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Autore: ianobo    05/02/2016    3 recensioni
Rivisitazione della famosissima saga di Harry Potter tutta in versione comica.
Premetto che amo moltissimo la saga e non voglio offendere nessuno, voglio solo far sorridere con contenuti demenziali.
In passato ho già scritto alcuni capitoli e vorrei riproporli poichè li ho riaggiornati e corretti.
Buona lettura!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rubeus Hagrid
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Hagrid gli venne incontro e disse «Harry, ti ho preso il regalo di compleanno e, siccome avevi già preso tutto l’occorrente per la scuola, ho pensato di regalarti un animale»
«Hagrid, non dovevi…» rispose Harry sorpreso.
«Lo so che non dovevo Harry, ma il supremo FICO, nonché preside Silente, mi ha obbligato»
«Ecco cosa ho fatto: ti volevo regalare un animale, solo che non un rospo, i rospi sono passati di moda anni fa, ti prenderebbero tutti in giro…perché sono OUT» disse Hagrid abbassando il pollice in giù e poi continuò «E i gatti non mi piacciono, perché di solito ti si infilano nelle mutande perché cercano un luogo caldo. Così, visto che sarai il più IN della scuola e il cocco di Silente, nonché supremo FICO e preside di Hoguarts, che ti premierà a caso, anzi a casissimo, ti ho preso un animale più IN» e fece il pollice in su e riprese «ovvero questo piccolo, minuscolo, patatino, chihuahua, non è adorabile?» disse Hagrid tirando il cagnolino fuori dalla barba.
Harry vide che il minuscolo cane indossava il collare che avevano prelevato qualche ora prima alla Gringott ed inoltre portava una mantellina leopardata.
Harry appena vide gli occhioni dolci del cagnolino, ne fu subito conquistato.
«Hagrid, ma è una femminuccia vero?»
«No, è uno splendido maschietto. Non è un amore? Piccì piccì, fa la pipì, piccì picciò, fa la popò!» disse alla fine Hagrid rivolgendosi dolcemente al cane, che di conseguenza gli morse il grosso nasone.
«Ahia! Birichino di un cagnolino! Come vuoi chiamarlo, Harry?»
«Mmm… Voglio chiamarlo Peppino!»
«E che Peppino sia!» rispose Hagrid.
«Finiamo gli acquisti e poi torniamo al paiolo magico!» disse dopo un po’ Hagrid.

Era ormai pomeriggio avanzato e il sole era basso sull'orizzonte quando Harry e Hagrid si misero sulla via del ritorno ripercorrendo Dragon BALLey, riattraversarono il muro, fino al Paiolo magico, ancora pieno di gente che beveva e giocava a carte.  
Lungo il tragitto, Harry non aveva detto una parola; non notò nemmeno quanta gente lo guardasse a bocca aperta.
Forse era vero, era più famoso di Justin Bieber!

Dopo aver fantasticato a lungo sulla sua celebrità, Harry si rese conto di dove si trovavano soltanto quando Hagrid gli batté la mano sulla spalla e lo scaraventò di nuovo a terra. «Prima che il tuo treno parte, abbiamo tempo di mangiare un boccone e di partecipare ad un super evento» disse Hagrid facendogli l’occhiolino.
Dopo pochi minuti arrivò il cameriere del Paiolo magico a prendere le ordinazioni e non appena finirono di ordinare Hagrid disse «Ti senti bene, Harry? Sei molto zitto».
«Ha ucciso i miei genitori lo scimunito che mi ha fatta questa?» disse infine toccandosi la cicatrice.
«Tutte queste persone al Paiolo magico mi hanno festeggiato, ma io, di magia, non ne so niente. So solamente passare lo Swiffer, lavare i piatti con i piedi, fare la ruota, applaudire con i piedi, fare la spaccata e spazzare in terra con le orecchie. Come fanno ad aspettarsi grandi cose da me? Sono famoso, ma non so nemmeno cantare o ballare come Justin Bieber o recitare in un film di cavalli come te!»
Hagrid si chinò verso di lui e gli scappò una scoreggia. Dietro la barba incolta e le folte sopracciglia faceva capolino un sorriso imbarazzato.
«Primo, e ricordalo bene Harry perché è molto importante, non tutti i maghi sono buoni. Non ne ho mai assaggiato uno, però so dirti che non tutti sono buoni» disse Hagrid.
«Anni fa c’era un mago molto cattivo, il suo nome era Vvvvvv…» ed Hagrid scoreggiò di nuovo bloccando la frase a metà.
«Il suo nome era Vvvvv..» scoreggiò di nuovo.
«Magari puoi provare a scriverlo, visto che ti causa flatulenza» disse Harry.
«Non so come si scrive, sono analfabeta. E va bene… il suo nome era Volde Il Mort» terminò la frase Hagrid.
«Volde Il Mort?» urlò Harry.
«Shhhhh babbeo, non urlare!» disse Hagrid, poi continuò «Erano tempi bui, Harry, molto bui. Volde Il Mort cominciò a raccogliere fans perché voleva diventare una superstar. Chi cercava di fermarlo, trovava la morte. I tuoi genitori osarono sfidarlo, ma nessuno sopravviveva. Nessuno, tranne te Harry».
«Me? Volde Il Mort voleva uccidere me? In che senso i miei genitori osarono sfidarlo?» disse terrorizzato.
«I tuoi genitori ebbero il coraggio di lanciargli una sfida. La sfida consisteva in una gara di ballo, ma Volde Il Mort perse, così il giorno dopo andò in casa loro e li uccise. Voleva uccidere anche te, perché già dalla nascita eri più fico di lui e temeva che in futuro lo stracciassi anche tu in una gara di ballo. Ma non ci riuscì; infatti non è un taglio a caso quello che hai sulla fronte»
«E a Volde Il Mort, oltre a ballare, piaceva anche disegnare sulla fronte delle saette?»
«No, Harry. Quella è una maledizione. Ma adesso finisci di mangiare, ne parlerai con il supremo FICO Silente, a me non piacciono questi argomenti! Lui è talmente FICO che pronuncia il suo nome senza far la cacca in braghe» disse Hagrid mangiando velocemente.

Dopo qualche minuto Harry notò che stavano allestendo, ovviamente con la magia, un palchetto al Paiolo magico.
«Hagrid, che cosa succede qui stasera?» disse curioso Harry.
«Vedrai, vedrai… E’ un evento molto atteso» rispose Hagrid.
Dopo mezz’ora la luce del palco si illuminò. Harry notò che c’erano degli strumenti musicali: un tamburo africano, un triangolo, una pianola ed infine un microfono in stile Elvis. Come per magia, ovviamente, comparvero sul palco quattro folletti, tutti vestiti in modo diverso.
Quello al tamburo africano aveva una parrucca con i rasta e i vestiti color bandiera della Jamaica.
Quello al triangolo era vestito in giacca e cravatta ed aveva anche un paio di occhiali da sole, in stile Blues Brothers.
Quello alla pianola era vestito da metallaro ed infine quello al microfono era proprio lui…
Il folletto “torero” della Gringott che aveva aperto la camera blindata con le chiappe!
Quest’ultimo era vestito, questa volta, da ballerina di flamenco. Non appena le luci furono solo su di lui, iniziò a cantare «Yo soy Maria, no de Buenos Aires ma de la Gringott… Yo tengo passion por el flamenco…» e continuò così iniziando a ballare il flamenco con passione e a battere i piedi sul palchetto.
Harry rimase impressionato. Era veramente un bravo ballerino. Cosa avrebbe pensato Volde Il Mort se l’avesse visto? Avrebbe ucciso anche lui?
Ci fu però un colpo di scena. Il folletto scomparve per un minuto e ricomparve: questa volta era vestito con un completo argento attillato e dei pantaloni dello stesso colore a zampa di elefante. Inoltre portava in testa una parrucca bionda a caschetto.
Questa volta però cantò in una lingua che Harry non conosceva «Se per caso crollasse la Gringott, io mi sposto un po’ più in là. Sono un cuore vagabondo che di regole non ne ha. La mia vita alla Gringott, di soddisfazioni non me ne dà. Il capo è un po’ caghett che tu nemmeno lo immaginerai. Ma girando alla Gringott io mi sono convinto che. Non c’è odio non c’è guerra quando il lavoro c’è. Com’è brutto lavorare dalla Gringott in giù, per andare giù io non sono pronto e tu… Tanti auguri, a chi tanti contanti ha. Tanti auguri, a Dragon BALLey ed in città. Com’è brutto lavorare dalla Gringott in giù, l’importante è aprir le stanze con il tuo cul. E se ti lascian a casa che si fa… Trovi un lavoro più bello, che più soddisfazione ti dà» e continuò così con altre canzoni e balletti per un’ora.

Quando tutto finì Harry ed Hagrid si diressero in stazione.
Hagrid aiutò il ragazzo a salire sul treno che lo avrebbe riportato dai Dursley, e poi gli porse una busta.
«Questo è il biglietto per Hoguarts» disse. «1° settembre, King's Cross... è tutto scritto sul biglietto. Se hai problemi con i Dursley, spediscimi una lettera con il tuo chihuahua, Peppino saprà dove trovarmi... A presto, Harry».
  
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