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Autore: Goten    19/03/2009    37 recensioni
<< Eddy! Per una volta nella tua noiosa esistenza, buttati! Scegli una dama e balla! >>
Mi voltai verso mio fratello, scettico in volto. << Non chiamarmi Eddy, non lo sopporto. E sentiamo, chi dovrei invitare? Proponi. >>
<< Lei per esempio. >> Indicò proprio la Swan.
Sghignazzai ironico. << Emmett, stai scherzando vero?! >>
<< Perché? Io la trovo bella. >>
<< E' a mala pena passabile, non abbastanza bella da tentarmi. >>
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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216!!! Oh.mio Dio! 216 Preferiti!! *_* Sono felicissima!! E oh.santissimo!! Quanti commenti!!! GRAZIEEE!!

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Capitolo 7

Passarono altri giorni, Isabella veniva sempre più spesso a casa nostra, con sommo stupore di tutti, il mio umore, quando lei era nei dintorni, migliorava considerevolmente.

Era bello sentire il suo profumo, quando rientravo da una battuta di caccia, vederla sorridente e allegra, assieme alle mie sorelle... ma proprio qui stava il punto.

Non avevo mai trovato un attimo per parlarle da solo, era sempre impegnata con Alice o Rosalie.

Le mie frecciatine nei suoi confronti non trovavano mai fine, i suoi occhi, sprizzavano rabbia cieca ad ogni mia parola.

Era affascinante.

Mi sentivo sempre più attratto da lei, ogni suo movimento, ogni suo respiro attirava in maniera esponenziale la mia attenzione.

Era ormai notte, guardai il calendario e sospirai... era il 24 dicembre, la Vigilia di Natale. Sapevo benissimo che in questo preciso momento, Isabella, si trovava seduta su un ramo, in mezzo alla foresta, in attesa di James.

Avevo chiesto ad Alice, di provare ad avere delle visioni su Bella, ma le sue risposte erano sempre la stessa; è confusa, non ha ancora deciso.

Cosa dovevo fare per farla rimanere?

Mi sentivo come una bambola vuota, ma nello stesso momento, piena. Vuota per il semplice fatto di non sapere cosa avrei fatto, quando Bella fosse sparita dalla mia vita... ed eccolo li, il dolore in mezzo al petto.

Piena, perché i miei sentimenti erano ormai un fiume senza inizio e senza fine. Aspettavano solo lei per uscire allo scoperto.

La sveglia sulla mensola segnò la mezzanotte, la neve continuava a scendere, imbiancando e rendendo quasi fiabesco l'intero bosco.

Respirai a pieni polmoni, l'aria fredda entrò e sibilò nella mia gola.

Oh, al diavolo! Scattai veloce, senza neanche un saluto ai miei familiari, uscii nella foresta, i miei pensieri vorticavano tutti in cerca di lei, la sua scia mi guidò verso un punto preciso...

Eccola li, immobile, seduta su quel ramo che Alice, aveva predetto giorni addietro.

Nonostante il mio passo fosse leggero e silenzioso, Isabella si voltò verso di me, sorpresa della mia presenza.

<< Edward, che ci fai qui? >>

Mi guardava con quei suoi occhioni enormi, così bella, candida, forse più della neve. Così aggraziata e dolce.

<< Io... ehm... >> Nella mia mente, c'era il buio.

<< Edward, se non ti spiace, sto aspettando qualcuno... >> Saltò giù dal ramo.

<< Lo so, per questo sono qui. >> Le dissi, forse un po troppo precipitoso.

Isabella assottigliò lo sguardo. << Lo sai? >>

<< Si, ho sentito la tua chiacchierata con Rosalie. >> Ammisi.

<< Oh, quindi, sei qui per dirmi che ho la tua benedizione per andarmene? >> Domandò ironica.

Sbuffai. << Lo sai che sei assurda. >>

I fiocchi di neve stavano ancora scendendo, imbiancandoci entrambi.

<< Allora, dimmi cosa vuoi. >> Piegò di poco la testa, i suoi lunghi capelli scivolarono da un lato.

<< Io... non voglio che tu te ne vada... >> Lo dissi e ammisi con una voce forse troppo bassa, ma lei lo sentì comunque. Raddrizzò piano la testa e mi fissò. Non sapevo come catalogare quello sguardo, ma, le mie labbra si aprirono di nuovo e la verità uscì da esse, spezzando il silenzio della notte. << Isabella, ho lottato invano contro la mia volontà e non c'è rimedio... ti prego, metti fine alla mia agonia. >> Le sussurrai avvicinandomi, eravamo a soli due passi di distanza, il suo profumo di fresia e lavanda mi colpì forte.

<< Non capisco. >> Mi guardò confusa.

<< Ti amo... da impazzire, ti prego, concedimi la tua mano. >> Ero in agonia, non riuscivo più a stare senza di lei. La volevo. Avevo ceduto ai miei sentimenti, ero completamente in balia di loro.

<< Edward io... non capisco cosa ti abbia fatto credere che potessi corrisponderti, ma se ho dato quell'impressione, ti prego di perdonarmi. >> Il suo sguardo era confuso e sospettoso. Temeva che la stessi prendendo in giro?

<< Questa è la tua risposta? >> Ero stupito. Non mi ero aspettato una simile risposta.

<< Si. >> Secca e decisa.

<< Mi stai respingendo? >> No, non poteva farmi questo! No!! Un dolore forte e inarrestabile si schiantò nel mio petto.

<< Di certo Tanya saprà come consolarti. >>

<< Perché vengo respinto? Per Tanya? Fra me e lei, non c'è nulla, solo una forte amicizia e nient'altro! >> Calmati Edward, resta calmo, non agitarti... come potevo, l'unica donna che avevo capito di amare, mi stava respingendo!

<< Non solo per quello. Come puoi anche solo pensare che io accetti, dopo avermi detto di aver lottato contro la tua volontà. Edward, tu provi solo attrazione per me, non mi conosci. Mi hai preso in giro, mi hai insultato in tutti i modi possibili, come pensi che io possa amarti?! Con il tuo comportamento, il tuo modo di fare, mi hai fatto capire che tu sei l'ultimo uomo sulla terra che avrei mai potuto sposare! >> Esclamò.

Ingoiai più e più volte il veleno che sgorgava nella mia bocca.

Mi sentivo mancare, mi sentivo male...

Abbassai lo sguardo. Aveva ragione, lo sapevo bene, ma nonostante tutto io l'amavo.

<< Io... >>

<< Bella? >>

Entrambi ci voltammo verso quella voce. James fece la sua comparsa, uscendo dal buio degli alberi.

<< Credo, sia meglio che vada... >> Mormorai, osservandola, forse per un'ultima volta.

Bella socchiuse le labbra, forse voleva dirmi qualcosa, o forse no.

Con un cenno del capo, salutai il nuovo arrivato e mi allontanai, ferito, solo, amareggiato e con un dolore talmente grande, da poter distruggere un mondo intero.

Camminai lento per tutto il sentiero, il rumore dei fiocchi che cadevano e si univano con il resto della neve, era l'unico rumore nel bosco.

Mi fermai davanti a casa, ero di nuovo qui. Come sempre, solo con un pezzo in meno del mio cuore.

Entrai, lo sguardo dei miei familiari mi passò da parte a parte, ovviamente Alice aveva visto tutto.

<< Edward... mi dispiace così tanto... >> Sussurrò affranta Esme.

Non riuscivo neanche a formulare una frase concreta, scossi solamente la testa e sempre con molta lentezza mi recai in camera mia e chiusi la porta.

Rimasi li, in piedi, davanti alla grande vetrata per giorni e notti. Non mi mossi mai.

Vedevo spuntare il sole, la neve brillare sotto di esso, uno spettacolo incedibile, ma per me, non significava nulla...

Nessuno della mia famiglia entrò nella mia stanza, sapevano, che quando me la fossi sentita, io stesso avrei varcato nuovamente quella soglia.

Isabella, cosa aveva scelto? Non avevo avuto il coraggio di leggere nella mente di Alice, sapevo che il dolore era li, pronto a colpirmi...

Un lieve bussare alla porta mi riscosse. << Edward, ti prego, posso entrare? >>

<< Certo, vieni pure mamma. >>

Lo dissi, ma non distolsi mai lo sguardo dalla grande vetrata.

La porta si aprì ed Esme fece il suo ingresso timidamente. << Edward, sono due settimane che sei chiuso qui dentro. >>

Non risposi, sapevo benissimo quanto tempo era passato.

<< Ti prego, hai bisogno di nutrirti... >>

Era vero, i miei occhi, non erano più colore dell'oro, adesso erano solo neri e vuoti.

<< Lo farò, stai tranquilla... >> Mormorai, più per tranquillizzarla che per altro.

<< Alice, domani... >> Iniziai, ma la sua voce mi arrivò chiara.

<< Ho visto. Sono contraria, ma solo tu puoi scegliere... >>

Ottimo, non dissi più niente, rimasi li fermo immobile.


   
 
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