ANGOLO SCRITTRICE: Lo scrivo ora perchè voglio che siano chiare le idee: nelle recensioni del primo capitolo si è vista una protagonista acida e molto come dire...'lunatica'. Non è per niente così, pian piano verrà fuori il carattere e la storia nell'insieme: tempo al tempo. Spero possate recensire e dirmi cosa ne pensate del capitolo. Buona lettura!


LOVE WILL NEVER FADE

2
 

Aprii lentamente gli occhi, notando come i raggi del sole entravano dalle persiane: davanti a me, Sam, dormiva beatamente sul cuscino, sempre con un braccio sotto di esso e un’espressione serena in volto. Amavo osservarlo mentre dormiva, come il sole batteva sui suoi capelli, di com’era bello anche soltanto così.

“Buongiorno, dormigliona” mi disse abbozzando un sorriso, aprendo gli occhi e muovendo il naso intorpidito.

“Giorno” dissi stiracchiandomi, cercando di non scoprirmi.

“Dormito bene?” mi chiese dolcemente, mettendosi su un fianco mentre mi portava una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

“Alla grande” dissi, inclinando il volto facendo capire a Sam di volere altre coccole e così fu: continuò ad accarezzarmi i capelli e il volto con fare dolce.

“Pancake?” chiesi guardandolo speranzosa.

“Amo i tuoi pancake” disse mordendosi un labbro.

“E pancake siano” dissi battendo la mano sul letto, come se fossi un giudice in un’aula di tribunale. Sam rise per quel gesto e velocemente uscì dal letto, mostrandomi ancora una volta il suo corpo da far invidia a qualunque uomo. Infilò i boxer, poi i pantaloni della tuta, rimanendo a torso nudo.

“Lo sai che abbiamo dei vicini, vero?” chiesi rimanendo ancora un po’ nel letto a guardarlo maliziosa.

“Quindi? È una bella giornata e sono in casa non nel nostro giardino, amore. Non essere gelosa, lo sai che sono tutto tuo” disse venendo a gattoni sul letto lasciandomi un bacio veloce, dirigendosi poi nel bagno. Scossi la testa, sorridendo e iniziando a vestirmi per andare a preparare la colazione.

“Amore! Dove hai messo la farina l’altro giorno?” chiesi non trovandola da nessuna parte.

“Nella credenza in alto” disse gridando dal bagno. Aprii l’anta e la vidi: ogni volta che chiedevo a Sam di fare la spesa e metterla a posto, era una sfida
personale. Ogni cosa era messa in alto, ovviamente alla sua altezza di gigante non alla mia da nana. Provai più e più volte a prenderla mettendomi in punta di piedi ma niente.

“La prendo io” sentii dirmi da dietro. La mano di Sam prese la farina e la posò sul davanzale della cucina.

“La prossima volta perché non la metti più in alto?” chiesi divertita.

“Perché così non posso vederti mentre cerchi di prenderla” mi disse dandomi uno schiaffo alla chiappa. Qualcuno però bussò alla loro porta.

“Vado io” mi disse dandomi un bacio veloce, facendomi l’occhiolino. Scossi la testa, ricordando come lo fece quando ci incontrammo la prima volta.

“Amelia? Cosa ci fai qui?” sentì dire da Sam, evidentemente sorpreso. Subito mi diressi verso di lui e posai una mano sul suo braccio.

“Chi è amore?” chiesi preoccupata sporgendomi.

“Sono Amelia” disse una ragazza dai capelli ricci, presentandosi.

“Mi metto una maglia e arrivo” disse velocemente Sam, correndo via.

“Si accomodi” dissi invitandola ad entrare in casa: sicuramente dovrà essere una delle clienti di Sam, a volte vengono a trovarlo qui.

“Grazie, ma non credo rimarrò qui per molto” disse sbrigativa, guardandosi intorno.

“Vieni Amelia, andiamo al mio ufficio” disse Sam: lo guardai vestito elegantemente mentre prendeva le chiavi della sua macchina. Addio colazione con pancake. Mi accorsi solo dopo di quanto il suo comportamento fosse….strano: è la prima volta che si comporta così con un cliente, di solito rimangono qui nel salotto a discutere anche se io non ci capisco nulla, questa volta però così non è stato. Triste e abbattuta faccio colazione da sola, cucinando poi per il pranzo. Erano l’una passata e ancora nessuna notizia di Sam: presi il telefono intenta a digitare il suo numero, mentre sentii la porta aprirsi.

“Amore sono a casa” sentii dire dal salone.

“Dov’eri finito?” chiesi a braccia conserte, vedendolo appoggiare alcuni fascicoli sul divano bianco.

“Mi hanno riempito di casi e in più Amelia ha avuto un problema” disse avvicinandosi al tavolo della cucina.

“E’ una tua cliente, questa…Amelia?”

“Una vecchia amica di famiglia, perché?” chiese aggrottando la fronte.

“Curiosità” dissi solamente, mettendo il suo piatto sul tavolo.

“E tu?” chiese vedendo un solo piatto a tavola.

“Mi è passata la fame” dissi appoggiata al mobile della cucina: quella tizia mi ha rovinato la giornata che era iniziata magnificamente, facendomi passare anche la fame. Andai a letto, mettendomi sotto le coperte, sentendo poi i passi di Sam fermarsi allo stipite della porta per poi tornare indietro. Sì, ero arrabbiata se volete saperlo: una tizia viene a prima mattina e ti porta via l’uomo che ami da casa tua per tutta la mattinata…non ero arrabbiata ero furiosa: è vero non siamo sposati ma siamo una coppia stabile da molti mesi e lei cosa centra? Solo perché è un’amica di famiglia non credo sia più importante della tua ragazza, no? Cercai di scacciare quei pensieri e mi alzai diretta nel suo studio: mi fermai davanti alla porta semi-chiusa e ascoltai cosa stesse dicendo.

“Amelia…Amelia: risolveremo tutto, non preoccuparti okay? Ciao…ciao” disse poi chiudendo la chiamata.