Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Sweet_Lady    03/02/2016    4 recensioni
Il Natale è speciale, unisce le persone, scalda i cuori, ma a qualcuno non interessa e fa di tutto per rovinarlo e renderlo un giorno uguale agli altri. Punizioni, rivelazioni importanti, doveri, sorprese, amori struggenti, malattie, felicità e finalmente la libertà, il tutto davanti a quelle due persone speciali.
In questa storia troverete i giorni di Natale di Oscar e André da quando erano bambini, poi un po' più grandicelli fino a diventare vecchi e vedremo come cambia il loro modo di vedersi l'un l'altra.
Approfitto di questi capitoli per farvi gli auguri di Buon Natale e felice anno nuovo, baci a tutti!
Genere: Fluff, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'amour de Noël
25/12/1789
“Oscar, sei sveglia?”
Chiese André mentre la guardava e l’accarezzava, tenendola stretta tra le sue braccia come ormai faceva tutte le notti.
“Oscar”
Riprovò e in risposta ottenne un mugugno e lei che si girò dall’altra parte.
“Andiamo Oscar, è il tuo compleanno, è Natale…svegliati!”
“André…ancora due minuti”
“Rosalie e Bernard ci staranno aspettando, Oscar”
“D’accordo…sono sveglia”
La donna si stese supina nel letto e André la sormontò col suo corpo e si chinò sulle sue labbra, baciandole dolcemente.
“Buongiorno amore, buon compleanno”
“Buongiorno a te, buon Natale!”
Si sorrisero e lei gli cinse il collo con le braccia, lasciandosi sollevare dal letto.
Quell’anno, in luglio, c’era stata la Rivoluzione perché il Popolo era stanco di tutte le ingiustizie che era stato obbligato a subire senza fiatare e loro due avevano deciso di rinunciare a tutto e di unirsi a quegli ideali che finalmente li avrebbero potuti vedere liberi, uniti e innamorati, perché anche Oscar ora ricambiava appieno i sentimenti del suo André. Se l’erano rischiata grosso tutti e due quell’ormai lontano luglio, prima André si era preso una pallottola nel braccio, il giorno dopo Oscar era stata colpita al fianco e alla gamba da una pioggia di pallottole, ma per fortuna, erano riusciti a salvarsi entrambi(1). Alla sera di quel giorno Bernard li aveva portati a casa propria e Rosalie li aveva curati amorevolmente, conducendoli così alla guarigione nel giro di qualche mese. Tuttora alloggiavano a casa loro perché la sola idea di tornare a Palazzo Jarjayes faceva rabbrividire entrambi.
Si erano ritrovati così a vivere l’amore nella stanza che era stata preparata per loro, piccola, calda e accogliente, del tutto differente da quella che ognuno di loro aveva a Palazzo.
Alain, quando poteva, li andava a trovare e portava sempre novità: qualche volta politiche, e si ritrovavano dunque a discuterne anche con Bernard, altre invece raccontava semplicemente come stavano i vecchi compagni di camerata o come passava la giornata.
Quella mattina, invece, avrebbero trascorso il Natale solo loro quattro perché Alain aveva detto che aveva da fare e probabilmente li avrebbe raggiunti solo verso il tardo pomeriggio.
André si alzò dal letto e mise in piedi anche lei, visto che gli era attaccata al collo.
“Dobbiamo prepararci per la colazione, Oscar”
“Non ho fame, anche se arriviamo un po’ più tardi non importa”
“A me sì, non senti come brontola il mio stomaco?”
Chiese e entrambi scoppiarono a ridere sentendo che, effettivamente, André era davvero affamato.
“Peccato…saremmo potuti rimanere ancora un po’ qui in camera”
Disse Oscar gettandosi stesa nel letto, casuale all’apparenza, ma aveva uno scopo ben preciso. Infatti, la gonna della camicia da notte le si alzò, lasciandole scoperte le gambe. André, intercettato il pericolo, si girò per non cadere in quella trappola…voleva stare con lei, ovvio, ma non potevano di certo rimanere chiusi tutto il giorno in camera mentre fuori Rosalie e Bernard li attendevano.
“Dai Oscar, alzati su”
“Sei sempre il solito antipatico, non mi fai nemmeno un po’ di compagnia…”
Si girò dall’altra parte del letto, dandogli le spalle che rimasero scoperte dai laccetti casualmente aperti.
André la guardò: non l’aveva mai trovata più bella e questo era assai buffo, perché gli succedeva ogni giorno di trovarla sempre più…donna. Le si avvicinò piano da dietro in modo da non essere visto e cominciò a riempirle di piccoli baci il collo, lasciato scoperto dai capelli che erano caduti di lato. Oscar quindi si girò e lo baciò con passione, cingendogli la vita con le gambe e aprendo i bottoni della camicia che aveva cominciato  chiudere per vestirsi.
André la spogliò velocemente e poi finì di togliersi i vestiti da se, per entrare nella sua carne che fremeva aspettando quel completamento.
Quando finirono di amarsi si abbracciarono stretti, André sotto e Oscar completamente stesa sopra a lui.
“Sei una strega…non riesco a resisterti”
Lei, per tutta risposta, lo baciò nelle labbra e gli accarezzò una guancia.
“Felice che i miei incantesimi funzionino!”
“Ora dobbiamo andare, che dici? Cerchiamo anche di muoverci!”
“Va bene”
Così i due si alzarono dal letto e cominciarono a vestirsi.
Quando arrivarono in salotto vennero subito accolti dai calorosi auguri di Rosalie e poco dopo anche da quelli di Bernard, che nel frattempo era uscito per dar da mangiare ai cavalli.
“Buon compleanno, madamigella!”
“Grazie Rosalie!”
“Venite, ho preparato la colazione per tutti!”
Così i tre seguirono la donna in cucina e cominciarono a mangiare quello che aveva preparato con tanto amore.
Il pranzo fu semplice, due portate e il dolce al cioccolato, preferito di Oscar, che mangiarono seduti sulle poltrone del salotto raccontandosi come passavano i giorni di Natale quando erano piccoli oppure che cosa facevano di speciale.
Ad un certo punto del racconto di André, in cui ricordava il ruolo fondamentale che aveva avuto la Nonna, Rosalie intervenne ricordando improvvisamente un impegno.
“Bernard, devo andare assolutamente in un posto, mi accompagni?”
“Ma Rosalie, non possiamo andare via così…inoltre aspettiamo anche Alain, non ha detto a che ora sarebbe arrivato”
“Ti prego, è davvero importante, me ne ero dimenticata”
L’uomo volse lo sguardo ad André per cercare un consenso…gli sembrava alquanto maleducato uscire così, anche se erano molto in confidenza, ma a pensare a togliere quell’imbarazzo dall’atmosfera ci pensò Oscar.
“Se voi andate non è un problema, vorrà dire che anche io e André andremo a fare un giro. Ci troviamo questa sera anche con Alain”
“Davvero Oscar non vi da fastidio? Rosalie avrebbe potuto anche fare in un altro momento quello che deve fare”
“No Bernard, è importantissimo”
Oscar rise.
“Non ti preoccupare, anzi, noi ci andiamo a preparare, eh?”
André fece cenno di sì col capo e i due si alzarono dalla poltrona per andare in camera propria a prendere i mantelli e i guanti.
“Oscar, dove vuoi andare?”
“Lo vedrai!”
Rispose sorridente la donna mentre allacciava il mantello al collo.
Rosalie nel frattempo aveva preso i piattini dal tavolo e li aveva riposti nel piano in cucina.
“Rosalie, cosa vuoi fare? Dove vuoi andare?”
“Lo vedrai!”
Rispose anche lei allo stesso modo dell’amica e, sorridente, corse in camera a prendere il mantello per uscire.
Oscar e André uscirono prima rispetto all’altra coppia e li salutarono affettuosamente, ribadendo loro di non preoccuparsi per quell’impegno improvviso.
La donna gli prese per mano, facendo intrecciare le loro dita e conducendolo verso vie che lui non ricordava.
“Dove mi stai portando?”
“Sei proprio impaziente…quasi peggio di me!”
“Ma dove andiamo? Non conosco queste strade!”
“Perché tu facevi quella esterna, ma per muoversi a piedi è più sicura questa!”
“Va bene, mia signora”
E così passeggiarono per le vie interne di Parigi, quelle che dovevano essere più sicure, visto gli ultimi avvenimenti che avevano seminato il terrore di uscire di casa perfino nelle periferie, e continuarono ad andare avanti fino a che, in lontananza, cominciò a vedersi una chiesetta col suo campanile. Il sole stava già ormai calando, ma le ultime luci di quel giorno rendevano chiaro come il volto di André si fosse illuminato.
“Ma…Oscar!”
Lei non rispose, ma unì la mano destra alla sinistra, trovandosi così a condurlo con tutte e due, e i suoi occhi brillavano e si mordeva leggermente il labbro.
“Siamo arrivati! Non credi che abbiamo qualche cosa da raccontar loro?”
Disse una volta ferma davanti alle due croci che si erano rovinate a causa della grandine e della pioggia di quegli anni.
“Beh, sì, tantissime direi! Non mi sarei mai aspettato che ci tenessi ancora a venire qui”
“Mi credi se ti dico che io, in realtà, qui ci sono venuta anche da sola?”
Lo sguardo della donna non si mosse un attimo dalle due tombe, mentre quello di André era fisso su di lei. Erano anni che non ci tornavano assieme e mai e poi mai si sarebbe aspettato una confessione  simile.
“Perché sei venuta qui?”
Le chiese tirandola dolcemente a se e accarezzandole una guancia.
“Perché è bello essere ascoltata senza essere giudicata, io credo che loro, in questi anni, abbiano udito le mie preghiere, le mie parole, le sofferenze…non ho mai parlato a mio Padre, né a mia Madre dei miei problemi, ma ai tuoi sì, anche se non li ho conosciuti di persona”
Fece una piccola pausa e lo guardò sorridente. André era davvero estasiato da lei, i suoi capelli oro le incorniciavano il viso splendente, gli occhi azzurro mare brillavano come diamanti e le labbra rosee, turgide, facevano uscire parole dolci  per lui come niente prima d’ora.
“Mi sono fatta raccontare dalla Nonna com’erano tua madre e tuo padre. Anne aveva gli occhi nocciola e i capelli neri come l’ebano, così come lo sono i tuoi”
E dicendo questo portò le dita ad intrecciarsi ai suoi fili scuri e giocò con i ricci.
“Era alta e magra, ma il suo corpo era florido e amava indossare vestiti attorno alle tonalità del verde e dell’azzurro. Tuo padre invece aveva i capelli castani, più chiari dei tuoi, come quelli che aveva la Nonna prima che le diventassero bianchi”
Una piccola e dolce risata increspò le loro labbra.
“E i suoi occhi erano verdi come i tuoi, così belli e profondi. Tuo padre amava leggere e cercava di imparare tutto quello che poteva: fu lui ad insegnare ad Anne a leggere e scrivere e, quando tu eri ancora nel suo grembo, tuo padre leggeva per lei fino a che si addormentava”
Ora due calde e brillanti lacrime sgorgavano dagli occhi di André, mentre abbracciava la sua donna. Aveva esattamente descritto, anche grazie ai racconti della Nonna, i suoi defunti genitori proprio come li ricordava lui: la madre col vestito verde e il padre che leggeva per loro durante la sera, quando era piccino e aveva paura di dormire da solo.
“Io la capisco sai…se hai ereditato il carattere da tuo padre, così dolce e premuroso, chi non si potrebbe innamorare? Loro si sono amati tanto André, io non lo posso sapere ma lo sento, e anche io ti amo tanto, e di questo ne sono certa”
Prese la mano di André che stringeva ancora tra le sue e se la portò al petto, all’altezza di quel cuore che batteva all’impazzata solo per lui.
“Io…io non ho parole, amore mio. Mi hai fatto commuovere”
Le diede un bacio nelle labbra, lento e passionale, tenendola stretta a se mentre le loro labbra si bagnavano di lacrime.
“Lo so che è importante per te, ma anche per me, tantissimo. Ogni volta che penso che la prima volta che siamo venuti qui io e te avevamo appena sei e sette anni, che ci hanno visto crescere, compiere le nostre scelte, giuste o sbagliate che fossero, e che ci vedono adesso così felici, André, io…davvero, io non…non trovo nemmeno le parole per dire quanto sia loro affezionata”
“Oscar, sei la donna della mia vita, ti amo talmente tanto che ti giuro ne potrei morire!”
Ancora un bacio, e un altro ancora, poi Oscar girò lentamente la testa verso quelle croci modeste e sorrise felice e innamorata, mentre André la cercava per un altro bacio.
“Che ne dici di andare? Si è fatto buio ormai, gli altri ci staranno aspettando e…io ho una sorpresa per te!”
“Davvero André?”
Chiese felice come una bambina. Lui annuì e, dopo essersi segnato davanti ai suoi genitori, la prese per mano e si diressero a casa lentamente, godendosi quegli attimi di tranquilla intimità stringendosi un abbraccio pieno di affetto.
Non avrebbero mai immaginato però che, appena entrati a casa, avrebbero trovato una sorpresa così bella e inaspettata da far commuovere tutti.
Bussarono alla porta e Rosalie, tornata a casa da un po’ assieme a Bernard, andò ad accoglierli. L’uomo stava accendendo il camino e un’altra donna vecchiotta, con indosso un abito semplice blu e una cuffietta in testa dava loro le spalle per guardare l’uomo al lavoro.
All’inizio parve un sogno ad entrambi, un miraggio, qualcosa di troppo bello per essere vero, ma quando Rosalie chiuse la porta si svegliarono entrambi dalla sorpresa iniziale e le corsero incontro.
“Nonna!”
Gridarono insieme andando ad abbracciarla proprio come quando erano piccoli. Lei alzò la testa per guardare entrambi, visto che erano più alti di lei di un bel pezzo, e scoppiò a piangere, seguita dalla piccola Rosalie.
“Bambini miei! I miei bambini! Oh, tesori, come state?”
“Bene Nonna, stiamo bene”
Rispose Oscar e si chinò a baciarle una guancia.
Bernard si alzò da terra, rimise l’attizzatoio al suo posto e si diresse verso la moglie, abbracciandola mettendole un braccio attorno alla vita.
“Era questo l’impegno urgente di Rosalie, voleva farvi una sorpresa e mi sa che ci è riuscita benone!”
“Sì Bernard, non potevate farci regalo migliore!”
Rispose Oscar anche per André, che nel frattempo continuava ad abbracciare la Nonna e le aveva chiesto se si sarebbe fermata a cena con loro, visto che erano cinque mesi che non avevano notizie l’uno dell’altra. Lei rispose che si sarebbe fermata solo se non fosse stato un problema per i padroni di casa, i quali avevano subito messo in chiaro che per loro sarebbe stato un onore avere come ospite una persona così importante.
Rosalie e la Nonna, dunque, si ritirarono in cucina e cominciarono a preparare la cena, parlando del più e del meno, della situazione a Parigi e di quella a Palazzo Jarjayes, come stavano le famiglie per le strade e come invece stava vivendo quel periodo la famiglia di Oscar.
Alain arrivò dopo circa mezz’ora. Si vedeva chiaramente che non aveva passato almeno tutto il pomeriggio in un luogo chiuso e caldo perché i suoi capelli erano umidi, come il mantello, e tremava.
“Ehi, Alain! Ma dove sei stato fino ad ora?”
Chiese André appena lo vide varcare la soglia della porta.
“In giro, ma credo proprio non sia stata un’idea geniale…sono congelato fino al midollo!”
L’uomo tolse il mantello e lo lanciò sull’appendiabiti, per poi piazzarsi davanti al camino e godere del calore che emanava il fuoco.
“Direi proprio di no…comunque Alain, ti presento mia Nonna, è in cucina”
I tre uomini, quindi, si diressero dove già si trovavano le donne e fecero le conoscenze.
La cena fu molto allegra: Alain intratteneva gli ospiti con battute e fatti divertenti accaduti nel corso della sua vita, censurando ovviamente le parti meno adatte al pubblico femminile, Bernard si complimentava con la Nonna per l’ottima cena che aveva preparato in così poco tempo, Rosalie e Oscar chiacchieravano di tanto in tanto e André…lui era molto nervoso! Solo poco prima aveva promesso una sorpresa ad Oscar, ma forse, ora che ci pensava, sarebbe stato meglio fargliela quando fossero stati soli: sapeva quanto era riservata la sua donna, ma conosceva anche la sua curiosità, quindi si decise e, cercando di contenere le mille emozioni che si agitavano dentro di lui, prese fiato e disse:
“Amici, vi chiedo un attimo di silenzio”
L’attenzione fu rivolta tutta a lui.
“Come voi sapete, tranne la Nonna, visto che non abbiamo avuto modo di poterci tenere in contatto…io e Oscar stiamo assieme da cinque mesi”
A sentir dire queste parole alla povera Marie prese quasi un colpo. Si sarebbe aspettata di tutto, ma mai una notizia del genere. Non aveva dato peso al fatto che i due fossero rientrati assieme, dopotutto lo facevano da una vita, ma nemmeno le loro occhiate e il clima sereno non erano stati per lei un indizio sufficiente.
“Inutile dire che sono stati i mesi più belli della mia vita e io desidero che questa felicità possa durare fino alla fine dei miei giorni, per questo…”
Si alzò dalla sedia e pescò un sacchettino dalla tasca destra e, solo quando si inginocchiò di fronte alla sedia di Oscar, fu finalmente chiaro a tutti ciò che aveva intenzione di fare. La donna, dal canto suo, era rimasta davvero sorpresa e senza parole, anche se non le aveva ancora detto nulla.
“Oscar, mio unico amore, vorresti rendermi l’uomo più felice del mondo diventando mia moglie?”
Una lacrima calda corse gemella nella guancia dei due e Oscar portò una mano alla bocca per non scoppiare a piangere. Aveva desiderato per mesi di diventare sua moglie, glielo aveva detto chiaramente quella sera di luglio, quando sembrava che la ferita di André non volesse smettere di sanguinare, e da allora aspettava impaziente il giorno di quella proposta.
“Sì, sì André! Voglio diventare tua moglie!”
I loro sorrisi vennero impressi per sempre in quel cerchietto bianco che André le mise al dito, quell’anello che era uno dei pochi ricordi di sua madre, che però calzava perfettamente ad Oscar.
L’uomo si alzò da terra e catturò le sue labbra, facendo imporporare quelle guance che tanto amava accarezzare dopo aver fatto l’amore. Gli applausi si liberarono e frasi di felicitazioni e gioia riempirono il silenzio che era calato per non rischiare di perdere anche il minimo sussurro.
Alain stappò la bottiglia di vino che era stata portata in cucina per essere bevuta durante la consumazione del dolce e la Nonna si alzò dalla sedia e corse incontro ai suoi piccoli tesori.
“Oh, bambini miei, mi farete prendere un colpo voi due! Sono così felice, finalmente avete realizzato il vostro sogno!”
Rosalie, rimasta in silenzio a piangere seduta sulla sua sedia, si alzò e abbracciò la sua madamigella Oscar, congratulandosi con lei e sussurrandole la sua felicità. Alain, nel frattempo, aveva sottratto André dalle braccia calde e amorevoli della Nonna e aveva cominciato a sfregargli le nocche sulla testa, alla sua solita maniera molto fine ed elegante. Bernard fu l’ultimo a congratularsi con loro, visto il traffico  che si era creato attorno ai futuri sposi, e disse che, già dal mattino seguente, avrebbe accompagnato André nella chiesa che preferiva per parlare col parroco.
Lasciare la Nonna fu triste, anche se sapevano perfettamente che ora l’avrebbero rivista sempre più spesso, e, quando la festa finì, ognuno si ritirò nelle proprie camere.
“André”
Sussurrò Oscar chiudendo la porta a chiave e lanciandosi tra le sue braccia.
“Grazie André, ti amo tanto”
Quello, di certo, fu per entrambi il Natale più bello vissuto fino ad allora.

(1) Ho ripreso l'altra mia storia Liberté, égalité, fraternité per non far morire i personaggi nell'episodio della Bastiglia Ciao a tutti/e! ecco qui il nuovo capitolo, che ho scritto il più velocemente possibile! In effetti è nato da un lavoro di venti minuti per quattro giorni più la correzione di oggi, visto che ormai il tempo a disposizione è poco e io a metà mese ho un esame!. Comunque, senza parlare delle mie rogne, in questo capitolo Oscar è decisamente più dolce, ma io credo che, dopo aver capito i suoi sentimenti, non possa far altro che dimostrarli! Finalmente anche la Nonna conosce il loro amore e, naturalmente, ne è felicissima, quindi, nel prossimo capitolo, scopriremo che cosa accadrà tra un anno!
PS: scusarmi per il ritardo è inutile, tanto ormai i miei aggiornamenti non hanno più una data, ma cercherò di scrivere un pezzo al giorno per massimo una settimana e pubblicare appena sono pronti. So che avevo detto che avrei finito la storia entro fine gennaio, ma così non è stato, quindi gli ultimi due capitoli arriveranno entro metà mese, almeno credo.
Con questo vi saluto e aspetto come sempre le vostre recensioni, che mi fanno un sacco piacere.
Un bacione, Chiara.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Sweet_Lady