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Autore: Nuel    01/02/2016    2 recensioni
James, Albus e Rose tornano a scuola, ma Hogwarts è, come sempre, luogo di misteri oltre che di magia e stregoneria e un nuovo enigma terrà impegnati i fratelli Potter e i loro amici.
◊ Serie: Imago Mundi
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Imago Mundi ϟ'
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Un mistero da svelare




La mattina successiva, i Grifondoro lasciarono i dormitori piuttosto presto, considerando che era sabato e non c'erano lezioni. L'euforia dell'essere tornati a scuola, però, era ancora fresca e le giornate erano calde e soleggiate: dopo colazione, gran parte degli studenti si sarebbe riversata nel parco per godere di quegli ultimi giorni d'estate e del tempo libero che le lezioni appena cominciate ancora lasciavano loro.
    James Potter si sedette a tavola con Fred e Louis Weasley, chiacchierando del campionato di Quidditch appena passato, mangiando uova e pancetta, mentre aspettava di veder arrivare Albus e Rose. Al tavolo di Serpeverde, Scorpius Malfoy e Lotus Zabini ridevano con Vincent Goyle, che era alto quanto Scorpius e con le spalle larghe il doppio delle sue.
    Diede una rapida occhiata anche al tavolo di Corvonero, cercando Martin e i gemelli Scamandro, ma nessuno di loro pareva essere ancora sceso a colazione, così tornò a guardare verso l'ingresso, in tempo per veder entrare Dominique, che mandò un saluto con la mano verso il tavolo di Serpeverde e, quasi, James si strozzò con la pancetta nel vedere Augustus Flint che sorrideva compiaciuto, mentre sua sorella Ausia gli dava una gomitata al fianco.
    Quando tornò a guardare la porta, Albus e Rose erano già entrati, assieme a Gwen  Sullivan che sembrava discutere concitatamente con Rose.
    Rose e Gwen si fermarono nei pressi del tavolo di Tassorosso, continuando a discutere e Albus, alzando gli occhi al soffitto, proseguì da solo, raggiungendo James e sedendo di fronte a lui.
    «'ao», salutò Albus, stropicciandosi gli occhi e sbuffando mentre cadeva pesantemente sulla panca.
    «Che succede, Al?», chiese Fred, versandosi il succo di zucca.
    Albus Potter scosse la testa e si versò nel piatto una generosa quantità di pancetta, senza guardare nessuno, fino a quando, da sotto il tavolo, James gli tirò un calcio che gli fece alzare subito la testa nella sua direzione. «Cosa?», sbottò infastidito e James gli strizzò l'occhio.
    «Dopo andiamo in biblioteca. Devo farti vedere una cosa», gli disse come se fosse normale, ma non lo era affatto, tanto che Louis lo guardò sollevando un sopracciglio.
    «Tu che vuoi andare in biblioteca? Sicuro di stare bene?», gli chiese lasciando a metà strada tra la tazza e la bocca il cucchiaio con il pudding.
    James scrollò le spalle e, quando Rose arrivò, più arrabbiata di Albus, nessuno pensò più alla sua richiesta.
    «Dov'è?», chiese Albus col tono di chi avrebbe potuto uccidere qualcuno.
    «A fare la piattola da qualche parte, molto lontano da me, suppongo!», rispose Rose, afferrando il vassoio con le uova e versandosene nel piatto più di quante avrebbe dovuto.
    «Cos'è successo?», chiese James, guardando alternativamente il fratello e la cugina.
    «È successo…», iniziò Rose conficcando la forchetta in un uovo e allungando la mano libera verso il pane tostato «che non lo reggo un altro anno con Gwen!».
    Albus le passò la ciotola del burro salato e lei la prese bruscamente, iniziando a spalmare il pane. «Altri quattro, Rose», le disse, rassegnato.
    «Progetti di ucciderla dopo i G.U.F.O.?», si intromise Fred e Albus lo guardò come se non capisse di cosa stesse parlando.
    «Vorrei che fosse stata smistata da qualche altra parte!», brontolò Rose, mordendo il pane imburrato e continuando a brontolare mentre masticava.
    «Hai qualcosa da fare, dopo colazione?», le chiese James, per cambiare argomento, notando che, nel frattempo, erano arrivati Lorcan e Lysander. Di Martin, invece, non c'era ancora traccia: probabilmente stava di nuovo cercando Erintja.
    «Ho chiesto a Martin di darmi una mano con un tema di pozioni», rispose Rose.
    «In biblioteca?», insistette James e Rose annuì. «Perfetto. Allora, dopo ci troviamo lì».
    «Si può sapere che hai in mente, James?», gli chiese Louis, chiaramente incuriosito dalla fissazione del cugino per uno dei posti che, notoriamente, amava di meno.
    «Niente», gli sorrise James, con espressione truffaldina.
    

“Niente” era esattamente quello che, la sera prima, raggiunto il proprio letto e chiuse le tende del baldacchino, aveva scoperto sulla pagina del libro sottratta a Lucius Malfoy. La pagina era completamente bianca o, almeno, così sembrava: se il signor Malfoy l'aveva strappata, qualcosa doveva esserci per forza.
    La biblioteca, di giorno, era molto diversa da come James l'aveva vista la sera prima: la luce entrava dalle alte finestre a vetrata, infilandosi tra i corridoi e cadendo sui tavolini tra gli scaffali. Essendo sabato mattina, non c'era quasi nessuno e Madama Pince si sorprese nel veder entrare James Potter. Lo osservò con sospetto, cercando su di lui i segni della determinazione a combinare qualche guaio, ma James le sorrise nella maniera più innocente possibile e andò a sedersi ad un tavolo.
    Albus arrivò poco dopo, assieme a Rose e Martin, il cui viso recava i segni dell'incontro con gli artigli di Erintja. Nonostante i graffi, il ragazzo sorrideva e sembrava aver placato l'ira di Rose.
    «Perché hai voluto che ci vedessimo qui?», chiese Albus a James, quando lo ebbero raggiunto.
    «Perché ieri sera ho…», scoccò un'occhiata a Madama Pince e abbassò la voce, sporgendosi verso il fratello, «ho visto sulla Mappa Lucius Malfoy aggirarsi in biblioteca…», guardò allusivamente verso il Reparto Proibito, «sono entrato a guardare e l'ho scoperto a sfogliare un libro!».
    «E dov'era Madama Pince?», chiese Rose, con voce altrettanto bassa.
    «Lucius Malfoy… non è il nonno di Scorpius?», chiese Martin, ma prima che James potesse rispondere loro, Albus si accigliò e chiese: «Hai visto di che libro si trattava?».
    James scosse la testa, ma gli fece cenno di attendere, spostando teatralmente una mano verso la tasca posteriore della tunica che portava sopra gli abiti babbani e trasse il foglio piegato in quattro, sollevandolo, tenendolo tra indice e medio, in modo che tutti potessero vederlo.
    «L'ho visto strappare una pagina da quel libro, però!».
    Martin e Rose sembrarono scandalizzati dal gesto.
    «Questa!», concluse James, con orgoglio, facendo una pausa ad effetto.
«Madama Pince è arrivata poco dopo e l'ha scoperto, ma ormai se ne stava già andando e non l'ha visto nel Reparto Proibito, altrimenti non credo che l'avrebbe lasciato andare via tanto facilmente. Lui se l'è rigirata come ha voluto…».
    Rose trattenne il fiato per un istante e poi chiese, con voce tremante: «Credi che l'abbia confusa?».
    James negò di nuovo. «No, l'ha abbindolata facendo il sentimentale», rispose, facendo una smorfia, «però, mentre lei lo interrogava sul perché si trovasse in biblioteca, mi sono avvicinato e sono riuscito a sottrargli la pagina che aveva strappato».
    «E non se ne è accorto?!», chiese, incredulo, Martin.
    «Ero sotto al Mantello!», gli rispose James, compiaciuto.
    «Cosa c'è in quella pagina?», chiese, invece, Albus, con tono grave, fin troppo serio per la sua età e James divenne serio a propria volta.
    «Non ne ho idea», dovette ammettere, aprendo il foglio, esponendolo allo sguardo avido dei suoi amici.
    «Bianco?», chiese incredula Rose, lasciandosi cadere sulla sedia, come se le gambe non potessero più reggerla.
    «Non ha senso che abbia strappato una pagina bianca», osservò Martin. «Credi che il testo sia nascosto da qualche incantesimo, come la Mappa?».
    «Credo sia possibile», rispose James, prendendo la bacchetta e puntandola contro la pergamena, senza però pronunciare alcun incantesimo. «Potrebbe essere trasfigurata o… forse il testo è scritto con un inchiostro speciale». Guardò verso gli altri, in cerca di conferma, soffermandosi sull'espressione accigliata di Albus.
    «Posso?», chiese Albus, prendendo la pagina in mano per esaminarla con attenzione.
    James aveva passato un sacco di tempo ad esaminarla, la sera precedente. Sembrava pergamena vecchia, spessa e stranamente morbida, macchiata di giallo lungo i margini. Aveva provato ad avvicinarla alla fiamma di una candela, ad illuminarla con la bacchetta magica, a guardarla alla luce del sole, ma non era riuscito a scorgere nulla.
    «Qui c'è qualcosa», disse Albus, cogliendolo del tutto impreparato. «Non riesco a capire… sembrano rune». Abbassò la pergamena e posò il dito all'incirca a metà pagina, indicando qualcosa che solo lui riusciva a vedere.
    «Non vedo niente», disse James, deluso e, un attimo dopo, Rose e Martin confermarono che nemmeno loro riuscivano a scorgere alcunché.
    «Sei sicuro di vederci qualcosa?», chiese Rose, prendendo la pergamena in mano. Fece una smorfia strana e rigirò il foglio, lo tastò con le dita e si accigliò, portando il figlio al viso per annusarlo. «Non ha la consistenza della carta», concluse, non sapendo che altro dire.
    Anche Martin la presa e la esaminò con attenzione. «Sapete cosa sembra? Pergamena!», alzò gli occhi sugli altri e aggiunse: «Intendo cartapecora, pelle animale, non fibra vegetale».
    «Pelle animale?», chiese Rose, incredula e disgustata, pulendosi istintivamente le mani sulla divisa.
    «Sì, una volta si usava», fece Martin, per nulla impressionato. «Si lavava, si toglieva il pelo e la si sbiancava per poterci scrivere sopra, ma non ne ho mai toccata prima; potrei sbagliarmi».
    «Potremmo cercare il libro», propose a quel punto Albus, «quanti libri di questo genere possono esserci nel Reparto Proibito?».
    «Non ne ho idea, ma non riusciremo a procurarci un permesso tanto facilmente», obiettò Rose, guardando verso la bibliotecaia, da sopra una spalla. Madama Pince guardava nella loro direzione con sospetto.
    «Non ci serve un permesso!», disse James. «Abbiamo il Mantello! Potremmo venire qui durante la notte e cercare», propose, eccitato all'idea di una gita notturna in una delle aree del castello in cui  gli studenti non potevano andare.
    «Ti ricordi in che punto era il libro?», chiese Albus, acconsentendo implicitamente all'idea del fratello.
    «Era buio e seguivo la Mappa», dovette ammettere James, «però non molto lontano c'era un libro che ringhiava!».
    «Volete infrangere il coprifuoco?», chiese Martin, incredulo, rendendo la pagina a James, che però la passò di nuovo ad Albus.
    «Davvero ci vedi qualcosa?», chiese al fratello, che annuì prontamente, quindi si rivolse a Martin. «Abbiamo quello che ci serve!», gli strizzò l'occhio.
    «Io ci sto!», disse Rose, «Ma se anche il resto del libro è protetto dallo stesso incantesimo che nasconde il testo di quella pagina, e credo lo sia dato che James non ha visto il signor Malfoy applicarlo ieri sera, dovremmo capire come rivelarlo».
    «Giusto!», convenne James. «Chi lo farà?», chiese con un ampio sorriso che sottolineava come non intendesse occuparsene lui.
    «Lo faremo Martin e io», rispose Rose, rivolgendosi poi al ragazzo chiamato in causa. «Giusto?».
    Martin annuì. «Potresti copiare quello che riesci a vedere su una pagina?», chiese quindi ad Albus. «Potrebbe esserci utile».
    «Non lo so…», rivelò Albus. «Ho come l'impressione che quello che vedo mi si cancelli dalla mente appena stacco gli occhi», si giustificò.
    «Allora, aspettiamo di trovare un incantesimo adeguato», concluse James, stiracchiandosi. «E ora usciamo! Non ne posso più di stare qui dentro!».
    Albus piegò la pergamena e la tenne con sé, annuendo al fratello, ma Rose e Martin si erano accordati per studiare assieme, quella mattina, quindi, i fratelli Potter lasciarono la biblioteca da soli. James era elettrizzato dall'idea di avere un mistero da risolvere, qualcosa che gli desse la scusa per violare il coprifuoco e usare gli oggetti che aveva sottratto al padre. Si sentiva un Malandrino ed era sicuro che suo nonno e il padrino di suo padre sarebbero stati orgogliosi di lui.
    Suo padre, se anche l'avesse scoperto, non avrebbe potuto arrabbiarsi.

 
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Come sempre, grazie a chi segue questa storia, ed in particolare a Ladyriddle per i suoi commenti puntuali. ^^
Se volete anticipazioni, lanciare pomodori o anche solo fare due chiacchiere, mi trovate sulla mia pagina FB.
   
 
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