Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Horse_    08/02/2016    6 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


It's done.



Ninetheenth Chapter.
Pov Nina.

Eric è il primo a fare qualcosa. Ci guarda scandalizzato, ferito -consapevole?- e, prima che possa dire qualcosa, se ne va, lanciandomi uno sguardo risentito e frustrato.

Questo non sarebbe dovuto accadere, non sarebbe dovuto accadere e basta! Avrei dovuto dirglielo io di persona, non avrebbe dovuto scoprirlo così. 

 

“Eric!”- urlo, quasi, sperando che possa ritornare indietro.

 

Non posso lasciarlo andare così, merita assolutamente una spiegazione, non avrei dovuto portare tutto questo a lungo. Oppure semplicemente non avrei dovuto farlo, non avrei dovuto trascinare entrambi fin qui. Me e Ian, intendo. Sono stata una stupida, dannatamente stupida.

Ian, al mio fianco, non fa nulla, è rimasto paralizzato anche lui. Ironia della sorte.

 

“Aiutami!”- gli ordino indicando con la testa la sedia a rotelle, accanto al letto. -“Devo andare da lui, non posso lasciarlo andare così.”

 

Ian, ripresosi dallo shock, mi guarda come se fossi impazzita.

 

“Non guardami così, dannazione! Aiutami e basta, devo parlargli.”- lo imploro, quasi.

“Non credo sia il caso, lui-”

“E’ il caso, si! Dio, mi vergogno così tanto. Ti prego, aiutami, non posso salirci da sola.”- continuo ancora, non volendo ascoltare nessun’altra parola.

 

Ian, finalmente, mi prende in braccio e mi adagia delicatamente sul quel trabiccolo. Esco velocemente dalla stanza, essendo diventata ormai abile sulla carrozzina, e mi guardo attorno. Non c’è. Percorro tutto il corridoio velocemente, per quanto velocemente possa muovermi, e finalmente lo scorgo in fondo al corridoio. Sta camminando veloce, ma devo fermarlo, assolutamente. 

 

“Eric!”- urlo ancora.

 

Vedo i suoi muscoli irrigidirsi, ma non si blocca. Per fortuna non c’è quasi nessuno sul corridoio, ho una stanza privata e questo gioca a mio favore. Poi, all’improvviso, lo vedo rallentare di qualche passo e approfitto del momento per raggiungerlo. Respiro profondamente e lo afferro per la manica della giacca. Lui si stacca da me ed io lo lascio fare. Quando incontro il suo sguardo gelo all’istante. Non mi sono mai sentita così in tutta la mia vita perché non ho mai tradito nessuno e con lui l’ho fatto, non lo meritava, ma me ne rendo conto solo ora.

E mi sento uno schifo per questo, perché, una persona come Eric, non meritava quello che ho fatto, semplicemente non merita me. Lui mi ha dato tutto, si è annullato per me, io invece, sebbene provi qualcosa per lui -che non è amore, perché amore è quello che provo per Ian-, l’ho completamente tradito, in tutti i sensi. Quando stavo con lui sono andata a letto con Ian e ho provato l’impulso di essere single in quel momento, di passare il resto della mia vita con lui. Eppure, poi, con tutto quello che è accaduto, ho fatto finta di niente arrivando ad ora. L’ho distrutto, completamente.

 

“Lascia che ti spieghi, io-”

 

Eric mi interrompe stizzito con un gesto della mano. E’ arrabbiato, frustrato, deluso e ferito. Ogni persona al mondo, vedendo la persona a cui tiene con un altro, si sentirebbe così. Anche io sarei distrutta nel veder tornare Ian di nuovo con lei. Lo sono stata per così molto tempo, so cosa si prova.

 

“Credo che sia abbastanza palese quello che è successo, no?”- ringhia lui guardandomi adirato negli occhi. -“Avrei dovuto immaginarlo, avrei dovuto capirlo! Avevo tutto davanti agli occhi, sono stato uno stupido!”

“Eric, io… Mi dispiace, non meritavi… Non meritavi questo…”- mormoro io, abbassando lo sguardo.

“Davvero lo pensi?”- mi domanda, ilare. -“L’hai capito solo adesso? Ho fatto finta di niente per così tanto tempo, ma gli sguardi che vi lanciate sono inequivocabili. E lui… Lui mi ha pure rassicurato su questo.”

 

Ian ha fatto cosa?

 

“Mi ha pure detto che mi amavi, che ci tenevi a me. Cazzate, no?”

“Io tengo veramente a te!”- ribatto io, mentre sento le lacrime premere per uscire. -“Avrei dovuto dirtelo…”

“Avresti, si. Dovevi dirmelo. Ed io che ero convinto di averti conquistata, di aver rubato il tuo cuore, ma è sempre stato evidente che lo ami. Quello che non mi spiego è perché ho continuato a fare finta di niente per così tanto tempo!”- esplode, stringendo le mani a pugno.

“Non avrei dovuto farti una cosa del genere, non avrei dovuto, ma io-”

“Mi fidavo di te, Nina! Se me lo avessi detto prima, se tu me lo avessi detto, avrebbe fatto meno male!”- mi dice, tagliente.

“Non volevo ferirti, non volevo…”- mormoro e sento qualcosa bagnarmi la guancia. -“Devi credermi, ti prego.”

 

Ed è vero quello che sto dicendo, tremendamente vero, ma quando sto con Ian il tempo si ferma e non so nemmeno io quello che faccio. Se fossi stata più razionale, con la testa sulle spalle, non avrei mai fatto tutto questo e, sebbene in questo momento mi stia odiando, non riesco a pentirmene ed è questo quello che fa più male. Sto male per quello che è successo, ma non me ne pento. Non mi pento di niente, non mi pento di essere stata con Ian in tutti i sensi ed è un male questo?

Lo è, ma lo amo troppo per fare finta di nulla.

 

“Lo so che non volevi ferirmi, te lo leggo negli occhi, ma ci sei riuscita, hai fatto peggio. Hai fatto peggio perché, mentre stavi con me, pensavi a lui. Anche quando lo incontravi con i gemelli, per qualche secondo, sorridevi in modo così spontaneo, come non hai mai fatto con me.”- mormora lui.

“Sono stata bene con te, ogni singolo momento che ho passato con te mi ha fatto stare bene, non ho mentito su questo!”- ribatto io, cercando di spiegarmi.

“Potresti non aver mentito, ma hai costantemente mentito a me e a te stessa. Avresti dovuto lasciarmi andare tempo fa o troncare tutto sul nascere. Si vede lontano un miglio che lo ami, ma non avresti dovuto ferire me.”

 

Detto questo, con uno scatto, si stacca da me e mi volta le spalle. 

 

“Darò a tuo fratello le tue chiavi di casa.”- mi dice, non guardandomi.

“Eric, aspetta!”- tento di bloccarlo, di nuovo. -“Non voglio che finisca così, lasciami spiegare.”

“E invece finirà così, non c’è più nulla da spiegare.”- ribatte secco e, così come l’ho fermato, se ne va.

 

Faccio per rincorrerlo, ma vengo bloccata dalle scale, ovviamente. Se provassi a scendere con la sedia a rotelle finirei dritta in obitorio e, sebbene voglia corrergli dietro, metaforicamente parlando, mi blocco frustrata. Sbatto un pugno contro il muro tremando leggermente.

Che cos’ho combinato?

 

“Quel muro non ha colpa.”- mormora una voce alle mie spalle. So a chi appartiene. Ian. -“E nemmeno tu.”

“Davvero?”- domando piano stringendo le mani a pugno.

“E’ anche mia, non avremo dovuto dargli false speranze.”- sospira alle mie spalle. Lo sento appoggiare le mani sulle manopole della sedia e questa inizia a muoversi. -“Parliamo in stanza, ti va?”

 


























 

                                                                   * * *




























 

“Non lo meritava, Ian.”- ribatto io, incrociando le braccia al petto.

 

Ian è in piedi, di fronte a me. Mi sta scrutando serio, cercando di captare qualcosa dal mio tono di voce.

 

“Non lo meritava, hai ragione, ma non possiamo farci niente! Quel che è successo è successo!”- ribatte lui, passandosi una mano tra i capelli.

“E’ successo si, ma per colpa nostra!”- ribatto io, alzando il tono della voce. -“E mi sento uno schifo, sai perché? L’ho tradito, eppure non mi sento in colpa!”

 

Ian mi sorride di sbieco e si siede accanto a me, sul letto. Che cosa c’è da sorridere? E’ una tragedia, questa.

 

“Non c’è niente da ridere!”- gli sibilo contro, tirandogli un pugno sul braccio.

“Sei così bella quando ti arrabbi…”- mormora lui baciandomi il collo.

 

Mi volto di scatto, non sapendo se lasciarlo continuare -come mi dice il cuore e il corpo, in modo particolare quest’ultimo- o se ucciderlo -come mi dice il cervello.

Ho appena fatto un disastro e lui mi provoca? Ma dove ha la testa? Alla fine mi stacco da lui, stizzita, sotto il suo sguardo divertito.

 

“Hai capito quello che ti ho detto, almeno?”- gli sbraito contro.

“Certo, si. Ho capito che ti senti in colpa, ma anche no. Che avresti dovuto dirglielo prima, avremmo dovuto dirglielo prima, scusami, ma non l’abbiamo fatto. Che altro?”- mi dice. -“Oh, si, sei bellissima quando ti arrabbi così, fantastica.”

 

Si sporge ancora per darmi un bacio, ma lo spintono via.

 

“Che c’è? Sei single, non posso baciarti?”- mi domanda, sbuffando.

 

Bambino, in tutti i sensi.

 

Tu no, però.”- puntualizzo guardandolo seria. -“Ma non è questo il punto.”

“Dovrei sentirmi in colpa perché ti amo? L’abbiamo fatto perché ci amiamo, non ci vedo nulla di male. Ti senti in colpa tu, e non era neppure il tuo fidanzato.”- mi dice Ian. Cerco di interromperlo, ma lui continua indisturbato. -“Okay, lo era, ma non è questo l’importante. Ti senti in colpa tu e non io, che sono sposato. E’ così sbagliato amarsi?”

 

Non che non lo è. E’ sbagliato quello che abbiamo fatto. Eppure ha ragione. Dovrei sentirmi in colpa anche per lei, eppure non è così.

Perché non me ne importa niente, deduco, ed è così vero. 

 

“Mi ami?”- mi domanda, guardandomi negli occhi.

 

Se lo amo? Eccome se lo amo.

 

“Si.”- rispondo senza esitazione.

“E allora smettila di tormentarti. Sono sicuro che risolverete il tutto, nel senso che magari potrete chiudere i rapporti in maniera più civile.”- mi dice, poi, accarezzandomi una mano. -“Ora che tutto questo è finito, possiamo finalmente stare insieme.”

“Ti sbagli, c’è ancora qualcuno…”- mormoro, guardandolo negli occhi.

“Senti, a proposito di questo, c’è una cosa che devo dirti-”

 

Ma le sue parole vengono interrotti da delle piccole grida vivaci non appena si spalanca la porta della stanza.

Joseph e Stefan, i miei bambini!

 

“Mammaaa!!!”- gridano all’unisono, arrampicandosi sopra il letto.

 

E ogni mio pensiero passa in secondo piano alla loro vista. Mi sono mancati così tanto. Li stringo forte, più forte che posso. Non vedo l’ora di tornare a casa, voglio ritornare alla mia routine con loro. Quello che mi fa impazzire, maggiormente, oltre al fatto di non essere indipendente, è proprio non essere 24 ore su 24 con i miei figli. Mi manca l’aria quando non sono con me.

 

“Mam…Mamma… Ci stai soffocando…”- sento borbottare Joseph, mentre vedo Ian sorridere.

 

Allento di più la presa, ma li stringo forte a me.

 

“Non dovreste essere a scuola, voi due?”- domando io guardando mia madre che è appena entrata all’interno della stanza.

“Diciamo che avevo preparato qualcosa…”- mormora Ian grattandosi la nuca imbarazzato. -“Ma alla luce dei fatti è saltato un po’ tutto…”

 

Guardo i miei figli, mia madre e Ian con sguardo dubbio, ma anche curioso. Che cos’è saltato?

 

“Ma non andiamo più a fare il picnic?”- piagnucola Stefan.

 

Picnic?

Joseph fulmina Stefan con lo sguardo, mentre Ian sospira esasperato.

 

“Ecco, ora è saltato veramente tutto…”- borbotta scuotendo la testa, mentre mia madre ridacchia divertita. -“Volevamo farti una sorpresa, un po’ tutti, ma diciamo che, con quello che è successo-”

 

Ian si blocca qualche istante e mi fa intendere con cosa si riferisce con quel quello, ma capisco anche che nessuno sa nulla.

 

“Abbiamo ritardato parecchio e me n’ero dimenticato.”- termina poi.

“Niente più picnic?”- domanda Joseph, afflitto.

“Perché no?”- domanda mia madre, inclinando la testa. -“Non siete così tanto in ritardo!”

Siete?”- domando confusa.

 

Picnic? Siete?

Che cosa stanno organizzando?

 

“Avremmo dovuto farlo domenica, ma hanno chiamato brutto tempo.”- inizia Ian, vedendo la mia confusione. -“Il tutto è slittato ad oggi. I bambini avevano voglia di vederti e così abbiamo organizzato qualcosa.”

“Il picnic!”- completano i bambini trionfanti.

“Qui?”- domando.

 

Non mi importa dove, sono così felice che lo abbiano organizzato per passare un po’ di tempo insieme. Joseph mi getta le braccia al collo, ridacchiando.

 

“Non si può fare un picnic all’ospedale, mamma.”- mi dice poi.

“Al parco!”- continua poi Stefan.

“Non è proprio un parco. E più una distesa d’erba proprietà di un mio conoscente.”- mi dice Ian sorridendo sornione, mentre i gemelli annuiscono. 

“Non posso uscire da qui.”- faccio notare.

“E chi l’ha detto?”- domanda mia madre, scambiandosi uno sguardo d’intesa con Ian. -“Siamo riusciti ad ottenere un permesso per il pomeriggio.”

“Permesso?”- domando incredula.

“I dottori hanno detto che un po’ di tranquillità e aria aperta ti farà bene. In fin dei conti sei qui solo in attesa dell’operazione, ma stai bene.”- mi spiega Ian.

“Quindi posso uscire?”- domando euforica.

“Si, mamma!”- esclama Stefan, dandomi un bacio sulla guancia.

“Davvero posso uscire?”- domando mentre gli occhi mi brillando di felicità, lo percepisco. -“Non è uno scherzo?”

“Perché dovrebbe essere uno scherzo?”- domanda Joseph al madre.

 

Ian gli sorride, accarezzandogli i capelli.

 

“No, non è uno scherzo. E’ solo per oggi pomeriggio, ma è già qualcosa.”- mi sorride Ian.

“Possiamo uscire ora?”- domando io, felicissima. -“Subito?

 

Ian ride, vedendo il mio entusiasmo da bambina, mentre i gemelli annuiscono entusiasti. Guardo per qualche istante mia madre, che ci sta osservando tranquillamente, fin troppo tranquillamente. Lei non sa quello che è successo qualche ora fa tra me ed Eric, eppure le sembra così normale vederci insieme, me e Ian intendo. Che Ian le abbia detto qualcosa che io non so? E’ per questo che nell’ultimo periodo sono diventati così affiatati?

Non faccio domande, oggi voglio solo godermi un po’ di tempo con i bambini.

 

“Certo, però ti consiglio di cambiarti, non credo ti convenga girare con la camicia dell’ospedale.”- mi fa notare mia madre guardandomi divertita.

“Giusto, si.”- borbotto io.

 

Me ne ero già completamente dimenticata.

Ian si avvicina a me, pronto per darmi una mano, ma mia madre lo fulmina con lo sguardo.

 

“Ti aiuterò io, tesoro. Ian può andare giù con i bambini, no?”- mi dice mia madre, mentre Ian si gratta confuso la testa.

 

Mia madre mormora qualcosa a Ian del tipo “Va bene tutto, ma non prenderti troppe confidenze quando ci sono io” e lui annuisce, facendo cenno ai bambini di uscire. I miei dubbi vengono confermati ancora di più, quei due hanno sicuramente parlato di qualcosa che non vogliono dirmi.

 

“Che cosa c’è tra te e Ian?”- domando a mia madre, mentre mi faccio passare una maglietta pulita.

 

Quella sono ancora in grado di metterla da sola.

Mia madre mi guarda confusa, non del tutto però. Mi guarda come se fosse stata colta con le mani nel sacco.

 

“Non che non ci sia mai stata una certa connessione tra te e Ian.”- mi affretto a chiarire, finendo di infilarmi la maglietta. -“Ma ultimamente non correva buon sangue tra voi due.”

“Abbiamo chiarito.”- mi dice mia madre indifferente, mentre afferra dei jeans puliti.

“Chiarito, come?”- domando io iniziando a sfilarmi i jeans.

 

Arrivata a metà gamba ci pensa mia madre ed aiutarmi. 

 

“Chiarito, normalmente.”- ribadisce, finendo di vestirsi.

“E per normalmente cosa intendi?”- domando io ancora.

Normalmente, si, normalmente.”- ripete.

“Ho capito, chiederò a Ian.”- rispondo io.

 

Mia madre apre la bocca per dirmi qualcosa, ma la richiude non appena entra un medico, uno di quelli che si sta occupando di me.

 

“Allora, Nina, come ti senti oggi?”- mi domanda sorridendo.

“Come al solito.”- gli sorrido di rimando.

“Mi hanno detto che hai intenzione di uscire, oggi.”- mi dice.

 

Lo guardo preoccupata, ma lui si affretta a chiarire.

 

“Non preoccuparti, ho già detto che non c’è nessun problema.”- mi sorride rassicurante e, vedendomi tirare un sospiro di sollievo, ridacchia divertito. -“Sono passato per vedere come stavi.”

“Credevo ci fosse qualcosa in contrario, per fortuna non è così.”- sospiro.

 

Il medico, dopo il mio assenso, mi aiuta a salire sulla sedia a rotelle e mi affida, per l’ennesima volta, al controllo di mia madre.

 

“Questa sera, quando sarai di ritorno, ci sarà anche lo specialista, te lo ricordi?”- mi domanda.

 

Eccome se me lo ricordo, quell’uomo potrà cambiare la mia vita per sempre.

Annuisco in risposta.

 

“Vuole fissare la data dell’intervento, se per te non è un problema.”- mi spiega.

“Assolutamente no. Prima lo facciamo, meglio è.”- rispondo io.

 

In realtà ho paura, molta paura. Sarà un intervento parecchio complesso e non si sa che cosa ne verrà fuori. Sono tutti molto fiduciosi, specialista compreso, ma è pur sempre un intervento e sono terrorizzata che qualcosa possa andare storto.

Il medico ci saluta e se ne va, mentre io mi volto a guardare mia madre.

 

“Andiamo, non vedo l’ora di passare un po’ di tempo fuori di qui.”

_________________________________________________

 

Buon inizio settimana e buon Carnevale a tutti :)

Avrei voluto aggiornare ieri, ma per una partita spostata non ho potuto fare nulla, ma sono qui.

Come sempre ringrazio le fantastiche sei ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e spero che, con le vacanze, ci sia qualche commento in più ^^

Capitolo molto Nian e ormai, mi dispiace dirlo, Eric è quasi fuorigioco. Dico quasi perché, sebbene molte di voi non lo sopportino (magari come persona si, ma come persona vicino a Nina no), è pur sempre stato un personaggio importante nella sua vita e avranno il chiarimento che meritano, anche perché chiudere così tutto velocemente non mi sembra giusto, ma comunque ormai hanno rotto.

Finalmente sono ricomparsi i bambini per la mia (vostra?) gioia. Il prossimo capitolo sarà dedicato a loro due, insieme a Ian e Nina, ovviamente. Avevo intenzione di fare un picnic con tutti e, quando dico tutti, intendo anche il cast, ma poi ho preferito fare una cosa più in famiglia. 

Ci avviciniamo sempre di più all’intervento di Nina e scopriremo come andrà a finire tutto questo ;)

Avete visto l’ultima puntata di The Vampire Diaries?

Diciamo che io ho guardato/seguito le ultime quattro puntate, più o meno (si, mi manca tutto l’inizio) perché mi intrigava un po’ la storia degli eretici (Nora the best, always!) e un po’ Caroline, ma mi hanno fatto cadere tutto. Le ultime due puntate sono state una noia mortale. Bello (?) l’inferno di Damon, bravo Ian e chi volete, ma noia pura. Non vedevo l’ora che finisse tutto e non so se continuare a guardarlo, sinceramente.

Poi, con l’ultima scena, hanno distrutto tutto, ma tanto (per forza!) sarà un’allucinazione o qualcosa di simile.

Niente, volevo sentire i vostri pareri al riguardo =)

Alla prossima <3

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Horse_