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Autore: MaCk_a    08/02/2016    5 recensioni
Inghilterra, 1869.
Frederick è un giovane medico; disinteressato alle ricchezze e alla mondanità, sogna solo di poter sposare Lisa, amica di sempre. Tuttavia, quel sogno che gli era sempre apparso realizzabile, appare irraggiungibile in seguito alla comparsa di un conte italiano.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Elizabeth Logan e Lorenzo Ranieri s’erano sposati il primo dicembre 1869 in Italia, a Valle, il borgo di montagna in cui lui risiedeva. Si trovava in Campania, ma lontano da Napoli, così avevano detto i signori Logan prima di partire per accompagnare la figlia; Fred era stato invitato al matrimonio, ma anche se avesse voluto accettare, gli sarebbe stato impossibile: suo padre era peggiorato al punto di non esser più in grado d’alzarsi dal letto, e non aveva altri, oltre il figlio.

In realtà, Fred non gli restava accanto sempre: continuava a esercitare la sua professione ed era grato di riuscire a tenersi occupato, così risultava più semplice non pensare a Lisa, che non aveva più visto dopo la loro “discussione”. A Settembre.

Da allora Fred aveva fatto nascere tanti bambini e curato molte madri, spesso acquistando i farmaci a proprie spese; una volta, dopo aver salvato un ragazzino da morte certa, era stato avvicinato dal padre del paziente che, in lacrime, «vorrei donarvi tutto l’oro del mondo», gli aveva detto.

Il giovane medico se n’era tornato a casa felice proprio come se davvero gli fosse stato donato, tutto l’oro del mondo. E non gli importava se doveva spostarsi a piedi, né se i pochi soldi racimolati venivano spesi tutti in medicinali per il padre; la sua vita non era peggiore di quella degli altri, pensava, e in più poteva godere della gioia di aiutare il prossimo.

Turbare Fred era impresa ardua, raramente qualcuno c’era riuscito: forse l’unica era stata Lisa con i suoi sentimenti o, ancor prima di lei, Lorenzo con le sue insinuazioni.

Tornando a casa nel tardo pomeriggio d’un giorno d’Aprile, il ragazzo provò nuovamente la poco conosciuta sensazione nel vedere, nel giardino della dimora dei Logan, i padroni di casa. Erano dunque tornati dall’Italia.

Fred affrettò il passo e, giunto in casa, pregò che i suoi vicini godessero sempre di buona salute: non aveva davvero voglia di incontrarli, né di sentirli parlare della vita italiana di Lisa. Non ch’egli provasse rimpianti: era felice di aver rifiutato Lisa e non gli dispiaceva ch’ella si fosse sposata, ma preferiva relegare la sua amica nel passato: aveva fatto parte di un capitolo felice della sua vita, ma quel periodo era finito per sempre. Che ognuno continuasse per la propria strada lontano dall’altro.

Tuttavia, proseguire nella direzione scelta senza rimorsi ed evitare in ogni modo di sapere cosa Lisa facesse erano cose ben diverse e, in cuor suo, Fred lo sapeva.

Comunque, era inutile che egli tentasse di evitare i Logan: questi avevano già deciso di parlargli, ancor prima di lasciare l’Italia per tornare in Inghilterra.

Joseph Logan, in verità, si sentiva alquanto imbarazzato e non sapeva davvero come affrontare il ragazzo. Eppure era costretto a farlo.

All’inizio, l’Italia era apparsa magnifica a Lisa che, lontana da Fred, non aveva più pensato a lui. Il matrimonio era stato celebrato da un vescovo amico di Lorenzo in una chiesa piccola e accogliente, i meravigliosi sposi erano stati salutati con calore dagli abitanti di Valle e l’ormai contessa Ranieri aveva trovato il castello in cui avrebbe vissuto assolutamente carico di fascino e mistero. Si ergeva su una delle piccole alture che circondavano Valle. Valle, a sua volta, nasceva in un avvallamento sulla cima di un monte campano.

A fine gennaio Lorenzo aveva già annunciato la gravidanza della moglie, che avrebbe partorito presumibilmente agli inizi di settembre: la gioia dei Logan era stata inesprimibile, eppure durò poco.

Secondo i medici che visitarono Lisa, la ragazza era “troppo delicata per generare un figlio” e avrebbe fatto bene a starsene a letto fino alla fine della gravidanza, nella speranza che tutto andasse per il meglio: tale affermazione aveva mortificato i Logan, preoccupatissimi, Lorenzo, che si era sentito responsabile dei mali della moglie, e soprattutto Lisa.

Per quanto cagionevole di salute, la contessa non aveva mai creduto di non poter procreare; l’idea di non poter esser madre – i medici avevano consigliato di evitare assolutamente altre gravidanze in futuro, ammesso e non concesso che riuscisse ad affrontare questa – l’avviliva e umiliava. Che razza di donna era? Per quale motivo Lorenzo avrebbe dovuto continuare a desiderarla come consorte?

Tali pensieri le affollarono la mente durante i primi mesi di riposo, poi la situazione degenerò. Trascorrendo l’intera giornata a letto, Lisa non faceva altro che pensare alle proprie sventure, non solo quelle attuali: presto la disperazione e lo sconforto ebbero il sopravvento e apparve chiaro ai più che la contessa non fosse più in sé. Di solito piangeva; se non lo faceva, aveva l’aria di un uccelletto spaurito e malato, ed era assolutamente muta. Gli occhi, stanchi di indugiare su quella stanza che le era divenuta odiosa, abbandonavano il mondo reale e, seppur aperti, non vedevano ciò che le accadeva attorno: impossibilitata a godersi il presente, Lisa s’immaginava un futuro buio e grigio, senza bambini perché temeva di non poter far nascere neanche quello che portava in grembo, oppure ricordava il passato. E anche quello era motivo di sofferenza, perché ricordava Fred.

«Mia cara» le aveva sussurrato una sera Lorenzo, «io non avrei mai voluto essere la tua rovina.»

Lisa si era ridestata dall’oblio in cui ormai risiedeva e l’aveva guardato, spaesata. «Non è colpa tua. Il problema sono io. Il problema è il mio corpo.»

Lui aveva abbassato lo sguardo sulla mano che le stringeva, mortificato. «Lisa… il tuo corpo è delicato, non malato. Eppure, è evidente che tu non goda, ora, di buona salute. Io credo… che il tuo male sia la sofferenza. E tu soffri perché non hai sposato l’uomo che ami.»

Lisa aveva spalancato gli occhi, allibita. Aveva dichiarato, senza mentire, di aver sposato l’uomo che desiderava, e se c’era qualcuno che doveva pentirsi della scelta fatta quello era proprio lui, purtroppo.

Ma Lorenzo non si era convinto. «Io credo che, se Fred fosse qui, tu ti sentiresti meglio.»

Allora gli occhi di Lisa avevano preso a lacrimare. «Lorenzo, io ho paura di parlarti di lui. Temo di non sapermi spiegare. Io… non ne sono innamorata e so bene, ora lo capisco, che se anche ci fossimo sposati saremmo stati infelici, avremmo finito per odiarci, addirittura. Al solo pensiero di fare con Fred ciò… ciò che ho fatto con te… rabbrividisco! Non era quel tipo di amore, il nostro! E tuttavia… Lorenzo, io non ho mai immaginato di vivere senza di lui! Egoisticamente, credevo di poterlo avere sempre accanto… ti prego, non fraintendermi! Io… io e lui siamo cresciuti insieme, e ne sento la mancanza come sentirei quella di un fratello! E contemporaneamente lo odio, perché non perdono l’indifferenza con cui mi ha trattata, e perché non è venuto al nostro matrimonio, né a salutarci prima che partissimo! E ora potrei anche morire e non lo vedrò più!»

Lisa era scoppiata in pianto, un pianto isterico e disperato. Continuava a farfugliare frasi incomplete e ce n'era voluto di tempo perché Lorenzo riuscisse a calmarla.

Il giorno dopo, a insaputa della moglie, il conte aveva parlato al signor Logan, istruendolo sul da farsi: Joseph e la moglie erano partiti immediatamente, ma ora ch’era tornato in Inghilterra l’uomo non si sentiva più tanto sicuro di sé.

Per recarsi dai Martin, Joseph aveva usato la scusa di voler visitare il vecchio Stephen, cosa comunque vera, e l’unico domestico rimasto in casa l’aveva fatto entrare. Fred sarebbe tornato entro una mezz’ora, così fu detto, e così fu.

Il povero malato si era addormentato dopo dieci minuti dalla venuta dell’amico e Joseph se n’era stato seduto accanto al letto di Stephen in silenzio, fino all’arrivo del giovane medico. Fred, come previsto, non era apparso entusiasta della visita e aveva trascinato a malavoglia una sedia traballante vicino a quella di Logan.

«Devo parlarti, ragazzo» ammise senza preamboli, chiedendo poi di cambiare stanza perché non voleva che altri udissero. Fred, però, gli assicurò che suo padre non avrebbe captato nulla, addormentato com’era, e non volle spostarsi.

Joseph sospirò. «Frederick, Lisa sta molto male. L’hanno costretta al riposo perché altrimenti rischia di non portare a termine la gravidanza e lei… non so come dire, sembra un’altra persona. È assente. Passa le sue giornate in quel letto e chissà a che pensa, e piange solo… quando dà segni di vita, perché di solito non ne dà proprio. Lorenzo le ha parlato e ha dedotto che… »

Si fermò. Temeva d’essere ambiguo e dovette riflettere per meglio formulare la frase.

«Fred, ascolta. Lorenzo di tre cose è certo: che Lisa non gli mancherebbe mai di rispetto, che ciò che lega te e mia figlia sia un amore fraterno e… e che Lisa non possa vivere senza di te. Lui vorrebbe… lui crede che la tua presenza possa farle bene.»

«Io non posso permettermi assenze» rispose semplicemente l’altro, con una freddezza che stupì egli stesso, «per nessun motivo. Ho mio padre, i miei pazienti…»

«Non si tratterebbe di un’assenza! Ragazzo… se Lisa ti rivedesse per perderti ancora, sarebbe anche peggio. Lorenzo vorrebbe… anzi, t’implora di trasferirti in Italia, a Valle. Così tu e Lisa potreste continuare a frequentarvi come avete sempre fatto.»

Fred si inumidì le labbra, nervoso. Lisa era incinta di un altro e lui doveva correre a consolarla e assisterla? Inoltre, far del bene a lei avrebbe significato distruggersi, obbligarsi a vederla sempre con il conte italiano e la loro famiglia.

«Io sono un medico. Se anche esercitassi la mia professione a Valle, non avrei poi molto tempo da dedicare alle amicizie.»

«Lo sappiamo! Per questo Lorenzo intendeva chiederti di… lavorare per lui. Non come medico… tu… dirigeresti la casa. Non ti toccherebbero compiti ingrati! Dovresti solo controllare che gli altri svolgano il proprio lavoro… io gli ho spiegato che non sei pratico in queste cose ma lui confida nelle tue capacità d’apprendimento e…»

«Lorenzo mi vuole come domestico?» esclamò esterrefatto il ragazzo, indignato.

«No, no! Come capo… capo dei suoi… capo dei suoi camerieri! Fred, cerca di comprendere, lui vuole far felice Lisa, ma certo non puoi stabilirti da loro come ospite per sempre! Così lavoreresti e saresti regolarmente pagato… tuo padre potrebbe seguirti…»

«Mio padre non lascia quel letto da mesi e Lorenzo crede che possa lasciare l’Inghilterra! E vorrebbe schiavizzarmi e umiliarmi con la scusa di Lisa!»

«Non è vero, Fred! Che ragione avrebbe Lorenzo di far ciò? Non sarebbe meglio, per lui, tenerti lontano dal suo matrimonio?»

Fred si alzò in piedi.

«Io sono un medico, amo il mio lavoro e sto bene dove sto! Ed è ora che tutti voi capiate che la mia vita non gira intorno a Lisa!»

 

Il signor Logan se n’era andato, triste ma non stupito, perché riteneva impossibile che un uomo accettasse proposte simili. Il vecchio Joseph aveva rivisto Fred solo un mese dopo, per porgergli le condoglianze.

Poco prima di morire Stephen, che aveva capito d’esser prossimo alla fine, aveva chiamato presso di sé il figlio. In meno di mezz’ora l’aveva adulato come mai prima, complimentandosi per l’intelligenza e la generosità che lo caratterizzavano.

«Ma bisogna stare attenti, Fred; far del bene ti fa onore» gli aveva sussurrato, stringendogli la mano con le poche forze che gli erano rimaste, «ma devi pensare anche a te stesso! A volte temo che il tuo altruismo possa distruggerti…»

Proseguire era divenuto difficile; le palpebre pesavano e l’anziano inspirò profondamente. Avrebbe voluto rivelare al ragazzo d’aver ascoltato la discussione tra lui e Joseph, ma il tempo stringeva e dovette tagliar corto.

«Io sono tanto orgoglioso di te, figlio mio. So quanto ami il tuo lavoro e quanto ti sia impegnato per diventare un medico… se non sei ricco poco importa, se non importa a te. Perciò Fred, per favore… non fare pazzie. Non lasciare ciò che ami e che ti rende felice. Non andare da Lisa.»

 

  
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