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I
giorni passarono frenetici: Caterina e Anna mobilitarono l’intero personale per
la preparazione del ballo in onore di Isabella, mentre Maffeo si impegnò al
meglio per cucinare i patti migliori del suo repertorio.
-Uff…-
si lamentò Diego – Non potremmo fare una pausa? – chiese il giovane al capo
cuoco, che in risposta gli diede un colpo con la mano sul capo. –Ahi! Ma che ho
fatto di male? –
-Che
hai fatto?! – sbraitò Maffeo – Tanto per cominciato hai imparato a parlare!
Sono quattro giorni che non fai altro che lamentarti! –
-Se
non mi avessi costretto tutte le mattine ad alzarmi alle sei e ad andare a
letto all’una passata, senza fermarmi un momento, forse non mi lamenterei così
tanto, non credi? Ahi! – Diego venne
colpito nuovamente dalla mano di Maffeo.
-Smettila
di essere così insolente ragazzo! Questo ballo è molto importante per i conti,
e soprattutto per Isabella. –
Il
giovane sbuffò. –Se fosse così importante per lei credo che sarebbe venuta
almeno una volta a controllare se i preparativi stanno andando bene, no? Invece
non si è mai fatta vedere da che è tornata. –
Maffeo
sospirò. Non poteva dare torto a Diego… il comportamento di Isabella era
cambiato molto in quegli anni: da bambina non faceva altro che gironzolare per
l’intero palazzo in cerca della compagnia di Roberto o Diego, mentre ora
sembrava quasi evitarli. D’altra parte, però, questo era il comportamento da
spettarsi da una padrona… i suoi pensieri vennero interrotti dal suono delle
campane della chiesetta vicino.
-Maledizione!
– esclamò Maffeo, rivolgendosi poi a Diego –Dobbiamo sbrigarci! Tra poco sarà
ora di pranzo! –
***
I
conti e Isabella si accomodarono in sala da pranzo, seguiti da Anna.
-Chiedo
scusa per il leggero ritardo con cui il pasto verrà servito signori…- iniziò
proprio la donna – In questi giorni Maffeo è stato molto occupato con il menù
del ballo che… -
-Non
fa nulla cara Anna. – la interruppe, sorridendo, Clelia – Sono molto
dispiaciuta, anzi, che il povero Maffeo si stia dando tanto disturbo. –
-Siete
troppo buna contessa… ma non temete, per lui non è affatto un disturbo. Anzi
per lui è un vero piacere. – in quell’istante suonò il campanello della cucina
e Anna fece un piccolo inchino. – Se non vi dispiace, la mia presenza è
richiesta al piano inferiore. –
-Prego,
prego Anna andate pure. – disse Giuseppe, congedandola con un cenno.
-Bene
figlia mia… sei emozionata per l’imminente ballo? -
-Certo
padre. – rispose Isabella, con quanto più entusiasmo poté. In realtà non le
importava molto di quel genere di cose, ma l’evento sembrava rendere felici i
suoi genitori, e questo le bastava. –Ehm padre? - chiese, richiamando
l’attenzione dell’uomo – Dopo pranzo potrei fare un giro a cavallo? –
-Certo
cara. In fondo sei un’eccellente cavallerizza. – disse semplicemente Giuseppe
in risposta, mentre sul volto della moglie si dipinse un’espressione
preoccupata.
In
quell’istante entrò nella stanza la signora Caterina, con il carrello del pranzo.
***
-Finalmente!
– esclamò Roberto, accasciandosi sulla sedia, seguito da Diego. –Credevo che
mezzogiorno non arrivasse più! – continuò, versando un po’ di vino sia a sé
stesso che all’amico.
-A
chi lo dici! Maffeo mi ha fatto sgobbare come un matto per tutta la mattina!
Ahi! Di nuovo! – urlò, rivolgendosi all’uomo che, per la terza volta quel
giorno, lo aveva colpito, e che in quel momento stata versando della zuppa
nelle ciotole poste sul tavolo.
-Dovresti
proprio imparare a tenere a freno quella linguaccia che ti ritrovi. – poi
Maffeo si rivolse a Roberto –Bene… vedo che quel brutto segno che avevi non ha
rovinato il tuo bel faccino…- disse, con tono sarcastico.
-Eh
già, hai visto? – replicò, mostrando meglio la guancia incriminata.
-Mi
chiedo cosa tu possa aver detto ad una donna per farti tirare un ceffone così
potente… -
Roberto
sospirò – Ho già detto che ho sbattuto contro lo stipite di una porta della
locanda! –
-Certo,
certo…- continuò Maffeo, prendendo posto a sedere – E io sono nato ieri. –
La
discussione venne interrotta dall’ingresso di Caterina, che si sedette accanto
ad Anna.
Ora
che la servitù era al completo, i commensali iniziarono a consumare il loro
pasto in silenzio.
-Oh…-
esclamò Caterina –Prima che mi passi di mente… Roberto, dopo pranzo dovresti
sellare Fiamma, il cavallo della contessina se non ti spiace. –
Il
ragazzo annuì, senza proferire parola. Da quella fatidica sera non aveva più
rivisto Isabella e, ne era certo, non le avrebbe fatto piacere vederlo quel
pomeriggio. Nemmeno per il breve tempo che avrebbe impiegato per montare a cavallo…
***
Appena
terminò il pasto, Roberto si alzò da tavola per dirigersi verso le stalle.
Forse se avesse fatto in fretta avrebbe evitato Isabella.
Purtroppo,
però, Fiamma non era del suo stesso avviso. La giovane Andalusa grigia era più
irrequieta del solito. Le numerose volte in cui Roberto l’aveva sellata per
farle un poco di esercizio, l’animale si era sempre mostrato docile e
accomodante, mentre in quel momento era appena riuscito a farle calzare la
capezza.
-Che
c’è Fiamma… - le disse, carezzandole il muso - … non hai voglia di rivedere la
tua padrona? – la cavalla, in risposta, gli si strofinò contro. –Ti sei sentita
trascurata da lei, vero? – continuò, senza accorgersi della figura che si stava
avvicinando alle sue spalle.
-Roberto?
– chiamo Isabella, cercando di mantenere un tono autoritario, e facendo voltare
il ragazzo – È pronto il mio cavallo? –
Il
giovane, per un momento, rimase senza parole. Isabella indossava un semplice
abito nero, con sopra una giacca leggera marrone stretta in vita; i capelli
erano raccolti dietro la nuca e coperti da un cappello dello stesso colore
dell’abito.
Lo
sguardo di Roberto si soffermo per alcuni secondi sul seno della ragazza, messo
in risalto dai bottoni della giacca, distogliendolo, poi, imbarazzato. Aveva
già potuto constatare di persona il cambiamento di Isabella, la sera in cui
l’aveva scambiata per un’intrusa, ma fino a quel momento non ci aveva mai
riflettuto…
-Allora?
– chiese, nuovamente la giovane, spazientita.
-Ehm…
scusate contessina…- disse, prendendo la sella e poggiandola sulla schiena
della cavalla. – Devo solo allacciare il sottopancia e potere partire. –
In
pochi secondi Fiamma fu pronta per la sua padrona. – Ecco contessina… - riprese
Roberto – Se volete potete andare. – fece un piccolo inchino, e si offrì di
aiutarla a montare in sella.
Isabella
si avvicinò all’animane e vide il ragazzo accovacciarsi e giungere le mani in
modo che possa usarlo come appoggio con il piede. Malgrado non vi fosse stato
vero contatto fisico, il cuore della ragazza mancò un battito. Cercando di
ignorarlo ringraziò il ragazzo e partì.
Rimasto
solo, Roberto, richiuse lo scomparto di Fiamma e, cercando di ignorare quella
strana sensazione che aveva avvertito al petto aiutando Isabella, e prese la
strada peri campi dove Guido lo attendeva.
***
Il
pomeriggio passò più velocemente del solito, e il Sole stava già tramontando.
-Finalmente
abbiamo finito… - disse Roberto, asciugandosi la fronte con la manica della
camicia.
-Sì.
Abbiamo fatto un buon raccolto. – Giudo guardò il carro su cui avevano appena
terminato di caricare il legname. – Direi che possiamo avviarci verso il
palazzo. –
Il
ragazzo annuì e, insieme all’amico, salì sul seggiolino del carretto e prese in
mano le briglie.
Appena
giunsero nel cortine avvertirono uno strano trambusto provenire
dall’abitazione. Prima che potessero scendere dal carretto, vennero raggiunti
da una disperata Caterina.
-Che
accade Caterina? – chiese Giudo, avvertendo una sorta di agitazione alla vista
della donna in quello stato.
-La
contessina… la contessina è sparita… -
-C…come
sparita? – chiese Roberto, alzandosi in piedi.
-E…era
uscita per una cavalcata…- continuò la donna, con le lacrime che le rigavano le
rugose guance. – Il… il suo cavallo è tornato senza di lei… il conte e Diego
sono andati a cercarla poche ore fa, ma non sono ancora tornati… -
Roberto
saltò in groppa al cavallo legato al carretto. – Vado anch’io. – disse,
sganciando l’animale e uscendo dal cortile.
Non
sapeva bene dove potesse essersi cacciata Isabella, ma il suo istinto lo porto
nei pressi del bosco poco distante dal palazzo.
N.d.A.: Dopo un altro
decennio eccomi con il capitolo 8! ^^ Sono felice che, malgrado gli
aggiornamenti molto lenti, i lettori che seguono la storia continuino ad
aumentare! Sono davvero contentissima!
Spero che questo capitolo
vi piaccia! ^^
Grazie per aver perso un
pochino di tempo per leggerlo! ^^
Un bacione!