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Autore: Darth Curunir    31/01/2016    3 recensioni
Saruman il Bianco è uno degli Istari, i cinque spiriti celesti incarnati in corpi mortali che nell'anno 1000 della Terza Era furono inviati sulla Terra di Mezzo per combattere l'Ombra. Di tutti gli Istari, Saruman è il più saggio e il più potente, ma presto verrà a conoscenza di un sentimento ben più forte del sapere o della magia: l'amore. E sullo sfondo di un Regno di Gondor vessato dalla guerra civile, lo Stregone capirà che il suo cuore ha sbagliato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gandalf, Nuovo personaggio, Saruman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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3.
Vita da anziani
 
 
 
 
 
Saruman il Bianco non si abituò facilmente alla sua nuova vita.
Infatti, quando viveva nel Reame Beato insieme agli Elfi, ai Maiar e ai grandi Valar, aveva come i suoi simili fattezze di un individuo giovane, in forze e di bell’aspetto. Inoltre vagava per i boschi di Aman e per le meravigliose caverne di Aulë il Fabbro, a suo piacimento e quando gli faceva comodo. I giorni erano sempre uguali ed eterni, eppure non ci si poteva stancare della vita in quel luogo meraviglioso.
Sulla Terra di Mezzo, era tutta un’altra cosa. Curunír era stato mandato lì per adempiere a un compito, e Saruman non poteva permettersi di trasgredire a quest’ultimo. Aveva un grande senso del dovere, e sapeva che doveva mantenere le promesse fatte ai Valar, e aiutare la Terra di Mezzo in caso di pericolo.
In fin dei conti, Saruman era il più saggio e il più potente degli Istari, e se egli trasgrediva alla sua missione, l’Ordine sarebbe andato in frantumi.
Eppure, com’era difficile la vita in quel continente! Mentre in Aman tutti si assomigliavano, Elfi e Maiar, sulla Terra di Mezzo la storia era differente. Gli Elfi veri e saggi si mischiavano ai burberi e misantropi Nani e ai mortali e grezzi Uomini. Saruman apprezzava solo gli Uomini di Gondor e Arnor, mentre detestava gli Uomini di etnie inferiori, e soprattutto quelli del Nord. Costoro erano gente ben poco civilizzata, e a dirla tutta piuttosto ignorante. Saruman si era più volte recato presso gli Uomini Nordici, ma era sempre stato scontento delle sue visite. Insomma, Saruman si sentiva il solo sapiente in un mondo di mediocri, a parte gli Elfi e certi Uomini saggi.
Ma c’era un’altra cosa ben più penosa per Saruman: il proprio corpo. Dentro di lui brillava lo spirito possente e sempre giovane di un Maia, eppure il suo corpo era così vecchio e malconcio! I capelli erano quasi bianchi, e la barba grigia era simbolo di una insopportabile vecchiaia. Quando si specchiava in un ruscello, Saruman si vedeva così anziano!
E naturalmente questa vecchiaia esteriore si portava dietro una serie di inevitabili fattori: a fine giornata Saruman era stanco e dolorante, e a stento riusciva a stare sempre in piedi. Più volte Saruman si era chiesto perché i Valar avessero donato dei corpi anziani agli Stregoni, e l’unica risposta che si era dato era che la vecchiaia poteva suggerire una maggiore saggezza e una maggiore potenza.
Di tanto in tanto, nel suo peregrinare, incontrava Gandalf, che invece pareva sempre arzillo e pimpante, mentre di rado incontrava Radagast il Bruno. Si recava spesso a Osgiliath (capitale di Gondor), a Fornost (nel Regno di Arnor), a Gran Burrone e a Lothlórien, mentre raramente si recava dai Nani. Insomma, la vita di Saruman nella Terra di Mezzo procedeva, e l’Istari “tirava avanti”, come si userebbe dire ai nostri giorni.
 
Nell’agosto del 1149, salì al trono di Gondor, il regno meridionale abitato dagli Uomini, il re Hyarmendacil I. Costui era un uomo saggio e molto forte, che da giovane aveva concluso ottime campagne militari contro gli Haradrim, i bellicosi abitanti del Regno del Sud di Harad; inoltre, Hyarmendacil aveva fatto conoscenza negli anni precedenti di Saruman il Bianco. Quando Hyarmendacil divenne re, Saruman fu invitato alla reggia di Osgiliath per parlare col nuovo sovrano.
Saruman si recò dal re, e lo trovò nella stanza del trono.
“Saruman, amico mio!”
“Salute a te, Hyarmendacil figlio di Ciryandil! Che il tuo regno possa essere duraturo e prospero!” disse Saruman inchinandosi a fatica.
“Lo sarà, amico mio,” disse il re; “ora alzati! Ti ho invitato per proporti una cosa.”
“Dimmi, mio re.”
“Vedo che vieni spesso a Gondor,” disse Hyarmendacil, “il che mi fa piacere. Ma perché non ti stabilisci qui vicino? Hai presente il cerchio di Isengard, a sud delle Montagne Nebbiose, non distante dal corso del fiume Isen? Lì gli Uomini di un tempo hanno edificato una torre che noi chiamiamo Orthanc...”
“Mi dispiace, ma mi vedo costretto a rifiutare,” disse Saruman. “Tu sai bene che il mio compito è errare per la Terra di Mezzo, visitare ogni luogo per allontanare il male. Non mi è concesso di fermarmi in un luogo preciso.”
“Ma almeno quando vieni qua, potresti fermarti a Orthanc, e lì riposarti nella notte. Perché no, Saruman?”
“Se è per fermarmi per la notte, ti ringrazio, Hyarmendacil,” disse Saruman.
“Servitori!” gridò il re, “portate Saruman il Saggio a visitare la torre di Orthanc!”
“Non è necessario, mio signore!” disse Saruman.
“Non ti preoccupare, amico mio,” rispose sorridendo Hyarmendacil.
I servitori del re accompagnarono Saruman nelle stalle di Osgiliath, dove lo fecero salire su un cavallo. Poi, lo accompagnarono fino a Isengard. Il viaggio verso il circolo a sud delle Montagne Nebbiose non fu breve, e quando Saruman vi giunse assieme alle guardie era già sera.
Il cerchio d’Isengard era un grande spazio circolare con alberi e aiuole. A nord del cerchio vi era la punta meridionale della catena delle Montagne Nebbiose (la “colonna vertebrale” della Terra di Mezzo”), e a sud c’era la catena dei Monti Bianchi, che divideva orizzontalmente Isengard da Gondor. Al centro del cerchio, c’era l’alta torre di Orthanc, costruita in pietra nera e terminante in quattro pinnacoli. La torre nera e alta si stagliava minacciosa verso il cielo, eppure quella maestosità non intimoriva, bensì quasi affascinava, e faceva pensare ai gloriosi anni della Seconda Era, quando i Grandi Uomini del passato (i Dúnedain) avevano costruito Orthanc.
I servitori di Gondor aprirono la porta della torre, e Saruman la visitò da dentro. Aveva numerose stanze, anche se il clima all’interno era piuttosto tetro a causa del colore scuro della pietra. Saruman passò lì la notte, e la mattina dopo poté riprendere le sue peregrinazioni.
Da quel giorno, Saruman si recò molto spesso a Isengard, passandovi la notte o fermandosi per una giornata a riposare.
 
Nell’anno 1250, Saruman si era recato a Lothlórien per riposarsi. Assieme a Gandalf e a Radagast aveva fatto una ricognizione a Dol Guldur, ma non avevano visto nulla di più che un inquietante cumulo di rovine immerso nella nebbia. Era stato comunque un anno complicato: aveva fatto molte visite a Gondor e alle Terre Selvagge per via di alcune campagne militari gondoriane contro gli Esterling, crudeli Uomini dell’Est; e aveva anche fatto visita anche agli Uomini del Nord, per via di un sodalizio che si era creato fra questi e il Regno di Gondor.
Insomma, Saruman ne aveva fatta di strada, e ora necessitava di riposarsi. Così, nel maggio di quell’anno, decise di riposarsi sotto gli alberi eterni e argentati di Lothlórien. Rimase nel meraviglioso regno di Celeborn e Galadriel per due settimane, passeggiando sotto le folte chiome degli alberi e discorrendo con nobili Elfi.
Un giorno si sdraiò sotto una delle alte querce di Lothlórien, e pensò a lungo ad Aman. Ah, quanto erano belle le verdi sponde di Valinor! Un ininterrotto, meraviglioso prato verde, su cui si stagliavano le alte montagne di Manwë, i pascoli di Oromë, i prati di Yavanna, le luminose caverne di Aulë, e su cui si infrangevano le onde spumose di Belegaer. A Saruman mancavano molto quei paesaggi meravigliosi ed eterni.
Saruman rifletté sui suoi compagni. I due Istari Blu non si erano più fatti sentire: chissà se erano ancora vivi! Radagast aveva quasi abbandonato il suo compito. Rimaneva Gandalf… Saruman provava sentimenti contrastanti verso quel Maia. Da un lato lo considerava potente e saggio, quasi quanto lui, e credeva che i Valar avessero fatto bene a sceglierlo. Dall’altro era geloso di lui, ammettiamolo. Gandalf era così amato da tutti, aveva un carattere così gentile! Saruman invece era più temuto che amato, forse perché, come abbiamo già detto più volte, aveva un carattere chiuso e poco amabile.
Comunque, a Saruman non serviva essere amato. Il suo compito non era né di essere amato, né di amare: lui doveva solo combattere l’Ombra. Tutto il resto era superfluo e inutile.
Saruman tese l’orecchio. Lontano, sulle falde della collina di Cerin Amroth, gli Elfi di Lórien cantavano con la loro voce sublime e ultraterrena. Saruman era a contatto con la terra, la stessa che aveva visto nascere con i suoi propri occhi, e osservava i boschi di Lothlórien, udendo le voci ataviche e cariche di memoria degli Elfi.
Per un attimo, allo stregone parve di essere in Aman. In fondo, Lothlórien era così simile alle pianure di Yavanna o ai boschi di Oromë. Per la prima volta, Saruman vide il reame elfico come lo specchio di Aman, e pensò che la presenza degli Elfi sulla Terra di Mezzo era l’ultimo legame con le Terre Immortali.
Eppure… anche gli Elfi erano in declino. Nessuno se n’era accorto, ma sia Saruman sia Gandalf convenivano nel ritenere che sempre più Elfi stavano lasciando la Terra di Mezzo. Gli Elfi, gli Immortali, i Figli Perfetti di Ilúvatar, non sopportavano il male crescente nella Terra di Mezzo, e per questo facevano rotta verso la loro vera patria: Aman. E una volta che gli Elfi fossero scomparsi? Cosa sarebbe stato della Terra di Mezzo dopo l’allontanamento degli Elfi? Saruman non lo sapeva, e per ora i problemi erano altri.
Saruman se ne andò da Lothlórien il giorno dopo, e continuò nel suo peregrinare continuo. E così, Saruman continuava la sua vita. Tuttavia, il più potente degli Istari ignorava una cosa: che un Istari non è più un Maia; così come può provare la sete, la fame e il sonno, può provare anche l’amore. Ma questo, Saruman il Saggio lo capì solo più tardi.
 
 
 
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTORE
Chiedo scusa per la brevità di questo capitolo, ma era solo un episodio di transizione. Spero non vi stiate annoiando, e vi assicuro che dai prossimi episodi inizierà la storia vera e propria di questa fanfiction.
Recensite e buona lettura!
 
 
  
 
   
 
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