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Autore: LadyEurasia    29/01/2016    3 recensioni
Dal prologo:
"Se solo potesse sapere Hans, se solo potesse immaginare cosa realmente significhi appartenere a qualcuno."
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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E’ dall’alba che cavalco lungo queste immense distese di verde attorno a Versailles.
Erano ormai anni che non partecipavo ad un ricevimento e mai mi sarei sognata di farvi ritorno, ancor meno con indosso abiti femminili ma era questo l’unico modo per fare il mio ritorno senza essere riconosciuta e così è stato.
Nessuno ha osato immaginare che l’ex Comandante delle Guardie reali, che aveva lasciato quel posto ormai da tempo per prendere il Comando della Guardia metropolitana e seguire il fervore della battaglia che infiamma dentro di lei, si sarebbe ripresentata alla sfavillante Reggia.
Ma il mio non era stato un capriccio, tuttalpiù una necessità.
Aveva finalmente fatto ritorno.
Cesar è stanco e la strada per Parigi è ancora lunga, decido dunque di arrestare la mia corsa e farlo procedere a passo lento fino ad una radura ove vi è un laghetto dove poterlo far abbeverare.
Una volta giunti qui smonto dalla sua groppa e dopo avergli carezzato il muso lo avvicino all’acqua, lo lascio infine andare e mi distendo sull’erba per recuperare a mia volta le forze.
Mi porto il braccio alla fronte, il sole è così splendente che mi acceca ma allo stesso tempo il suo calore mi ristora e mi lascio andare.
D’un tratto uno scricchiolio mi ridesta e i miei sensi sono subito all’erta, con uno slancio sono all’in piedi e con lo sguardo scruto fra le fronde degli arbusti che mi circondano.
Un’ombra si muove tra questi, sguaino la spada e mi fiondo nella sua direzione.
Un secondo e lo sconosciuto è in terra, il tacco del mio stivale preme sul suo addome togliendogli il respiro.
“Dannazione, riponete la spada non sono un delinquente!” – esordisce l’uomo con il fiato corto e tenendo  le mani in alto in segno di resa, scosto il piede così da permettergli di respirare ma non pienamente convinta mantengo la spada – “Chi siete?” – l’uomo non mi fornisce immediatamente la risposta impegnato com’è a risollevarsi e a ripulirsi dell’erba e delle foglie che hanno sporcato i suoi eleganti indumenti, ed io insisto riproponendo la domanda – “Calmatevi, vi dico, non sono un malintenzionato. Sono qui per riposarmi anch’io” – sbotta sollevando lo sguardo dalle sue vesti per posarlo dritto nel mio.
Due stanchi occhi di smeraldo mi scrutano l’anima, nessuno ha mai osato essere così sfacciato, solo mio padre che ne ha il pieno diritto.
“Sono il conte Andrè de Grandier, nipote della Contessa Marie de Grandier e amico e ospite del Conte Hans Axel di Fersen” – prosegue dando finalmente degna risposta alla mia domanda.
Un amico di Hans, non l’ho mai visto prima d’ora, che menta?
“Conosco il Conte di Fersen e non mi ho mai visto in sua compagnia. Non mentite” – ribatto con voce gelida e i sensi nuovamente all’erta, poso difatti la mano sul fianco non lontana dalla spada, lui scoppia in una riverente risata e la cosa mi fa accigliare ulteriormente – “Non frequentate assiduamente Versailles di recente, non è vero? “ – la sua domanda mi spiazza, è come se mi avesse letto dentro scoprendo il mio segreto – “Venite con me, se conoscete davvero il Conte, Hans non avrà problemi a spiegarvi” - .
E queste sono le sue ultime parole prima di inoltrarsi tra gli arbusti alle sue spalle e sparire alla mia vista, incredibilmente ha ribaltato la situazione a suo favore.
Non posso di certo rimangiarmi la parola, la mia educazione di soldato mi obbliga a tener fede alla mia parola,  dunque mi dirigo verso il laghetto e prese le redini di Cesar lo conduco con me.
Oltre gli arbusti incrocio nuovamente l’uomo, è rimasto ad attendermi.
Sorride beffardo nel rivedermi, stringendo tra i denti una piccola spiga selvatica, di quelle che crescono tra l’erba.
“Ebbene, conducetemi dal nostro comune amico” – dico all’uomo con tono altero, egli non mi risponde e direttamente si incammina.
E’ piuttosto breve il tragitto che compiamo, ma dopotutto io stessa mi sono tenuta abbastanza vicina alla residenza dei Fersen qui in Francia, complice il mio cuore di donna.
Restiamo in silenzio io e il Conte Grandier, io per mia indole e lui perché visibilmente concentrato su chissà quali pensieri dai quali si ridesta solo un attimo prima di attraversare i cancelli della residenza ove viene accolto con un – “Bentornato, signore. Il Conte di Fersen l’attende per il pranzo” – sorride all’inserviente e gli comunica che raggiungerà presto il Conte e che ha una sorpresa per lui, nel dire ciò fa segno con il capo nella mia direzione per poi lasciar andare l’uomo.
“Venite” – stavolta si rivolge a me che sono rimasta sulla soglia del cancello mentre egli veniva accolto, - “Hans ci attende” – annuisco alla sua affermazione e mi faccio avanti.
Cesar nitrisce al mio fianco, è stanco e abbisogna di cure, come io ho bisogno di un attimo per me stessa – “Se permettete vorrei sistemare il mio cavallo nelle scuderie, voi fatevi pure avanti, sarò presto dei vostri” – l’uomo non mi contraddice e anzi si avvicina a Cesar e posata la mano sul suo muso prende a carezzarlo – “Bellissimo animale, se permettete me ne prendo cura io mentre vi date una rinfrescata, dovete essere provato dalla cavalcata” – non ho come controbattere, effettivamente sono molto accaldata e per colpa sua non ho potuto godermi il giusto ristoro, dunque lascio che sia lui a condurre il mio cavallo alle stalle.
Io invece mi dirigo sul retro della residenza dov’è situato il pozzo.
Una volta rinfrancata torno all’entrata principale del palazzo, ancora una volta il Conte Grandier mi attende e mi scorta all’interno.
Passo dopo passo il mio cuore diviene sempre più pesante nel mio petto, non è insolito che Hans Axel di Fersen mi procuri tali sensazioni, ma dopo la scorsa notte il tutto è accentuato.
Riconoscerai che quella donna ero io, amico mio?





Note dell'autrice: mi rendo conto che questo capitolo somiglia molto ad una telecronaca, ma devo ammettere che non è poi così involuta la cosa. Ebbene sì, in questa storia Oscar e Andrè non si erano mai incontrati prima e il loro, forse, unico legame è proprio il conte svedese. Mi scuso, inoltre, con tutte voi per questi capitoli pubblicati a raffica ma giuro che sono stata costretta dalla vicenda che preme per venir fuori! Ah, le critiche sono ben accette, sono ancora alle prime armi e non so bene come convogliare questo continuo fluire di parole. E grazie a chi di voi mi ha già recensita, davvero grazie. Alla prossima, XOXO.
  
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