Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Tiva91    28/01/2016    1 recensioni
Eomer e Margaery sono ormai marito e moglie. Durante una visita a Rohan da parte dei fratelli di lei dall'Altopiano la giovane regina di Rohan ha un'idea: promettere la loro figlia appena nata Rohanne al primogenito del fratello Garlan,Raymun Tyrell.L'idea piace alle due famiglie,ma non è affatto scontato che i due cugini, da grandi,saranno dello stesso avviso.....
Questa Fanfiction è stata scritta a quattro mani da me e LadyTargaryen ed è un sequel -What if della ff "Una lady per Eomer"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. Se ci sto insieme il morbillo avrò!


 
 
Era una magnifica mattinata di giugno, un sole caldo e splendente si stagliava radioso nel cielo di un azzurro perfetto, senza nubi né vento. Il caldo era appena tollerabile. I cavalli procedevano al piccolo trotto sulla Strada delle Rose, in fila a due a due.
 
In groppa al suo pony morello, Rohanne sbuffò per l'ennesima volta. Era furibonda. Aveva pestato i piedi, pianto (per finta, s'intende. Non era tipo da frignare, lei!), strillato sino a perdere la voce ma non c'era stato verso: il viaggio s'aveva da fare e si sarebbe fatto. "Ma tesoro" aveva tentato di rabbonirla sua padre "perché ti arrabbi tanto? Ti assicuro che Westeros è molto bella, l'Altopiano è ricco di alberi e di verde e..." Qui aveva guardato sua madre in cerca di aiuto. "...E ad Alto Giardino ci sono tantissimi fiori meravigliosi!" aveva completato lei con un sorriso che voleva essere conciliante ma che aveva fallito miseramente nei suoi intenti di conciliazione. "Io odio i fiori!" aveva urlato Rohanne a voce ancora più alta, ad un volume tale che tutti i presenti si erano dovuti tappare le orecchie. In realtà, non è che li odiasse davvero, i fiori. Solo che da quando giocando a rincorrersi con Theodred nel giardino che Eomer aveva fatto piantare fuori da Edoras era caduta a capofitto in un roseto...beh, detestava le rose, ecco tutto. Ed Alto Giardino le dicevano essere un tripudio di rose di tutti i colori e di tutte le qualità. C'era forse da stupirsene se non moriva dalla voglia di trascorrervi tre mesi?
 
Theodred, suo fratello, lasciò il gruppo dei loro cugini da parte di padre, composto dai gemelli Beren e Celediel, di nove anni, e da Eomund, loro coetaneo di sei, e le si accostò. La salutò allegramente e Rohanne sbuffò ancora, grugnendo un "ciao". - Io proprio non capisco perché dobbiamo andare a questo...questo cavolo di Giardino Alto! - riprese a lamentarsi, a voce sufficientemente bassa perché suo padre e sua madre, che in sella ai loro Zoccofuoco ed Alidorate aprivano il corteo, accompagnati dalla sorella del Signore Dei Cavalli, Eowyn, non la udissero. - Non potevamo restare a Rohan per l'estate, o andare a Gondor come facciamo sempre? Perché siamo dovuti venire sin qua? -.- Credo sia "Alto Giardino", Hanne. - la corresse lui, paziente, e la sorella gli scoccò un'occhiataccia. Non amava essere corretta. - Ma perché ti lamenti tanto? - insistette. - Andiamo a conoscere gli altri nostri cugini. Non sei curiosa di incontrarli? -. L'espressione sarcastica che si dipinse sul volto di Rohanne stava a significare che avrebbe trovato motivo di maggior curiosità all'esaminare lo sterco del proprio cavallo.
 
Proprio non capiva come Theo, che pure era suo gemello, potesse essere tanto diverso da lei. E non parlava solo degli occhi ambrati, o dei riccioli castani, come quelli di Margaery, mentre lei era bionda e dalle iridi azzurre, come il padre, ma proprio del carattere. Pareva sempre d'accordo con tutto e tutti, lui. Perfino di quell'idea balorda del viaggio a Wes...Wesqualcosa si era detto entusiasta. Amava molto il fratello ma certi aspetti di lui non li avrebbe mai capiti.
 
Per qualche attimo rimasero in silenzio, assorti ad ascoltare il ripetitivo “clop”,“clop” degli zoccoli dei propri destrieri. Poi Eldarion, primogenito di Aragorn di Gondor e di Arwen, sua moglie, si avvicinò loro con un gran sorriso. Le sue sorelle minori, Arielle dai lunghi capelli castani scuri e Luthien, dai tratti spiccatamente elfici e i capelli scuri, lo seguirono.
Non avevano coi signori dell'Altopiano alcun legame di sangue, è vero, ma per onorare l'amicizia, ancor prima che l'alleanza, che anni prima si era creata tra i due regni,i sovrani  avevano ritenuto giusto permettere ai loro figli di aggiungersi agli altri ed andare a passare i mesi estivi coi ragazzi di Alto Giardino.
- Ehi, Theo! Tutto bene? -.- Tutto bene, Darion. - replicò Theodred ricambiando la sua cameratesca pacca "da uomini" sulla spalla. - E tu, Rohanne? Ancora con quel tuo cocciuto broncio? Hai un muso più lungo di quello del mio cavallo! - la stuzzicò ridendo il ragazzo più grande. Rohanne gli fece una boccaccia e non lo degnò di una risposta. Il che, conoscendo il suo frasario non proprio da signorina, fu un bene. - Oh, avanti Hanne! Sorridi! - s'intromise Arielle, di due anni più giovane del fratello, posando una mano sulla spalla della piccola principessa di Rohan. - Sono sicura che i ragazzi Tyrell saranno simpaticissimi! -. Rohanne, più per simpatia nei suoi confronti che per reale convinzione, si sforzò di assentire:- Se lo dici tu, Rielle... -.- E poi farai finalmente conoscenza col tuo futuro sposo! - cinguettò maligna Luthien, di sette anni, l'ultima dei figli di re Elessar, che ben sapeva quanto quell'argomento fosse spinoso ed odioso per Rohanne. Che infatti non mancò di inalberarsi:- Tu, zitta, principessina dei miei stivali! O ti rapo i capelli a zero mentre dormi! -. Luthien sbiancò e si afferrò le trecce scure, terrorizzata al solo pensiero:- Non lo farai! O lo dirò a mia madre! -.- Gné, gné, gné! - la canzonò Rohanne. - Oh insomma! - gridò Eldarion, già esasperato. - Non siamo neanche arrivati e già litigate? Volete piantarla sì o no? -.
- Anche tu chiudi il forno, Eldarion! - ringhiò la principessina di Rohan. - Solo perché hai undici anni non vuol dire che puoi dirci cosa fare! -. Eldarion avrebbe tanto voluto mollarle un ceffone ma Theodred lo scoraggiò con un'occhiata rassegnata: inutile. Tornò a regnare il silenzio e Rohanne riprese a brontolare rimuginando tra sé e sé.
 
Come la carissima e dolcissima Luthien le aveva assai gentilmente ricordato, c'era anche la "questione matrimonio". Raymun, così si chiamava suo cugino nonché promesso sposo, le era stato descritto come un bel ragazzo alto, dai riccioli castani e gli occhi azzurri. L'avevano blandita in mille modi ma non c'era stato verso di farle ingoiare quel boccone. Lei non voleva sposarsi. Odiava l'idea di sposarsi. Con un perfetto sconosciuto, figlio di un qualche lord straniero poi? Mai. E poco contava che il lord in questione fosse un Tyrell di Alto Giardino, una delle - le assicuravano - famiglie più importanti del Continente Occidentale, e che anche lei, per parte materna, fosse una westerosi. Era Rohan, con i suoi pascoli, le sue verdi vallate, le sue montagne dalle cime incoronate di nubi, la sua casa. Non Giardinello Fiorin Fiorello o come diavolo si chiamava!
 
Sospirò, e prese in mano il ciondolo con la rosa e lo stallone che aveva al collo. Stando a quanto le avevano raccontato era stato Raymun a donarglielo. Chissà se anche per lui, Raymun, era un tale strazio, quell'incontro…
 
 
 
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Il cielo era di un azzurro nitido e chiaro, senza una nuvola né un alito di vento. Il sole mattutino cadeva a picco sui presenti, radunatisi in gran pompa alle porte di Alto Giardino per accogliere gli ospiti in arrivo.
 
Raymun era furente. Anzi, furibondo. Il farsetto imbottito verde e oro, un tempo appartenuto a suo zio Loras, puzzava di lavanda in maniera disgustosa e gli cadeva largo, i pantaloni color muschio attillati tiravano fastidiosamente sulle cosce e quella odiosa camicia con le rose ricamate sulle maniche gli pizzicava la pelle come non mai. Se poi si andavano ad aggiungere il sole che gli picchiava sulla testa e il caldo soffocante (ed era solo giugno, accidenti!) che lo faceva sudare copiosamente e gli stivali nuovi, dannatamente scomodi, ecco spiegato il motivo della sua espressione imbronciata. - Sta' dritto Raymun, mi sembri gobbo! - lo riprese sua madre Leonette. - E sorridi, figliolo. - rincarò suo padre Garlan in un tentativo - maldestro quanto assolutamente non richiesto - di fare dell'umorismo. - Non stai mica andando al patibolo! -. "Quasi." pensò Raymun cupo.
 
Tutto ciò (vestiti scomodi, sole a picco, caldo torrido, orride battute del padre) era solo la punta del problema.
 
Per cominciare i suoi genitori gli avevano annunciato che le annuali vacanze a Vecchia Città a trovare i loro parenti Hightower (il prozio, Baelor, e il bisnonno, Leyton, oltre a tutti i loro altri zii, cugini e cugine) sarebbero saltate. Niente mare, quell'anno. Perché? Perché dalla Terra di Mezzo (che razza di nome del cavolo era mai quello?) sarebbero venuti i suoi cugini. I suoi altri cugini, i figli della più giovane dei figli di nonno Mace, zia Margaery; eh sì, perché suo padre Garlan aveva anche altri due fratelli, uno più piccolo, zio Loras, ancora celibe (che fortunatamente non pareva avere alcun interesse di sorta a generare altri piccoli, odiosi cuginetti), ed uno più grande, zio Willas (la cui ultimogenita, Lyanna, dai capelli castani, gli occhi celesti e la lingua più velenosa di un cobra era quello che si dice una spina nel fianco). E Raymun, che sempre contava i giorni che lo separavano da quello che per lui era l'evento più atteso dell'anno, cioè il soggiorno estivo a Vecchia Città, non l'aveva presa esattamente con filosofia. "Ma perché?" aveva strillato quando gli era stata, con tutto il garbo possibile (garbo che le sue inviperite proteste avevano mandato gambe all'aria all'istante), comunicata la notizia. "Perché dobbiamo restare qui ad accogliere questi maledetti cugini della stramaledetta Terra-di-non-so-che? Cosa vengono a fare?! Chi li ha invitati?!?" Inutilmente suo padre, sua madre Leonette, gli zii e in ultimo nonno Mace si erano sprecati in spiegazioni su spiegazioni nel tentativo di placarlo. Ma era stato come parlare al vento, per non dire al muro. Esasperato, era andato a chiedere consiglio alla bisnonna, Lady Olenna, che tra tutti i suoi parenti sapeva essere la più schietta e ragionevole. "Non puoi farci nulla, tesoro mio." aveva sospirato accarezzandogli con affetto i riccioli bronzei. "Quell'irrecuperabile tonto di tuo padre, che in quanto a stupidità è davvero il degno figlio di Lord Mace 'Pesce Palla' Tyrell, ha deciso questo incontro e questo matrimonio quando avevi appena un anno. Oramai quello che è fatto, è fatto, non può rimangiarsi la parola data. Ma c'è un lato positivo: tra le clausole dell'accordo ce n'è una che vuole che il matrimonio non si faccia se, crescendo, doveste innamorarvi di qualcun altro." Di come quello potesse essergli d'aiuto, però, Raymun non ne aveva la più pallida idea.
 
Ad infastidirlo non era tanto l'idea di sposare una sconosciuta (beh, sì, anche): in fondo volente o nolente avrebbe trascorso con lei (e con tutta quella marmaglia di cugini e non) quell'estate e tutte le altre a seguire ed avrebbe imparato a conoscerla (anche se non faceva proprio i salti di gioia alla prospettiva di avere un'altra femmina tra i piedi. Le sue sorelle minori, Rowan e Rose, e Lyanna, sua cugina, gli bastavano ed avanzavano. Solo Alys si salvava, in quel pollaio di oche senza cervello). Proprio lo irritava il pensiero che avessero deciso tutto alle loro spalle. Alle sue spalle! E se lui di lei, di questa Rohanne, non ne avesse voluto sapere? Cosa diceva l'accordo, a riguardo?
 
Sbuffò sonoramente, e si tormentò la chioma, i morbidi riccioli castani che gli arrivavano appena sotto l'orecchio. Sua madre, che gli stava sulla destra, lo sgridò dicendogli di smetterla. Mise allora le mani in tasca, e di nuovo gli tirò le orecchie. Si risolse infine ad incrociarle scocciato sul petto; alla sua sinistra, oltre la figura alta di suo padre, i gemelli Addam e Garrett, di un anno più giovani di lui, entrambi coi capelli neri, si spintonavano sganasciandosi dal ridere. Per cosa ridessero non era dato saperlo. Leonette aveva fatto indossare ad uno un farsetto verde muschio e all'altro uno verde foglia, per distinguerli. Accanto a loro stava Alys, di cinque anni, assai somigliante alla madre ed anche lei dalla chioma corvina ma con le iridi ambrate del padre, di una calma tale che pareva una statua. Le più piccole, Rowan e Rose, rispettivamente di quattro e tre anni, ambedue ricce e castane, si tenevano per mano, aggrappate al braccio della madre, e si bisbigliavano qualcosa all'orecchio. A fianco di Garlan stavano Willas, l'erede di Alto Giardino, con sua moglie, zia Sansa, e i loro due figli: Leyton, l'esatto ritratto di suo padre eccetto i riccioli ramati, di anni sei, e Lyanna, che di anni ne aveva cinque, elegante e smorfiosa come sempre. Seguivano poi Loras, in armatura scintillante e l'elmo dal cimiero esageratamente vaporoso sottobraccio e il rotondo e baffuto Lord Mace, con l'onnipresente Regina di Spine che, nonostante avesse superato l'ottantina, dimostrava ancora un'energia ed un vigore da fare invidia a molti. - Eccoli! - annunciò d'un tratto Willas. Raymun, suo malgrado, si ritrovò a fissare con gli altri l'orizzonte. Nonostante tutto, non poteva negare di essere curioso. Insomma, almeno un po'. Ed ecco che, giù per la Strada delle Rose, iniziarono a delinearsi alcune figure a cavallo. - Arriva la moglie di Ray, arriva la moglie di Ray! - canticchiarono malignamente a due voci i gemelli. - Zitti, mocciosi! - sbottò Raymun con un ringhio. - Non parlare così ai tuoi fratelli. - lo redarguì sua madre. - E vedi di sorridere. Via quel muso lungo e sii cortese. -. Il bambino sbuffò e spremette fuori di malavoglia una smorfia di sorriso. Nel frattempo erano arrivati gli ospiti. Il primo della fila, che Raymun sapeva essere suo zio, re Eomer di Rohan, smontò per primo ed aiutò la moglie a fare lo stesso. Anche la sorella di lui, Eowyn, scese da cavallo, ed assieme andarono ad abbracciare gli altri. Dietro di loro, nel frattempo, arrivavano anche i loro figli e gli altri ragazzi. - Garlan! Willas! Loras! - esclamò il re di Rohan stritolandoli in una morsa. – Quanto tempo! -.- Una vita! - confermò Garlan, impegnato a dargli forti pacche sulla schiena. Lì a fianco a loro anche le donne si abbracciavano scambiandosi baci sulle guance. - Ti trovo bene, Margaery. - si complimentò Leonette. - Sei stupenda come sempre, Margie. - disse Sansa. Margaery sorrideva, lieta, ricambiando gli abbracci. - La mia bambina! - mugolò commosso Lord Mace abbrancandola con un piglio più da orso che da lord. La giovane donna si liberò gentilmente dalla presa del padre e salutò la nonna che, nonostante tutto il proprio contegno, aveva gli occhi che luccicavano.
 
- E chi sarebbe questo aitante giovanotto? - esclamò poi Eomer, chinandosi a salutare Raymun. - Il giovane Raymun Tyrell, certamente! -. A quell'ovvia deduzione il bambino sospirò e alzò gli occhi al cielo. “Ma dai?!” avrebbe tanto voluto sbottare. Invece se ne stette buono e composto e salutò, non senza fastidio. Da dietro il sovrano fece capolino una figurina dai lunghi capelli biondi, acconciati in due trecce dietro il capo, e con gli occhi azzurri come turchesi. Raymun si stupì: pur essendo una bambina, Rohanne vestiva pantaloni e stivali di cuoio. Le mani sulle spalle della piccola, sua madre Margaery sorrise:- Ben trovato, Raymun. E' bello vederti. -. Raymun non disse nulla. Fissava Rohanne, nei propri occhi azzurri una malcelata diffidenza, come se dovesse morderlo da un momento all'altro. Dal canto suo Rohanne, con quello sguardo assassino che gli indirizzava, non sembrava più propensa di lui a fare amicizia. - Non dai il benvenuto, Raymun? - suggerì Garlan tossicchiando, e Leonette concordò con un'occhiataccia che sottintendeva un “Vedi di farlo, e alla svelta. Non farci fare figuracce.” Raymun, sospirando platealmente come se quella richiesta gli costasse uno sforzo ed una fatica immani, si fece avanti ed abbozzò un inchino volutamente sgraziato:- Salve, principessa Rohanne. E' un vero piacere conoscerti. - recitò atono. - Il piacere è tutto mio, cugino Raymun. - replicò Rohanne, inchinandosi a sua volta: dal tono con cui pronunciò quelle parole era chiaro come il sole che era tutto tranne che un piacere. Espletato l'ingrato compito Raymun girò sui tacchi e tornò a posto con la rapidità di un fulmine. - Ah ah ah! - fece suo padre, agitando severamente il dito. Raymun gemette, e tornò dalla sua promessa sposa. Si squadrarono a vicenda, come temendo che l'uno avesse il morbillo e potesse contagiare l'altra al minimo contatto. Poi il ragazzino si piegò e le baciò frettolosamente la mano. - Bleah! - urlarono all'unisono, schifati, e svelti schizzarono via all'istante, neanche temessero di contrarre la rogna. “Che strazio!” pensò Raymun imbronciandosi di nuovo. “L'ennesima femmina! Non saprà né cacciare né tirar di boxe! Ah, ma se pensa che starò tutta l'estate con lei a pettinar bambole casca male!” Ma dal modo bellicoso con cui la bambina agitava i pugni pareva che ad usarli fosse più che capace. “Quanto è vanitoso, con quel suo ridicolo panciotto!” si disse invece Rohanne, non meno imbronciata “Come potrà mai fare, a piacermi? E' antipatico da morire!” Ma, obbligati più che sospinti dai cipigli severi dei rispettivi genitori, si costrinsero a simulare una contentezza più falsa dell'ottone. - Fremevo ad aspettare il tuo arrivo! - disse Raymun, e stiracchiò un sorriso. - Come sono felice di essere qui! - rispose Rohanne, altrettanto seccata da quel teatrino. “Di giocare assieme” pensarono entrambi “non ci sarà assolutamente modo.“
 
Dopo che i due promessi si furono, bene o male, presentati l'un l'altra, toccò agli altri ragazzi della Terra di Mezzo farsi avanti. Eldarion, che era il più grande, fece disporre i propri fratelli ed i figli del Capitano di Gondor ed Eowyn in fila, quindi procedette alle presentazioni ufficiali. Sulle prime si rivolsero a Lord Mace e agli altri con i loro titoli ma Lord Tyrell scosse il capo. - Oh, perché mai tutte queste formalità? Rohan e Gondor sono nostre amiche ed alleate! Siamo tutti una famiglia! - esclamò bonario abbracciandoli con soffocante calore tutti quanti, uno dopo l'altro - Chiamatemi pure nonno Mace, figlioli miei! -. Anche Lady Olenna, nonostante i primi attimi di diffidenza, acconsentì a farsi chiamare "bisnonna", anzi, "nonna", ed abbracciò i "nipoti". Poi i ragazzi fecero conoscenza tra loro; a differenza della gemella Theodred prese da subito in simpatia il cugino Raymun, e lo stesso dicasi per gli altri ragazzi e ragazze Tyrell. Celediel e Beren fecero in fretta amicizia coi gemelli ed Eomund e Leyton scoprirono, scambiate poche parole, di essere entrambi due appassionati lettori ed il giovane Tyrell promise di mostrargli la vasta e fornitissima biblioteca di Alto Giardino. Accanto a loro anche Luthien e Lyanna, che furono da subito ed unanimemente etichettate come "il duo delle odiose", parevano aver stretto un buon sodalizio. Rohanne, evitando (ricambiata) come la peste Raymun, prese a chiacchierare animatamente con Alys, Arielle e Celediel, scambiando di quando in quando occhiate bieche col suo futuro sposo: no, decisamente non era stato amore a prima vista.
 
 
 
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- Non sono carini? Vanno già d'amore e d'accordo! Vero, tesoro mio adorato? - sospirò Leonette, guardando deliziata il primogenito e la cugina della Terra di Mezzo che si rincorrevano armati di spade di legno dopo che li avevano convinti con molte, ma molte preghiere a giocare un po' assieme. - Eccome, mia piccola, deliziosa meluccia. Adorabili. - confermò Garlan con orgoglio. Sei figli in sette anni non avevano intaccato di una virgola il loro melenso modo di chiamarsi a vicenda. E, sospettava il Signore dei Cavalli, neppure la loro intenzione di farne altri, di figli. - Dei veri tesori. Non sei d'accordo, Eomer? - gli domandò dolcemente Margaery, stretta al suo braccio. - Mah. - fu tutto ciò che replicò quest'ultimo, fissando dubbioso la figlia che picchiava la spadina giocattolo in testa al cugino nonché promesso sposo. - Combatti bene...Per essere una femmina. - la prese in giro Raymun scrollandosela di dosso. - Strano. Stavo per dire la stessa cosa di te! - replicò acida Rohanne. - Un po' sotto la cintura, questo, non trovi? -.- Oh, no...Questo sì! -. E  Raymun cadde a terra rantolando, piegato in due da un dolorosissimo calcio nelle palle.
 
I genitori dovettero intervenire prima che Rohanne gli rompesse la spada sui gioielli di famiglia.
 
 
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- Allora! - esclamò Theodred fregandosi le mani, quando Raymun e Rohanne furono di nuovo riuniti alla combriccola. - A cosa giochiamo? -. Lyanna fece una smorfia:- Non a roba da maschi, grazie. -.- E neppure a giochi in cui ci si sporchi. - aggiunse Luthien in tono lamentoso – Questo vestito è nuovo e deve rimanerlo! -. Rohanne, con tutto il garbo e la diplomazia del Mark ereditati dal padre, scoppiò a riderle in faccia:- E giustamente il vestitino buono te lo sei messo per giocare in giardino. Che furbona! -.- Tu chiudi il becco, maschiaccio! - strillò Lyanna spalleggiando l'amica - Sei vestita come uno stalliere e puzzi uguale! -.- Ehi! Ehi! Ehi! Buone, voi! Non ricominciamo! - s'intromise in fretta Eldarion prima che il pugno già pronto della principessina di Rohan impattasse con il naso della cugina e la cosa degenerasse in rissa. - Proviamo ad andare tutti d'accordo, per favore! Sforziamoci! -.- Che ne direste del nascondino? - propose Celediel. - E' un bel gioco! - concordò Alys - A me piace! -. Arielle, però, pareva dubbiosa:- Dobbiamo badare alle più piccole. - obiettò assennatamente accennando a Rowan e Rose, impegnate a rotolarsi sul prato. - Meglio qualcosa in cui non ci si debba dividere. -.- Perché non giochiamo a “orchi e rohirrim”? - buttò lì Eomund. - Ho letto tantissimo sulla Guerra dell'Anello! -.- Sembra forte! Come si gioca? - s'informò Leyton curioso. - Facile. Ci si spartisce i ruoli: alcuni fanno gli orchi, altri fanno i cavalieri di Rohan. Poi si combatte! -.- Forte! - approvò eccitato il giovane Tyrell. - Sembra quasi “Guardiani e Bruti”! Mio padre ha molti libri a proposito! Li vuoi leggere? -.- Ah no! Ho detto niente giochi da maschio! - protestò Lyanna, con Luthien a farle eco. - Paura di rovinarti le unghie, cugina? - la sfotté Raymun e Rohanne, senza farsi troppo vedere (alle battute di "quello lì" si era fatta punto d'onore di non ridere assolutamente), ridacchiò. - Ehi! Vedete di piantarla! - li riprese nuovamente Eldarion. - Strega comanda colore! Strega comanda colore! - gridarono in coro Addam e Garrett, gli abiti già scambiati e di conseguenza indistinguibili. Raymun sbuffò:- E' un gioco da bambini. -.- Ma voi siete bambini. - replicò il principe di Gondor con tutta l'alterigia dei suoi orgogliosi undici anni. - “Bambini” a chi?! - insorse bellicoso Beren con aria di sfida - Dimmelo in faccia, se hai il coraggio! -.- Beren, per favore…Eldarion diceva tanto per dire. - implorò Celediel. Il gemello si lasciò domare ma non smise di fissare in cagnesco il giovane principe. - L'idea di Dam e Garr non sembra male. - riprese Arielle. - Solo non conosco le regole. -.- E' semplice. - spiegò Alys. – Uno fa la strega e decide un colore dicendo "Strega comanda colore e dice...". Gli altri scappano e chi viene preso diventa la strega. Le cose del colore deciso sono le tane, ma solo finché non si finisce di contare sino a dieci. Poi si scappa di nuovo. -.- Beh, si può fare. - concordò Theodred - Cosa ne dici, Hanne? -. La sorella bofonchiò uno scocciato "d'accordo". - Ah, comunque: piante, fiori e cespugli di qualunque tipo non valgono come tana. Si deve cercare qualcos'altro. - ricordò loro Raymun con una certa pedanteria. - E perché mai? Chi lo dice? - protestò (ovviamente) Rohanne. Il cugino la fissò a muso duro:- Io lo dico. Casa mia, regole mie. Se non ti sta bene va' pure, io non piango. -. Lei gli si fece sotto con aria minacciosa: anche se più giovane di un anno era di poco più bassa di lui. - Ti piacerebbe. -. Eldarion tossicchiò eloquentemente e li richiamò all'ordine. - Allora? Giochiamo? - domandò Eomund. - Prima che si faccia notte. - borbottò Luthien. - D'accordo. - disse Celediel - Mettiamoci in cerchio e facciamo la conta. -. I ragazzi obbedirono e la ragazzina prese a recitare:- "Sette, quattordici, ventuno, ventotto/questa è la conta di Paperotto./Paperotto è giù in cantina/a cercare la regina./La regina è andata a Rohan/a comprare la corona./La corona è già venduta,/la regina è svenuta./E' svenuto pure il re/nel vedere le cornacchie/saltar fuori dal paté./Fante, cavallo e re/a star fuori tocca a te"... -. L'indice le si fermò su Rohanne, che svelta urlò:- Strega comanda colore e dice...Blu! -.- Rohanne è la strega! Scappiamo, scappiamo! Via! Via! Via! - urlarono tutti e in un batter d'occhio i giardini furono un pullulare di bambini d'età dai tre agli undici anni che correvano a gambe levate strillando. Rohanne aveva scelto davvero bene: era difficile scovare qualcosa di blu.
 
Il caso volle che zia Sansa, povera lei, passasse di lì proprio in quel momento con un vassoio in mano, a portare bicchieri di spremuta d'arancia e biscotti al limone come merenda per i ragazzi. E, per un colmo di sfortuna, aveva deciso proprio quel giorno d'indossare un sontuoso abito blu. Le volarono addosso in quindici.
 
Vassoio, bicchieri, biscotti e zia finirono gambe all'aria.
 
 
 
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- Maestro! Rohanne sta copiando il mio compito! -.
 
Maestro Lomys sospirò per la decima volta in cinque minuti, estenuato. Adorava i bambini e reputava trasmettere loro il proprio sapere uno dei compiti più belli e gratificanti possibili per uno studioso della Cittadella...Ma tredici (soprattutto quei tredici) erano troppi persino per la sua rinomata pazienza degna di Baelor il Benedetto. Raymun e Rohanne, in special modo, parevano aver fatto voto di voler fare di tutto per fargli saltare i nervi.
 
- Te l'ho già spiegato, Raymun. Rohanne ha alcune lacune in aritmetica, dove tu invece riesci con facilità. Viceversa, lei è più portata per le composizioni scritte. Vi ho messi vicini nella speranza che possiate aiutarvi a migliorare a vicenda. -.- Io? Aiutare questo qua? -. Rohanne intinse nuovamente la piuma nel calamaio e sghignazzò:- Tutto inutile. Scemo è e scemo rimane. -. Dal numero di macchie, righe tirate e correzioni varie che riempivano il foglio di Rohanne era chiaro che, in quelle addizioni che le erano state assegnate, non se la cavava meglio di lui col suo tema. Raymun stritolò nel pugno la propria pergamena, l'ennesimo tentativo (fallito) di raccontare "una giornata memorabile che non avrebbe mai dimenticato", riducendola ad una palla accartocciata. - Ripetilo e ti picchio. - ringhiò. - Scemo. Sce-mo. Devo sillabartelo saltellando e battendo le mani o pensi di poterci arrivare a capirlo da te? -.- Io ti... -.- Rohanne! Raymun! Insomma! - li riprese severamente maestro Lomys. I due si fecero la linguaccia e tornarono ciascuno ai propri affari: Raymun al suo tema zoppicante e pasticciatissimo e Rohanne ai suoi calcoli che non volevano saperne in alcun modo di coincidere coi risultati previsti.
 
Maestro Lomys sospirò, e diede uno sguardo agli altri. Eldarion e Celediel, gomito a gomito, vicinissimi, chiacchieravano sottovoce, credendosi non visti, i compiti bellamente ignorati. Di tanto in tanto si scambiavano un sorriso. Beren, seduto accanto a loro, cui né l'aritmetica né la scrittura riuscivano particolarmente congeniali, ringhiava come un mastino, squadrando con gelosia la sorella e con chiara antipatia Eldarion. I gemelli Garrett e Addam ridacchiavano tra loro, bisbigliandosi nell'orecchio. Cosa bisbigliassero lo sapevano solo gli Dei, e per esperienza maestro Lomys teneva alta la guardia. Non si poteva mai sapere, con quei due. I rimanenti al tavolo della gigantesca biblioteca di Alto Giardino parevano più tranquilli: Theodred e Arielle confrontavano i loro risultati, correggendosi a vicenda, mentre Eomund e Leyton discutevano animatamente di battaglie, strategie e tecniche d'assedio. Per ultima Luthien, che già da un quarto d'ora aveva finito quanto assegnatole - perché per lei “era troppo facile” - faceva ghirigori e cornici con motivi di cuoricini e fiori rampicanti sul bordo delle proprie pergamene, cicalando a ruota libera con Lyanna che, ormai sua inseparabile amica del cuore, non aveva voluto essere dispensata dalle lezioni nonostante l'età. Lyanna, di quando in quando, stuzzicava Eomund punzecchiandolo con la punta della penna d'oca ma il ragazzino, per sua natura pacifico e paziente, non se la prendeva affatto. Il conciliabolo tra i gemelli Tyrell si fece ancora più fitto. Il loro sguardo cadde sul grosso candelabro sospeso sopra le loro teste; il maestro avvertì un brivido lungo la schiena. Fu un attimo: Garrett (o forse era Addam) tirò un filo di cui, essendo tanto sottile da risultare praticamente invisibile, nessuno si era ancora accorto, urlando:- Attenti che piove! -. E, effettivamente, piovve: una grossa vescica di maiale, che i monelli avevano fissata chissà quando al candelabro sospeso (dopo averla gonfiata e riempita d'acqua ed inchiostro diluito), andò a schiantarsi sulla superficie del tavolo, esplodendo sulla faccia di tutti presenti. Lyanna e Luthien scoppiarono a piangere all'unisono, i vestiti buoni irrimediabilmente rovinati. Rohanne, fradicia, imprecò in un modo che avrebbe fatto arrossire persino il più volgare dei rohirrim. Raymun, non meno zuppo, scoppiò a ridere sguaiato, indicandola coll'indice. Rohanne gli saltò al collo come una furia.
 
Faticarono a dividerli.






Spazio Autrice : Saaaalveeee gente! Questo secondo capitolo è toccato a me . Il grande incontro...che,come avete letto,non è iniziatosotto i migliori auspici!
Certo che i gemelli sono davvero tremendi..Ma vedrete il gavettone è stato solo l'inizio! Ne succederanno delle belle ! Alla Prossima ! 
LadyTargaryen . 

P.S. Il dialogo tra Ray e Hanne mentre "duellano" è liberamente ispirato allo "scontro" tra Febo ed Esmeralda ne "Il gobbo di Notre Dame" 

 
  
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