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Autore: Laky099    02/02/2016    5 recensioni
Il mondo, già devastato dalla terza guerra mondiale, si trova a vivere un ulteriore guerra volta al predominio religioso. Mentre gli scontri tra cristiani, islamici, buddisti, shintoisti, seguaci del dio Azatoth e di altre antiche religioni giungono al culmine, i leader di tutte le fazioni ricevono le istruzioni per compiere un rituale attraverso il quale evocare sulla terra il loro Dio, coinvolgendo gli dei in una guerra planetaria dalle proporzioni inaudite.
[La storia ha vari POV, che ruoteranno di capitolo in capitolo]
Genere: Azione, Dark, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Perchè sono ancora cosciente? Si chiese Harumi. Non sentiva più alcun dolore e i suoi occhi si erano riaperti da soli. Non aveva minimamente la forza e la capacità di muoversi, ma poteva vedere, poteva ascoltare, poteva percepire tutti gli odori acri del campo di battaglia. La sua mano, quella normale, sentì la terra colma di sangue impiastriciargli le dita. Il sangue è il mio... Pensò.
Davanti a sè vide Morte, ancora impegnato nella furiosa battaglia con Nyarlathotep. Il dio dei R'liehani si muoveva fluido ed inquietante, mentre morte, sotto forma di tristo mietitore, cercava di star dietro alla letale danza del nemico.
Una pioggia di tentacoli partì dal corpo della divinità, tempestando l'aria di un putrido odore di pesce marcio. Morte assunse la forma di cipolla per rimpicciolirsi e riuscire a schivarli, dopodichè saltò su di essi, zigzagando sino ad arrivare al più alto di questi. Riprese l'aspetto di mietitore e saltò in alto, attaccando con la sua mortifera falce. Nyarlathotep però, si trasformò in una sorta di nebbia violacea eludendo l'assalto, per poi fare qualcosa che sorprese quanto Morte quanto il suo intercessore: rivelò un orrida bocca piena di denti affilati, la cui apertura aveva quattro lobi e da cui fuoriusciva una sorta di bava verdastra, dopodichè la usò per mordersi un tentacolo. Soffiò dentro di esso ed il suono che ne uscì fu simile a quello a quello di un flauto, ma dalle tinte molto più nefaste. Una melodia aberrante si sparse nell'etere, diffondendosi come una malattia infettiva e richiamando su di sè quanto di più malvagio e caotico potesse esistere su questa terra. Era un motivetto orribile, basato su controtempi insensati e folli, inascoltabili nonostante fossero davvero ben realizzati.
Dal nulla, in lontananza apparve un mostro, un mostro tanto enorme da non poter essere definito con termini comuni. Una sorta di orrida montagna camminava diritta, barcollando goffa e flaccida verso la battaglia. Aveva ali di pipistrello inutili e ridicolmente piccole, mentre il suo disgustoso volto era circondato da una barba formata da verdi tentacoli rinsecchiti, che secernevano un liquido biancastro, acido e purulento molto simile al pus. Il fetore che emanava era folle, intollerabile, malato. Era come se la decomposizione stessa avesse preso possesso della morte allo scopo di darle una nuova, indecorosa esistenza.
Il motivetto si fece sempre più strano ed ossessivo, tanto che sembrava ripetere "Chtulu ftangh,Chtulu ftangh" direttamente nella mente di Harumi. Una paura sempre più orrida ed inquieta prese posto nella sua testa. Se ne avesse avuto la forza avrebbe vomitato tutto ciò che aveva nello stomaco, forse anche qualcosina di più. Quando il mal di testa ed il disgusto si fecero troppo forti, Morte gridò. -È solo un illusione!- furono le sue parole. Si lanciò contro Nyarlathotep ignorando il mostro verde e con un movimento di polso fece calare la falce sul nemico, ferendolo e facendo sparire l'orrida creatura.
Morte cercò di attaccare di nuovo, rimpicciolendosi fino a sparire per poi ricomparire dietro l'intercessore nemico nemmeno un istante dopo. L'uomo, senza togliere le mani dalla tasche dei pantaloni, si limitò a dire due paroline arcane e sconosciute, che non sembravano appartenere ad alcuna lingua nota -Aegis fthang-.
Il colpo rimbalzò via senza fare danni, sbalzando Morte all'indietro. Nyarlathotep, vista la situazione di vantaggio, si lanciò contro Harumi.
È finita... pensò. Temeva di morire, ma ancora di più temeva di non poter morire a meno che Morte non lo mietesse. Quella creatura era il caos strisciante, la sofferenza nella sua forma più pura. Finire preda dei suoi viscidi tentacoli sarebbe stata un'agonia che nessun umano poteva anche solo immaginare. Li vedi avvicinarsi, istante dopo istante sempre di più. Ma poco prima che potessero lambire la sua pelle pallida una grossa barriera di metallo si erse da terra, salvandolo da un destino atroce. Sembrava uno scudo medievale, alto quanto una persona e largo il doppio. Nonostante la sua solidità, ben tre dei tentacoli erano riusciti a perforarlo, rimanendo inermi a penzoloni sopra la faccia del ragazzo, che solo dopo qualche secondo riuscì a capire cosa fosse successo. Scomparsa la barriera di metallo, Morte fece la sua comparsa. Era stato letteralmente trafitto in ben tre punti diversi dal quale sgorgavano getti di sangue continui che, a giudicare dall'espressione del suo compagno, dovevano fare un male cane. L'intercessore di Nyarlathotep rise, osservando la scena con aria di superiorità.
-Morte, sei più sciocco di quanto non credessi- ridacchiò -perchè proteggi quell'umano? Nè io nè Nyarlathotep possiamo mieterlo. Possiamo ferirlo, torturarlo, farlo a pezzi... e ne sentirebbe di certo tutto il dolore. Ma non può morire finchè non lo mieti, qualsiasi cosa gli accada la tua evocazione non terminerà. Perchè salvarlo?-
Morte continuava a perdere sangue, ma qualcosa era cambiato in lui. I suoi occhi erano diventati rossi come il fuoco e la sua pupilla aveva preso una forma felina.
-Tu... non... toccherai... Harumi- disse, quasi ringhiando. Ripetè quelle parole due, tre volte, forse più. Poi di colpo si rilanciò all'assalto della orrenda divinità, colpendola con un attacco tanto improvviso e violento da non dargli possibilità di scampo. Un orrido liquido verde discese dai tentacoli tagliati e qualcosa si accese dentro Harumi.
Il groviglio di materia di cui era composto il corpo di Nyarlhatotep esplose, rimescolandosi in una indecifrabile poltiglia nera e verde, dopodichè prese la forma di uno strano gargoyle squamoso, intorno al cui volto ondeggiavano centinaia di zampette dotate di lunghi artigli affilati. Gridò con voce stridula e si lanciò contro Morte, infliggendogli una serie di ferite non molto profonde, ma continue. Il mietitore cercò di difendersi, ma i movimenti del gargoyle erano troppo veloci ed imprevedibili per essere parati o schivati. Improvvisamente tutto fu chiaro: nonostante quello sprazzo di orgoglio, mai Morte avrebbe potuto vincere quella sfida.
Sapeva di non poter competere con Nyarlathotep pensò Harumi colpevole.
All'improvviso Morte cominciò a brillare di una luce bianca e la sua espressione, che sembrava ormai vacua, riprese vigore. Saltò velocemente verso Harumi, sfiorandolo con un dito. Vi furono immagini scosse e vaghe, ma cessarono proprio mentre il ragazzo cominciò a sentire troppo forte il dolore alla testa, che lo trascinò verso un'infinita spirale che sembrava attorcigliarsi sino alla tenebra più pura.

Quando aprì gli occhi capì di essere dentro una grotta. Il corpo, tutto il corpo, gli faceva male ma con uno sforzo di volontà riuscì a mettersi seduto.
-È sveglio!- gridò una vocina acuta e dolce. Harumi impiegò solo qualche istante per riconoscerla: era Mandraprix.
-Ciao Harumi- disse una voce femminile. Era una bella ragazza dai tratti medio-orientali, con occhi azzurri e liscissimi capelli neri semi-nascosti da un sottile foulard azzurro. Dietro di lei si trovava un uomo che Harumi non fece fatica a riconoscere: era Mohamed, l'evocazione degli islamici.
-S-salve- borbottò lui -perchè sono qui?-
-Perchè quella piccola cipolla vi ha salvato la vita- rispose Mohamed riferendosi a Mandraprix. La piccola Mandragola guardava verso terra, mentre il suo colorito solitamente chiaro si fece sempre più rosso.
-Come sta Morte?- chiese Harumi con apprensione. Non aveva dimenticato il come avesse subito quelle ferite, protegendolo dai devastanti tentacoli del dio r'liehano.
-Guarirà, ma ora sta riposando. Nyarlathotep l'ha massacrato. Onestamente la sua potenza mi preoccupa, esattamente come l'assenza di Buddah-
Harumi si alzò in piedi e lo vide. Morte aveva l'aspetto di un ragazzo, del classico ragazzo che aveva incontrato la prima volta. Era ferito in numerosi punti e pallido come un cadavere.
-Perchè ci avete salvati?- chiesa Harumi. Una fitta al fianco lo fece piegare in due dal dolore, ma fece appello alla tipica forza di volontà che aveva sempre contraddistinto il suo popolo per non cadere in terra.
-Semplice, caro Harumi. Sai cosa è successo agli shintoisti quando hai ucciso Amaterasu?-
-No- rispose il ragazzo. Riteneva semplicemente che fossero stati costretti a battere in ritirata, ammesso che avessero già scoperto la loro sconfitta -non sono tutti morti?-
-Non tutti- rispose Mohamed - ma molti sì. Ma non è questo che conta: nello stesso istante in cui Amaterasu è morta, tutti loro hanno dimenticato di appartenere a quella religione. Dal loro punto di vista lo shintoismo è diventato come l'odinismo o i dei greci: una religione appartenente al passato, morta e sepolta da ormai secoli. Alcuni dei sopravvissuti si sono arruolati nelle altre fedi, altri invece scappano nella disperata ricerca di una terra pacifica dove vivere in pace. Poveri illusi-
-Non hai ancora risposto alla mia domanda- rispose Harumi - perchè ci hai aiutato?-
-Semplice. Mandraprix mi ha proposto un accordo: Nyarlathotep ha ucciso quasi metà della mia gente. È vero, molti di loro meritavano quel destino ma... non posso comunque perdonarlo. Poi, una volta che avremo finito con i R'liehani, sarò ben lieto di cedergli la mia vita, esattamente come Fatima. Il mio culto cesserà di esistere ed ho ragione di credere che molti di loro si uniranno ai cristiani. Se qualcuno deve vincere questa guerra, tanto vale che sia Jesus. Non ho alcun rispetto per i suoi cristiani, loro sono colpevoli tanto quanto gli islamici, ma lui crede ancora negli umani. Se ci dovrà essere un nuovo corso, è bene che sia lui ad indicarne la strada-
-Lo odio, quel Jesus-
La voce che aveva pronunciato quelle parole era poco chiara e molto frettolosa. Harumi non fece fatica a riconoscerla.
-Morte!- disse, correndo verso il suo amico -come ti senti?-
-Sono stanco morto- rispose lui. Fu conosolante vedere come avesse perso la sua ironia.
Harumi corse dal mietitore e lo abbracciò. -Grazie- disse, mentre una lacrima fece capolino dai suoi occhi. Morte, visibilmente a disagio, assunse la sua tipica forma da cipolla per evitare la stretta del ragazzo. Nonostante il cambio di forma però, le sue ferite erano rimaste: i vari strati erano strappati, con alcuni degli anelli che penzolavano qua e là.
-Dai Harumi- disse -puoi giustificare le tue lacrime dicendo che hai provato a tagliarmi-
-Non sto piangendo- rispose il ragazzo, ricomponendosi.
-Come no. Piuttosto, non hai fame? L'ultima volta che ti ho visto mi pareva avessi un certo buco nello stomaco-
Cosa.... si disse Harumi, prima di ricordare. Nyarlathotep non l'aveva semplicemente ferito, l'aveva letteralmente bucato da parte a parte con un suo tentacolo. D'istino si alzò la maglietta e si osservò la pancia, notando uno strato di carne e pelle bianca, che faceva da "toppa" alla ferita. Su di esso era disegnata una stella a sette punte con all' interno un simbolo che mai aveva visto prima.
-Per evocare Morte, Mandraprix ha portato qui un malato terminale- spiegò Mohamed - ho dovuto tracciare quel disegno e dargli il colpo di grazia per potervi evocare. Dopodichè Morte con le sue ultime forze mi ha chiesto di tapparti il buco con della pelle e Fatima l'ha fatto. Non so nemmeno perchè abbia funzionato-
-Harumi è un non-mietuto, ma teoricamente sarebbe dovuto essere morto quando ci siamo conosciuti- rispose Morte con voce affannata - i suoi organi sono disattivi. Diciamo che il suo corpo può essere riparato, non guarito-
-In pratica sono uno zombie- obbiettò l'interessato con voce amareggiata
-Io ti definirei una zombie funzionale. Dai, su con la vita, non è successo nulla!-
Vi fu un lungo silenzio, che venne interrotto solo dall'educata risata di Fatima, la quale subito dopo si rivolse direttamente a Morte. Era decisamente un silenzio tombale pensò Harumi oh no, ora faccio anche le battute come lui.
-Le tue battute, i tuoi discorsi insensati, la tua fissazione per gli ortaggi... non sei cambiato di una virgola- disse.
-Non sono io fissato con gli ortaggi, è che loro sono oggettivamente meglio... Aspetta! Ci conosciamo?-
Fatima si tolse il velo azzurro dal capo dopo un occhiata con Mohamed. I suoi capelli, ormai sporchi e crespi, le scesero lungo la schiena. I suoi splendidi occhi azzurri, tanto profondi da sembrare essi stessi di origine divina, scrutarono Morte ed Harumi con aria impassibile e disincantata. Morte ridacchiò istericamente, esattamente come aveva fatto quando aveva visto il massacro compiuto da Nyarlathotep nei confronti degli islamici. Quando parlò, la sua voce fu anche più acuta del solito, come a sottolineare il suo stupore.
-Quanto tempo è passato?- chiese
-Sono ottantadue anni precisi dopodomani-
Morte ridacchiò di nuovo, ma per quanto si sforzasse Harumi non riuscì a comprenderne il motivo.
-Lo sapevo!- disse -Sapevo che il progetto Neo-Genesis non sarebbe fallito alla fine!-



*Ciao a tutti! Ebbene sì, Harumi non  può morire senza "l'autorizzazione" di Morte u.u  Chissà se l'affetto di Morte per il suo intercessore è sincero... Beh lo scoprirete nei prossimi capitoli!
Capitolo un po' povero di citazioni e mitologia però era tempo che volassero altre mazzate, no? E poi c'è il mio caro Lovecraft che beh, salva sempre la situazione!
Nel caso voleste più informazioni su Nyarlacoso vi lascio un link: http://www.yog-sothoth.com/wiki/index.php/Nyarlathotep

Al prossimo capitolo, in cui torneremo in quel degli inferi ;D Ciao ciao!

**Vi lascio il link della mia pagina su FB, cosicchè possiate rimanere aggiornati su questa storia o su altre OS che scriverò in futuro. Se vi va di fare un salto... beh mi farebbe piacere (y) ---->   Laky099 EFP su Facebook
   
 
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