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Autore: ianobo    01/02/2016    2 recensioni
Rivisitazione della famosissima saga di Harry Potter tutta in versione comica.
Premetto che amo moltissimo la saga e non voglio offendere nessuno, voglio solo far sorridere con contenuti demenziali.
In passato ho già scritto alcuni capitoli e vorrei riproporli poichè li ho riaggiornati e corretti.
Buona lettura!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rubeus Hagrid
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Harry era sbalordito. Non aveva mai visto un edificio così immenso e maestoso.
Lui ed Hagrid si diressero al bancone, dove c’era un folletto, travestito da torero e dal naso chilometrico.
Hagrid si schiarì la voce scatarrando sui capelli di Harry e disse «Il signor Harry Potter desidera fare un prelievo».
«El señor Harry Puetter tienes sua chiaves?», rispose il folletto rivolgendosi a Harry.
«Oh, un momento ce l’ho da qualche parte», rispose Hagrid mentre frugava in tutte le tasche, nelle scarpe, nelle mutande, nei capelli, sembrando un cane che si gratta per colpa delle pulci.
Il folletto lo fissò sconvolto e disse «Señor esta bien?».
«Sì, sì. Solo che… insomma… dov’è?! Arrivo! Dovrebbe essere qui… un attimo… Eccola la diavoletta!», disse Hagrid trovando la chiave in mezzo alla barba.
«E ho anche un’altra cosa…», continuò Hagrid sussurrando e porgendo al folletto una lettera.
Il folletto prese la chiave e la lettera e lesse.
«Questa me l’ha data il supremo FICO, nonché preside Silente…Riguarda lei sa cosa, camera blindata lei sa quale, da aprire con lei sa cosa, da dare a lei sa chi, richiesto da lei sa chi e impacchettato da lei sa cosa, dove, come e perché», continuò Hagrid facendo l’occhiolino.
«Ehmmmmm…Mucho bien, señor! Seguiteme!», rispose confuso il folletto.
I tre salirono su delle montagne russe che li portarono alla camera blindata di Harry.
Il folletto si avvicinò alla serratura e aprì la camera con la chiave.
L’intera stanza era piena di monete, abiti firmati Silente’s COOL, lingotti d’oro, parrucche, gioielli, boa di piume di struzzo, calici d’oro, sfere del drago.
Harry rimase a bocca aperta e non riuscì a dire nulla.
«Non avrai mica pensato che i tuoi genitori ti lasciassero all’asciutto? Guarda, Harry! Ti hanno lasciato anche questo splendido collare di diamanti. Ti servirà!», disse Hagrid.
«Ma Hagrid.. A cosa mi servirà questo collare?», disse perplesso Harry.
«Mmm… prendilo! Ti dirò io come usarlo!», rispose Hagrid malizioso.

Presi i soldi necessari, Harry, Hagrid e il folletto “torero” si diressero ad un’altra camera blindata. Quest’ultima non aveva la chiave e aveva l’aria di mistero misterioso.
Harry si stava chiedendo come sarebbe riuscito ad aprirla, quando il folletto disse «Espostateve, señor! Yo devo usar la mes chiappas».
«Cosa?» disse Harry.
«Un poquito de silensio, por favor. Me devo consentrar!» rispose il folletto.
Harry notò che sulla porta c’era un calco con due semicerchi e non riusciva a capire cosa fosse. Poi vide il folletto appoggiarci sopra le chiappe e capì subito che quello era il modo “magico” per aprire la camera.
Hagrid aiutò il folletto ad aprire la porta e nell’immensa stanza c’era solamente un pacchettino impacchettato con la carta di Peppa Pig.
«Cosa c’è lì dentro, Hagrid? Perché ha la carta regalo di Peppa Pig?» chiese curioso Harry.
«Non posso dirtelo. Affari di Hoguarts! Segretissimi! Sono in missione incognita. Tu non mi hai visto qui, Harry. Hai capito? Tu non hai visto niente, tu non hai visto niente, tu non hai visto nienteee» disse Hagrid sfumando la voce in modo criptico.
«Hagrid, come faccio a non averti visto qui? Sei davanti a me!»
«Harry è un modo di dire. Tu non devi dire a nessuno di questa cosa, hai capito?»
«Non posso nemmeno scriverlo sul mio diario segreto?» rispose Harry.
«Tieni un diario segreto Harry? Che sei una checca? Comunque no, nemmeno il diario segreto può saperlo. Tu non devi raccontare tu sai cosa, a chiunque tu sai chi. Capito Harry?».
«Ok, va bene», rispose Harry deluso.


Usciti dalla banca Harry ed Hagrid iniziarono a fare shopping. Prima andarono ad acquistare le varie divise al negozio Silente’s COOL, poi i vari libri ed infine Hagrid lo lasciò un attimo da solo al negozio di bacchette, poiché doveva sbrigare una commissione.
Entrò così da OLIVANDER. Quest’ultimo era un negozio molto cupo e deserto. Harry suonò il campanello e vide arrivare il commesso.
Appena vide Harry sorrise e disse «Mi domandavo quando l’avrei conosciuta signor Potter».
All’improvviso arrivò con una bacchetta e la diede in mano ad Harry e disse «Sembra ieri che sua madre e suo padre sono venuti a comprare la loro prima bacchetta magica. Ed eccoci qua, tarattataaaa, ora ci sei tu, turututtutuuuu!».
Harry rimase impalato con la bacchetta in mano e il commesso disse «Via! La agiti! La faccia svolazzare! Non faccia il bamboccio».
Harry agitò la bacchetta e come per magia, ovviamente, il commesso rimase in mutande.
Olivander, imbarazzato, corse a mettersi un grembiule e ritornò al bancone con un’altra bacchetta.
«Forse…questa… provi questa» disse Olivander.
Harry agitò l’altra bacchetta e questa volta gli fece volare il parrucchino.
Il commesso, di nuovo imbarazzato, corse a mettersi un’altra parrucca; questa volta invece di avere i capelli grigi, li aveva biondo platino.
Infine prese un’altra bacchetta e disse «Mi chiedo se… » e la porse a Harry.
Harry la prese in mano e ad un certo punto iniziò ad esserci vento e si sentì come Rose sulla poppa del Titanic; però la bacchetta questa volta non combinò nessun guaio. Forse era quella giusta.
«Curioso, davvero curioso», disse Olivander pensante.
«Scusi, ma cosa c’è di curioso?», disse Harry.
«Io ricordo tutte le bacchette che ho venduto, signor Potter. Si da il caso, appunto, che la fenice, la cui scoreggia risiede nella sua bacchetta, abbia mollato un’altra scoreggia. Soltanto una e basta! E’ curioso che lei sia destinato a questa bacchetta, quando la sua gemella le ha inferto la cicatrice che ha sulla fronte. A proposito, posso vederla?»
«Di quale cicatrice sta parlando, signore?», rispose Harry.
«Di quella che ha in fronte, signor Potter»
Harry tirò via i capelli dalla fronte e disse «Io ho solamente questo in fronte».
Olivander disse «Chiquita, passione mai finita?»
«Cosa, signore?» rispose Harry.
«E cosa sarebbe quello? Un bollino delle banane? Toglitelo subito ragazzo!» disse Olivander segnando la sua fronte. Harry tolse il bollino e si guardò allo specchio e per la prima volta vide una cicatrice a forma di saetta. Perché gliel’avrebbero tenuta nascosta?
Olivander rimase a bocca aperta.
«Signore, chi possedeva l’altra bacchetta?», riprese Harry.
«Noi non diciamo il suo nome. E’ la bacchetta a scegliere il mago, signor Potter. Va di moda dire così adesso, quindi lo dico perché sono IN», rispose Olivander.

Dopo aver pagato Harry incontrò Hagrid. Quest’ultimo aveva una sorpresa per lui…
  
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