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Autore: LaTuM    19/03/2009    7 recensioni
“C’è un modo per aggirare il principio?” domandò Harry lasciando totalmente Draco incredulo.
“Cosa?!”
[Seguito di Scambio Equivalente – La Bambola dell’Alchimista – Il Dottor Sottile]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Tetralogia Alchemica'
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Importante! Questa storia è l'ultimo capitolo della tetralogia alchemica. I precedenti sono Scambio EquivalenteLa Bambola dell’Alchimista Il Dottor Sottile

Disclaimer: tutto appartiene a JKRowling, io non ci guadagno nulla.

 



Il Conquistatore di Shambala

di Lokex aka LaTuM

 

 “Sei comunque attraente, anzi…”

“Malfoy, hai appena fatto il complimento sbagliato alla persona sbagliata. O il complimento sbagliato alla persona giusta. O ancora il complimento giusto alla persona sbagliata..”

“Il complimento giusto alla persona giusta?”

“Per questo dicevi che non avevo capito nulla?”

“Esattamente.”

 

Harry doveva immaginarlo che c’era una ragione se Malfoy aveva iniziato ad esporsi. I Serpeverde non fanno mai nulla senza un proprio tornaconto, ma di certo non era quello Harry aveva immaginato.

Malfoy si era esposto completamente, fornendogli spunti a sufficienza per farsi rovinare totalmente la reputazione. Probabilmente il suo lato Serpeverde l’avrebbe anche fatto, ma Harry aveva scelto di essere un Grifondoro, e le conseguenze di quella decisione si riflettevano anche in quelle occasioni. Malfoy sapeva che Harry non l’avrebbe deriso o umiliato e, ad essere onesto, in quel momento il Grifondoro si sentiva esposto tanto quanto il suo presunto rivale.

“Anche a te la pioggia sta bene.”

Non aveva idea del perché gli avesse risposto proprio con quelle parole, ma al momento gli era sembrata la cosa più logica da dire.

No, forse logica no. Un botta e risposta logico tra lui e Malfoy consisteva in una serie di insulti. Il Serpeverde avrebbe dovuto sottolineare quanto in quel momento facesse schifo ricoperto di fango. Harry avrebbe dovuto fargli notare che lui, fradicio, non era messo tanto meglio.

Malfoy era uno stronzo arrogante figlio di Maghi Oscuri della peggior specie che improvvisamente aveva deciso di voler ‘diventare amico’ della sua nemesi, carezzato dall’idea di voltare le spalle alla famiglia di cui tanto si era pavoneggiato di far parte.

Serpeverde, mago oscuro, futuro Mangiamorte che cercava di diventare amico del Prescelto, per giunta Grifondoro.

Non c’era logica dietro tutto quello e, per quanto la vita di Harry fosse sempre stata al limite dell’assurdo, quello stava cominciando a diventare troppo anche per lui.

Si spinse il cuscino sulla faccia non del tutto sicuro che dietro quel gesto non ci fosse la voglia di togliersi di mezzo. Da morto non avrebbe dovuto guardare nuovamente in faccia il Serperverde.

Lanciò il cuscino in fondo al letto e tornò a respirare normalmente. Per Godric, era un Grifondoro lui! Non sarebbe scappato e avrebbe trovato il modo di risolvere la questione.

 

§

 

La questione non si risolse. Harry rimase chiuso nella Torre per tutto il week-end. Uscì solo quel tanto che bastava per mangiare e portava sempre con sé la Mappa del Malandrino per accertarsi che Malfoy non fosse nei paraggi. Da quello che notò, però, anche il suo compagno di gaf aveva trovato particolarmente confortevole la sua Sala Comune.

Hermione, Ginny e persino Ron erano preoccupati per Harry: non era da lui comportarsi così e, da che lo conoscevano, il ragazzo non era mai stato fermo nella Torre per più di qualche ora. Doveva sempre stare attento che qualcuno non tramasse qualcosa ai danni di Hogwarts, di cui era diventato il paladino difensore.

 

“Sto bene, sono solo un po’ stanco!” non aveva fatto altro che ripetere per due giorni mentre, tra un compito e l’altro, i suoi amici non avevano smesso di lanciargli occhiate furtive, cercando di intuire cosa stesse accadendo.

 

Harry li odiava quando si comportavano in questo modo. Erano i suoi amici ed era comprensibile che fossero preoccuparti per lui, ma il fatto che certe volte tentassero di metterlo con le spalle al muro e parlare quando non aveva la minima voglia era quanto di più irritante ci fosse. Certe cose non li riguardavano. E il fatto che la notte precedente il volto arrogante di Malfoy gli fosse apparso in sogno con un’espressione ben diversa dipinta sul viso, non era di buono auspicio.

 

Draco aveva ragione: qualcosa nel processo alchemico si era davvero inceppato.

 

§

 

“Dobbiamo parlare!” sussurrò Harry quando urtò intenzionalmente Malfoy con una spallata fuori dall’aula di Pozioni.

“Cinque punti in meno a Grifondoro per aver spintonato uno studente” mormorò la voce di Piton alle spalle di Harry. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. Immaginava che sarebbe successo, ma quella era anche l’unica occasione in cui avrebbe potuto far arrivare il messaggio a Draco senza destare sospetti. Mandargli un gufo era fuori discussione per la stessa ragione. Ed era anche curioso di vedere la faccia che avrebbe fatto Draco alla sua richiesta.

Il biondo, non appena Piton ebbe tolto i punti alla casata rosso-oro rovesciò a terra la borsa.

“Potter, guarda cos’hai combinato!” gli fece notare con la voce carica di scherno e con un ghigno dipinto sul viso.

“Signor Potter, aiuti il signor Malfoy a raccogliere il contenuto della borsa.”

Harry si rivolse a Ron ed Hermione, rassicurandoli e dicendogli di andare pure e dire alla professoressa Sprite che era stato momentaneamente trattenuto da Piton. I due annuirono mentre Malfoy faceva lo stesso con Zabini. Tiger e Goyle non frequentavano più Pozioni dato che Piton non accettava delle misere ‘A’, anche se questo aveva voluto dire lasciarsi alle spalle due Serpeverde.

Il moro si limitò a dirgli che sarebbe andato in biblioteca e di raggiungerlo lì.

“Che vuoi Potter?”

“Avevi ragione”

“Non che io abbia mai torto, ma su cosa di preciso?”

“Il processo alchemico si è inceppato.”

“Benvenuto nel mio mondo Potter” – lo schermì Draco- “non è questa la sede. Stanza delle Necessità verso le undici.”

“Ma stasera non c’è nessuna riunione dei Prefetti” asserì Harry confuso.

Draco alzò gli occhi al cielo mettendo l’ultimo rotolo di pergamena nella borsa.

“Sapevo che eri un idiota Potter, ma non fino a questo punto!”

“EHI!” tentò di protestare Harry venendo poi raggelato da un’occhiata del Serpeverde.

“Qualcosa ti ha mai impedito di scorazzare per i fatti tuoi per il castello?”

“No, ma per te non è un probl-”

“Dopo un anno non hai ancora capito che sono un Prefetto? Cinque punti in meno a Grifondoro per la tua stupidità, magari è la buona volta che lo capisci” si limitò a dire Malfoy alzandosi e dandogli le spalle.

Harry lo guardo esterrefatto. Non credeva che quella viscida serpe gli avrebbe davvero tolto dei punti – dopo che Piton si era già preoccupato di farlo – ma la clessidra nella Sala Grande non poté che confermalo.

 

§

 

“Mi devi delle scuse!” fu la prima cosa che Harry berciò non appena entrò nella Stanza delle Necessità, alle spalle di Malfoy.

“E per quale ragione?” domandò lui pazientemente, sedendosi come al suo solito sul comodo divano verde della Sala Comune ibrida che lui e Potter evocavano ogni volta.

“Quei cinque punti che hai tolto a Grifondoro! Che bisogno c’era?”

“Non è colpa mia se sei un deficiente, Potter!”

Harry fece per replicare, ma si rese conto che, dietro agli insulti, Malfoy aveva anche ragione. E probabilmente, ai sui occhi, dimenticare che era stato investito della carica di Prefetto, era come chiamarlo ‘mezzosangue’.

Il moro lanciò il mantello dell’invisibilità sullo schienale della sua poltrona rossa preferita e si sedette poi su di essa, poggiando la schiena ad un bracciolo e facendo penzolare le gambe dall’altro.

“Perché non usi un divano invece che comportarti come un qualunque troglodita?”

“Io sono un troglodita. Poi i divani sono verdi e non mi piace il verde.”

“Desiderane uno rosso. E poi non puoi odiare il verde, è il colore dei tuoi occhi.”

“Se per questo è anche il colore di Serpeverde e dell’Avada Kedrava” lo rimbeccò il ragazzo, motivando il suo astio per quel colore “E poi quando vedo ai miei occhi ripenso a mia madre che è morta per mano di un’Avada – verde – lanciata da un ex Serpeverde.”

“Non fa una grinza.”

Harry sbuffò e Draco alzò un sopracciglio perplesso. Stavano tergiversando, entrambi lo sapevano ed entrambi davano retta l’uno alle follie dell’altro, pur di non entrare in argomento.

Del proverbiale coraggio dei Grifondoro e dell’astuzia Serpeverde… Un qualunque buon e pacato Tassorosso sarebbe riuscito ad arrivare al punto molto prima di loro.

“Stai vaneggiando, Potter” mormorò Draco dopo alcuni minuti di silenzio.

“Uhm…”

“Non dovevamo parlare?” gli domandò il biondo.

“Non so se lo voglio davvero” si limitò a rispondere Harry.

“Fa paura vedere le tue certezze cadere, una dopo l’altra, vero?”

“Ma tu l’hai accettato!” lo rimproverò Harry, alzando inaspettatamente la voce.

“La cosa è del tutto opinabile.”

“Beh, io non voglio!” mormorò Harry mettendo il broncio e incrociando le braccia come solo un bambino di otto anni avrebbe fatto.

“Potter, sei ridicolo. E fai anche schifo come Grifondoro. Eroe del mondo magico…”

“Non divagare.”

“Tu hai iniziato! Il discorso, le provocazioni e tutto il resto!” gli gridò in faccia il moro riuscendo, nonostante la collera, ad arrivare finalmente al nocciolo della questione “Se tu non te ne fossi uscito quel discorso sullo scambio equivalente al campo di Quidditch, tutto sarebbe normale: noi ci odieremmo come non mai e non passeremmo il nostro tempo a far-”

“Far-”

“Devo andare, domani ho un compito di Pozioni” asserì il coraggioso Grifondoro fuggendo dalla stanza, lasciandosi alle spalle un fiero Serpeverde deluso alle sue spalle. Non c’era nessuna lezione o compito di Pozioni fino alla settimana successiva.

 

Senza sacrificio, l'uomo non può ottenere nulla. Per ottenere qualcosa, è necessario dare in cambio qualcos'altro che abbia il medesimo valore…*

§

 

 

Draco Malfoy, Serpeverde, un tipo astuto e affatto babbeo, solito raggiungere a suo piacimento fini ed onori**, si era letteralmente stufato di aspettare i comodi di Potter.

Harry, dal canto suo, il cui elogiato coraggio degno di quello di Godric, aveva pensato, finalmente capito e deciso come agire.

Non si erano dati appuntamento ma semplicemente trascinati (non era chiaro chi trascinasse chi) verso la loro Sala Comune. Malfoy spinse malamente all’interno il Grifondoro e richiuse la porta, potendo anche osservare il continuo cambiamento dell’espressione del ragazzo che aveva davanti a sé: da stupito a felice, da preoccupato ad euforico. Draco avrebbe anche azzardato un eccitato, ma gli sembrava eccessivamente fuori luogo in quel momento. Non diede ad Harry il tempo di far nulla: lo spinse semplicemente a sedere sul tappeto e gli si parò davanti, stringendogli con forza le spalle in modo che non potesse andare da nessuna parte. Si sentiva così schifosamente Grifondoro in quel momento, ma aprì comunque la bocca e parlò.

“Ho sconfinato in un territorio in cui non mi era concesso entrare. Non ho rispettato il principio e ora l’intera successione dei processi si è inceppata” ammise Draco guardando il moro con aria di sfida. Si sentiva in svantaggio in quel momento, ma l’orgoglio Serpeverde sembrava avere comunque la meglio sulla paura.

Harry si fece pensieroso e Draco immaginò che stesse cercando nel suo scarno vocabolario il modo più gentile per allontanarlo, mettere le cose in chiaro dicendo che in fondo l’amicizia era già abbastanza e che non aveva la minima intenzione di allearsi con la sua nemesi. Non fino a quel punto almeno, soprattutto perché era un ragazzo.

“C’è un modo per aggirare il principio?” domandò Harry lasciando totalmente Draco incredulo.

“Cosa?!”

Il Serpeverde si era aspettato di tutto, eccetto che quello. Harry ridacchiò.

“Il Principio dello Scambio Equivalente è una regola, ed Harry Potter non ne ha mai rispettata una da quando ha messo piede ad Hogwarts, quindi: c’è un modo per ignorare il principio e ottenere ugualmente quello che si vuole?”

“Uno ci sarebbe…” asserì Draco con un’espressione particolarmente seria dipinta sul viso.

“Quale?” chiese il Grifondoro impaziente.

“La pietra filosofale” sussurrò il biondo.

Harry storse la bocca e si grattò la testa imbarazzato.

“L’ho presa io, solo che poi Silente e Flamel hanno convenuto che fosse meglio distruggerla…”

Draco sorrise beffardo e – sfruttando la piccola asta di metallo che univa le due lenti arcuandosi sul naso – tolse gli occhiali ad Harry e li posò sul tavolino davanti al divano.

“Se non l’avessi saputo, non sarei qui.”

“Hai aggirato di proposito il Principio dello Scambio Equivalente?!”

“Mi sembra ovvio…”

Harry parve rifletterci.

“Lo avrei fatto anch’io” mormorò poi il Grifondoro e, prima che se ne rendesse conto, le sue labbra furono catturate da quelle del Serpeverde. Non erano così morbide come si sarebbe aspettato, anzi. Erano leggermente ruvide, screpolate dal vento, dal volo e dalla paura. Harry sapeva perfettamente che di certo le sue non erano in condizioni migliori. In vita sua aveva provato solo a baciare Cho e l’esperienza si era rivelata un fallimento totale sotto ogni punto di vista. L’unica cosa che ricordava di quei baci erano le lacrime. In quel momento invece sembrava che il suo corpo fosse in grado di recepire qualunque suono, qualunque odore e sapore. Sentiva il fruscio del vento che carezzava gli alberi della Foresta Proibita, percepiva l’odore del buon cibo preparato dagli elfi domestici mischiato al profumo che doveva usare Draco e, soprattutto, il sapore del ragazzo. Nel momento in cui ebbe accesso alla sua bocca fu travolto da una scarica di sensazioni. Il sapore di zucca, il calore del corpo di lui e le dolci carezze di quella lingua biforcuta per passione lo mandarono completamente fuori di testa. Passò una mano tra i fini capelli biondi del compagno nell’esatto momento in cui lui fece lo stesso, scompigliandogli ancor più l’indomabile chioma corvina.

Si separarono ed Harry gli trattenne il viso con le mani, poggiando la fronte – e nello specifico la cicatrice - sulla pelle del Serpeverde.

Non si erano confessati nulla, non avevano neanche ammesso nulla. Semplicemente avevano palato attraverso i più elementari codici alchemici, facili da comprendere se l’argomento di conversazione è noto ad entrambi gli interlocutori. Ora Harry non faticava più a capire perché Silente spesso parlasse con lui in quel modo.

“E’ valsa la pena correre il rischio…” mormorò il Serpeverde con la sua voce strascicata prima di spingere Harry sul tappeto senza troppi complimenti e riprendere da dove si erano fermati pochi istanti prima.

 

§

 

 

“Forse ora qualche motivazione in più ce l’ho.”

“Per fare cosa?” gli chiese Harry perplesso voltandosi su un fianco poggiando un gomito sul tappeto. Sorrise gentilmente guardando dall’altro in basso il biondo, steso supino con le braccia incrociate dietro la testa.

“Per parlare con Silente. Forse è ancora disposto ad offrirmi protezione.”

Harry sorrise raggiante come non faceva da molto, molto tempo.

“Tutti meritano una seconda possibilità, soprattutto se è la conseguenza di una scelta.”

“Non voglio scegliere il Signore Oscuro. Non più” asserì Draco.

“E me?”

“Probabilmente se sarò ancora vivo alla fine di questa guerra - che sono sicuro vincerai - lo dovrò proprio a te.”

Harry sorrise nuovamente e si chinò per baciare il biondo. Avrebbe vinto per tutte le persone che amava. Avere qualcun altro per cui lottare lo avrebbe reso solo più forte. Lui lottava per gli altri, Voldemort per sé stesso. Forse l’amore era davvero un potere a Voldemort sconosciuto, ed Harry – se c’era una cosa che sapeva fare bene – era amare. E la forza dell’amore nato dall’odio era impareggiabile. Comunque quello non era il momento per pensare a Voldemort.

 

-Fine-

 

[19 febbraio – 19 marzo 2009]

 

* Fullmetal Alchemist cit.

** HP1, poesia Cappello Parlante

 

Note dell’autrice:

il titolo viene dall’omonimo film post-Fullmetal Alchemist… Citazione che mi ha permesso di chiudere il cerchio, tornando alla prima shot (Scambio Equivalente, per l’appunto).

L’ho conclusa con molta fatica, ma spero sia stata quantomeno leggibile ^^

Ringrazio tantissimo Azzusam, bels90, Faust_Lee_GahanArwen Woodbane ed Ebrill per i bellissimi commenti che mi hanno lasciato al precedente capitolo,  Il Dottor Sottile.

Grazie mille <3

   
 
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