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Autore: Inathia Len    07/02/2016    4 recensioni
Utimo anno a Hogwarts di James, Sirius, Remus, Peter, Lily, Severus, Regulus (anche se tecnicamente lui è al sesto anno) e Deirdre Woe. Ma chi è codesta fanciulla? Leggete, leggete…
Leggete per conoscere dell’anno in cui James Potter fece capitolare la bella Lily Evans.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Lily Evans divenne la sorella adottiva di Sirius Black.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Sirius Black sfidò nuovamente la sua famiglia e Regulus Black.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Regulus Black divenne un Mangiamorte e si sposò.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Remus Lupin combatté la sua maledizione.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Peter Minus lottò per essere un degno Malandrino.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Severus Piton cercò di sistemare le cose con Lily.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Deirdre Woe entrò nella vita dei fratelli Black.
Ma la storia non si fermerà qua. Si andrà oltre, parlando del “dopo-Hogwarts”, delle tre volte in cui i Potter sfidarono Voldemort, della profezia, della morte da eroe di Regulus, della fine per arrivare all'inizio, a Harry.
EX "Sirius Black il comico (sai che risate)
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Classe 1960'
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-Credi che dovremmo chiamare qualcuno?-

-E chi?-

-Ma non lo so, Silente? La McGranitt?-

-E a loro cosa importa?-

-Come cosa importa?!-

-Non in quel senso... insomma, è una faccenda privata nostra. Di Sirius.-

-Sì, ho capito, ma...-

-Ma basta. Le cose nostre ce le sbrighiamo noi. Non abbiamo sempre fatto così? Siamo una famiglia e ci aiutiamo l'un l'altro.-

-Sì, sì. Belle parole. Ma di fatto che facciamo?-

-Io l'ho trovato che praticamente svalvolava nel suo vomito e aveva intenzioni tutt'altro che amichevoli nei confronti di qualcuno... suppongo Avery...-

-Qui ci vuole qualcosa di drastico.-

-Gli facciamo cambiare aria?-

-E dove lo vuoi mandare, su Plutone?-

-Ahia! Non importa che mi picchi! Era solo una battuta per stemperare la tensione...-

-Non è il momento. Qui ci vogliono proposte concrete.-

-Ma non possiamo fargli da baby-sitter. Uno: Sirius non lo vorrebbe. Due: abbiamo le nostre cose da fare, come l'Ordine e le missioni.-

-Sirius vorrebbe che la smettesse di parlare a voce così alta perché vi sente e vi maledice.-

La voci si zittiscono tutte di colpo e Sirius apre piano gli occhi. Dove accidenti si trova?

Si guarda attorno e non riconosce le pareti della camera da letto, se non vagamente. Quelle di casa sua sono bianche, qui sono leggermente azzurre e non è solo per le tende appese alla finestra. Non vede le persone fisiche che hanno interrotto il suo sonno, ma la porta è socchiusa e li immagina tutti lì dietro. Ha riconosciuto quattro voci e non ci vuole un genio a indovinare che siano di James, Lily, Remus e Peter.

Sirius si rigira nel letto e vorrebbe seppellirsi sotto le coperte. Perché con la veglia sono tornati tutti i problemi, ai quali si aggiunge anche il mal di testa

-Si può?-.

È la voce di James a chiederlo, gentile come poche volte nella sua vita, e non se la sente di mandarlo al diavolo. Così si limita a grugnire e sente i passi di lui farsi leggersi mentre entra.

-Dove sono?- gli chiede.

-A casa nostra, a Godric's Hollow- gli risponde, sedendosi sul letto. -Remus ti ha portato qui che eri quasi incosciente. Vaneggiavi, Sirius. Quanto avevi bevuto?-

-Non abbastanza, evidentemente. Oppure ho degli amici troppo ficcanaso.-

Lo sguardo di lui si fa di nuovo duro, si assottiglia.

-Ti vogliamo bene. E se tu fossi sobrio, saresti d'accordo con me. E se fosse successo qualcosa del genere a uno di noi, ti staresti preoccupando allo stesso modo. Dimmi come possiamo aiutarti.-

-Riportami indietro nel tempo e aiutami a salvarla- risponde secco Sirius.

James sospira.

-Lo sai che è una cosa assurda da chiedere. Però puoi rimanere qui finché vuoi. Intanto possiamo sistemarti casa, togliere cose che potrebbero ricordarti...-

-NO!-

Il grido che esce dalla sua bocca è rauco, come se nelle ultime ore non avesse fatto altro che urlare.

-Okay, va bene. Lo faremo insieme, se vuoi. Però davvero vorremmo che tu rimanessi qui, anche a tempo indeterminato. Ci terremo compagnia quando uno è fuori in missione... come ai vecchi tempi. E Remus e Peter ci verranno a trovare spessissimo... Non vogliamo che ti senti solo, Sirius. Quando è morto Regulus non abbiamo potuto fare niente. Lasciaci aiutare ora.-

Sirius stringe forte il piumone. Poi, finalmente, le lacrime che si è tenuto dentro fino a quel momento cominciano a scendere. Singhiozzi cominciano a scuoterlo e le braccia di James sono lì ad accoglierlo, ad impedire che crolli per terra. E poi comincia a piangere anche lui, stringendolo forte.

 

 

 

Deve essersi addormentato di nuovo, non lo ricordava. Quando apre gli occhi gli scuri nella camera sono socchiusi e la pochissima luce che filtra è arancione. Sente la bocca impastata e di avere qualcosa tra le labbra... quasi gli prende un colpo quando si rende conto che sono capelli neri. James si è addormentato a propria volta accanto a lui e nel sonno deve avergli quasi mangiucchiato la chioma. Se la situazione non fosse quella che è, sarebbe già scoppiato a ridere.

-Messer Ramoso...- la scuote piano, senza la solita ironia che segue quando la chiama così. -Ehi... James?-

-Mh?-

-Ciao, eh- questa volta un sorriso spontaneo si forma sulle sue labbra. Vederlo così arruffato e mezzo addormentato gli ricorda quando ancora erano ad Hogwarts e il problema più grande da affrontare durante la giornata era scegliere il dolce a cena oppure arrivare in orario alle lezioni della McGranitt.

-Ciao, idiota- lo saluta lui, come ricordando improvvisamente perché sono lì.

-Mi si è addormentato un braccio- nota Sirius, spostandolo da dietro la schiena di lui e puntellandosi sui gomiti per mettersi seduto.

-Prego- si stropiccia gli occhi James. -Accidenti... ora questa notte non riuscirò a dormire- borbotta. -Come stai?- chiede poi, passandosi una mano sistemandoseli sommariamente.

Lui si limita a scrollare le spalle.

-Senti, ho una proposta seria da farti. Quindi ascoltami per intero, lasciami tempo di parlare. È un'idea che è venuta a me, ok? Lily non centra niente... Stavo pensando che noi qui a Godric's Hollow abbiamo decisamente troppo spazio libero e che tu là a Diagon Alley hai troppi brutti ricordi. No, chiudi la bocca- lo interrompe, praticamente mettendogli una mano in faccia, -non ti voglio proporre di venire a star qui in pianta stabile. Quello che voglio proporre io è un'altra cosa: vendiamo tutte e due le case, troviamoci un appartamentino per noi tre, magari con una stanza extra quando uno dei ragazzi vuole passare. Una specie di nuovo inizio, eh? So che stai male per Dei... per lei. E ci sto male anche io. Fidati. E vorrei uccidere Avery con le mie stesse mani, ma ci sono cose più importanti in ballo che la vendetta. E bisogna imparare a vivere con il dolore e con il senso di vuoto. L'ha dovuto fare Lily quando ha perso i suoi genitori, l'ho dovuto fare io... e ora tocca a te. Bisogna affrontare quello che ci viene messo sulla strada. Ma non siamo obbligati a farlo da soli. Vendiamo tutto e ricominciamo da capo da un'altra parte. Che ne dici?-

Sirius lo fissa interdetto per dieci minuti buoni senza aprire bocca. Può farlo davvero? Può provare a lasciarsi tutto alle spalle, Regulus, Deirdre... Non ora, non adesso. Sarebbe bello, sarebbe facile. Sarebbe la scorciatoia che taglierebbe fuori tutti i suoi problemi. Ma lui vuole ricordare, vuole vendetta. Vendetta per suo fratello, vendetta per la sua ragazza...

-Non posso, James- dice alla fine. -Lo vorrei tanto, ma non posso- ripete, lasciandosi di nuovo cadere tra lenzuola e piumone.

-Perché?- gli chiede serio lui, girandosi su un fianco e poggiando la testa su una mano.

-Perché non mi sembrerebbe giusto. Tu hai Lily, siete sposati... mi sentirei costantemente un intruso. Non penso che ce la farei a vedervi insieme, felici...-

-E Marlene ha Caradoc. Dorcas, Gideon. Alice, Frank e Mary, Bones. Pensi di chiuderti in un eremo e non vedere più nessuno fino alla fine dei tuoi giorni? La gente per strada cammina tenendosi per mano, c'è chi si bacia e chi invece litiga... fa male, ma il mondo va avanti. E prima lo affronti meglio sarà. Possiamo darti una mano. Posso. Ma solo se mi lasci fare. Lascia quella casa, Sirius, dico davvero. Facciamo un patto, okay? Noi non vendiamo questa, va bene, la teniamo come di riserva. Però ci spostiamo tutti da un'altra parte, eh? Lontano dai cattivi ricordi... e noi non stiamo stabili con te, ogni tanto torniamo qui. Così non ti senti un intruso e non ci hai in mezzo ai piedi costantemente. Può andare così? Ti prego, dimmi di sì- quasi lo implora.

Sirius questa volta non può fare a meno di annuire.

-E va bene, ma tu sei pazzo. Adesso sto benino, ma non so in futuro come sarà. Te lo dico già da adesso. Potrei prendere a calci i mobili.-

-Li compreremo di cartone. Oppure li prendiamo di marca ma li paghi tu.-

-E il frigo deve essere sempre pieno di alcol.-

-Questo assolutamente no.-

-Okay. Però dobbiamo trovare casa vicino a un supermercato aperto fino a tardi, oppure su un pub. Così posso scendere e trovare da bere quando mi pare e piace.-

-Idem come sopra. Assolutamente no. Ma sei fuori di cranio?-

-Pignolo... però, mettiamo caso che io reperisca dell'alcol, potrei vomitare da qualche parte in casa...-

-Fai schifo, Sirius- commenta James, riuscendo però a farlo ridere. -Comunque è andata, no? Ti ho convinto?-

 

 

 

 

E così ancora una volta sono i Potter a salvargli la vita. Non subito, non nel giro di qualche ora o qualche giorno, ma Sirius riesce a far pace con se stesso e con i suoi fantasmi. A sedici anni, era scappato da Grimmauld Place e nei Potter aveva trovato l'affetto di una famiglia, di una vera famiglia. Ora, venti anni compiuti, erano di nuovo i Potter, la generazione successiva, a tendergli una mano per non lasciarlo scivolare nel buio.

Quando sono tornati a Diagon Alley per prendere le cose di Sirius, è stata dura. Lui sembrava quasi non ricordare il patto di qualche giorno prima, è quasi arrivato alle mani con James quando lui aveva cominciato a lavare la tazza con latte e cereali ancora sul bancone della cucina. Ma poi si era calmato. Lo avevano mandato a fare un giro.

Delle cose di Deirdre non aveva tenuto quasi niente, solo la sua bacchetta e un paio di dischi in vinile di cantanti che nemmeno gli piacevano. Ma nella casa nuova avrebbero avuto un altro giradischi e quelli sarebbero stati perfetti per le “serate-tristezza”, come le chiama Lily. Serate in cui avrebbero aperto del Whisky Incendiario, avrebbero messo su della musica e avrebbero ricordato Deirdre. Per il resto, bisogna andare avanti e anche in fretta. Perché il mondo non aspettava loro.

La sera di capodanno festeggiano nel nuovo appartamento, finalmente finito di arredare con mobili presi un po' qua e un po' là. È piccolo, molto piccolo. Due stanze, un bagno e una cucina aperta sul salotto che da direttamente sull'ingresso, ma almeno non ci sono brutti ricordi, tra quelle mura. Si trova nella Londra babbana, poco distante dal Paiolo Magico, al piano di sopra abita una vecchia Maganò sorda come una campana, amica di Silente, una certa Arabella Figgs, mentre il piano di sotto è vuoto.

Sirius riesce quasi a sorridere quando vede la loro nuova casa finalmente finita. Certo, non è granché, ma come nuovo inizio può bastare. E più i mesi passano, più è facile vivere sempre meno nell'ombra delle persone che se ne sono andate. All'inizio è difficile, troppo difficile. Più di una volta è scappato di casa per andare al cimitero, alla tomba di Deirdre. Più di una volta ha pianificato di uccidere Avery in uno scontro, ma non ce n'è stata l'occasione.

Non l'ha sognata, non l'ha mai più rivista. Ha messo le loro fotografie insieme in un vecchio album e lo ha consegnato a Lily. Con promessa solenne che lo avrebbero aperto solo durante le “serate-tristezza”. E la stessa cosa vale per la lettera, l'ultima lettera di Deirdre. Non l'ha più sognata, no, ma più di una volta si è svegliato di soprassalto con il suo ultimo urlo nelle orecchie. Solo l'urlo, mai più il suo volto. All'inizio è da quegli incubi che scappa, dalle sue grida e dalla visione di Regulus morto... poi, piano piano, a poco a poco, ha imparato a non uscire come una furia, a stringere i denti e andare in cucina, mettere su il bollitore e farsi un tè o una camomilla. E pensare ai momenti belli. Frazioni di ricordi, come quando la luce si rinfrange attraverso un prima. Azzurro: i suoi occhi che ridono per qualcosa. Rosso: la sua bocca che lo bacia. Giallo: le sue scarpe preferite, quelle con cui era scappata da Grimmauld Place la prima volta. Verde: la copertina del suo disco preferito, quello che metteva su e ballava fino all'alba, trascinandolo con lui. E così le memorie ora non lo aspettano più solo nei sogni, non gli fanno più paura. Piange ancora, sì, la piangerà sempre. E gli mancherà. Ma più passano i giorni, i mesi, più il ricordo quasi si fa sfumato e ancora più dolce.

-Non ricordo più la sua voce- dice un giorno.

-Regulus portava i capelli con la riga a sinistra- dice un altro. -O era a destra?-

Ogni giorno che passa è un giorno più lontano da quel 30 settembre e da quel 31 ottobre... e ogni giorno che passa Sirius riesce a dormire più a lungo, a mangiare di più e a parlare anche di sciocchezze. Non sempre, però, ci sono sempre giorni in cui si rifiuta di uscire dalla sua stanza, che si chiude nel mutismo serrato della sua corazza che nessuno riesce a penetrare. Ma quei giorni sono sempre più rari. Sembra anche aver lasciato perdere la cosa della vendetta, dato che non c'è stata più l'occasione. Non ci sono più stati scontri diretti, ogni volta che sanno di qualche attacco o di qualcosa di nuovo arrivano sempre troppo tardi. E reclutare nuovi membri è sempre più difficile perché non sanno mai chi sia dalla loro parte e chi invece voglia fare il doppio-gioco o semplicemente salvarsi la pelle, vendendoli al nemico.

Una delle poche note allegre è stata nel luglio del nuovo anno, quando Dedalus Lux si è finalmente unito ufficialmente all'Ordine, insieme a Bones. Entrambi di fatto già collaboravano come “esterni”, mentre ora sono davvero dentro. Hanno stampato dello champagne e hanno bevuto.

Sirius ha ricominciato ad essere felice, quel giorno. Mary aveva portato la piccola Erin e lui l'aveva fatta camminare in giro, mezzo piegato, tenendo tra le proprie le sue manozze morbide. E aveva riso, per la prima volta con il cuore da mesi, quando Erin lo aveva guardato con tutta la serietà possibile e poi aveva esclamato: -'ius!- in un tentativo di chiamarlo per nome. Erin ancora non parla, qualche gorgoglio qua e là (ha appena sei mesi) e quella mezza sillaba e tutto l'impegno che la piccola ci ha messo lo hanno fatto davvero ridere. Gli piace vederla crescere. Quando non è di turno per l'Ordine e non c'è bisogno di lui a casa, va alla fattoria di Mary ed Edgar e sta con la piccola e sua madre. È incredibilmente bravo con i bambini, ha scoperto... i primi tempi questo gli mette tristezza, perché pensa a Deirdre e a quello che sarebbe potuto essere. Ma poi Erin dice o fa qualcosa. E tutto il resto passa di nuovo in secondo piano. Sì, sembra davvero che stia cominciando ad andare tutto bene di nuovo...

… ed è ovviamente mentre si culla di questa nuova consapevolezza che il destino infierisce.














Inathia's nook:

Salve a tutti!
A questo capitolo tengo particolarmente, spero piaccia anche a voi. Lo trovo pieno di mille significati e simboli (come i Potter che di nuovo salvano Sirius) e poi abbiamo il nostro Felpato che finalmente si lascia aiutare, quindi un passo in avanti con lui l'abbiamo fatto. 
Ma andiamo con ordine.
La prima parte del capitolo è direttamente il seguito dello scorso, ma questo è piuttosto ovvio. I ragazzi si preoccupano, Sirius fa Sirius, fondamentalmente. Ma abbiamo anche un piccolo passo in avanti. Viene tesa una mano e finalmente Sirius l'accetta. Inizialmente avevo scritto Lily al posto di James, poi ci ho ripensato. Insomma, lei è la sua più cara amica, la sua "sorellina" (come avevamo detto millemila capitoli fa!), ma James è sempre James. Insomma, mi sembrava di sminuire il suo ruolo nella vita di Sirius. Lily è importante, ma è James che Sirius ancora piange dopo quattordici anni (quella parte nel film dell'Ordine della Fenice mi uccide sempre... il film non mi è piaciuto particolarmente, ma quel momento lì alla stazione con la foto dell'Ordine... ARGH! Mi colpisce sempre!). E quindi James. Non ci sono anche Remus e Peter sia per una questione logistica della stanza, sia perché appunto volevo creare un momento tra i due amici.
Perché trasferirsi tutti da un'altra parte e lasciare Godric's Hollow? Eh... questo è per rimediare a un mio buco di trama, sono onesta. Insomma, i Potter mica potevano essere andati a nascondersi, dopo la Profezia, nella stessa casa in cui avevano sempre vissuto, no? Quindi per ora li ho fatti spostare, con anche Sirius, in un'altra casa. Poi, quando dovranno sì nascondersi, probabilmente torneranno lì a Godric's Hollow, ma almeno non ci sono stati sempre. Vi convince? Perchè a me abbastanza, ma magari non sono riuscita a spiegarmi come avrei voluto...
La seconda parte del capitolo è molto più veloce, me ne rendo conto, ma il 1979 è un anno "vuoto" dal punto di vista degli avvenimenti. A parte incontri dell'Ordine, nuovi membri (quante di voi si ricordano del piccolo puccioso Dedalus?) e qualche scontro, dal punto narrativo offre pochi spunti. Quindi ci saranno pochissimi capitoli ambientati in quest'anno, giusto qualcuno perché comunque ho delle cose importanti da mostrare (come la presa di posizione definitiva di Peter, che per adesso è rimasto abbastanza dietro le quinte perché avevo altro da raccontare), ma poi passeremo al 1980. Al piccolo Harry. E poi cominceranno le note dolenti per i nostri amici e per gli altri dell'Ordine che per adesso si sono salvati...
Bene, credo di aver detto tutto quanto. E' venuto un angolo autrice immenso... scusate la mia prolissità. 
Avete lasciato delle recensioni bellissime allo scorso capitolo (chiedo scusa se non ho acora risposto a tutti, ma ho vissuto in università questa settimana) e risponderò a tutti entro questa sera, promesso!
Un bacio immenso a chi commenterà anche questo nuovo aggiornamento,
alla settimana prossima,
I.L.

  
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