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Autore: f9v5    04/02/2016    1 recensioni
[Rosario To Vampire II; post capitolo 14]
Di ritorno dalla Terra delle Yuki-Onna, per Tsukune ed i suoi amici si prospettano tempi duri: Fairy Tale comincia a giocare le sue carte, nuovi nemici giungono dal nulla a minacciare la pace e due nuovi alleati che nascondono le trame di qualcosa di molto più grande.
Davvero è impossibile la speranza di una convivenza pacifica e rispettosa tra esseri umani e youkai?
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mobius' War'
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Kurumu e Mizore si batterono istintivamente il cinque, osservando con decisa soddisfazione l’area circostante, ricoperta di gocce di rugiada che avevano trovato posto pressoché su ogni filo d’erba, come ultimo lascito della loro nuova mossa combinata.
-Certo, bisognerà ancora migliorarla, ma direi che abbiamo trovato l’attacco giusto per mettere in difficoltà Moka.- constatò la succubus con fierezza e seppur Mizore mantenesse il suo solito sguardo quasi apatico era pronta a scommettere che anche lei condividesse la sua stessa soddisfazione.
-Non avrei mai pensato di dirlo, ma credo che noi due formiamo una bella squadra.- ammise quest’ultima con un lieve sorriso denso di significato.
Forse non se n’erano neanche rese conto, ma da quando erano tornate dal villaggio natale della donna delle nevi qualcosa nel loro rapporto era cambiato… o forse era più corretto dire che era nato; era esatto dire che avessero cominciato ad allenarsi insieme già in precedenza, prima che il secondo anno scolastico cominciasse, ma l’unico elemento che le aveva portate a siglare quell’alleanza era il desiderio condiviso di riuscire a dimostrarsi più forti di Moka per conquistare il cuore di Tsukune.
Ma non più, dopo quell’esperienza in cui Mizore, se non fosse stato proprio per la succubus, avrebbe perso se stessa era germogliato qualcosa, la consapevolezza che entrambe ci sarebbero sempre state l’una per l’altra; nessuna delle due, ormai, vedeva nell’altra esclusivamente una rivale in amore da sconfiggere ma un’amica sincera su cui poter fare affidamento nei momenti difficili.
-Che mi dici, stalker, proviamo ad eseguirla di nuovo?- chiese Kurumu, ignorava il senso di fatica che aveva cominciato a pressarla, non badava al sudore che le colava dalla fronte e se ne infischiava del fiato corto, perché sapeva cosa avrebbe risposto l’amica.
-Ci sto.-
-CORRETE!- la voce del loro amato Tsukune le distrasse dal loro allenamento.
A tutta velocità giunse dinanzi a loro Maurice con il centro dei loro “sogni in rosa” tra le braccia… non esattamente una scena virile, ma in quel momento non ci badarono.
-Maurice, molla il mio Tsukune, nessuno può stargli così vicino, eccetto me.- Kurumu cominciò comicamente a dare pugni sulla spalla del ragazzo per fargli mollare la presa, nel mentre Mizore stava già affilando i suoi kunai di ghiaccio.
-Ti avviso che ho una buona mira.-
-Perché non si riesce mai a mantenere la serietà per più di cinque minuti?- borbottò uno Tsukune buffamente depresso, scendendo dalle braccia di Maurice.
-Io continuo a pensare che avremmo potuto conciarlo per le feste.- si lamentò Maurice incrociando le braccia e mettendo su il broncio.
-Tu, ma non io.-
A riportare la tanto agognata serietà fu un ruggito spaventoso e un’ombra minacciosa che incombé sopra di loro, divenendo sempre più grande man mano che il suo proprietario si avvicinava, portando i quattro a saltare per schivare le enormi zampe posteriori che si abbatterono al suolo.
-E questo bestione da dove salta fuori?- chiese Kurumu, che finalmente comprese il senso d’allarme del moro.
Di fronte a loro si ergeva la possente figura di un dragone dalle squame nere e privo di zampe anteriori, al posto delle quali facevano mostra di se due ali membranose; il mostro ringhiava a bocca aperta, mettendo ben in vista i suoi affilati denti, lasciando chiaramente intendere quale sorte sarebbe toccata a chi malauguratamente sarebbe finito tra quelle fauci.
-Perché c’è una viverna in questo posto? Il preside dove ci ha mandati?- si chiese una Kurumu vittima di un breve attacco d’isteria, anche se c’avrebbe scommesso che gli altri la pensassero come lei.
Ma evidentemente Maurice non ebbe questi tentennamenti, non perse tempo a sfilarsi il ciondolo di spago e venire avvolto da un bozzolo di luce che durò pochi secondi; ora si ergeva al suo posto una figura umanoide dalle sembianze di riccio dal pelo blu e… alto quanto un citofono.
-Forza, lucertolone, io sono pronto.- il mobiano sgusciò fuori dai vestiti studenteschi(che, vista la differenza di stazza con la sua forma umana, in quel momento gli conferivano decisamente una presentazione ridicola)e si preparò alla battaglia, salvo socchiudere comicamente gli occhi nel sentire i commenti fatti dagli altri alle sue spalle.
-Ok che avevamo già visto il suo vero aspetto, ma io continuo a restarci lesso; mi aspettavo che fosse un licantropo, vista la velocità, o roba simile.- disse Tsukune, deluso; aveva ipotizzato che, nella sua forma originale, fosse decisamente più… imponente, non un animaletto che per grazia divina gli arrivava alla cintola.
-Mi lascia irrequieta il fatto che è basso, non ne approfitterà per spiarci sotto la gonna, vero?- si chiese Kurumu tra se e se.
-Questa è una tipica situazione da shonen: un personaggio incredibilmente forte ma dall’aspetto che sa trarre in inganno portando i nemici a sottovalutarlo.- spiegò Mizore col tono di chi la sapeva lunga.
-…Oh, ma andate a quel paese. Fatti sotto bestione, sto per farti vedere di cos’è capace Sonic the Hedgehog!- il riccio blu si appallottolò su se stesso e cominciò a roteare vorticosamente, Tsukune potè giurare di aver visto uno strato d’aria circondare la palla di spine nel suo girare impetuoso; la sfera blu si scagliò contro la viverna centrandola in pieno petto, strappandogli un ruggito sommesso, prima che il contraccolpo la buttasse a terra, stordita.
Il riccio blu atterrò al suolo in posa plastica, non resisté alla tentazione di mettersi in mostra.
-Visto, contro di me non c’è partita.- si volse verso gli altri ragazzi e gli mostrò il pollice alto, Tsukune gli indicò prontamente dietro le sue spalle.
-Ehm… Maur…-
-SONIC! QUANDO SONO NELLA MIA VERA FORMA DEVI CHIAMARMI SONIC! MAURICE MI FA SCHIFO!- sbraitò il riccio in direzione di uno Tsukune fattosi piccolissimo di fronte alla sua comica sfuriata.
In effetti lo aveva specificato, nel suo aspetto originale pretendeva di essere chiamato col suo soprannome, che lui affermava essere il suo nome di “battesimo autoimposto” e che “Maurice” gli faceva venire i tic, lo avrebbe tollerato soltanto in forma umana perché il preside aveva specificato che in tali circostanze ci si dovesse appellare a lui e Tails (vero nome di Miles) coi loro nomi di nascita per depistare i loro nemici nel caso questi li avessero trovati.
-Ok… Sonic… si sta rialzando.- gli fece poi notare il ragazzo moro, indicandogli il possente drago di quattro metri ergersi nuovamente sulle zampe posteriori e scuotere la testa per schiarirsela, facendo nascere spontaneo un ghigno sul volto del porcospino.
-Beh, meglio, non ci sarebbe stato divertimento se fosse stato troppo semplice.- il mobiano si mise nuovamente in posa da battaglia, decidendo che stavolta avrebbe concesso la mossa all’avversario, il quale tuttavia si limitò a squadrarlo con istintiva rabbia unita a quella che sembrava paura.
Le viverne non erano note per la loro intelligenza, ma evidentemente anche il drago alato si rese conto di aver davanti un opponente più forte, cosa che lo portò ad alzare la testa e ruggire profondamente, costringendo tutti a tapparsi le orecchie.
-È una richiesta di soccorso, sta chiamando qui i suoi simili.- e i ruggiti che giunsero dalla foresta fecero capire a Kurumu che ci aveva visto giusto e i che i rinforzi sarebbero giunti a breve, purtroppo per loro.
-A questo punto non ha senso lamentarsi, prepariamoci a riceverli.- Mizore decise che non era il caso di lasciare che Sonic se ne occupasse da solo, sfoderò i suoi artigli di ghiaccio e lo affiancò.
-Vorrei proprio sapere secondo quale criterio il preside ha deciso di chiamare questo posto “Il paradiso”.- Kurumu sospirò, il preside Mikogami aveva sempre avuto un’aria inquietante, ma chi si immaginava lo fossero anche i suoi “hobby”; insomma, chi rinchiude dei mostri feroci in un’altra dimensione e, soprattutto, con quale coraggio ci manda dei suoi studenti ad allenarsi senza almeno avvertirli?
Decise che era il caso di non pensarci, sfoderò le sue unghie-artigli, si fece spuntare coda ed ali e si preparò a combattere.
-Mai un po’ di pace… mai un po’ di pace…- mormorava Tsukune con i lacrimoni, prima di farsi serio anche lui; Mizore aveva ragione, era inutile recriminare ormai, se il preside aveva architettato tutto per metterli alla prova allora gli avrebbero dimostrato di essere all’altezza delle sue trovate.
Il ragazzo lanciò un’occhiata all’Holy Lock sul suo polso, sperava davvero di non dover rimuovere nessun sigillo, non se la sentiva di correre il rischio di trasformarsi un’altra volta in un Ghoul se non strettamente necessario.
 
 
 
Il combattimento ad armi bianche era finito ancor prima di cominciare, l’ennesimo gigante di roccia crollò al suolo steso dalla mazzata rifilatagli da Kokoa in testa, che atterrò in piedi mostrando un ritrovato sorriso sicuro.
-E anche questo è andato!-
-Vorrei proprio sapere da dove spuntano fuori tutti questi golem?- chiese Miles, in riferimento agli enormi colossi di pietra che, all’improvviso, avevano cominciato ad emergere dal terreno ed attaccarli selvaggiamente; essendo i golem privi di volontà propria, era inutile porsi domande su quali ragioni li spingessero a tale atteggiamento, seguivano solo un primordiale istinto bellico.
Non che la vampira dai capelli rossicci se lo fosse chiesto, non appena il primo di quei mostri aveva tentato di metterle le mani addosso, aveva rifilato ad esso un colpo di mazza ferrata così forte da fargli saltare via l’arto.
Miles schivò il pugno di uno di quei mostri e decise che era il caso di prendere il volo per avere maggior libertà d’azione; si sfilò la collana e il suo aspettò mutò, rimpicciolendosi e divenendo una volpe umanoide dal folto pelo giallo e due code che sballottavano.
-Non pensavo che anche sul vostro pianeta potessero esserci degli youkai.- sentì distintamente il commentò di Kokoa, impegnata anch’essa a schivare i colpi di un altro nemico in attesa di trovare un punto scoperto nelle sue difese, chiaramente riferendosi a lui.
-Neanche io ne avevo idea, fino a poco più di un anno fa ero convinto che il mio fosse un raro caso di malformazione genetica, diciamo che… ho scoperto per puro caso di essere un ayashi.- asserì il mobiano sfilandosi i vestiti in fretta e furia per non restare scoperto a nuove offensive nemiche che,  effettivamente, non tardarono a mostrarsi, sotto forma di un altro golem che tentò di schiacciarlo sotto il suo enorme piede, che venne schivato con un salto laterale.
Nel mentre Kokoa respinse con la sua mazza il manrovescio di un altro dei giganteschi mostri di pietra, allontanandolo da lei e gettandosi ferocemente su un altro ancora che fu centrato ad una gamba e messo in ginocchio.
Ghignò sinistramente quando udì il rimbombo di un ulteriore nemico alle sue spalle, se sperava di coglierla di sorpresa si sbagliava di grosso, quello che non avrebbe immaginato era che lo scontro tra l’arma e il pugno del bestione le avrebbe fatto perdere la presa, lasciandola disarmata.
Notò Ko-chan tornare nella sua forma normale e tentare di raggiungerla, ma si accorse anche del colpo che il golem stava caricando nuovamente e si preparò a schivarlo… ma non fu necessario; evitò l’attacco, ma non da sé, perché si ritrovò improvvisamente trascinata verso l’alto a metri d’altezza.
-Ehy, ma cosa…- solo in quel momento si rese conto che era stato Tails (soprannome con cui li aveva pregati di rivolgersi a lui quando manteneva il suo vero aspetto)a prenderla e portarla in alto… facendo ruotare le sue code.
-Un momento, da quando le kitsune volano?- la volpe si era posizionata abbastanza in altitudine da metterli fuori portata dagli attacchi dei golem, i quali, nella loro intelligenza limitata, continuavano a sferrare colpi verso di loro, tutti ovviamente a vuoto; questa consapevolezza permise ai due di discutere con calma e ragionare.
-In realtà ci riesco sin da quando ero molto piccolo, ovviamente mi sono dovuto esercitare, detto in breve, funzionano come le pale di un elicottero.-
-D’accordo, ora però pensiamo a sistemare questi cosi. Idee, genio?- gli chiese la vampira.
Il volpino rimuginò sulla situazione per una manciata di secondi, prima di convincersi di aver trovato la soluzione, semplice ma efficace, se l’intelligenza dei golem era limitata proprio come aveva sentito, allora il piano avrebbe potuto essere applicato più volte per metterli fuori combattimento tutti quanti.
-Avrei una pensata: basterà metterci in una posizione tale da fungere da bersaglio a più golem in una volta e al contempo far si che ciascuno di loro faccia partire un attacco che sia diametralmente opposto ad un altro, in questo odo si colpiranno a vicenda. Se agiamo così non dovremo nemmeno sprecare energie e preservarle nell’evenienza giungano altri mostri con intenzioni belliche. Non sarà l’idea più brillante dell’universo, questo lo riconosco, ma sono sicuro che funzionerà!-
Effettivamente come trovata era decisamente basilare, la stessa Kokoa sapeva che un’idea del genere sarebbe potuta venire a chiunque, ma l’importante era che poi l’esito la confermasse come efficace e valida, indipendentemente dalla complessità e considerando nuovamente lo scarso intelletto di quei bestione era assolutamente fattibile.
-E va bene, signor “Primo della classe”, andiamo la sotto!- dichiarò mentre vide Ko-chan avvicinarsi in volo, a cui fece cenno di non posarsi sulla sua testa, Tails probabilmente non avrebbe retto anche i suoi cento chili.
-Ricevuto!- asserì Tails.
 
 
 
-Ma che accidenti vogliono queste, desu?- chiese Yukari, mentre con la bacchetta materializzò delle gigantesche pentole che scagliò verso le facce degli esseri volanti che stavano inseguendo lei e Ruby, mancandole.
-Yukari, non agitarti troppo altrimenti non riesco a mantenere l’assetto di volo!- Ruby, in volo con l’ausilio delle sue tre paia d’ali di corvo, aveva qualche difficoltà a causa della strega più giovane che, causa l’incapacità di volare, era aggrappata alla sua schiena; le due erano inseguite da tre youkai umanoidi dalle sembianze di donna e ali d’uccello sulla schiena, non era quello però a preoccuparle quanto i denti drignati e l’espressione feroce sul volto delle bestie.
-Dannate arpie, non spostatevi, così vi colpisco, desu.-
-Yukari, devi farti venire un’idea delle tue, io non posso prendere la mira con te addosso e per giunta quelle tre si stanno progressivamente avvicinando.- e purtroppo la strega più grande aveva ragione; Yukari non era certo in possesso di un peso eccessivo, ma il suo corpo stava causando involontarie complicazioni alle sue ali rallentandone il volo, le arpie, prive di complicazioni, invece, stavano periodicamente riducendo la distanza che le separava dai loro bersagli, pregustavano a tal punto la vittoria che stavano già affilando gli artigli delle loro zampe posteriori da volatili.
La streghetta materializzò i suoi tarocchi, mentre il cuore in cima alla sua bacchetta si illuminava.
-Vediamo se così funziona, desu.-
Grazie al suo incantesimo, Yukari moltiplicò le carte e le fece levitare fino a formare un muro che ostruì la visuale delle arpie; le youkai femminili ruggirono furiose e fecero a pezzi le carte con i loro artigli per poi accorgersi che le loro prede erano sparite.
-Beccatevi queste, desu!- gli occhi delle tre bestie si sgranarono comicamente quando tre gigantesche bacinelle crollarono sulle teste di ciascuna, prima di cominciare a precipitare, mentre Yukari e Ruby, da posizione sopraelevata, si battevano il cinque trionfanti.
-Bell’idea, Yukari, ce ne siamo sbarazzate.-
-Non per niente sono un genio, desu.- la ragazzina si toccò la testa con l’indice per ribadire nuovamente il fatto che fosse lei la mente del gruppo, in quel momento avrebbe tanto voluto che ci fosse quel Miles così da sbattergli in faccia la sua superiorità intellettuale.
-Ora però evita di vantarti, era una bella idea, ma nulla di così eccezionale.- con gli occhi comicamente socchiusi, Ruby pensò bene che fosse il caso di riportare l’amica coi piedi per terra, riflettendo poi sul fatto che fosse il caso di farlo anche letteralmente, non era da escludere che vi fossero altre arpie nei paraggi, meglio evitare di ritrovarsi circondate nuovamente.
La strega virò verso il basso, in direzione suolo.
 
 
 
L’ennesimo ciclope crollò al suolo, un gigantesco cerotto apparso magicamente sulla testa là dove il calcio di Moka l’aveva colpito.
-Imparate a stare al vostro posto, bestioni senza cervello!- nessuno di quegli esseri avrebbe mai potuto fornirle una sfida degna, erano creature stupide incapaci di ragionare, bastava schivare e colpire con la giusta forza per stenderli, nulla di complicato per lei.
La vampira albina notò che ve n’era ancora uno in piedi, niente che potesse impensierirla, ci sarebbe voluto un attimo per mettere a tappeto anche lui; schivò con agilità il colpo di clava che il colosso monoculare tentò di sferrarle e spiccò un balzo in direzione del suo capo, già pronta a colpirlo con un calcio… e fu lì che notò qualcosa di strano: per un attimo ebbe l’impressione che qualcosa, una sorta di gambale fatto d’energia, fosse apparso attorno alla sua gamba, prima di svanire.
L’attacco centrò il ciclope al centro della fronte e, come tutti quelli che l’avevano preceduto, anche lui crollò al suolo sconfitto nettamente, nel mentre Moka atterrò a terra, osservando con leggera confusione la parte del corpo con cui aveva sferrato la mossa.
“Possibile che fosse… no, non può trattarsi di quello. Solo i vampiri che…” il pensiero albergò poco nella sua mente, troppo flebile la possibilità che esso fosse concreto… tuttavia era meglio limitarsi ad accantonarlo solo per via temporanea.
A differenza di Omote, Ura-Moka, sempre stata più serie e diffidente, non metteva mai nulla da parte definitivamente.
Al momento si trattava di un’ipotesi che poteva essere accompagnata dall’aggettivo “folle”, ma se fosse accaduto nuovamente, se si fossero verificate nuove eventualità che le avessero fatto notare qualche somiglianza con “Loro”, allora l’aggettivo sarebbe variato in “probabile” e avrebbe indagato.
-Non vedo come gli eventi possano portare a tale conclusione, ma non bisogna trascurare niente.-
 
 
 
Tenmei Mikogami non badò minimamente alle varie occhiatacce in quel momento rivolte verso la sua persona, o almeno non le giudicò degne di essere ritenute preoccupanti.
-Signor preside, se ci voleva morti poteva dirlo direttamente, anziché mandarci in quel posto piene di belve impazzite. E poi, mi scusi, ma tra tutti i nomi che poteva scegliere, “Paradiso” era proprio il meno idoneo- protestò Kurumu.
La figura incappucciata volse lo sguardo al portone magico ancora aperto che conduceva alla pianura in cui aveva spedito precedentemente i ragazzi.
-Un vero Paradiso… per i mostri. Questa è una dimensione magica che ho creato io, nella quale ho rinchiuso, al fine di preservarle, razze di youkai in via d’estinzione o che in qualche modo sono riuscite ad attirare il mio interesse. Direi che, come luogo d’allenamento, si è rivelato appropriato, ulteriore nota positiva è il fatto che non è morto nessuno.-
Moka, tornata la dolce e gentile Omote una volta che Tsukune le ebbe rimesso al collo il rosario, sospirò comicamente, il preside Mikogami aveva decisamente un concetto tutto suo di “buona notizia”.
-Ma almeno dircelo prima.- borbottò Kokoa a bassa voce.
-Comunque…- continuò il preside -…non illudetevi che le cose per voi saranno sempre così facili.- “Facili”?! Un gruppo di bestioni arrabbiati che ti assaltano da ogni lato nel tentativo di farti la festa lui li riteneva qualcosa di facile?! -Dopo le vacanze estive, una volta che sarete tornati, il vostro allenamento verrà intensificato, Fairy Tale non ci farà certo sconti, pertanto è bene che siate tutti pronti quando giungerà il momento di affrontarli.-
-Non preoccuparti, nonno, questi ragazzi hanno tutti del grande potenziale, sapranno cavarsela… e nel caso non succedesse ci penserò a metterli col sedere per terra a quelli!- dichiarò Sonic, ancora nella sua forma originale, così come Tails.
-E per quanto riguarda te, Tsukune…- il ragazzo moro si fece più serio nel sentirsi interpellato -Alternerai i tuoi allenamenti: oggi ti sei allenato con Maurice (il riccio storse la bocca e il naso, non era nei patti chiamarlo in quel modo in form mobiana), domani si occuperà Moka di te. Vedi, Maurice ti può insegnare a combattere, come muoverti, ma non essendo uno youkai non può insegnarti a controllare lo youki, l’energia spirituale degli ayashi… ed avendo Moka infuso dentro di te il suo sangue, donandoti dunque le capacità di un vampiro, è la più idonea ad insegnarti come controllarlo.-
Tsukune non ebbe nulla da contestare, seppur non riuscì ad evitare di sentirsi un groppo in gola: Ura-Moka non aveva mai nascosto la sua brutalità, di certo, a differenza di Sonic, lei non ci sarebbe andata leggera per permettergli di tenere il passo; l’unica cosa certa, a quel punto, era che i prossimi giorni, per lui, sarebbero stati stremanti.
-Non ho altro da aggiungere, potete andare.-
I ragazzi fecero un segno di congedo ciascuno, prima di voltarsi verso l’uscita che dava al buio corridoio che li avrebbe ricondotti alla “normalità” della Youkai Academy.
Ruby si sentì tirare gentilmente la lunga gonna, era Tails.
-Scusa se te lo chiedo, ma il vostro preside è sempre stato così inquietante? Lo chiedo a te, perché, essendo la sua assistente, lavori a contatto con lui tutti i giorni.- le chiese il ragazzino, tenendo di proposito un tono di voce molto basso, in modo che solo la strega lo potesse udire, ma ci guadagnò solo un sospiro.
-Mi sa proprio di sì. Ma non chiedermi dettagli più specifici perché non saprei risponderti.- per essere il suo braccio destro, il preside Mikogami la rendeva effettivamente poco partecipe delle sue idee, l’ultima prova era che nemmeno l’avesse messa a conoscenza del “Paradiso dei mostri” in cui li aveva spediti.
La kitsune mobiana dovette interrompere lì la sua curiosità per sostituirla con un comico allarmismo nel notare che Sonic si stava rimettendo il ciondolo al collo.
-Avere un aspetto umano non è male in fondo, se non dovessi farmi chiamare in quel modo.- biascicò con disgusto.
-FERMO, FERMO, FERMO!- l’avvertimento del suo migliore amico giunse troppo tardi, Sonic era di nuovo tornato Maurice.
E la prima cosa che il ragazzo notò furono i volti più rossi di un peperone delle ragazze (Kokoa perse addirittura sangue dal naso; Moka riuscì a coprire gli occhi a Yukari giusto in temo; Mizore, impassibile e rossa, temette di sciogliersi, letteralmente), l’espressione scioccata di Tsukune e quella imbarazzata (con tanto di mano in faccia per la vergogna) del suo fratellino/migliore amico.
-Che avete da guardare?- solo dopo essersi dato un’occhiata si rese conto, ma non ebbe il tempo di scusarsi prima che, con un doppio calcio combinato, Kurumu e Mizore gli infilassero la testa nel muro.
-PERVERTITO!- urlò comicamente la succubus.
-Un tantino ipocrita detto da te, ma concordo.-
Tails si avvicinò al suo fratellone porgendogli i suoi vestiti scolastici.
-Il nostro vero aspetto non ci da questo problema, ma in forma umana è necessario che copriamo “certe cose”, per favore, ricordatelo.- gli disse, mentre cominciava ad infilarsi i suoi di abiti, sarebbe tornato a “vestire” i panni di Miles solo dopo.
Il preside osservò quella comica scena con espressione indecifrabile sotto il cappuccio del suo saio, ma i suoi occhi brillarono di una strana luce che sembrava soddisfazione.
Maurice e Miles, quei due erano decisamente particolari, sembrava proprio che “Lui” avesse ragione: ci sarebbero stati grandi cambiamenti da quel momento in avanti.
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
Forse non sembrerà, ma a me il personaggio del preside Mikogami piace molto… e non so neanche perché, ad essere sincero.
Comunque non intendo dilungarmi in spiegazioni, come ho già detto non mi piace spendere troppe parole nei capitoli di introduzione, dal momento che questi eventi sono ancora quelli iniziali, ma a breve cominceremo ad entrare nel vivo degli eventi, quindi resistete. (io per primo devo resistere)
Alla prossima.
  
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