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Autore: zcc3401    31/01/2016    1 recensioni
Dal testo:
“Nami siamo arrivati?” richiese per la millesima volta il capitano della Thousand Sunny.
“No e smettila di continuare a chiedermelo!” rispose esasperata la navigatrice quasi urlando dalla rabbia “Se le indicazioni date da Ace sono giuste, arriveremo tra breve”.
“Ma voi ci credete a questa storia di questo fantomatico mondo? Ad essere sincero non ne ho mai sentito parlare”chiese Franky
“Stando a quel poco dei libri che sono riuscita a leggere a proposito si tratterebbe di un mondo molto strano e con personaggi addirittura più forti di quelli del nostro nuovo mondo. Probabilmente se li incontrassimo ci ucciderebbero senza problemi” commento tetramente la archeologa della ciurma.
(Storia ad OC - iscrizioni momentaneamente aperte)
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Monkey D. Rufy, Nami, Nuovo personaggio | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap.17 Il Dottor Acromio


Come aveva previsto erano passati pochi minuti e si era sentito un botto gigantesco, molto probabilmente avevano fatto saltare uno dei portelli posti sul soffitto e ciò lo aveva fatto crollare, ma aveva tempo aveva mandato i suoi droidi a rallentarli.
Aveva un solo obiettivo adesso, distruggere tutti i dati all’interno dei computer “Per quanto riguarda l’ISO-8, perlomeno” si disse mettendosi meglio gli occhiali.
Passò davanti al suo ufficio, era piccolo e stretto, ma era sufficiente da permettergli di fare il suo compito, per fortuna lui non era il tipo da portarsi dietro troppe cose, quelle poche che aveva erano a bordo del motoscafo che lo aspettava.
È solo un peccato che non abbia abbastanza tempo da inviarli alla base, ma se non altro nessuno sarebbe mai venuto a conoscenza se non lui e pochi altri.
L’ISO-8 è un cristallo che se fatto diventare polvere è in grado di potenziare fisicamente e mentalmente una persona, ma se il corpo in cui viene inserito lo cerca di respingere, il corpo muore per esplosione interna.
Al ricordo dei sette che erano esplosi non appena ingerita la Purple mischiata all’ISO-8, il dottore si mise a ridere, le loro facce lo facevano davvero divertenti, poi erano esplosi altri sei in poco tempo.
Già belli quei ricordi, anche se bisognava ammettere se non fosse entrato nel Team Return sarebbe stato spazzato via molto tempo prima.
“Il Team Return che nome idiota”si ritrovò a dire.
Per quanto cercasse di ricordare il vecchio nome del team che ora faceva parte, non ci riusciva.
Delle informazioni che aveva raccolto, sapeva che c’era già da prima un altro nome, ma aveva dovuto cambiare per qualche motivo.
Ghecis lo aveva deciso, no sbagliato lui si voleva sentire chiamare il Sommo Ghecis, se no erano guai.
Ghecis era uno dei primi sei che erano entrati a far parte dei supercriminali.
I supercriminali erano una serie di criminali che erano col tempo ed esperienza diventati molto forti, solo che all’Impero non piaceva questa storia che loro potessero agire liberamente; allora decise di proporgli un patto loro sarebbero diventati i loro cani sciolti in compenso sarebbero stati liberi di fare quel che volevano, tranne attentare contro di loro.
“Che gran contro senso” si ritrovò a pensare, ma era quasi arrivato a destinazione quindi basta distrazioni.


“Dove sei scienziato dei miei sandali?” urlò cappello di paglia arrabbiato mentre correva lungo quei corridoi uno uguale all’altro.
Un droide dalla testa a forma di piccone gli si mise davanti e con un pugno cappello di paglia lo stese.
Quando erano entrati nella base si erano trovati davanti una trentina di droidi che sparavano nella loro direzione, ma grazie alla sua gomma e alle spade di Zoro nessuno dei pirati si era fatto male, invece dei droidi non era rimasto in piedi nessuno e mentre Nami stava pensando a un piano lui si era messo a correre verso un punto non ben definito.
Svoltò a destra in un altro corridoio solo che questo si rivelò un vicolo cieco, allora lui iniziò a soffiare con forza all’interno del pollice e con il braccio che era diventato gigante sferrò un pugno contro la parete che si trovava davanti e, dopo averlo fatto tornare a dimensioni normali, entrò in una stanza che era piena di computer.


“Sommo Ghecis, le posso assicurare che…” neanche finita la frase e la parete alla sua destra era esplosa.
Appena il fumo fu diradato rivelò un ragazzino che avrà avuto circa 19 anni, dai capelli neri e occhi neri, con un cappello di paglia in testa, era lui.
“Sei tu lo scienziato pazzo che fa esperimenti su questa gente?” gli chiese arrabbiato cappello di paglia.
“E se ciò fosse?” gli domandò Acromio.
“Allora ti elimino qui e subito!” disse cappello di paglia attivando il Gear Second.
“Si certo, ti spiace se prima finisco di spegnere i computer?” gli chiese facendo vedere un falso sorriso.
“Fermo Acromio” gli intimò la voce alle spalle, solo allora cappello di paglia notò che oltre lo scienziato che era vestito tutto di bianco immacolato con un grande camice anch’esso bianco, c’era il volto di una persona che lo fissava con astio.
“Tu sei Cappello di Paglia, il nipote di Garp, vero?” gli domandò.
“Esattamente sono colui che diventerà il re dei pirati!” gli rispose Cappello di paglia.
“Bene, il mio nome è Ghecis, sono molto felice di incontrarti, ma lo sarò molto di più quando ti potrò eliminare con lei mie mani, ragazzino!” detto ciò chiuse la conversazione e lo schermo diventò nero.
“Ehi aspetta!” gli urlò cappello di paglia, ma poiché non ricevette risposta, la sua attenzione si spostò sullo scienziato che aveva ancora quel suo sorriso fasullo “Come fa a sapere chi sono e perché tutti conoscete mio nonno?”
“Ragazzino potrei risponderti, ma non credo che sia il caso, vedi non sono l’adatto a raccontarti questa fantastica storia” disse lo scienziato.
“Gum gum jet pistol” lo attaccò Rufy con un pugno che fu schivato quando lo scienziato spostò la testa di lato.
“Ragazzino, se vuoi combattere ci sto, ma ti avverto che non sono alla tua portata e lo dico in tutta la verità, vedi ti devo fare i miei complimenti per la vittoria sul Barone Grigio” disse mentre si voltava e iniziava a premere dei pulsanti su uno dei computer “ma io sono molto più forte di lui, come il Sommo lo è di me, non sfidarci hai già tanti problemi” concluse voltandosi.
“Jet Bazoka!” urlò cappello di paglia, che velocissimo si portò davanti a lui e cercò di colpirlo, ma come per prima anche questo colpo fu schivato.
Dopo pochi secondi, cappello di paglia, si ritrovò a terra a boccheggiare, Acromio aveva approfittato della vicinanza per sferrargli un pugno poco sopra lo stomaco.
“Hai resistenza non c’è che dire, molti sarebbero svenuti sul colpo” disse soltanto, mentre si era rigirato e premeva di nuovo i tasti finché non cessò, alla fine premendo uno che era più grande degli altri, si rigirò e guardò cappello di paglia che si stava rialzando “Ti do due possibilità, una è affrontarmi e probabilmente essere sconfitto e l’altra è salvare i tuoi compagni dal crollo totale di quest’edificio”.
“Cosa?” domandò cappello di paglia non capendo.
Vista la sua faccia che non afferrava il concetto girò lo schermo del computer, il video mostrava un conto alla rovescia che si stava esaurendo e poco distante un’immagine dei suoi compagni.
“A te la scelta cappello di paglia di là” indicò una delle porte “ci sono i tuoi compagni, ci vedremo ancora immagino” e detto ciò lasciò cappello di paglia a decidere.


Con quella mossa Acromio era certo che di aversi tolto dai piedi anche l’ultimo ostacolo ora rimaneva solo di salire sul motoscafo e andarsene via, ormai i suoi scarsi assistenti dovevano essersi tolti le corde con cui erano stati legati da cappello di paglia, quindi saranno ormai arrivati al porto.
Appena mise i piedi fuori di quel buco che poco prima era la sua base di ricerca, la cosa che notò era che il sole era molto più abbagliante del solito, ma era normale, dopo settimane di luce artificiale.
“Così sei finalmente uscito dal tuo buco, direi che si addice ad un topo da laboratorio come te, Acromio” disse una voce davanti a lui.
Appena la vide la riconobbe, vestita di calze viola dove era fissata una daga d’acciaio, la parte superiore con una camicia di colore arancione e un mantello di color viola che copriva le sue braccia.
“Ah, sapevo che i ribelli stavano ficcando il naso” disse semplicemente con il solito sorriso falso “Sai era divertente vederti come ci provavi come cappello di paglia ieri, in ogni caso cosa vuoi da me, Alena?”
“Vogliamo tutti i dati sull’ISO-8, dove è estratto e soprattutto chi sono i tuoi compratori” gli comunicò tranquillamente.
“Sono spiacente, ma dimmi perché te lo dovrei dire?” e di li passarono pochi secondi di silenzio “come immaginavo non ne hai e adesso io passerò e se dovrò ucciderti lo farò” le comunicò diventando serio e si mise a correre contro la ragazza.


Cappello di paglia, dopo aver visto scappare il dottore, non ci pensò due volte sarebbe andato dai suoi compagni, anche se la voglia di avere delle risposte era molto alta, decise di andare per la strada indicata.
Era passato per cinque corridoi, ma niente dei suoi amici non c’era traccia, alla fine svoltando l’angolo si scontrò contro qualcuno e cadde sul morbido.
Aprì lentamente gli occhi e trovò il suo viso attaccato a quello di Nami, con le loro labbra incollate, velocemente si scollò da lei con il viso che gli stava andando a fuoco, come quello di Nami.
Si alzò e aiutò la navigatrice a fare lo stesso, la ragazza gli stava per comunicare qualcosa, ma fu fermata da Rufy “Nami dobbiamo parlarne dopo, adesso dobbiamo scappare da qui questo posto sta per essere distrutto” e finita la frase riprese a correre seguito a ruota da Nami.
Passato un minuto, entrambi trovarono la ciurma a ficcanasare in giro, quando erano arrivati Rufy gli comunicò quello che stava per succedere e così riuscirono a scappare in tempo dalla base, quando tutti furono al sicuro, si guardarono intorno, l’unica che mancava era Lisara.
“Dobbiamo tornare dentro e avvertirla” disse Sanji, ma all’interno della base ci fu un’esplosione e si alzò un gran polverone e tutti pensarono che per la ragazza non c’era niente da fare, invece si sentirono dei passi e la ragazza anche se impolverata apparve.
“Tutt’apposto?” chiese quando gli altri la videro.
“Sì” risposero gli altri appena si ripresero dallo shock, nonostante fosse con loro da poco tempo a Nami iniziava a stargli simpatica quella ragazza.
Nami senti un’esplosione avvenne sottoterra e crollo del tutto l’ingresso, era finita o almeno questo credeva.
Tutto era tranquillo finchè la ragazza che ci aveva provato la sera prima non cadde dal cielo sopra Rufy che la prese al volo.
“È un segno del destino, visto?” disse la ragazza quando si rivolse a cappello di paglia.
Passarono cinque secondi e anche Acromio scese dal cielo e si mise davanti ai pirati, Sanji e Zoro lo attaccarono insieme.
Sanji gli sferrò un calcio dall’alto, ma lui lo schivò, come schivò l’attacco con due spade da parte di Zoro che aveva visto nell’attacco di Sanji l’occasione di coglierlo di sorpresa.
Ma il dottore, prese per la gamba Sanji e lo lanciò su Zoro, che fermò il compagno con le mani e dopo aver alzato il viso sul suo avversario ricevette un pugno talmente forte che lo fece volare a decine di metri.
“Sapete siete una vera delusione” commentò Acromio, a parte il fatto che non aveva più il suo camice da laboratorio e qualche graffio era come nuovo “Ho deciso che vi eliminerò tutti”.
La ciurma di pirati si preparò allo scontro, ma un fischio costrinse Acromio a schivare un grosso proiettile che mirava alla sua testa, ma non riuscì del tutto e questo gli aveva lasciato un profondo graffio sulla faccia dal quale usciva del sangue.
Il proiettile finì la sua corsa nel terreno dove procurò una crepa che si stendeva da un edificio all’altro, per tutta la strada.
“Affrontare Alena e la ciurma di Cappello di Paglia è una cosa” iniziò col dire, mentre il suo sguardo passava da un edificio all’altro “Ma affrontare il miglior cecchino del mondo non ne ho propria voglia”.
La ciurma di pirati si guardò attorno preoccupata non avrebbero mai gradito, un proiettile così potente da spaccare in due il terreno.
“Ehi, DEADSHOOT! Dove sei?” urlò Acromio, ma non ricevette risposta, probabilmente non era a portata d’udito e forse non era neanche su quell’isola, molto probabile che la sua nave fosse in mare e il colpo fosse solo di ribalzo, questo spiegava perché era stato così lento.
Maledizione a quel mercenario che rispondeva al nome di Floyding Newton e alla sua abilità nel far rimbalzare i proiettili sulle pareti, era così che si era guadagnato la sua fama di cecchino invincibile e migliore, era in grado di beccare il suo bersaglio anche se era distante chilometri.
Passò qualche minuto immobile, ma non partirono altri spari ciò significa che non era lì per uccidere ne lui, ne i pirati, ne Alena, forse era una missione di protezione di Alena.
Acromio era in una posizione di svantaggio sotto tiro da parte di un cecchino, in minoranza numerica, decise di andarsene, li avrebbe sistemati un’altra volta.


Sul rapido motoscafo che lo stava portando alla base principale, Acromio era disteso, guardava il cielo che ora iniziava ad assumere le varie tipologie di colori caratteristici del crepuscolo e si mise a ridere.
I suoi subordinati che erano alla guida si voltarono e gli chiesero “Cosa ride signore? Abbiamo perso i dati sull’ISO-8, abbiamo perso la base e anche i droidi”.
“Sì è vero, stavo solo pensando a cappello di paglia” rispose lui e i suoi assistenti lo guardarono straniti e allora lo scienziato continuò nel suo discorso “Ha un potenziale enorme, come il resto della sua famiglia”.
“Lei dice?” le chiese la sua assistente dal sesso femminile.
“Sì, i Monkey D, lo hanno sempre dimostrato” disse l’altro rispondendo al posto d’Acromio.
“La D, molti misteri seguono quel nome e quando Ghecis lo sottovalutò, tempo fa fu sconfitto da due che portavano quel nome e da uno che non l’aveva” disse chiudendo gli occhi.
“Lei si riferisce quando il Sommo fu sconfitto vero?”
“Esattamente, quando fu sconfitto da Monkey D Garp, Gol D Roger ed Edward Newgate” concluse l’uomo.


OK gente ho sonno, ma sono felice di aver completato anche questo.
Ora questo capitolo è molto lungo e spero che vi piacerà.
OK ci vediamo al prossimo
CIAO
  
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