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Autore: ARed    02/02/2016    2 recensioni
Bella ed Edward sono una famosa coppia di attori, famosi per essere i protagonisti di una delle saghe di più successo degli ultimi anni.
Sono felici e innamorati, ma qualcuno gli vede come delle semplici macchine da soldi. Persone senza scrupoli, a cui non importerà nulla di far soffrire i due protagonisti, colpiti da un tradimento che come un fulmine a ciel sereno gli separerà.
“Era un inferno che visto dall’esterno poteva sembrare il paradiso”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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RITROVARSI

Avevo il cuore a duemila: bum, bum, bum. A momenti usciva dal mio petto, calmati non è ancora arrivata la tua ora mi convinsi.
Percorsi il vialetto che portava alla nostra villa, in quel noi volevo crederci ancora. 
Al diavolo quelle foto, i giornali, i pettegolezzi, al diavolo lei! Lui era mio, nessuno me lo avrebbe portato via, perché io non glielo avrei permesso.
Ero davanti il cancello della villa, convinta di scendere, stringevo le chiavi di casa fino a sentire dolore al palmo della mano destra. I dubbi mi assalirono, e se non fosse in casa, o peggio se.. stava dormendo abbracciato a lei nel nostro letto..
No! Era impossibile, al massimo non lo avrei trovato in casa. Solo l’altra sera aveva detto a Rose che non aveva mai smesso di amarmi. Dovevo stare tranquilla, tutto in quel momento dipendeva da me.  
Nella mia testa riaffiorarono quelle foto, i miei incubi. Sentivo che il petto stava andando in frantumi, ma decisi di seguire il consiglio di Alice, cacciai quelle immagini in posto lontano del mio cervello, e smisi di pensarci.
Liberai la mia mente da tutti e da tutto. C’eravamo solo io e lui.
Scesi dall’auto, non c’erano paparazzi in giro, o almeno non li vedevo. Sperai tanto che non ci fossero, almeno per quella volta volevo che rimanesse tutto tra me  lui, come all’inizio.
Feci un bel respiro, che per la prima volta dopo giorni non mi si bloccò, e aprì il cancellino. Notai che aveva coperto le grate del cancellino, con della rete di metallo.
Un punto a suo favore. Entrai nel giardino di casa facendo il meno rumore possibile, l’allarme era disattivato ed MJ dormiva profondamente nella sua cuccia sotto il portico, era un chiaro invito ai ladri, che potevano entrare tranquilli. 
Non si accorse minimamente della mia presenza, col cuore in gola aprì la porta di casa, tutto era molto tranquillo.
Non so perché, ma i miei piedi mi condussero in sala, Edward dormiva sul divano. Aveva addosso una maglietta bianca dell’Adidas, che gli avevo regalato io, e i pantaloni grigi di una vecchia tuta, era terribilmente sexy. 
Non volevo svegliarlo, mi piaceva vederlo dormire. Lo amavo e forse era stato il mio cuore a portarmi qui in sala e non in camera da letto, dove mi aspettavo di trovarlo dormire.
Mi sdraiai accanto a lui, il divano era bello largo, misi la mia testa sulla sua spalla e poco dopo lui si mosse e mi abbracciò, impedendomi di scappare. Dormiva ancora, non si era svegliato. E io non volevo scappare, perché finalmente mi sentì a casa, al sicuro, il dolore che mi squarciava il petto era ormai solo un vecchio ricordo.
 << Non te ne andare ti prego>>, mi sussurrò all’orecchio, qualche minuto dopo. Si era svegliato e il mio cuore fece un triplo salto mortale, prima di tornare a battere forte.
<< No>>, dissi stringendomi ancora di più a lui.
Di colpo si alzò e mi posò sulle sue ginocchia, d’istinto lo abbracciai legando le mie braccia al suo collo. Quando sciolsi l’abbraccio ero un po’ brilla, questo era il suo effetto su di me, decisi di scendere dalle sue ginocchia per riprendere un po’ di lucidità.
Lui non si mosse, mi fissava, vedevo la paura nei suoi occhi verdi. Aveva paura di perdermi. La stanza era al buio illuminata solo dalle luci che provenivano dalla vetrata che dava sulla piscina. Ed anche con quella luce lui rimaneva bellissimo, da togliere il fiato. Anche lui si alzò in piedi.
<< Dimmi solo una cosa>>, finalmente parlai. Lo fissavo dritto negli occhi, cominciando a perdermi in quel verde. 
<< Quello che vuoi>>, la sua voce era un sussurro.
Mi mordicchiai il labbro inferiore, << Tu.. tu mi ami?>>. Era sconcertato, shockato, immobile come una statua di Donatello.
Finalmente parlò, accarezzandomi la guancia sinistra, << Si >>. Nei suoi occhi trovai la felicità, lui era tutto quello che volevo nella mia vita. Tutto quello che avevo sempre voluto, e che solo con Edward avevo capito.
<< Non ho mai smesso, mai>>, continuò.
<< Non mi serviva altro>>, e lo baciai. Un bacio lento, carico di amore, di dolore, di passione, intrecciai le mie dita ai suoi capelli, e le sue mani da pianista avvolsero i miei fianchi. Mi era terribilmente mancato.
La sua vicinanza mi mandava in estasi, dovevo fermarmi. 
<< Mi sei mancata da morire. Ti amo>>, mi prese in braccio e continuò a baciarmi.
Il mio stomaco cominciò a brontolare , rovinando quel bellissimo momento.
<< Da quand’è che non mangi?>>, chiese con tono divertito. << Ehm..>>. A colazione avevo mangiato té e biscotti e poi basta. << Bella?>>, e si diresse verso la cucina.
<< Che fai?>>, gli domandai baciandoli la punta del naso.
<< Ti invito a cena! Devo cominciare a farmi perdonare>>, raggiunse la cucina e mi posò su uno sgabello. << Pasta?>>, domandò, oltre non riusciva ad andare in cucina.
<< Faccio io, però. Se la facessi tu cominceremmo male>>.
Mi misi a fare la pasta, lui mi osservava, c’era ancora tensione tra di noi. Dovevamo parlare di tante cose, ma non quella notte. I nostri sguardi parlavano per noi.
La pasta era pronta,iniziammo a mangiare. Avevo una fame da lupi, mangiai tutto.Ed anche lui sembrò apprezzare. La mia bocca si spalancò, stavo per crollare.
<< Andiamo a porre rimedio a quelle occhiaie?>>, non capi. << Come?>>.
<< Andiamo a dormire>>, si avvicinò e cominciò a baciarmi, poi mi strinse forte al suo petto e le lacrime cominciarono a scendere. Era tutto il dolore che avevo accumulato in quei giorni, lo sentivo sciogliersi attraverso le lacrime che inzuppavano la sua maglietta. Strinse ancora di più l’abbraccio, << Amore mio mi dispiace, perdonami. Sono stato uno stupido..>>, aveva la voce rotta dalle sue lacrime. Io non avevo la forza di dire nulla.
Restammo così, abbracciati, l’uno all’altro per non so quanto tempo. Sentivo che quello era il mio posto, che quelle braccia cercavano solo me. Che c’era una possibilità, io e lui ce l’avremmo fatta, assieme a lui mi sarei scordata di quelle foto e di tutte le sue conseguenze..
Cavolo la macchina! Era fuori da casa nostra, i paparazzi l’avrebbero vista e sarebbe scoppiato il finimondo. << Edward la macchina!>>, dissi d’un tratto.
<< Come?>>, l’avevo confuso.
<< La macchina è fuori, la vedranno i paparazzi, e poi..>>, balbettai, ma capì.
<< Dammi le chiavi!>>, le tirai fuori dalla tasca e gliele diedi. 
<< Ti aspetto in camera..>>. Il suo viso si illuminò e uscì dalla cucina.
Raggiunsi la nostra camera da letto, nulla era cambiato. Probabilmente non ci dormiva da quando io me ne ero andata. Mi misi sul letto e il sonno s’impadronì di me.
Ero nella mia cucina Edward preparava la colazione, cantava. Mamma mia quanto era bello. Jessica entrò e cercò di baciarlo, lui la scansò.
<< Non lo toccare, lui è mio>>, urlai scansandola.
<< Non lo toccare, non lo toccare, non lo toccare>>.
Mi svegliai di colpo urlando e tremando, le mani di qualcuno mi strinsero forte, era Edward. << Amore calmati, era solo un brutto sogno>>. Si, era solo un sogno, lui era li con me e mi amava, cominciò a baciarmi e lentamente sprofondai nel sonno tra le sue braccia.
Fu un sonno tranquillo, come non succedeva da tempo, mi aveva cullata per tutta la notte. Ora il sole inondava la stanza ed anche nel mio cuore il sole cominciava a risplendere timidamente. Edward era sveglio, parlava al telefono con qualcuno, credo fosse sua madre.
<< Mamma è qui. Mi ha dato un'altra possibilità. È di nuovo al sicuro tra le mie braccia>>, quelle parole mi riempirono il cuore. << Lo giuro, non la farò più soffrire. Mi sento così in colpa..>>. Si voltò verso di me, svelta richiusi gli occhi, ma ormai mi aveva scoperto ed io gli sorrisi, un sorriso spontaneo, che solo lui mi procurava.
<< Mamma si è svegliata, ti chiamo dopo. Anche io ti voglio bene>>. Ripose il cellulare sul comodino e si sedette sul letto, prendendo il mio viso tra le sue mani.
I suoi occhi rapirono i miei, << Ti amo>>, gli dissi, << Insieme ce la faremo>>. Ne ero convinta, solo assieme a lui avrei sconfitto quel dolore che mi squarciava il petto.
<< Siamo forti perché il nostro amore è vero, puro e profondo, e non potrei mai e dico mai vivere senza di te Bella. Perché tu sei tutto il mio mondo. Ti amo>>.
I suoi occhi si illuminarono e lo baciai, un bacio carico d'amore profondo e di adorazione, l'uno per l'altro. Era mio e nessuno me lo avrebbe portato via.
Ed ora ne ero consapevole lui mi amava veramente.
 
Lei dice di averlo perdonato, ma sarà così?
Riuscirà davvero a metterci una pietra sopra?
Jessica, che fine ha fatto?
Lo scopriremo la prossima volta,
grazie a tutte di cuore, un bacio AlmaRed

P.S. Dovevo pubblicare domani ma sono in università e non ci sarei riuscita.. Alla prossima

   
 
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