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Autore: mudblood88    30/01/2016    2 recensioni
[SWAN QUEEN]
Raccolta di One Shot legate alle mie due long: I cattivi non hanno mai un lieto fine e Anche la Salvatrice a volte deve essere salvata.
Sono momenti di vita quotidiana di quei sette mesi passati dal momento in cui Regina ed Emma tornano a casa, al momento in cui [SPOILER] nascono i bambini. E perché no, magari racconterò anche alcuni loro momenti da neo-mamme, non siete curiosi di sapere tutto questo? Se è sì, allora continuate a leggere!
P.s.: Non pubblicherò le OS in ordine cronologico e ce ne saranno di ogni genere. Enjoy! :3
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Emma & Regina


...e la curiosità di Mary Margaret.





«Non so come tu abbia fatto a convincermi».

Emma si sentiva ripetere quella frase ormai già da molti giorni, da quando lei e Regina avevano affrontato quella discussione la prima volta.

Era ormai loro abitudine andare una volta al mese all'ospedale di Storybrooke, per fare un'ecografia e controllare la salute dei bambini. Regina era ormai al sesto mese di gravidanza, e quella non era la loro prima visita; ma ciò che la differenziava dalle altre, era la presenza di una terza persona, che sarebbe entrata con loro.

Emma ridacchiò, roteando gli occhi. Si sporse un po' verso Regina, per arrivare con le labbra proprio accanto al suo orecchio. «Io lo so invece, come ho fatto a convincerti» sussurrò, lasciando poi un rapido bacio appenna accennato sulla guancia.

Regina rabbrividì. Si voltò verso la bionda con aria maliziosa, portandole una mano dietro al collo.

«Sai, i tuoi metodi potranno anche essere convincenti, ma hai anche promesso di cucinare per i prossimi quattro mesi».

Emma fece una smorfia. «Se ti fidi di me a tal punto di lasciarmi da sola nella tua cucina».

Regina rise, per poi sporgersi verso Emma per darle un bacio.

«Di che parlate?»

Regina si bloccò, alzando gli occhi al cielo. Il suo sguardo si puntò sulla persona che era seduta dietro Emma, e anche quest'ultima si voltò.

Biancaneve rivolse loro un gran sorriso. «Siete lì che parlate così vicine, io non sento».

«Fatti due domande» sibilò Regina, rimettendosi seduta composta, con la schiena contro il seggiolino.

«Non stavamo dicendo niente di importante, mamma» rispose Emma, voltandosi verso sua madre.

«Non stavate parlando di quanto sarebbe bello sapere il sesso dei bambini, per caso?» chiese Biancaneve, con un sorriso.

Emma alzò gli occhi al cielo.

«Ne abbiamo già parlato, mamma» replicò Emma, portando una mano su quella di Regina. Gliela strinse. «Noi non vogliamo sapere il sesso, perciò tu entrerai e ti metterai in un angolino e guarderai i tuoi nipotini dallo schermo senza dire una parola».

Mary Margaret sospirò, ma annuì.

 

**

 

«Regina, ti trovo in forma» commentò Whale, quando le tre donne entrarono nella stanza dove avrebbero svolto l'ecografia. «Stai seguendo i miei consigli?»

Regina annuì, sistemandosi sul lettino.

«Sì, li stiamo seguendo entrambe» rispose Emma, aiutando Regina -la cui pancia ormai cominciava a diventare ingestibile- a stendersi.

Il Dottor Whale annuì, compiaciuto e sorpreso. «Anche tu Emma stai seguendo i miei consigli? E' una buona cosa. E' sempre meglio essere in due, aiuta lo spirito».

Emma sorrise. «Hai proprio ragione. Mangiamo sano, facciamo passeggiate all'aperto, e facciamo tanta attività fisica».

Un rumore provenne dal fondo della stanza, segno di qualcosa di metallico che era caduto a terra. Emma, Regina e Whale si voltarono per vedere Biancaneve che raccoglieva degli attrezzi per poi riposarli sul mobiletto all'ingresso della stanza.

«Scusate» borbottò la donna, con un tono di voce piuttosto squillante.

«Tutto bene, mamma?» chiese Emma, aggrottando la fronte.

«Certo!» rispose Mary Margaret. «E' che non mi aspettavo che faceste così tanta attività fisica».

Regina lasciò ricadere la testa all'indietro, su cuscinetto, mentre Whale ridacchiò tra sé e sé.

Emma, invece, arrossì violentemente. «Ma intendevo la ginnastica che ci ha insegnato Whale» specificò. «Facciamo tanti esercizi che fanno bene a Regina e ai bambini-»

«Va bene, possiamo cominciare?» la interruppe Regina, spazientita.

Whale stava preparando l'ecografo, e Regina si sollevò la maglia per permettergli di spalmare il gel.

A quel contatto, come ormai ogni volta, Regina tremò, ed Emma fu subito lì pronta a stringerle la mano. Le rivolse un caloroso sorriso, che la bruna ricambiò.

Biancaneve era rimasta in piedi nello stesso punto, e un enorme sorriso le si formò in volto. Guardava sua figlia e Regina tenersi la mano e la loro palese emozione dipinta sul viso, e non poté che essere felice per loro.

«Mamma, perché non ti avvicini?»

Biancaneve trasalì.

Emma la stava fissando, con un sorriso.

«Ecco, io...»

«Vieni più vicino» aggiunse Regina. «Altrimenti non vedrai niente».

Biancaneve sorrise, felice dell'invito di Regina. Così si avvicinò e si mise in piedi accanto ad Emma, che ancora stava tenendo la mano di Regina salda nelle sue.

Il battito dei bambini rimbombò subito forte e chiaro in tutta la stanza, e Biancaneve, che era la prima volta che lo udiva, si commosse. Si portò una mano al petto, stringendo l'altra al braccio di sua figlia che si voltò verso di lei e le sorrise, felice.

Per Emma e Regina non era la prima volta che sentivano il battito, ma Emma si ricordò perfettamente di ciò che aveva provato quando l'aveva sentito la prima volta. Era normale che anche Biancaneve fosse così emozionata.

«I bambini crescono forti e sani» sentenziò Whale, continuando a fissare il monitor. «Niente di anomalo, anche stavolta. Penso che la tua, Regina, sia una gravidanza invidiabile».

«Questo è tutto merito dei tuoi consigli» rispose Regina, tranquilla.

«Non solo» rispose Whale. «I bambini stanno bene e questo può significare che anche tu stai bene. Che è un momento positivo, e questa positività si riversa sulla tua gravidanza».

Regina, allora, si voltò verso Emma. Le sorrise. «Sì, è... è un momento positivo».

Emma rispose al suo sorriso e si portò la sua mano alla bocca, per lasciarle un lieve bacio sulle nocche.

«Allora, se siete ancora dell'idea di non sapere il sesso dei bambini, abbiano finito» disse Whale, dando a Regina un pezzo di carta per togliersi il gel dalla pancia.

La donna lo prese, titubante, mentre Emma guardò subito sua madre. Biancaneve si era accesa come una lampadina.

«Ecco, a proposito di-»

«Biancaneve!»

«Mamma!»

Biancaneve spalancò gli occhi. «Che c'è?»

«Abbiamo detto» disse Emma, in tono grave, guardando sua madre dritta negli occhi. «Che non vogliamo sapere il sesso. Rassegnati».

Biancaneve sbuffò.

«Ma non dovete saperlo voi!» insistette. «Il dottor Whale può dirmelo in un orecchio».

«Si perché tu sei la persona adatta a mantenere i segreti, eh?» sbraitò Regina, mentre Emma la aiutava a rialzarsi.

Biancaneve mise il broncio. «Non ho più dieci anni, Regina» replicò.

Regina emise un verso sprezzante.

Il dottor Whale intervenne. «Allora, lo volete sapere oppure-»

«No!» gridarono Emma e Regina in coro.

Biancaneve non seppe cosa dire. «E va bene!»

 

**

 

«Che fosse una pessima idea portarla con noi io l'avevo detto!»

Regina si era lamentata per tutto il viaggio di ritorno a casa. Emma, alla guida del suo maggiolino, non aveva fatto che annuire per tutto il tempo e sospirare.

«Dai, alla fine non ha disturbato più di tanto» rispose Emma, mentre parcheggiava.

«Bè, ha disturbato la mia quiete e la mia sanità mentale» replicò la bruna, irritata.

Emma alzò gli occhi al cielo, senza dire nulla.

Entrarono in casa, mentre Henry andava loro incontro nel corridoio.

«Mamme, la nonna vuole sapere se domani sera andiamo a cena da loro» disse il ragazzo, con il cellulare alzato in una mano.

Regina sbuffò. «Non ce la fa proprio a lasciarmi in pace per più di dieci minuti! Perché diavolo non ce l'ha chiesto mentre eravamo all'ospedale?»

«Regina, calmati» disse Emma, guardando la bruna esasperata andare in salotto a sedersi sul divano.

Henry guardò Emma, interrogativo.

«Temo che siano gli effetti della gravidanza» sussurrò.

«No, sono gli effetti di avere Biancaneve in famiglia!» gridò Regina, dal salotto.

Emma e Henry scoppiarono a ridere, raggiungendo Regina.

«Quindi allora cosa le dico?» chiese di nuovo Henry.

«Dille che no, non andremo a cena da loro perché sono cent'anni ormai che la sopporto, e non ho intenzione di condividere più niente con lei, già siamo costrette a condividere la stessa famiglia per colpa di tua madre!» gridò, indicando poi Emma alla fine della frase.

«Ehi!» rispose la bionda, offesa. «Ti ricordo che siete mezze imparentate da molto prima che io nascessi! Quindi non fartela con me».

Regina prese un gran sospiro, prima di posarsi le mani sul ventre tondo e accarezzarlo, pensando ai bambini che crescevano dentro di lei. Emma le si sedette accanto, imitando i suoi gesti, e le loro mani ben presto si sfiorarono. Si guardarono negli occhi, ed Emma la rivolse uno di quei sorrisi rassicuranti che riuscivano sempre a farla calmare.

Regina le sorrise, prima di sussurrare molto lievemente: «Lo so».

«Non so se ho abbastanza caratteri nel messaggio per dirle tutto questo» scherzò Henry, per alleggerire la tensione.

Le due donne risero.

«Dille che saremo da loro alle otto» rispose Regina, senza aggiungere nient'altro.

 

**

 

«La cena era deliziosa, Mary Margaret» si complimentò Regina, mentre l'altra donna sparecchiava la tavola.

Biancaneve, in risposta, rivolse a Regina uno sguardo sorpreso e al tempo stesso felice.

«Grazie Regina» disse.

Emma, Henry e David avevano assistito allo scambio di battute volgendo lo sguardo dall'una all'altra, senza fiatare.

«Anche la tua torta ha un aspetto fantastico» disse Mary Margaret, portando in tavola una torta di mele.

«Ad essere onesta, non l'ho fatta io. L'ha fatta Emma».

David e Mary Margaret guardarono la loro figlia alzare le spalle, modesta.

«Io sono stata solo il braccio» disse. «Regina mi ha insegnato tutto».

Si voltò verso Regina, che le sorrise caldamente.

«Non essere modesta» rispose. «Sei migliorata in cucina».

«Questo perché è stata costretta» intervenne Henry, prendendo un'enorme fetta di torta.

«Ehi!» lo rimproverò Emma, colpendo lievemente Henry su una spalla. «Migliorerò ancora».

«E' giusto» rispose Biancaneve, allegra. «E' giusto che impari a cucinare, così quando Regina sarà troppo grossa e faticherà a stare in piedi-»

«Aspetta, come hai detto?» sibilò Regina, puntando lo sguardo scuro su Biancaneve.

Emma trattenne il respiro, mordendosi un labbro.

Henry trattenne una risata, nascondendosi dietro la sua fetta di torta.

David, semplicemente, mangiò in silenzio facendo finta di niente.

«Intendevo» disse Mary Margaret, sorridendo. «Che porti in grembo due gemelli!»

Allegra, si sporse un po' verso Regina, che sedeva alla sua destra, per posarle una mano sulla pancia.

Regina, che non si aspettava quel gesto, si irrigidì.

«Fra un paio di mesi la tua pancia sarà talmente grande che faticherai a camminare e stare in piedi» disse, allegra. «E quindi è bene che Emma sappia cucinare così potrà prendersi cura della vostra famiglia».

Regina, in un primo momento, non disse nulla. Si limitò a guardare la donna accanto a sé rivolgerle un gran sorriso.

Poi, d'improvviso, si voltò verso Emma.

«Oh mio Dio, diventerò una balena!»

Emma trasalì, guardando Regina negli occhi.

«Regina, non esagerare» tentò di tranquillizzarla la bionda, posandole una mano lungo le spalle. «E' vero, hai due bambini nel grembo, ma starai benissimo-»

«Oh mio Dio, è un incubo» ripeté Regina, sgranando gli occhi. «Non lo avevo mai realizzato, continuerò ad aumentare di peso e diventerò la balena di Pinocchio!»

Henry rise.

Emma fulminò prima lui con lo sguardo, e dopo di ché sua madre.

«Senti, Regina» Emma posò un dito sotto al mento della donna, che puntò lo sguardo nel suo. «Sarai bellissima sempre e comunque».

Quelle poche parole bastarono a Regina. Sorrise, ringraziando silenziosamente Emma.

«Per sicurezza, comunque» disse Regina, alzandosi in piedi. «Non mangerò questa fetta di torta».

«Nessun problema» disse Henry, allungando la mano per tirare verso di sé il piatto di Regina. «Ci penso io».

«Dove vai, Regina?» chiese poi Emma.

«In bagno» rispose la bruna. «I bambini credo abbiano scambiato la mia vescica per un trampolino».

Emma la guardò allontanarsi, e quando scomparì dietro la porta del bagno si rivolse subito a sua madre.

«Mamma, dovevi proprio inferire così?»

«Ehi, andiamo a fare due tiri a pallone noi» propose David a Henry, e i due si alzarono e uscirono dal loft.

Biancaneve radunò i loro piatti impilandoli davanti a sé. «Ma non volevo dire niente di male! È un dato di fatto che la pancia di Regina crescerà, non pensavo fosse una novità».

«Non lo è, infatti» rispose Emma. «Ma lei non si è ancora abituata a questo cambiamento, è la sua prima gravidanza ed è lunatica come non lo è mai stata, e ha paura. Non dobbiamo farle pressione».

Biancaneve sorrise, prendendo la mano di Emma sul tavolo. «Regina è davvero fortunata ad averti al suo fianco. E anche il bambino e la bambina lo saranno».

Passò un breve momento di silenzio in cui Emma incamerò le parole di sua madre, senza capire subito che cosa stonasse in quella frase. Poi, realizzò.

«Un momento, cosa hai detto?»

«Ho detto che Regina è davvero fortunata-»

«No, dopo».

E a quel punto, Biancaneve capì.

«Oh».

«Hai detto il bambino e la bambina» incalzò Emma.

«No!» esclamò Biancaneve, portandosi una mano al petto. «Avrai capito male-»

«Mamma!»

Mary Margaret sbuffò. «E va bene, lo ammetto! Ho sbirciato nelle cartelle all'ospedale!»

Sul viso di Emma si formò uno ghigno di disapprovazione, molto simile a quelli che solitamente le rivolgeva Regina. Mary Margaret abbassò lo sguardo, colpevole, posandosi le mani sulle ginocchia.

«E' che non resistevo!» si giustificò. «La curiosità mi stava divorando!»

Emma alzò una mano proprio davanti al viso della madre, ma senza toccarla. Biancaneve si zittì all'istante.

«Non mi importa cosa la curiosità ti stasse facendo!» sbraitò la bionda, ma subito si voltò verso il bagno, rendendosi conto che doveva abbassare la voce. Si avvicinò a sua madre per parlarle all'orecchio. «Io e Regina avevamo detto di non voler sapere il sesso dei bambini!»

«Ma non ve lo avrei detto!» replicò la mora.

«E invece l'hai fatto, l'hai detto a me!»

«Ma involontariamente!»

Emma sospirò, appoggiandosi allo schienale, esausta. Si portò una mano sulla fronte, scuotendola a destra e a sinistra.

«Regina farà una strage se scopre che lo so!» borbottò, prima di sentire la porta del bagno aprirsi. Si voltò di scatto, per poi girarsi di nuovo verso sua madre e puntarle contro un dito accusatorio. «Non una parola con lei!»

Mary Margaret annuì furiosamente.

«Questa situazione la risolvo io» aggiunse Emma, cercando di risultare più disinvolta possibile.

Ma Regina si accorse subito che qualcosa non andava.

«Che succede?» chiese, mettendosi a sedere tra Emma e Biancaneve.

Guardò prima una, poi l'altra, confusa.

Emma non sapeva cosa dire. Quella situazione l'aveva colta alla sprovvista, non si aspettava che sua madre avrebbe violato la loro privacy in quel modo.

Non era arrabbiata. Ma non sapeva come gestire la situazione, non poteva tenere quel segreto con Regina fino alla fine della gravidanza.

«Regina, vedi-»

«E' colpa mia» intervenne Biancaneve.

Regina la fissò.

«Ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare, Regina».

Emma fece segno a sua madre di tacere, ma lei la ignorò.

«Non è una novità, questa» sibilò Regina, in tono di sfida.

Mary Margaret alzò gli occhi al cielo. «So il sesso dei vostri bambini» disse poi, tutto d'un fiato.

Regina sgranò gli occhi e sbuffò, voltandosi verso Emma.

«Tu lo sapevi?»

Emma fece per rispondere, ma ancora una volta Biancaneve la anticipò.

«No, lei non c'entra. Ho fatto tutto io, quando ve ne siete andate dallo studio di Whale ho sbirciato le cartelle. Ero troppo curiosa».

Regina, in un primo momento, non disse nulla. Si limitò a incrociare le braccia al petto, con un'espressione di disappunto sul viso.

Biancaneve lanciò uno sguardo a Emma, che ricambiò, ma nessuna delle due osò parlare.

«Non... non ti arrabbi?» domandò Emma, sfiorando lievemente il braccio di Regina.

La bruna sospirò. «Cosa posso farci? Sapevo in che guaio mi cacciavo quando ho scelto di stare con te. Sapevo che avrei dovuto sopportare anche la proclamatrice di segreti» disse, indicandola.

Biancaneve sbuffò.

«Quindi no, non mi arrabbio» terminò Regina, prendendo la mano con cui Emma l'aveva sfiorata.

«Ok, quindi... è il momento anche di dirti che-» Emma esitò. «Insomma, che mia madre me l'ha detto-»

«Involontariamente» intervenne Biancaneve, allegra perché Regina non si era arrabbiata. Ma Regina si voltò verso di lei fulminandola con lo sguardo.

«Mamma!» sbraitò Emma. Poi si voltò verso sua madre. «Puoi lasciarci un attimo sole?»

Biancaneve non disse nulla, si limitò ad obbedire a ciò che Emma le aveva chiesto.

Soltanto quando sentì la porta di casa sbattere, segno che erano davvero rimaste sole, Emma si avvicinò un po' a Regina e prese le sue mani tre le sue.

«Regina, scusami» disse, in tono grave. «E' stata una pessima idea portare mia madre con noi, quel giorno. Se non avessi insistito, lei non si sarebbe mai-»

«Perché me lo stai dicendo, Emma?» la domandò la bruna, interrompendola.

Emma sbatté le palpebre un paio di volte. «Perché ti sto dicendo-»

«Perché mi stai dicendo che lo sai? Potevi far finta di niente».

«Non avrei mai potuto, Regina» rispose Emma. «Non potevo tenere questo segreto con te fino alla fine della gravidanza. Non abbiamo segreti tra di noi, ricordi?»

Regina sorrise, teneramente. Si portò alle labbra le mani di Emma e le baciò le nocche.

«Non sei arrabbiata?»

«No» rispose Regina. «Ci sono cose più importanti».

Emma tirò un sospiro di sollievo. «Mi dispiace comunque di tutto questo malinteso, io vorrei... vorrei che mia madre fosse meno impicciona!»

Regina, a quel punto, rise. «Tesoro, conosco Biancaneve da quanto era una bambina. E credimi, questo non potrà mai accadere!»

Emma rise, sporgendosi verso di lei per baciarla. Regina accarezzò le sue guance, attirando il viso della bionda verso di sé.

«Ma poi» borbottò Regina, quando si separarono. «Perché avevamo deciso di non sapere il sesso dei bambini?»

Emma scosse la testa. «Non lo so» poi le rivolse un ghigno furbetto. «Lo vuoi sapere?»

Regina sospirò. «Tanto tua madre non riuscirà a tenermelo nascosto per altri tre mesi».

Ancora, le due donne, risero.

«Allora? Avremo due maschietti, due femminucce-»

Emma sorrise. «Un maschietto e una femminuccia».

Sul viso di Regina si materializzò un sorriso che avrebbe potuto illuminare tutta la stanza, oltre che il mondo e l'universo.

«Devo ammettere che sono felice che avremo almeno una femmina» disse Regina, sospirando. «Sarebbero andati bene anche due maschi, ma ho sempre desiderato una bambina».

Emma sorrise, non riusciva a smettere di guardare Regina, che era raggiante. Entrambe lo erano. Le loro mani continuavano a restare unite, senza volersi staccare.

«Te la caverai benissimo» rispose Emma, sfiorando le labbra di Regina con un veloce bacio.

«Me la caverò bene perché avrò te al mio fianco» rispose Regina.

«Quindi vale la pena sopportare mia madre?» scherzò Emma, ridacchiando.

Regina alzò scherzosamente gli occhi al cielo. «Direi di sì».

La bruna portò una mano dietro al collo di Emma, per attirarla a sé e baciarla di nuovo. Ma quando le loro labbra stavano per incontrarsi, la porta del loft si aprì.

«Siamo andati da Granny a prendere dei muffin!» gridò Biancaneve, entrando.

Regina ed Emma trasalirono, immobilizzandosi a pochi centimetri l'una dall'altra.

Biancaneve si rese subito conto di aver interrotto le due. «Ehm, scusate».

Emma guardò Regina, in attesa di una reazione.

«Ripensandoci, Emma» disse, mordendosi il labbro inferiore. «Vorrei cambiare la mia risposta alla tua domanda».

Biancaneve non capì cosa volesse dire, ma era evidente che Emma aveva capito, perché scoppiò a ridere.

Poi si sporse verso di lei per rubarle quel bacio che si stavano dando prima di essere interrotte. 


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Eccomi qua SwanQueen team! 
Vi chiedo scusa innanzitutto se non sto aggiornando più molto frequentemente, ma sono molto impegnata e poi devo ammettere che sono un po' abbattuta sul fronte SQ e quindi le idee vengono sempre spesso accantonante. Spero che le cose miglioreranno quando riprenderà la quinta stagione, ma non penso proprio che sarà così considerato che ci sorbiremo un'altra mezza stagione di Once upon a Hook. E che dire... io sosterrò sempre e comunque la SwanQueen, fino alla fine, qualunque cosa accada. <3
Vi ringrazio comunque se continuerete a seguirmi anche se pubblico molto meno di prima, le idee ci sono anche perché questi piccoli squarci di vita sono davvero tanti, tutti nella mia testa, e pian piano li metterò nero su bianco. Promesso :)
Un abbraccio a tutti!

 

  
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