.
-Stavamo solo parlando...per chiarire delle questioni che sono rimaste in sospeso da troppo tempo.
-E le avete chiarite? perchè dalla faccia che stai facendo, mi sa proprio di no.
-Non ha importanza.
-Invece ne ha! ne ha eccome! Paolo sono stufa di vederti vivere nel passato, sempre con i rimorsi e rimpianti. Pensi che sia stupida? Tu ti autocontrolli sempre, cerchi sempre di fare l'uomo tutto d'un pezzo, ma lo vedo chiaramente che ...che hai bisogno di sfogarti.
-Addirittura?

rispose ironico.

-Non scherzare! Paolo dammi retta, resta. Affronta le tue paure, i tuoi dubbi e parla con Camilla. Io e Marco ci faremo da parte.
-Parlare...e di cosa? Io e la Baudino non siamo mai stati intimi. Non ho mai avuto un rapporto come lei avuto con mio fratello.
-Forse perchè non ti sei nemmeno mai posto come tuo fratello Marco. Prova per una volta a non guardare solo te stesso. Prova a capire anche gli altri. Ma non dal di fuori, guarda oltre le apparenze Paolo.
-Guardare oltre le apparenze...pensi che non lo faccia già?
-Lo fai solo per il tuo mestiere. Sei un commissario...eppure tante volte non riesci a vedere più in là del tuo naso. E poi, proprio me lo devi spiegare.
-Che cosa?
-L'astio che provi per Camilla. Io non capisco. Come si fa a non adorare una donna come lei? così gentile, carina, simpatica, dolce, materna...potrei continuare all'infinito. se fossi nata maschio, col cavolo che me la sarei lasciata scappare.

De Matteis scosse il capo.

-Tu cosa proveresti a vedere tuo fratello distrutto, dopo che questa donna si è presa tutto, e poi l'ha mollato?
-Si...ma questa è una questione tra lui e la prof. Tu cosa ci incastri?

Paolo si sedette sul letto, e Rachele gli si mise accanto.

-Sai che cosa penso Paolo? Che tu abbia paura di parlare con Camilla. perchè voi siete molto simili per certi versi.
-Noi?
-Tutti e due siete ambiziosi, avete paura...una paura radicata così nel profondo che nemmeno voi sapete da dove proviene...e poi...
-e poi?
-E invece di affrontare il problema fuggite.
-Io non fuggo davanti ai problemi!

rispose seccato e con fermezza.

-Non si direbbe dalla risposta che mi hai dato poco prima. Tu hai paura Paolo. Non so di cosa. Ma i tuoi occhi, e quelli della prof...sono così simili. Spenti, scuri, luccicanti...ad un passo di piangere. Tu rifletti le sue sofferenze, e lei con le sue parole rischia di far crollare la maschera che con tanto impegno ti sei costruito.
-...
-Paolo, lascia che tutte queste mura cadino. Mostrati davvero per quello che sei. Io non ci credo che tu sia sempre così freddo e controllato. Tuo fratello pure. Guarda che non c'è nulla di male nel mostrarsi deboli.

dette queste ultime parole lasciò la stanza, lasciando Poalo da solo a pensare.
Forse Rachele aveva ragione. o forse no?

Marco accompagnò Francesca verso la porta.

-Grazie mille dottoressa Gariglio, non sa che sollievo sentirle dire che Camilla sta bene.
-Beh, fisicamente una volta che si atterrà ad alcune indicazioni che le ho dato questa sera, sarà in formissima per il parto...però psicologicamente non credo che ci sia molto che la medicina possa fare.
-In che senso scusi?
-Eh...Intendo dire che Camilla è spenta e disamorata.

Marco annuì.

-Sì, l'ho notato pure io. A tavola mangia poco, ed è sempre con la testa rivolta altrove.
-Rivolata a qualcun altro.

precisò Francesca.
marco si schiarì la voce.

-Dottoressa, so che non è affare mio, e che sarebbe bene me lo dicesse Camilla, ma lei è sua amica...e ...
-...
-Dov'è adesso il padre della bambina?
-A Roma.
-Lei lo conosce?
-Sì...il nostro primo incontro però non è stato proprio una passeggiata.
-Un tipo violento?
-Ma no! Io ero implicata in un caso di omicidio. Insomma...ero innocente, ma ero comunque indagata.
-Ah...e lui?
-Lui era il vicequestore che svolgeva le indagini.

rispose a bassa voce Francesca. Non disse altro, aprì la porta e facendo un cenno con la mano, salutò il Visconti.

-Grazie ancora di avermi ricevuta!
-Grazie a lei di essere venuta a farci visita!

Marco sorrise, scambiando uno sguardo di gratitudine.
Aveva capito tutto. Erano bastate poche parole di Francesca per capire in quale grande guaio si era cacciata la prof. Il guaio più grande degli ultimi dieci anni.
Rachele era seduta sul divano, mentre Camilla era andata in bagno a sistemarsi.

-Allora?
-Allora cosa?
-Ti sta simpatica?
-Chi?
-Ma come chi!? La dottoressa Gariglio.
-Beh, in effetti è abbastanza simpatica.- rispose Marco sorridente -Ma mai quanto te!
-Figuriamoci, addirittura! Dai Marco, ti brillano gli occhi.
-A me?
-Sì

Rachele sorrise, accarezzando il volto dell'uomo e lasciandogli un dolce bacio sulla guancia.

-E questo?
-Per tutto. per quello che stai facendo per me da quando sono qui in Italia...e perchè con te non mi sento sola, e non ho modo per pensare ai miei genitori.

Il Visconti annuì.

-Sai bene che non ti lascerò mai da sola. Ho fatto una promessa e la porterò avanti. E poi tu non sei un peso per me...anzi, dire che sei un'ottima socia.
-E tu sei veramente un amico. Il migliore che abbia mai trovato.

Sorrisero con aria complice.
Rachele rassettò il salotto, togliendo i bicchieri di vino e la bottiglia.

-Ha sentito il tuo vino?
-Il nostro vorrai dire.
-Giusto...il nostro! Che cosa ne pensa?
-Che non è affatto male! Ma non abbiamo parlato molto di vino.
-Ah...
-Sì, abbiamo parlato di Camilla, e poi abbiamo parlato di te.
-Wow, a cosa devo l'onore.
-Magari al fatto che collabori con me?

Rachele ammiccò.

-E soprattutto perchè per la tua giovane età hai un coraggio da leoni, e un'intelligenza non molto comune.

-Eddai Marco, così però mi lusinghi.
-E che male ci sarebbe!

Rachele scosse il capo.

-Quanto sei scemo! Mamma mia!...

Mentre i due finirono di riordinare tutto, Camilla uscì dal bagno,e notò la porta aperta della camera degli ospiti.
Paolo era ancora seduto sul letto a meditare.
Bussò delicatamente, prima di affacciarsi sullo stipite.

-Si può?

Paolo alzò lo sguardo per incrociare quello della prof.

-Ah...professoressa Baudino...ha finito la visita con la dottoressa Gaa...
-Gariglio. In realtà non si trattava di una visita, ma solo di qualche consiglio in più, visto che mi avvicino sempre di più al momento di mettere al mondo questa piccola creatura.

Paolo annuì, accennando un mezzo sorriso.

-Volevo salutarla, prima di andare.
-Va via?
-Sì, Marco mi riporterà al mio appartamento. Sta sera sono rimasta a casa di Rachele solo come ospite... per la cena e per la piacevole compagnia. Ma soprattutto per la cena.
-Che non ha toccato.
-Come dice?
-Dico che non ha mangiato nulla sta sera.
-Già. Purtroppo, e mi creda sono molto dispiaciuta perchè Rachele aveva fatto tutto questo per me.

Camilla abbassò lo sguardo.
Da quando de Matteis si preoccupava per lei? Il clima natalizio doveva avergli dato alla testa.

-Comunque sia professoressa, si tenga lontano dai guai, e se mai ci dovessimo incrociare per Torino durante il corso di una mia indagine, non si intrometta o la metto agli arresti domiciliari.
Arresti domiciliari?

La mente di Camilla tornò a tanti anni prima, quando Gaetano e lei scherzando parlarono proprio di quell'argomento.

-Arresti domiciliari...
-Casa tua o casa mia?
-Ma tu scherzi sempre?

Questa era stata la risposta alla battuta del commissario Berardi.
E anni dopo...a Torino, questi arrivarono! per Gaetano però.
Era rimasto coinvolto in un caso, e suo malgrado dovette accettare le condizioni impostegli dal GP e dal giudice.
Fortunatamente sia Camilla che Torre aiutarono Gaetano a dimostrare la sua innocenza.
E fu proprio in quel particolare caso, che lui riuscì a strapparle un bacio. uno di quelli che non ti aspetti. Uno di quelli che ti sorprendono.
Gaetano con Camilla avevano appena finito di ispezionare di nascosto la casa di una sospettata, e uscendo dal condominio ,videro arrivare la macchina della polizia.
Questo non poteva succedere! Se avessero visto Gaetano infrangere gli arresti domiciliari, il GP non ci sarebbe andato molto leggero con lui.

-Vieni! Mimetizziamoci.

Camilla era rimasta impietrita alla vista dei poliziotti, e lui la tirò per un braccio, spronandola a raggiungere la panchina.
Si mise di spalle, in modo che i due uomini non potessero vederlo in viso, e poi ...
e poi baciò la sua prof. Un bacio così diverso dal solito. Camilla si sentì persa, e per qualche secondo non oppose resistenza. Le mani sulle spalle, che cercavano di frenarlo, si erano momentaneamente arrese.
Furono attimi, secondi. I secondi più lunghi che lei ricordasse.
Le labbra di Gaetano sulle sue, un bacio a tradimento che se non fosse stato per la circostanza, non gli avrebbe perdonato facilmente.
Tentò in tutti modi di non rispondere a quel bacio, sebbene la tentazione fosse stata grandissima. Lei aveva una famiglia, un marito...aveva fatto un patto con il marito. Un patto ...Il patto di solidarietà amorosa, come lo aveva definito Renzo.
Eppure quella cosa ...quello che era appena successo , sebbene non dovesse più accadere, non gli era dispiaciuto nemmeno un po'.
Quando i due se ne andarono entrando nella palazzina, Camilla frenò Gaetano e si staccò da lui con il fiatone.
Si guardarono. Il desiderio e l'attrazione di era fatta pericolosa, lei distolse lo sguardo.

-Se ne sono andati?
-Si...

rispose lei in modo affannato.
Gaetano la guardò e il suo viso si avvicinò di nuovo a quello della donna per riassaporare le sue labbra.

-No...-

esclamò Camilla subito dopo, allontanandosi di poco dal commissario. Non poteva cedere, non doveva cedere.
Ma perchè le tentazioni era sempre così forti? Che cosa aveva fatto di tanto male lei, per innamorarsi di un uomo come Gaetano? Ma soprattutto...perchè nei suoi sogni più intimi e remoti sognava una vita e una storia d'amore con quell'uomo se aveva appena fatto pace e giurato fedeltà -per l'ennesima volta- a suo marito Renzo?
Coerenza Camilla, Coerenza! Se non puoi averla nei sogni, almeno cerca di averla quando dei desta!
Eppure quei sogni...
Quando stava con Renzo, ogni notta sognava Gaetano. Sognava di baciare Gaetano, di essere incinta proprio di quell'uomo...sognava che lui la portasse in questura -accompagnata da Torre- nel cuore della notte per torturarla e farle ammettere quanto davvero lei lo amasse. Ammanettata in accappatoio a righe marroni e gialle.
Ammanettata in un cella buia e fredda al lume di candele. Gaetano che le liberava i polsi, senza mai lasciarla però andare, e la sbatteva contro il letto a castello, composto da due brande. Lui si avventava su di lei, e continuava a istigarla sussurrandole parole alle orecchie. Diavolo Tentatore! Dopo momenti di titubanza, di resistenza, di autocontrollo, lei si lasciava andare, e il suo respiro diventava sempre più caldo e veloce. Affannato. Incominciava a baciarlo con passione, con lussuria. Le sue labbra, roventi e dolci allo stesso tempo.
Le mani di Gaetano che vagavano sul corpo ancora vestito di Camilla, toccandola ovunque, e lei che si lasciava toccare, mettendogli le braccia al collo, e infilando le mani tra i suoi capelli.
Il sogno di solito finiva prima che lei facesse veramente l'amore con lui. Ma quei sogni, erano sempre il preludio di qualcosa.
Tutto questo prima di stare con Gaetano.
I primi mesi insieme furono stupendi. Nessun incubo, nessun sogno erotico, niente di niente. Solo lei e lui, in quel letto a fare l'amore come due ragazzini. Poi qualcosa cambiò. Lui cambiò, lei cambiò.
Si ritrovò di nuovo a dover scindere tra Renzo e l'uomo che stava frequentando.
Uno dei sogni peggiori che potesse fare.
Lei nuda nel letto a fare l'amore non con Gaetano, ma bensì con il suo ex. Non poteva essere vero. Doveva essere un sogno, anzi ...un incubo!
Come poteva aver sognato una cosa del genere? Lei non amava più Renzo, lei amava Gaetano, aveva scelto Gaetano...e allora perchè quel sogno? perchè sognare di amoreggiare con lui e non con il commissario?

-Professoressa Baudino?

Camilla ricominciò a guardare Poalo negli occhi.

-Scusi mi ero distratta.
-Eh, me ne sono accorto!

Rispose con disappunto.

-Beh...è tardi, e credo di averle rubato anche troppo tempo. Le auguro di passare una buona serata dottor De Matteis.

Il suo tono era sbrigativo, e abbastanza pensieroso.
Lui però la fermò afferrandola delicatamente per un braccio e tirandola verso di lui.

Che cos'altro voleva?


***
Eccoci alla fine del capitolo.
Ci siete arrivate sane e sale?
Scusate ancora alcuni vizi d orma nel mio scrivere, e spero con il tempo di perfezionarmi XD
Nei prossimi capitoli ne vedremo delle belle
   
 
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