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Autore: _only_ hope_    05/02/2016    1 recensioni
[Christmas!Time (un po' in riardo...) Caleo, accenni alle altre coppie]
Dopo due anni dalla fine di BOO, Leo è ritornato al Campo assieme a Calypso.
Siamo a metà dicembre, e tutti sono in fermento in vista del Natale: o, meglio, tutti eccetto la figlia di Atlante, che chiede confusa al suo ragazzo: "Chi è Natale? Ne parlano tutti in continuazione..."
A questo punto Leo si vede costretto ad intervenire.
[partecipa al contest "Game fo Judges: Conflitto nella Storia" indetto da Encha e Kaika sul forum di EFP]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Leo/Calipso, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno di Natale è quel giorno che mette allegria solo a nominarlo, che quando arriva fa sentire bene, ancor meglio rispetto al giorno del proprio compleanno quando si è bambini: almeno, per Leo era così. Lui, gran dormiglione, quel giorno si era alzato alle prime luci dell'alba, dopo aver scostato dolcemente il corpo di Calypso dal suo, si era rintanato nello spazio che aveva creato sotto al suo letto per rimanere un po' tranquillo e si era messo ad ultimare i preparativi per la festa fischiettando le canzoni natalizie, quelle stesse canzoni che la sera prima aveva cantato a squarciagola davanti al falò che aveva acceso in riva al laghetto, assieme a Percy, Jason, Will e Calypso, mentre Annabeth e Nico alzavano gli occhi al cielo, ma ridevano. Alla fine della serata avevano intonato tutti assieme "Cold cold Christmas" e "Jingle Bells" e, per il divino Efesto, era tanto -troppo- tempo che non si sentiva così bene!

Verso le sette e mezza sgattaiolò fuori dal letto ed uscì dalla cabina, prestando attenzione per non svegliare i suoi fratelli e la sua ragazza: era un giorno di festa e, di conseguenza, la sveglia era stata posticipata alle otto e mezza, aveva tutto il tempo per mettere in atto il suo piano.

Calypso fu svegliata alle otto e un quarto dalle risate e dalle grida stupite ed allo stesso tempo gioiose dei bambini del Campo: notò alcuni dei piccoli della cabina di Efesto correre fuori, altri rientrare e prendere i più grandi per le maniche dei pigiami, costringendoli a seguirli.

"Calypso, Calypso: vieni anche tu!!" la piccola Lylith strinse nel pugno l'orlo della sua camicia da notte e la trascinò fino alla porta d'ingresso: nel tragitto si chiese che fine avesse fatto Leo, per poi giungere alla conclusione che probabilmente era stato il primo ad udire le urla dei piccoli e a correre nello spazio comune. Seguì i compagni fino alla mensa, e nel tragitto incontrò Piper, la quale si era fermata in mezzo al prato per sbadigliare e stropicciarsi gli occhi: alcuni suoi fratelli stavano ritornando di corsa nella loro cabina, dopo essersi accorti che erano usciti in disordine, ma a lei sembrava proprio non interessare il suo aspetto da 'mi sono appena alzata, lasciatemi in pace'.

"Sai che cosa sta succedendo, per caso?" le chiese, dopo essersi avvicinata a lei.

"Non proprio: i bambini dicono che sia arrivato Babbo Natale."

"Dici l'omino rosso con la barba che porta i regali la notte di Natale? Leo mi aveva detto che era solo una legg-"

"Sì, lo è, ma i bambini ci credono. Probabilmente si tratta di uno dei ragazzi più grandi, che voleva sollevare un po' l'umore della truppa. A proposito, Leo dov'è?"

L'interessata alzò le spalle. "Non sono la sua balia." borbottò, quasi scocciata. "E potrei chiederti lo stesso riguardo a Jason."

"Io e Jason non dormiamo assieme. E non siamo sempre appiccicati con la colla come voi due."

A quelle affermazioni Calypso arrossì violentemente. "Io e Leo non sia-" cercò di contraddirla, ma l'altra la zittì con un cenno della mano, mentre George, sei anni, figlio di Efesto, le notava ferme lì e decideva di prenderle per mano e trascinarle fino alla mensa.

Mentre camminava la figlia di Atlante si ritrovò a pensare alle parole di Piper: aveva tentato di non ammetterlo, ma era vero che lei e Leo non si lasciavano praticamente mai. La verità, che quasi non voleva ammettere neppure a se stessa, era che non voleva allontanarsi da lui: inconsciamente aveva ancora paura che lui non sarebbe tornato da lei, ma soprattutto non voleva lasciarlo perché erano stati lontani troppo a lungo. A quanto pare da quando si erano salutati a quando lui era atterrato la seconda volta su Ogigia erano trascorsi quasi due anni: se n'erano accorti quando erano atterrati a Malta nel febbraio di quell'anno. Qualche notte prima dell'atterraggio a Malta, mentre volavano alti nel cielo lei aveva appoggiato la testa alla sua schiena ed aveva ammesso in un sussurro che gli era mancato da morire: non gli aveva raccontato, però, che tutte le volte che si ritrovava ad accendere un fuoco il cuore le bruciava nel petto, come non aveva enumerato tutte le piante che aveva scagliato lontano nei momenti di tristezza e rabbia, né tutte le lacrime che aveva versato, dandosi della povera illusa sentimentale.

A volte si era chiesta perché si fosse innamorata di lui: insomma, non era attraente e aveva il suo gran caratteraccio, per non parlare del suo ego! Quella mattina quando arrivò alla mensa se lo ricordò: Leo era al centro con un costume rosso e bianco, un barba bianca e lunga e una parrucca dello stesso colore indosso, e i bambini lo attorniavano ed allungavano le braccine verso il sacco che teneva tra le mani, da cui usciva un gran numero di pacchi e pacchettini. Altri piccoli semidei, invece, stavano accarezzando la testa di Festus, la quale sbucava nel padiglione, oppure erano saliti sulla slitta legata alla sua coda.

"Ha costruito un sacco senza fondo... che tipo!" borbottò Nyssa, ironica, ma seriamente colpita, arrivando di fianco a Calypso.

Ha un gran cuore, il ragazzo.” commentò Chirone in risposta, mentre la figlia di Atlante si limitò a sorridere: non serviva rispondergli, tutti sapevano che spesso Leo Valdez era davvero generoso, a volte anche troppo, soprattutto quando metteva la felicità degli altri davanti alla propria. In quel momento, però, le sembrava felice.


Non te lo toglierai più quel costume, immagino.” osservò Calypso circa un'ora dopo, mentre erano seduti l'uno di fianco all'altra al tavolo della colazione e lui stava azzannando un pancake.

Assolutamente no. Almeno, non nelle prossime dodici ore.”

Spero che tu lo tolga almeno per dormire, perché io nel letto con un costume che perde il pelo e mi fa da seconda coperta proprio non ci sto.”

Vedremo questa sera.”

Sì, vedremo quando salirò per la prima volta sul piano più alto del letto a castello.” concluse, senza ammettere repliche, lasciandolo con la bocca semi-aperta, desideroso di protestare, ma conscio del fatto che l'aveva vinta lei anche quella volta, come al solito.

Se non ti amassi ti odierei.” borbottò prima di rimettersi a mangiare, e questa volta fu il turno della giovane di rimanere di stucco: le diceva che la amava con un tale naturalezza che si stupiva ogni volta.

Strinse la mano nella sua sotto il tavolo, e la tenne tra le sue anche per buona parte del pranzo, mentre ridevano assieme ai loro amici della ex Argo II, per una volta liberi di sedersi al tavolo che preferivano.

In quelle ore scoprì anche che odiava una sola cosa del Natale, tra tutte quelle che Leo le aveva mostrato negli ultimi giorni: il cibo. Per Zeus, era davvero troppo! Probabilmente non aveva mai mangiato così tanto e quel pomeriggio, mentre salutava Annabeth e Percy che avrebbero trascorso il resto della giornata a casa della madre di lui, pensava seriamente che sarebbe scoppiata da un momento all'altro.

Molti altri amici uscirono dal Campo nelle ore successive, primi tra tutti Piper e Jason, che scapparono con Talia per un pomeriggio con Tristan McLean e la famiglia del Coach Hedge, e piano piano Calypso si ritrovò sola con Chirone e pochi altri semidei: nonostante fossero pochi, però, si stava divertendo ugualmente e si accorse solo dopo più di mezz'ora che Leo non solo non era più al suo fianco, ma non stava neppure più giocando assieme ai bambini a chi trovava per primo l'oggetto che aveva nascosto nel sacco magico.

Qualcuno ha visto che fine ha fatto il nostro Babbo Natale?” chiese a quel punto, ma quasi tutti scossero la testa: solo un figlio di Nemesi le seppe indicare la direzione giusta, ma proprio perché si trattava della progenie della dea della vendetta, a cui il figlio di Efesto aveva spesso giocato qualche brutto tiro, si incamminò dalla parte opposta, addentrandosi nel boschetto. Poco dopo si ritrovò davanti al Bunker nove: Festus la accolse raggiante, salutandola in codice morse.

Ciao anche a te!” gli rispose sorridendo. “Leo ti ha tolto la slitta dalla coda, vedo.”

Quell'arnese? Sì, per fortuna!

Lei trattenne una risata: neppure lui si salvava dalle trovate stravaganti di Leo. “Beh, eri proprio carino.”

Leo era più buffo.

Concordo. A proposito, Leo è dentro?”

Sì.

E tu non sei dentro con lui?” gli chiese, incuriosita: Valdez non avrebbe mai permesso al suo drago di rimanere all'aperto in pieno inverno, aveva paura che gli si congelassero gli ingranaggi. Senza contare che amava la compagnia di Festus.

Non è dell'umore adatto.

A quelle parole la giovane alzò un sopracciglio: erano giorni che il figlio di Efesto attendeva eccitato e felice quel giorno, ed era stato perfetto, quindi non era possibile che lui fosse triste oppure arrabbiato. O forse sì? Per caso aveva interpretato di nuovo erroneamente il suo umore scherzoso? Era già accaduto in passato, ma negli ultimi mesi era diventata davvero brava ad interpretarlo, ci riusciva più di tutti gli altri.

Non starai davvero entrando?! Se ci tieni al tuo disco rigido ripensaci!

Calypso ignorò i cigolii del drago ed aprì la porta del Bunker, per poi entrare silenziosamente: Leo era seduto per terra tra un ammasso di bulloni, cacciaviti e pezzi di ferro, con le gambe incrociate e le mani sugli occhi, mentre il vestito rosso giaceva in un angolo, piegato in malo modo. Anche questo era strano per lui: era un disordinato cronico, ma i suoi attrezzi amava tenerli in ordine, perché aveva bisogno di trovarli al primo colpo.

Ti ho detto di rimanere fuori, Festus.” la sua voce la raggiunse, rotta e roca: c'era decisamente qualcosa che non andava.

Ti sembra per caso che io cigoli come il tuo drago?!” commentò, fingendosi scocciata, e non appena aprì bocca la schiena di Leo si raddrizzò, mentre le sue mani si affrettavano ad asciugare gli occhi: quei gesti le diedero la conferma che stava piangendo. Questo la impressionò, perché il figlio di Efesto non aveva mai pianto, non di fronte a lei, almeno: lui era il ragazzo che sorrideva sempre, quello che a volte si intristiva perdendosi nei suoi pensieri, ma che sdrammatizzava sempre tutto con una battuta. Non era il tipo che si lasciava abbattere. O forse sì?

A proposito: ti ricordo che devi dargli un po' d'olio.” aggiunse, per dargli il tempo di ricomporsi prima della risposta. A quelle parole lui prontamente si alzò in piedi, recuperando il liquido dalla sua cintura degli attrezzi senza fondo e dirigendosi verso di lei. “Hai perfettamente ragione, Raggio di Sole: me lo dici da settimane.” non la guardò negli occhi, ma il tono era ritornato allegro.

Leo...

Vuoi un po' d'olio anche tu?!” scherzò, lasciandole un po' di liquido sul naso, non appena le fu di fronte: i suoi occhi brillavano di nuovo, anche se erano un po' rossi, e anche lei rise.

Alla fine, però, d'istinto lo abbracciò: lo strinse forte per un po', e lo sentì prima trattenere il respiro, poi appoggiare la testa sulla sua spalla, ed infine soffocare un singhiozzo. Scoppiò in lacrime tra le braccia della sua ragazza, anche se era l'ultima cosa che avrebbe voluto, soprattutto a Natale, ma lei continuò a far scorrere le sue mani lungo la sua schiena, senza proferir parola.

Per il divino Efesto, ora mi considererai un sentimentale!” borbottò una volta che si fu calmato, il tono scherzoso che non riuscì così bene: con Calypso le battute non gli venivano se era distrutto, non riusciva a nascondersi dietro a quella maschera che ormai era diventato abile ad indossare.

Va un po' meglio?” lo ignorò lei.

Più o meno. Per Zeus, ora penserai che odio il Natale, dopo tutto quello che ho combinato per farti entrare nello spirito.” sospirò, e la giovane decise di non interromperlo solo per contraddirlo. “È stato tutto perfetto, davvero: il miglior Natale da quando è morta mia madre. Finché tutti non sono tornati dalle loro famiglie. Dopo dieci anni non dovrebbe fare ancora così male... solo che Natale era il momento dell'anno che preferiva, era il periodo in cui costruivamo le decorazioni con i bulloni arrugginiti e li attaccavamo ad un palo dipinto di verde, perché la maggior parte degli anni non avevamo abbastanza soldi per permetterci un albero vero. Vorrei solo riabbracciarla, tutto qui.” non serviva che Calypso gli rispondesse, gli bastava che lo avesse ascoltato, così si staccò da lei e le sorrise finalmente in modo sincero mentre si asciugava gli occhi.

Avrei voluto conoscere tua madre, sai? Doveva essere una donna davvero speciale. Dovrei ringraziare anche lei se sei quello che sei.

Ok, Raggio di Sole, forse è meglio se metto in ordine questo casino: la rabbia gioca brutti scherzi, ricordalo.” commentò, ritornando verso i bulloni sparsi a terra: li aveva lanciati mentre pensava che la madre non avrebbe mai più festeggiato con lui.

Ricordami di stare attenta quando litigheremo, allora.” ribatté lei ridendo, mentre lo raggiungeva. “Oltre al fuoco devo stare attenta anche ai bulloni volanti, per Zeus! Chi me lo ha fatto fare di mettermi con te!” esclamò, ironica, portandoli a ridere: nel mentre lei, chinata a terra, tra i bulloni trovò una cornice doppia che portava al suo interno una foto di Leo e sua madre, e dall'altra una che ritraeva lui e la sua ragazza. Sorrise e la appoggiò sul bancone, poi riabbassò la testa e scorse un piccolo estintore.

E questo?! Ti serve per spegnerti se non ci riesci da solo?!”

Era il tuo regalo di Natale, a dire il vero, ma la funzione è la stessa.” lei spalancò gli occhi, mentre lui scoppiava a ridere: stava scherzando.

Ti odio, Valdez!” esclamò, lanciando l'oggetto, che gli arrivò pericolosamente vicino, ma stava ridendo.

Risero assieme, mentre l'ultimo pezzetto del puzzle della magia del Natale di Calypso si incastrava perfettamente assieme agli altri: tutti i piccoli momenti quotidiani erano speciali se condivisi con la propria famiglia. Quella sera Leo comprese che sua madre era sempre con lui, che non lo avrebbe mai abbandonato, e che la sua famiglia non era solo lei, ma anche Calypso e i suoi amici.








Angoletto di Hope-barra-Gio:

Salve a tutti! Questo, come si può notare, è l'ultimo capitolo. Mi scuso se non ho inserito lo scambio dei regali: mi sembrava stonare un poco con il capitolo, non volevo inserirlo in maniera forzata...

Spero che la storia non sia strata troppo diabetica e di non essere uscita dall'IC...

Grazie a tutti quelli che hanno recensito e inserito la storia tra le preferite/seguite/da ricordare. E grazie anche a chi si è semplicemente ritagliato un po' di tempo per leggere. Sappiate che sapere se vi è piaciuto o meno mi fa sempre piacere!

Ricomparirò sul Fandom, forse.

Grazie ancora.

  
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