Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Alucard97    31/01/2016    3 recensioni
Questa fanfiction è una parodia della Divina Commedia con protagonista principale One Piece, ci saranno anche altri personaggi di altri anime e manga.
Spero di farvi ridere, spero.
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Canto XVI: Tette, Culi e ancora TETTE! 


La ciurma di Cappello di Paglia, quel pomeriggio, stava viaggiando in acque tranquille. Nessun segno della Marina all'orizzonte e, qual buon occasione, se non sfruttare questo tempo libero per leggere un nuovo canto della Divina Commedia.

"Hey ragazzi, vi va se per ammazzare il tempo vi leggo un nuovo canto?" Propose Robin, ovviamente la ciurma ne era entusiasta e subito si precipitarono dinnanzi all'archeologa a velocità Mach 2.0.

"Molto bene, in questo canto Dante e Virgilio continueranno il loro viaggio nel girone dei Sodomiti, qui parleranno con tre sodomiti fiorentini e alla fine incontreranno Gerione. 
Pronti?" I Nakama, al sol sentore questa domanda, esultarono manco fossero allo stadio e Robin inizio a leggere:



Già era in loco onde s’udìa ’l rimbombo 
de l’acqua che cadea ne l’altro giro, 
simile a quel che l’arnie fanno rombo,                          

quando tre anime si separarono insieme, correndo, da una schiera che passava sotto la pioggia di fuoco che le tormentava.

Venivano verso di noi e ognuna gridava: "Hey tu! Fermati un attimo! Tu sei vivo non è così? Non è che magari potresti farci palpare qualche culetto di ragazza? Seriamente sono anni che non vediamo una. Stiamo impazzendo!"

Ahimè, che piaghe vidi sui loro corpi, recenti e vecchie, provocate dalle falde infuocate! Me ne rammarico ancora oggi, al solo pensarci.

Alle loro grida il mio maestro si fermò; volse il viso a me e disse: "Aspetta, non giudicarli. Saranno pure dei morti di f*ga allucinanti. Ma sono anni che non vedono una tetta, cerca di essere gentile con loro"

Come noi ci fermammo, essi iniziarono a parlare come prima; e quando ci raggiunsero, iniziarono a camminare tutti e tre in cerchio.

Come erano soliti fare i lottatori nudi e cosparsi d'olio, studiando l'avversario per tentare una presa prima di percuotersi e ferirsi a vicenda, così, pur girando la testa, ciascuno dei tre dannati fissava il suo sguardo su di me, in modo tale che torceva il collo in senso opposto ai suoi passi.

Io domandai: "Maestro, chi sono codeste anime dannate? Le loro piaghe mi impedisce di riconoscerli" e lui mi rispose: "Boh, cazzo ne so? Non è che tengo a mente i nomi di tutti gli sfigati dell'Inferno. Per chi mi hai preso? Per un enciclopedia?" Dopodiché si rivolse alle anime: "Hey! Voi morti di f*ga! Ci sapreste dire chi siete stati in vita?"

Uno cominciò: "Ok, siamo dei fissati con la patata, ma... Parlandoci da uomo a uomo, anzi, da anima ad anima, quale maschio non è affamato di topa?" Chiese l'anima dai capelli blu. "Giusto, hai ragione. Pensate che io accompagno sto demente solo per trombare una biondina maggiorata" rispose loro il poeta. "Davvero?! E le tette? Le tette come sono?" "E il culo? Descrivicelo nei minimi dettagli". Il Sommo calmò le anime, dopodiché parlò: "Ragazzi, nulla mi entusiasma di più che parlare di gnocca con altri, ma vi ho fatto una domanda: chi cazzo siete?"

Il dannato dai capelli blu iniziò a parlare: "Ok ok, ora ci presentiamo. Allora io sono Akatuski Ousawa, sono un patito delle tette. Il moro qui è Koichi Madanbashi ed è un patito di culi. Combatte con un robot, pensate che quella specie di Mazinga è alimentato dalle palpate. Non scherzo, più sto demente palpa le chiappe delle ragazze più il robot è potente... O qualcosa di simile, non ho mai capito la sua storia... Il cinese qui invece è Wan Chen, anche lui un patito delle tette, solo che a lui... Beh... Piace succhiarle" "Tetteeeeee...." Fece l'anima "Ecco appunto"

Se io fossi stato protetto dal fuoco, mi sarei gettato tra loro nel sabbione e credo che il maestro l'avrebbe tollerato; ma poiché mi sarei bruciato e ustionato, la paura prevalse sul mio desiderio di abbracciarli. "Cosa?! Ustionarti? Ma no tranquillo! Non ti succede niente! Perché non provi a gettarti in mezzo al fuoco? Dai così vediamo che succede" mi disse il Maestro.

Poi iniziai: " La vostra condizione mi ha ispirato non disprezzo ma dolore, al punto che cesserà fra molto tempo, dal momento in cui il mio maestro mi disse parole per cui ho pensato che venisse gente nobile quale voi effettivamente siete. Sono di Firenze e ho sempre appreso ascoltando le vostre opere e i vostri nomi onorevoli, con grande affetto. Lascio una vita amara e vado in cerca della salvezza, promessami dalla mia guida sincera; ma prima devo scendere fino in fondo all'Inferno".

Quello rispose: "Firenze?! Ma che cacchio è qualcosa che si mangia?! Di che stai parlando scusa? Non riusciamo a seguirti"

"I nuovi cittadini e gli improvvisi guadagni hanno creato alterigia ed eccesso dentro di te, o Firenze, così che tu ne piangi già le conseguenze". Così gridai levando il viso in alto; e i tre, che interpretarono questo come la mia risposta, si guardarono l'un l'altro come di fronte a una verità sgradita.

Tutti riposero: "Rayleigh, ma di che cazzo sta parlando sto qua? Cos'è, ha bevuto? È drogato? Che gli prende?" Il mio Maestro si rivolse loro: "Lasciate perdere, penso che sto qua sia nato con un cromosoma in più. Sorridete ed annuite" "Ah ho capito... È un uomo, come posso dire per non risultare offensivo? Speciale ecco! Sì, è un uomo molto speciale. Va beh dai, noi andiamo. Bella Rayleigh! Ciao ciao ometto tutto speciale" Quindi smisero di girare in tondo e se andarono così veloci che le loro gambe snelle sembravano ali.

Non sarebbe stato possibile dire un "amen" nel breve tempo in cui sparirono; perciò al maestro sembrò opportuno che ce ne andassimo.

Io lo seguivo, e avevamo percorso poca strada quando il suono dell'acqua (il Flegetonte) sembrava così vicino che, parlando, ci saremmo sentiti a malapena.

Come quel fiume, che ha per primo il proprio corso partendo dal Monviso verso levante, dalla pendice destra dell'Appennino, che in alto si chiama Acquacheta prima di scendere in pianura e a Forlì cambia nome (in Montone), rimbomba sopra San Benedetto dell'Alpe per cadere in una sola cascata là dove dovrebbe essere ricevuto in mille cascatelle; così vedemmo che quel fiume rosso (il Flegetonte) ricadeva giù per un burrone scosceso, facendo tanto rumore che in poco tempo avrebbe danneggiato l'udito.

Io avevo intorno ai fianchi una corda, con la quale tempo prima avevo pensato di catturare la lonza dalla pelle chiazzata. Dopo che l'ebbi sciolta del tutto, come Virgilio mi aveva ordinato, la porsi a lui legata e aggrovigliata. Quindi lui si voltò sulla sua destra e la gettò in quel profondo burrone, stando alquanto lontano dall'orlo.

Io dicevo tra me e me: "Eppure è necessario che qualcosa di nuovo risponda al nuovo cenno, che il mio maestro segue con tanta attenzione".

Ahimè, quanto devono essere prudenti gli uomini quando sono accanto a coloro (i saggi) che non vedono solo gli atti esteriori, ma col loro senno scrutano dentro i pensieri!

Lui mi disse: "Ok Dante. Adesso verrà qui il nostro taxi. Ehm, vedi, lui è molto particolare, gradirei che non ti cagassi nelle mutande quando lo vedrai. Capito? Non svenire. Giuro che se svieni e ti pisci addosso io ti sveglio a suon di calci, mi son spiegato?"

L'uomo deve sempre evitare di dire una verità che sembra falsa, per non essere tacciato ingiustamente di essere bugiardo; ma qui non posso tacere; e io, lettore, ti giuro sulle parole di questa Commedia (che possa godere di lunga fama) che io vidi avvicinarsi una figura verso l'alto, che nuotava in quell'aria oscura e spessa, che faceva meravigliare anche il cuore più coraggioso, proprio come il marinaio che va sott'acqua a sciogliere l'ancora che si è impigliata o a rimuovere un altro ostacolo dentro il mare, e che (nel tornare a galla) stende le braccia verso l'alto e ritrae le gambe (per darsi maggiore slancio).

"Fine Canto XVI" disse Robin. "Cavolo mi dispiace per quei tre fiorentini, non è colpa loro" fece Nami. "Purtroppo Dante è stato un po' troppo severo quando ha assegnato i gironi, ma come avete visto lui prova solo compassione per quelle anime. La sua non è un accusa, ma un monito. Bene, direi che siamo quasi  arrivati al prossimo villaggio"


Note dell'autore
Gabba Gabba Hey! È da un po' che non ci si vede eh? Scusate per il tempo ma dovevo finire One Punch Hellsing e poi avevo altro da fare a casa. Che dire, sappiate che le tre anime che compaiono in questo capitolo, non ho la più pallida idea di chi cacchio siano. Se volete saperlo chiedete a Neon Genesis Kurama, me le ha consigliate lui. Grazie mille per il consiglio fratello, senza il tuo consiglio la storia non sarebbe andata avanti. Grazie mille Onii-chan. È così che si dice "Fratellone" in giappocinese vero? Onii-chan o Onee-chan? Io mi confondo sempre... Va beh dai, vi saluto. È ricordate: opponetevi al MOIGE....... Siete ancora qui? Che avete ancora? Il canto è finito, non temete, riprenderò la sua pubblicazione più attivamente..... Allora? Che volete ancora? Che avete da scassare.... A già giusto... Il mio saluto tipico, scusate.

Gabba Gabba Hey!


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Alucard97