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Autore: Marian Yagami    18/03/2009    0 recensioni
Il regno di Orion e il regno di Lyra sono impegnati in una guerra che dura da più di sedici anni. Il giovane re Orion, dopo la morte del padre, è costretto a reggere sulle proprie spalle il destino del suo popolo. Cosa accadrà quando nella sua vita farà irruzione una ragazza che si comporta come un maschiaccio, che lo affascina terribilmente e che sarà la chiave della conclusione del conflitto? Arrivata al secondo posto nel contest "Fate, Streghe e Castelli" di Kikyo90
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Deserto

 

 

Bri era giunta ormai al limitare del grande destro che separava il regno di Orion da quello di Lyra. Il cavallo le aveva fatto trovare Gaot era uno dei più veloci del regno, e aveva impiegato solo qualche ora a percorrere quel tratto, mentre altre cavalcature ci avrebbero impiegato anche un giorno pieno.

Si era ormai fatto giorno quando le robuste zampe dell’animale iniziarono ad innalzare nuvoloni di sabbia dietro di se.

“ Chissà che sorpresa, quando quel bellimbusto scoprirà che sono fuggita!” pensò Bri, sghignazzando.

 

 

- È evasa?! – gridò Elya, fuori di se.

Le guardie erano prostrate ai suoi piedi e chiedevano clemenza.

- Andatevene via, ruffiani. – esclamò, poi fece convocare il Gran Sacerdote.

- Come ha fatto. – mormorò in tono neutro, nascondendo una gelida rabbia.

Gaot rabbrividì, ma si fece comunque avanti.

- Non lo so, maestà. Le guardie affermano di non ricordare niente dell’accaduto. Dicono di essersi risvegliati per terra, ma di non sapere perché si trovassero li. –

Elya trasse un respiro, infastidito.

Non era furioso per il fatto che fosse sparita, ma principalmente per il fatto che non avrebbe più potuto vederla, e questo lo irritava ancora di più.

- Manda una squadra di ricerca, non può essere andata lontano. – sibilò il ragazzo.

- Ma vostra maestà! Ormai è inutile! Deve accettare che il piano è fallito e che si deve mettere all’opera per uno nuovo! –

- Sta zitto! – gridò Elya, alzandosi in piedi dal trono su cui sedeva. – Se non vuoi mandare nessuno ci andrò io a recuperarla! – e senza che il Gran Sacerdote potesse ribattere, il ragazzo si diresse verso le scuderie e fece sellare il suo drago.

- La raggiungerò in un attimo! – mormorò a se stesso. – E poi le farò vedere io chi comanda! –

 

 

“ Così impara!” pensò Bri, mentre il vento muoveva i suoi corti capelli blu – verdi. “Mi ha voluto imprigionare e questo è il risultato che ha ottenuto!”

Ma quando ripensava ad Elya non le venivano in mente i momenti in cui si è comportato da cafone o da arrogante, ma rivedeva i suoi occhi, profondi, blu oltremare, e le sue forti mani, e quell’attimo in cui i loro visi erano talmente vicini da sentire il reciproco respiro e da potersi anche sfiorare. 

Bri scosse la testa.

“ E adesso perché ho pensato a queste cose?”

In quel momento, un rumore la distrasse dalle sue dolci fantasie.

Si voltò per vedere se era seguita da qualcuno, ma non vide nessuno. Fu quando tornò a guardare avanti, che si vide sbarrare la strada.

Sei uomini incappucciati e armati fino ai denti, a cavallo, la circondarono come fanno le iene con le loro prede.

I loro cappucci erano neri, mentre le loro tuniche erano bianche bordate di nero, e sul petto svettava il disegno di una volpe stilizzata.

- Volete concedermi il passo? – chiese Bri, mantenendo un tono freddo e controllato, pur sapendo che la sua richiesta non sarebbe stata ascoltata.

I sei uomini iniziarono a sghignazzare, proprio come delle iene. Poi, il più grosso e alto si fece avanti ed estrasse la sua sciabola dal fodero.

- Abbiamo l’ordine di ucciderti. – disse solamente, poi, come fosse un unico corpo con i suoi compagni, si lanciò all’attacco seguito dagli altri cinque.

Bri alzò istantaneamente una barriera protettiva per se e il cavallo, e i sei uomini ci si schiantarono contro. Mentre gli altri cercavano di distruggere lo scudo mistico con le sciabole, il grosso estrasse dalla tasca della casacca un pendente con un cristallo verde acido, molto appuntito. Poi, come volesse dare un pugno alla barriera, si scagliò contro di essa e la trapassò con la punta del cristallo. La corazza magica si distrusse in un istante, e Bri restò indifesa.

Il cavallo si imbizzarrì e si impennò, e uno degli assalitori lo trafisse al collo, facendolo stramazzare al suolo. Bri cadde da un lato, e si ritrovò circondata dai sei.

Il capo le puntò la spada alla gola e disse in un soffio: - Muori. –

I perfidi propositi dell’uomo furono sventati da una forte raffica di vento. I sei si voltarono nello stesso istante in cui una potentissima fiammata li avvolse.

Bri indietreggiò prima di esserne investita.

- Cosa stavate cercando di fare? – gridò una voce arrogante dall’alto del suo drago rosso, mentre i sei scesero dai cavalli e si rotolarono sulla sabbia per estinguere le fiamme dai loro vestiti.

La ragazza sgranò gli occhi. “Non può essere!”

I malviventi, ripresisi dalla colluttazione, montarono in groppa ai loro destrieri e se la diedero a gambe come donzelle con la sottana.

Il drago planò e atterrò vicino al cavallo morto. Mentre Elya scendeva, il drago iniziò a mangiare di gusto.

- Bri. – disse il ragazzo, avvicinandosi. Lei iniziò a correre dalla parte opposta, scappando da lui.

- Ma che fai? – gridò, e corse al suo inseguimento. Bri arrancò un po’ sulla sabbia, ma Elya la raggiunse in un attimo e la afferrò per un braccio.

Gli occhi grandi di Bri fissarono il ragazzo con un misto di sconcerto e rabbia.

- Lasciami andare! – gridò. – Non ci torno in quella prigione! –

La mente di Elya era offuscata. Voleva ribattere, ma i suoi occhi cadevano sempre sulle labbra della ragazza.

- È questo il ringraziamento per averti salvata? – gridò, sovrastandola.

Il cervello del ragazzo stava fumando…

- Se solo tu non mi avessi rapita, tutto questo non sarebbe accaduto! Sei solo un viziato, presuntuos… - gridò lei di rimando, ma venne interrotta.

Elya aveva smesso di ragionare, e con uno scatto improvviso aveva attirato a se Bri, schiacciando letteralmente le proprie labbra contro quelle della ragazza.

Non era un bacio dolce e romantico, ma sensuale e possessivo.

Bri non capiva più niente. Un momento prima stavano litigando e ora si ritrovavano uniti. Non si era nemmeno accorta che aveva trattenuto il respiro.

Elya la teneva stretta per la schiena, mentre le sue labbra si modellavano su quelle di lei.

Era strano, ma Bri non doveva farsi coinvolgere! Eppure era così… così…

Le braccia della ragazza si mossero da sole, mentre si stringevano alla schiena di Elya, come se lui fosse la sua unica fonte di vita e se si fossero separati, lei non sarebbe potuta più esistere.

Il bacio di Elya si fece più profondo, e le sue mani, dalla schiena salirono, per intrecciarsi con i capelli blu – verdi di Bri.

- Fermo! – gridò lei, spingendolo via improvvisamente. Elya rimase sbigottito, mentre Bri si allontanava, rossa in viso e accaldata.

- Come ti sei permesso? – gli gridò, trattenendo le lacrime di rabbia.

Il ragazzo non sapeva cosa dire. Solo in quel momento si rese conto di ciò che aveva fatto.

“ Le sue labbra non sanno di ciliegia. Hanno un sapore ancora più buono!”

Bri iniziò a piangere.

- Perché l’hai fatto? Perché? – singhiozzò. – Avevo giurato di odiarti in eterno! –

Elya le si avvicinò e la tenne stretta in un abbraccio.

- A volte si può prendere per odio quello che in realtà non è. Anche io credevo di odiarti, sai? – sussurrò lui, dolcemente.

- Lo immaginavo… - mormorò Bri.

Lei lo fissò in viso. Non gli aveva mai visto quell’espressione, senza un’ombra di arroganza e di prepotenza.

I loro visi si avvicinarono nuovamente, ora consapevoli di ciò che stava per accadere.

Questa volta fu un bacio pieno di sentimento e di dolcezza.

Elya posò un mano sul collo di Bri, in una tenera carezza, e le sue dita vennero a contatto con del metallo freddo.

Si sciolse lentamente dal bacio e chiese: - Cos’è? –

Bri abbassò la testa. – Se te lo dico non mi ucciderai? – fece lei in un sussurro.

- Perché dovrei? – rise Elya, reclinando la testa all’indietro.

La ragazza tirò la catenina che ricadeva dentro il corpetto e la estrasse. Alla catenina era appeso un anello che portava il simbolo di un fiore del deserto.

Lui fissò il ciondolo, poi la guardò in viso.

- Tu sei la principessa del regno di Lyra? Cioè, la figlia di Laya? – fece, incredulo.

Bri si preparò ad una delle sue reazioni improvvise, ma con suo grande stupore, Elya scoppiò in una fragorosa risata.

- Non è possibile! – disse fra le risa. – Sei un maschiaccio e sembri una popolana, in più sei anche sboccata! –

Lei, offesa, gli tirò un pugno sul braccio.

- Ehi, mi hai fatto male! – esclamò lui, asciugandosi le lacrime scese per il gran ridere.

- Così impari! Come ti permetti di dire certe cose? –

- Sai, è questo che mi piace di te… non ti fai mettere i piedi in testa! –

- Nemmeno da te. – replicò Bri, prendendo la mano del ragazzo e intrecciando le proprie dita con le sue.

Elya sorrise. – Torniamo a casa. – disse.

- A casa tua? – chiese Bri.

- Non preoccuparti, ti riporterò da tua madre, devo prima sistemare alcune faccende burocratiche. –

I due ragazzi si diressero verso il drago, che aveva finito il suo pasto.

- Oh, guarda! – esclamò Bri, chinandosi per terra. Raccolse un ciondolo con una grossa pietra verde affilata. – Il tizio grosso che mi ha assalito deve averlo perso! –

Elya osservò attentamente il monile, con espressione corrucciata.

- È con questo che sono riusciti a distruggere la mia barriera. Quel tizio ha detto: abbiamo l’ordine di ucciderti. Questo vuol dire che non erano dei semplici predoni, ma dei sicari. –

- E io so anche chi li ha mandati. – mormorò Elya con voce cupa, fissando il cristallo verde.

Sospirò, poi prese il viso di Bri fra le mani.

- Sposiamoci. – disse di getto.

- Cosa??? – esclamò lei.

- Solo per finta! Ho in mente un nuovo piano, ma ho bisogno della tua complicità. –

- Oddio! Come potrei mai sposare qualcuno come te? Sei così… -

- …affascinante? – azzardò lui.

- Stavo per dire insopportabile! – concluse la ragazza.

- Non mi sembra che prima fossi così disgustata della mia presenza! – affermò Elya, trascinandola di nuovo a se.

 

 

- Padrone, abbiamo fallito. – ammise l’uomo grosso, incappucciato. Gli altri cinque erano alle sue spalle, con il capo chino.

Una figura nell’ombra si mosse, e si avvicinò a lui.

- Non temere, mio devoto. – disse. – Quando il giorno della consacrazione avverrà, i tuoi sforzi saranno ripagati. –

Poi, con un gesto improvviso, lo trafisse con una lama affilata.

- Voi cinque, da questo momento eseguirete ogni mio ordine. Toglieremo di torno il re Elya una volta per tutte. -

 

 

 

La passione trionfa sempre! E poi, io adoro il romanticismo!

C’è un nemico nell’ombra, pronto a scagliarsi contro il re, ma Elya sembra sapere chi sia...

Per scoprire di chi si tratta non vi resta che leggere il prossimo e ultimo capitolo.

Mi raccomando, ditemi cosa ne pensate! ^______^

  
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