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Autore: kikka9394    17/03/2009    1 recensioni
questa non è una ff triste, ne comica, è semplicemente una breve fanfiction che narra di una giornata iniziata come molte altre, ma che avrà un risvolto del tutto inaspettato. spero che non diffiderete dal titolo o dal mio nickname, in fondo un libro non si giudica dalla copertina... buona lettura, Federica
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori/Greta, Miki, Ryo Saeba/Hunter, Umibozu/Falco
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo umilmente perdono per il ritardo (l’avevo detto che ero lenta ^^’’) e per la trama, che come avevo detto precedentemente è molto semplice, e se volete anche un po’ banale, ma vi assicuro che non è per la mia poca fantasia (forse O.O XD), ma è costruita appositamente in questo modo, proprio perché così il testo(dovrebbe) acquisire una nota di malinconia in più.
Vorrei ringraziare jaj984 per aver corretto questi 2 capitoli, ma vorrei anche farle sapere che non dovrà più farlo, poiché l’altro capitolo (spero che sia l’ultimo XD) sarà una sorpresa anche per lei ^^
Restano ben accetti tutti i tipi di commenti, e ringrazio adesso chi ha commentato fin’ora, chi ha solo letto, e spero che apprezzerete anche questo capitolo, buona lettura, Federica

Capitolo 2- a casa del rapitore

*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*


Riaprii gli occhi un po’ di tempo dopo, non ricordo esattamente quando, dalle tre alle quattro ore o forse anche di più…
La luce m’investì così violentemente che fui costretta a richiudere gli occhi, mentre sentivo un forte dolore alla testa.
Quando il dolore iniziò ad affievolirsi, stropicciai un po’ gli occhi e mi accorsi che ero distesa su un comodo e grande letto a baldacchino.
Mi guardai meglio intorno. Sembrava una suite da quanto era sfarzosa.
Per prima cosa attivai la piccola cimice nascosta dietro al mio bottone della camicetta.
”Tzè, quei rimbambiti ti prendono la pistola e la borsetta ma non ti perquisiscono a dovere!”pensai un po’ delusa.

Per secondo, osservai bene la stanza per trovare eventuali vie di fuga…
Era molto grande e ben arredata, con tende in seta, copriletto ricamato a mano e mobili pregiati, ma aveva un’unica porta-finestra, e la porta in fondo alla stanza era sicuramente ben sorvegliata.
Decisi quindi di provare a rompere il vetro della porta-finestra, dopo aver appurato che non fosse già aperta, con una statua de “Il Pensatore”, una bellissima riproduzione, ma come immaginavo, con scarsi risultati. Il vetro era anti-proiettile.
Dovevo per forza uscire con l’aiuto delle guardie.

Non mi ci volle molto per escogitare un piano per uscire da lì…un piano banale, ma in fondo la guardia là fuori era pur sempre un uomo, no?
Perciò attirai l’attenzione della guardia facendo finta di essermi slogata una caviglia.
-AHI!- gridai.
-Si può sapere cosa c’è bella addormentata, da far tutto ‘sto baccano?- la guardia scocciata dal essere stata disturbata socchiuse un po’ la porta per controllare.

Rimase decisamente sorpreso quando focalizzò la fonte dei lamenti.
Aveva davanti a sé una bellissima Kaori distesa sul letto che si massaggiava un piede, mettendo in bella mostra le bellissime gambe.
Qualunque uomo sarebbe caduto ai suoi piedi, trovandosi davanti una bellezza del genere.
Peccato solo che la guardia non era così stupida.
Si schiarì la voce, cercando di darsi un minimo di controllo.
- Non credere che io caschi in questi stupidi tranelli, ma dato che ti sei svegliata sarà meglio portarti dal capo. Quindi vedi di darti una mossa e non fare scherzi! –
Detto ciò la guardia aprì la porta e mi fece alzare, trascinandomi fuori in malo modo.

Salimmo molte scale e ci ritrovammo davanti ad una porta, sembrava essere molto pregiata.
- Cavolo, d’accordo che non siamo in un albergo, ma un minimo di gentilezza, dato che mi sono pure fatta male! – Cercai invano di intenerire il mio custode.
- Smettila di brontolare! Siamo arrivati.- rispose seccamente la guardia.
Così, dopo aver bussato leggermente e aver atteso la risposta dall’interno, aprì la porta di un legno molto raffinato, con intersechi d’oro. Antica, raffinata, costosa…Anche dai corridoi che avevamo percorso, si capiva facilmente che ci trovavamo in una villa, e anche parecchio suntuosa, almeno da quello che avevo potuto osservare.

- Emm… Signore…Mi dispiace doverla disturbare, ma vede, la prigioniera si è svegliata…E gliel’ho portata come mi ha chiesto…- leggera tensione nella sua voce.
” Hai paura di lui, non è vero?
E poi prigioniera, che onore…”
- Bene, spero che tu l’abbia trattata da vero gentiluomo, non è così, signorina?-
“ Mi piacerebbe sputtanarti davanti al tuo capo, sai?”
Fissai l’uomo al mio fianco negli occhi, il mio sguardo diceva tutto ciò che pensavo, e la guardia lo aveva capito certamente, dato il suo viso preoccupato e supplichevole.
Ma decisi semplicemente di rimanere in silenzio.
”A volte sono troppo buona…-.-”

- Bene, come vuole. – Con un gesto fece capire alla guardia di uscire.
Decisi di parlare io per prima:- Allora, si può sapere perché sono qui, signore?-
- Si accomodi pure su quella poltrona.- ne indicò una con la mano.
Senza rispondere mi sedetti di fronte a lui, o meglio dietro di lui, poiché ancora non si era girato a guardarmi, era rimasto tutto il tempo a contemplare la città illuminata dal sole in lontananza dall’enorme finestra del probabile studio dell’uomo.
-Potrei avere l’onore di sapere con chi parlo?- gli chiesi in modo gentile, ma con una leggera nota di sfida.
- Mi chiamo Eisuke Satou, piacere di incontrarla – solo in quel momento mi accorsi della sua voce dolce, bassa e suadente.
Poi l’uomo si girò.
Restai senza fiato. Alto, muscoloso al punto giusto, vestito in modo elegante, viso perfetto, occhi di ghiaccio e capelli corti e brizzolati color mogano.
Mi si avvicinò e mi prese galantemente la mano per farmi un dolce baciamano.
Sembrava compiaciuto dalla mia espressione, dovevo essere arrossita ancora, e forse avevo trovato un modo per essere utile mentre aspettavo l’arrivo di Ryo.

- Sapevo che lei era bella,- continuò - ma non fino a questo punto. Di persona è davvero splendida, se lo lasci dire.- arrossii di colpo e scostai lo sguardo da quegli occhi magnetici, non mi aspettavo certo questo!
- Mi chiedo però il motivo per cui lei faccia un lavoro così pericoloso, ne va della sua salute e bellezza. – mi sorrise. Dovevo ammettere che aveva un sorriso che avrebbe conquistato molte donne, ma non era certo il momento per pensare certe cose!
- E io mi chiedo cosa ci faccia un uomo gentile e attraente come lei nella mafia giapponese.-
Gli sorrisi di rimando.
- Eredità.- rispose semplicemente lui.
- In un certo senso anch’io-. Sorrise ancora.
- Vuole da bere?-
- No, grazie, sono astemia.- risposi - Piuttosto, non mi ha ancora risposto –
- Giusto, mi scusi tanto.- sembrava veramente dispiaciuto, ma una regola d’oro è non fidarsi mai di nessuno, specialmente di un tuo rapitore!
Nel frattempo stava preparando un bicchiere di whisky per sé e uno con thè freddo per me.
- Aspetti, mi faccia indovinare, lei vuole attirare l’altra metà di city hunter con me per farlo fuori o solo per fare scambio con la simpaticissima Gigì? – notare il leggero sarcasmo nella mia voce.
- Sappia che in ogni caso non riuscirà nel suo intento.- continuai con aria annoiata.
Poi lui fece una cosa che non mi aspettavo proprio. Si mise a ridere. E di gusto anche.
La sua calda risata riempì la stanza. Ero perplessa ma anche affascinata.
- Sa, lei mi piace molto! E questo mi spinge ancor di più a spiegarle il motivo per cui si trova qui. – con una lentezza calcolata si avvicinò a me porgendomi il mio bicchiere di thè con ghiaccio.
Poi sempre restando in piedi, continuò. – Mi duole dirglielo, ma lei si è sbagliata. Non conosco nemmeno questa Gigì. Più precisamente, lei si trova qui per una proposta, ovvero le vorrei gentilmente chiedere di entrare a far parte della nostra associazione.- si fermò per valutare la mia espressione.
Continuò: - Vede, nella nostra associazione ci servono persone come lei, abili, tenaci e coraggiose, anche se lei ovviamente non sarà, come dire, in prima linea, lei sarà un capo e dirigerà alcune operazioni importanti, sappiamo che non ha molta esperienza in questo campo, ma imparerà e poi…-
Non lo lasciai finire di parlare e un po’ irritata risposi: - e voi è così che “invitate” le persone a far parte della vostra banda? Rapendole? –
Un po’ sorpreso dalla mia risposta continuò: - sono davvero desolato ma questo era l’unico modo per avvicinarla senza che il suo socio potesse interferire…-
Non gli lasciai tregua, iniziavo a scaldarmi, sapevo dove voleva andare a parare.
- E poi cosa le fa pensare che io accetterò? Io non sono brava a dirigere altre persone e …-
- Le ho già spiegato che imparerà, e secondo me lei ha già buone credenziali per comandare, un carattere forte e deciso, - mentre diceva ciò si avvicinava sempre più – e poi l’abbiamo osservata nel vostro ultimo incarico, ha escogitato in poco tempo una strategia difensiva efficace, ha anche saputo contrattaccare portandovi in netto vantaggio rispetto all’avversario, non sia così modesta, creda di più nelle sue capacità, lei sarebbe perfetta per questo lavoro…- ormai si era seduto sul bracciale della poltrona, eravamo a pochi, troppo pochi per i miei gusti, centimetri di distanza.
- Oltretutto lei conosce molto bene come funzionano i traffici di droga, sarebbe sempre l’ultimo dei sospettati, e, a ben vedere, il suo lavoro non cambierebbe ambiente, city hunter è un malavitoso come noi…-
No. Questo non doveva assolutamente dirlo.

Scattai in piedi come una furia e lo guardai con disprezzo. Ne avevo abbastanza di quel tipo.
- Non… osi …mai più dire… una cosa del genere! – scandii bene le parole con tutta la rabbia che provavo - City Hunter non è un malvivente come voi! Noi non uccidiamo gli innocenti come fate voi! Noi li aiutiamo! – la mia voce iniziava a salire di decibel – Io non potrei mai accettare la sua proposta, se si fosse informato meglio saprebbe che io sono molto orgogliosa di mio fratello Hideyuki... Lui è morto cercando di fermare i traffici di droga! Non potrei mai !
City hunter, o meglio, Ryo, è una grande persona, mio fratello prima di morire ha lavorato con lui, Ryo non è un assassino!
Ryo è una splendida persona, e voi invece siete soltanto della lurida feccia! –
Stavo tremando, non dalla paura, ma bensì dalla rabbia che sentivo dentro di me.
- E ora mia lasci andare! Non accetterò MAI! –
- No. Non la posso lasciare andare dopo ciò che ha detto! – ora quei begli occhi di ghiaccio erano velati di rabbia. Quasi mi facevano paura…
Ormai in piedi, si avvicinò ulteriormente afferrandomi per il braccio sinistro e stringendomelo con forza.
Mi sfuggì un gemito di dolore, ma non indietreggiai, anzi, cercai di liberarmi dalla sua presa, ma più cercavo di fuggire più lui stringeva.
Un altro gemito.
Ma stavolta io non avevo fiatato.
Eisuke ora si trovava disteso a terra, in ginocchio, e la mano che prima teneva il mio braccio ora si trovava sul suo mento.
Sentivo il dorso della mia mano pulsare, soprattutto sulle nocche, e allora mi accorsi di aver ancora il braccio destro alzato e la mano chiusa in un pugno.
Ancora un po’ sbalordita fissavo Eisuke che ancora non si alzava e la mia mano che continuava a fare male e a tremare; e un secondo dopo come un lampo mi accorsi che era il caso di cercare di scappare da quella maledetta villa.
Corsi verso la porta e quando finalmente le mie mani tremanti afferrarono il pomello della porta mi sentii tirata indietro con violenza e poi sbattuta a terra.
Cercai di rialzarmi ma fui risbattuta a terra, Eisuke si trovava sopra di me e con una mano mi teneva il collo, costringendomi a terra.
- smettila di dimenarti! Questa offesa io non la tollero! Ma c’è un modo per scusarti, sai? – dicendo questo continuava a guardarmi con avidità e desiderio. Quell’uomo mi disgustava sempre più.
Con la mano libera iniziava ad accarezzarmi le cosce, e io sentivo dei brividi di disgusto ad ogni sua carezza.
- lasciami stare! Mi fai schifo! Togliti! – continuavo a dimenarmi, ma con scarsi risultati. Iniziava a mancarmi l’ossigeno, e così ero sempre più debole.
- Ma lo sai che così mi fai solo eccitare di più? – la mano era salita più su e mi stava sbottonando la camicetta, mentre io provavo sempre più terrore – voglio che tu mi chieda scusa…ma tanto anche se lo farai non cambierà nulla…- era arrivato ad accarezzarmi un seno quando all’improvviso fu scaraventato dall’altra parte della stanza, e io riuscii a respirare meglio.
Mi presi qualche secondo per riprendermi, e poi cercai di mettermi in ginocchio.
Quello che vidi fu una sagoma scura che prendeva con una mano sola l’altra figura per il colletto, tirandola su senza fatica e poi sferrargli un pugno micidiale.
Quella figura emanava tanto odio, ma anche tanta frustrazione e risentimento.
Poi quella figura si fece più sfocata e vidi la mia visuale che si spostava, poi un tonfo per terra e chiusi gli occhi. * Quella figura scura era venuta a salvarmi.
Quella figura tanto amata…
- Ryo…- fu l’unica parola che riuscii a pronunciare prima di svenire per la mancanza d’ossigeno al cervello.


*è Kaori che è caduta per terra a causa della mancanza di forze e vede l’immagine che si sposta, ma è appunto lei a cadere, non so se ho reso bene l’idea, perciò l’ho scritto^^

Lo so, lo so , ho ancora molto da imparare, ma in fondo qual è il metodo migliore per imparare? Esercitarsi.
Ecco perché continuerò a scrivere i miei obbrobri, sperando che anche grazie ai vostri consigli io possa scrivere qualcosa di decente ^^’’
baci, Federica

   
 
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