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Autore: SkyEventide    18/03/2009    4 recensioni
E non c’era più nulla della donna forte che gridava ordini, non c’era più nulla della donna bella che non si lasciava guardare dagli uomini, non c’era più nulla della Quinta Hokage in quella creatura che tremava di fronte alla finestra aperta su un cielo blu e gelido, che la accoglieva per cullarla con l’alcol, con un goccio solo di sakè, con una partita a carte giocata ormai senza avversari se non il suo stesso, profondo, tradito e cieco amore. [JiraTsu] Dedicata a July aka Cira. Buona letturaH! *-*
Genere: Triste, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli occhi gravidi rovesciano



Le notti insonni erano un noto ricordo amaro che stringeva il suo petto in un dolore sordo e antico. Riaffiorava quel dolore, sinuoso e crudele, la stringeva e le divorava l’anima stanca. Non serviva la scelta sofferta di non piangere più, non serviva il rosso dei tetti che al mattino giurava di amare, non serviva il rosso del cuore vecchio ed avvolto nell’involucro di una fresca donna, ancora così giovane, così bella.
Lente salivano in gola, propiziate dagli incubi, le lacrime.
Trascinò il corpo fuori dalle coperte, si coprì con le sete degli abiti freschi scacciando i brividi che risalivano crudeli per la spina dorsale. Non voleva far altro che cacciare via il mondo che vedeva con gli occhi nocciola e arrossati, ma il mondo la inseguiva, e lei non capiva che nasceva dalla sua stessa, stanca anima.
E non c’era più nulla della donna forte che gridava ordini, non c’era più nulla della donna bella che non si lasciava guardare dagli uomini, non c’era più nulla della Quinta Hokage in quella creatura che tremava di fronte alla finestra aperta su un cielo blu e gelido, che la accoglieva per cullarla con l’alcol, con un goccio solo di sakè, con una partita a carte giocata ormai senza avversari se non il suo stesso, profondo, tradito e cieco amore.
Quanto aveva bruciato quell’amore, l’aveva resa sterile come un campo seccato dal sole che lo carezzava. Aveva perso troppo, quell’amore, e lento aveva scelto il suicidio, annegando nel proprio dolore, desiderando non trovare più niente di valido per tornare a galla.
L’aveva, invece, infine trovato; ed aveva capelli del colore del sole, un sorriso che ripuliva la memoria ed un sogno che non aveva pietà della sua povera anima vecchia, che alla notte si contorceva, chiedendo ai ricordi di morire, chiedendo al cielo pietà per il suo dormiveglia frustrato e disturbato dalle immagini. Ancora troppo presto le si domandava di abituarsi, ancora troppo presto le si domandava di dimenticare ciò che mai aveva scordato.
Placidamente, un’alba dopo l’altra, il suo cuore si calmava.
Ma quando i sogni venivano a farle visita, i suoi piedi scalzi, freddi come il bianco marmo, uscivano sul terrazzo e lei benediceva la solitudine, benediceva l’aria che le stritolava il corpo nella gelida notte, benediceva il bruciore agli occhi, alla gola, benediceva il proprio pianto perché finalmente lo poteva esternare, e poi lo malediceva perché era l’ultimo rimasuglio di chi era un tempo, lo malediceva perché ogni sussulto faceva stridere e gridare il suo orgoglio ucciso.
Coi capelli biondi sciolti sulle spalle raggelate, una mano che copriva il viso liscio, le dita intorpidite, si morse le labbra. La bottiglietta di sakè cadde, scaraventata via, e saliva la rabbia assieme agli occhi che, gravidi, rovesciavano.
Pianse, sapendo che così avrebbe resistito l’indomani, solida come le rocce, corrosa ormai altrettanto dal tempo immemore, pianse e sussultò, sola davanti a Konoha dormiente, chinata sotto gli occhi del Monte dei Kage ed oppressa dagli sguardi neri d’accusa che da sola si mandava, pianse consolata solo da due ombre che nascevano dal passato e le accarezzavano, nell’anima, i capelli. Era tormento immaginare quel sorriso, era tormento immaginare quella chioma. E sentire ancora quell’amore, orfano, naufrago, mendicante, mentre spirava sui fantasmi e li mostrava al fumo per un attimo, e vederli ancora per un momento, pur a causa dei volumi d’alcol del sakè, e poi sapere con dolcezza che da lì a poco tempo li avrebbe infine seppelliti eternamente; era straziante e consolante, era tenero e crudele.
La brezza che tagliava la pelle arrossata dalla notte cruda trascinò giù dal terrazzo le sue lacrime, portando con sé il rumore dei singhiozzi, ed il terreno grigio sotto la luna le accolse. Il sale del pianto imbevé il terreno, la luce rifranse sulle gocce che le testimoniavano quel dolore, facendo brillare il cristallo di quella memoria indomita, che tornava, clandestina, isolandola e sentendosi più sola nella stessa solitudine.
Caddero le gocce. Davanti a sandali di vimini, caddero. Lo sguardo nero di un uomo si alzò verso il terrazzo, verso il braccio che si intravedeva e dove posava, abbandonata, quella leggera testa bionda. Aggrottò le sopracciglia, incrociò le braccia, aspettando che il lamento di quell’amore antico morisse ancora, forse per mai più rinascere, e con lo sguardo di chi ama abbracciando con gli occhi, e sussurrando parole di poesia con le risate, e confessando al corpo l’ammirazione per l’anima, seguì una per una le prove del loro dolore.
E ne contò cento, ne contò infinite di quelle gocce segrete.
Ma tuttavia mai uscì dall’ombra gelida della notte, sotto il terrazzo; attese in un silenzio prostrato che lei rientrasse asciugandosi gli occhi irritati, indurendo il volto ancora così giovane, attese che la porta si chiudesse del tutto con uno scatto, che la chiave fosse girata nella serratura stanca, prima di staccare la schiena fredda dal muro ruvido, prima di andarsene con un rotolo in spalla.

E lei, sciocca, non si accorse mai che lui era sempre stato lì, a raccogliere le sue lacrime.















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Dedicata a Cira. Only for you, baby.

Oltre questo... si è trattato di un attacco di ispirazione fulminante, non so da dove è venuta. ò_ò Ma improvvisamente nella mia testa è apparsa un'immagine di Tsu sul terrazzo che piangeva e Jiraiya sotto che guarda in alto e non si fa vedere. Non potevo non scrivere questa flash... gli attacchi di ispirazione fulminante sono terribbbbili.
Non ho molto altro da dire, se non che ringrazio la caVa July per avermi istruita sul fatto che il sakè non si misura in gradi ma in volumi d'alcol. Non ci capisco un caiser di queste cose, io. °*°

In merito agli annunci vari... il capitolo 18 di Eredi è a quota cinque pagine, e sarà terminato (in qualche maniera) entro un tempo spero breve. Poi... ho pubblicato una fic sugli Spadaccini della Nebbia (non yaoi), ho intenzione di fare una raccolta su Orochimaru, e poi... e poi basta, ho finito. XD

Ringraziamenti per le recensioni:

Saeko no Danna, felice che la coppia, e la fanfiction soprattutto, sia stata di tuo gradimento. Jiraiya e Tsunade sono una coppia fantastica, e peraltro l'unica che shippo con Jira (a parte alle OroJira, che sono un'altra cosa =ç=). A presto.
yama_nihal, chiaramente grazie per la recensione e per aver inserito sia la fic che la sottoscritta nei preferiti. *-* Grazie per ogni complimento. Condivido l'opinione su Jiraiya, che spesso mostra questo lato serio di sé. Sono convinta che, oltre gli apprezzamenti vari all'aspetto fisico di Tsunade, sia una persona molto profonda e romantica, specialmente in amore. Poi, chiaramente, resta pur sempre il nostro ero-sennin. =ç=
Tone, nun ce posso credere hai colto il riferimento al flash-back su Dan e Nawaki. *__* Beh, sì, a parte questo grazie per la recensione e per il fav (come direi su DeviantART. Ma lo dico pure qui perché è più corto XD). In quanto al colpo di scena... se devo essere sincera, nemmeno avevo pensato a tutto quel che hai menzionato, l'ispirazione fulminante mi aveva costretta a scrivere semplicemente la scena che immaginavo. Ora che tu hai trovato tutti questi significati, mi sono riletta la fic ed ho notato che anche questa può essere una chiave di lettura possibile. Se non altro sono davvero felice che ti abbia trasmesso qualcosa di così articolato. *-* In quanto a quel che mi hai segnalato, ti ringrazio, ho corretto e modificato (l'aggettivo "stanca" l'avevo utilizzato a causa, non solo di ciò che hai detto, ma anche di una specie di parallelismo tra la serratura della porta ed il cuore di Tsunade, entrambi chiusi dalla "proprietaria"). Grazie di nuovo e a presto. *-*

Grazie anche a sushiprecotto_chan per aver inserito nei preferiti. *-*

Spero abbiate gradito la fic, alla prossima, pimpe. *-*



Fanfiction Value



Kupò.
   
 
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