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Autore: TheIrishKiss    09/02/2016    0 recensioni
"La decisione di Kooro era irremovibile. E lui avrebbe fatto ciò che il suo Capo gli diceva di fare. Il vero problema erano i suoi sentimenti. E se non gli era consentito spegnerli, allora avrebbe fatto finta che fosse così. Sarebbe stato come tutti si aspettassero che fosse. Insensibile. Infondo, lui era un vampiro."
Genere: Azione, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le urla. I lamenti. I ruggiti animali.

Il suono delle lame che squarciano la carne. L'odore del sangue fresco.

Gli attacchi continui. La pelle che si rimargina sempre meno velocemente.

La battaglia che non accenna a concludersi.

E poi una voce.

La sua voce.

Che supera tutto il resto. Che invoca il suo nome.

- Sascha!!! -.

Può essere ancora tutto così reale?

 

 

Si svegliò di soprassalto.

Spalancò gli occhi nell'oscurità mentre faticava a respirare.

Se avesse avuto ancora un cuore battente nel petto lo avrebbe sentito esplodere.

Riprese fiato.

Era solo un incubo. Sempre lo stesso incubo.

E quel dolore, così dannatamente famigliare, tornò inesorabilmente a farsi sentire.

Quel dolore che non sarebbe mai andato via.

Perché non poteva tornare indietro?

All'improvviso, un rumore squarciò la notte.

Era flebile, e lontano.

Ma lui riuscì a sentirlo. Lui riusciva a percepire ogni singola cosa.

Era stato creato per farlo.

I suoi sensi reagivano cento volte più velocemente di un umano.

In un attimo era già sul tetto di un palazzo.

Ora i rumori erano molto più forti. Riusciva chiaramente a distinguere le voci.

Si mise in ascolto, appostandosi dietro il cornicione del tetto.

Ogni muscolo del suo corpo era in allerta.

Ci mise un solo attimo per capire quello che stava per succedere, quello che quelle creature avevano intenzione di fare.

E capì che non c'erano alternative.

Andavano fermati. Subito.

Solo allora si rese conto di avere fame, ma non c’era tempo per nutrirsi. Doveva combattere.

Nell’oscurità apparsero brillanti due occhi scarlatti, felini.

Aprì la bocca in un ringhio animale e mise in mostra i suoi canini bianchi, perfetti, aguzzi come lame affilate.

Alzò lo sguardo alla luna e, raccogliendo tutte le sue energie, balzò nel vuoto.

 

 

Gli attacchi giungevano da ogni direzione.

Lui era debole, la testa gli girava velocemente, un po' per la fame un po' per le ferite subite.

Non poteva andare avanti così. Doveva chiedere aiuto.

E doveva nutrirsi, altrimenti non sarebbe sopravvissuto ancora a lungo.

Fu colpito al fianco e rischiò di cadere ma spostando il peso in avanti riuscì, con il pugnale stretto nella mano destra, a procurare al nemico una ferita mortale alla gola.

Lanciò un grido e fece un balzo fino al tetto di un altro palazzo.

Iniziò a correre, saltando da un tetto all’altro, fino a quando non scivolò all’interno della finestra aperta del suo appartamento.

In un attimo la sua pelle si ambientò all’ambiente buio e confortevole.

La prima cosa da fare era chiedere rinforzi.

Si sbrigò a raggiungere la scrivania.

Spinse un bottone sulla parte sinistra del mobile e la pianta di Berlino proiettata sul muro gli illuminò il viso dai lineamenti sottili.

Abbassò lo sguardo ed armeggiò con una tastiera digitale apparsa sul piano della scrivania.

Pian piano l’immagine cominciò a cambiare fino a formare i confini della Germania.

Studiò la rappresentazione con i suoi occhi verdi, tornati al loro aspetto normale.

Inviato il messaggio di allarme si concesse finalmente un momento per nutrirsi.

Le vene del collo pulsavano terribilmente e la testa gli girava sempre di più.

Con passo incerto tornò in cucina e aprì il frigorifero.

Scelse una delle tante sacche di liquido rosso che lo riempivano, lo chiuse e, aprendo la sacca, ne versò il contenuto in un bicchiere preso dal mobiletto della cucina.

Si portò con voracità il bicchiere alla bocca e sentì il liquido corposo e freddo scendergli in gola.

La testa smise di girargli e sentì i suoi sensi tornare pian piano alla normalità.

Con calma raggiunse una delle sedie del tavolo e si sedette per poter controllare al meglio le ferite subite durante il combattimento.

Quando aveva deciso di attaccare era ignaro della loro potenza.

Per la seconda volta in vita sua non era riuscito a terminare un combattimento, e questo bruciava molto di più delle ferite che aveva sul corpo.

La ferita sull’avambraccio sinistro si era già rimarginata e quella che gli aveva procurato un enorme strappo nei jeans all'altezza della coscia destra sarebbe sparita entro pochi istanti.

Evitando di alzarsi si tolse la maglietta, ormai ridotta in brandelli, e si esaminò le escoriazioni.

Non erano niente di grave.

I muscoli ben allenati erano quasi completamente ricostruiti.

Entro poco di quelle ferite non ne sarebbe rimasto neanche il ricordo.

All'improvviso un ombra passò davanti alla finestra aperta.

Si girò di scatto ma non vide niente.

Sentiva una presenza. I suoi sensi si misero di nuovo in allerta.

E se lo avessero seguito?

All'istante i suoi occhi tornarono scarlatti.

- Sascha, amico mio.. -.

Non ci mise nulla a riconoscere la sua voce.

Sorrise, senza voltarsi, mentre il suo viso tornava normale.

- Ti sento un po' nervoso. Dovresti rilassarti un po' -.

A quelle parole si voltò.

La figura alta e slanciata lo fissava sorridendo.

La luce si accese.

- E poi questo vizio di stare sempre con la luce spenta.. - lo canzonò Patrick con la mano ancora sull'interruttore - Lo sai, vero, che hanno inventato l'elettricità? -.

Sascha lo guardò per un attimo senza rispondere alla sua ironica provocazione, poi si alzò e lo raggiunse per salutarlo con una presa salda sull'avambraccio destro.

- Non è il momento di scherzare -.

A quelle parole Patrick divenne improvvisamente serio - Raccontami cosa è successo -.

Lui gli indicò una delle sedie, invitandolo a prendere posto e gli offrì da bere riempiendo un altro bicchiere di vetro con il sangue della sacca che aveva utilizzato poco prima.

Si avvicinò al tavolo, dove l’amico si era appena seduto, e porgendogli il bicchiere colmo iniziò a raccontare.

- Poche ore fa sono stato svegliato da alcuni rumori non molto distanti da qui. Sono andato in perlustrazione e ho scoperto che provenivano dal vecchio magazzino Heinzel. Erano una banda di vampiri -.

- Quanti erano? -.

- Circa una decina. Ma ho paura che diventeranno sempre di più -.

- Pensi che sia una rivolta? -.

- Ne sono certo - rispose - Hanno visto che sono un Guardiano ma mi hanno attaccato comunque. Credo che abbiano in mente qualcosa.. - .

Patrick si soffermò a pensare alle sue parole, poi afferrò il bicchiere e lo svuotò in un solo sorso.

- Cosa hai intenzione di fare? - chiese, tornando a guardarlo.

Sascha si alzò e facendo qualche passo raggiunse il mobile della cucina dove si appoggiò con la schiena, incrociando le braccia al petto nudo.

- Inanzi tutto direi di andare ancora in perlustrazione..- disse - Fare qualche foto e convocare il Consiglio. Anche volendo noi due soli non riusciremmo a fermarli -

- Sono così forti? - chiese Patrick incredulo.

Annuì in risposta.

Sascha lo vide soffermarsi a pensare per un breve istante, prendere fiato, poi alzarsi e aggiustarsi il giubbotto di pelle che indossava sopra la maglietta bianca.

- Bene, allora andiamo a dare un occhiata a questi supereroi! -.

 

 

L'interno del magazzino abbandonato Heinzel era completamente al buio ma i due vampiri riuscivano a distinguere le figure che l’occupavano come fosse stato pieno giorno.

Appostati oltre il cornicione del tetto, Sascha e il suo compagno osservavano quasi increduli la scena.

Aveva ragione. Stavano continuando ad aumentare.

Stava scattando foto con la sua macchina digitale a raggi X quando la sua attenzione fu richiamata dal centro dell’enorme sala.

Le creature senza anima si erano voltate all’unisono verso un uomo, che aveva ottenuto la loro attenzione urlando qualcosa e alzando le braccia.

Sascha osservò l’uomo nei minimi dettagli ma niente di lui gli faceva credere di averlo mai visto prima.

I capelli neri tagliati molto corti e gli occhi di un chiarissimo color azzurro gli donavano un aspetto che incuteva un enorme rispetto.

Era alto con spalle larghe e muscolose e mentre parlava muoveva lentamente la bocca, scandendo ogni singola sillaba.

Tutto in lui faceva apparire chiaro che si trattasse del capo, colui che aveva dato inizio a quella ormai assicurata rivolta.

- Riesci a sentire ciò che si dicono? - gli chiese Patrick.

Sascha ci provò ma stranamente non ci riuscì - Purtroppo no. Il magazzino deve essere insonorizzato -.

Appena l'uomo finì di parlare, un piccolo gruppo di cinque vampiri si apprestò ad uscire dal magazzino.

I due Guardiani si nascosero nell'ombra per evitare di essere visti.

Il gruppo si mosse velocemente e sparì in una strada oltre la loro visuale.

Non servì dire nulla per far sì che entrambi partissero al loro inseguimento.

 

 

Crystal e Nora uscirono dal locale ridendo a squarciagola.

Rabbrividirono al contatto della loro pelle nuda con la fredda aria notturna.

Compirono i primi passi della strada deserta, illuminata solo da pochi lampioni gialli, e rischiarono di cadere dalle scarpe dal tacco molto alto che avevano indossato per la serata.

Avevano decisamente bevuto troppo. Tornare a casa sarebbe stata un impresa.

Si avviarono barcollando verso la fermata dell'autobus, cercando di tenersi in piedi a vicenda.

A un certo punto Nora alzò lo sguardo sulla strada e vide delle figure nere che camminavano verso di loro.

Seppur la sua vista fosse sfuocata riuscì a percepire il contorno di cinque figure maschili.

All'inizio pensò fosse un'illusione ma, man mano che il tempo passava e la quantità di strada tra loro e il gruppo diminuiva, si rese conto che non era così.

Una folle paura iniziò a farsi strada dentro di lei.

Cerchiò di chiamare l'amica ma lei, persa nel mondo creato dell'alcool, cantava il ritornello della canzone che avevano appena sentito all’interno del locale e non le prestava ascolto.

- Crystal! - chiamò ancora, senza ottenere alcuna risposta.

Il gruppo intanto continuava ad avvicinarsi e la ragazza iniziò a tremare.

Gli uomini ora correvano verso di lei. In un secondo le furono addosso.

La buttarono a terra e mentre due di loro la tenevano ferma per le braccia,un terzo apparve nella sua visuale.

I suoi occhi erano rossi e inumani e quando aprì la bocca si rese conto che per lei era la fine.

Iniziò a gridare cercando di difendersi ma poteva già sentire i suoi canini sfiorarle il collo.

Chiuse gli occhi.

Improvvisamente non sentì più niente.

Né il peso della creatura sul corpo né la pressione delle mani che la tenevano ferma.

Prese coraggio ed aprì gli occhi.

Poco distante da lei un ragazzo lottava con due figure avvolte dall’oscurità.

Il cuore le batteva impazzito del petto.

Si guardò in torno e capì che i ragazzi accorsi ad aiutarla erano due.

Era totalmente nel panico, non sapeva cosa fare.

Solo allora si ricordò di Crystal.

Si voltò e fu allora che la vide.

L'amica era stesa a terra, immobile.

Provò ad alzarsi e si meravigliò della facilità con la quale ci riuscì.

Corse verso l’amica, incurante di ciò che le succedeva intorno e si inginocchiò al suo fianco.

Iniziò a chiamarla, scuotendola per le spalle, ma Crystal non rispondeva.

Le prese il volto tra le mani, affondando le dita nei suoi ricci biondi, e continuò a chiamarla facendo perdere la propria voce nell’aria.

Nora iniziò a piangere e solo allora si accorse che l'amica non respirava più.

Due segni rossi le segnavano il collo candido.

La strinse forte a sé, continuando a piangere e gridò il suo nome più forte che poteva.

In quel momento sentì una mano sfiorarle la spalla.

Urlò spaventata e, lasciando l'amica, iniziò a colpire alla cieca con i pugni chiusi.

- Calma! Calma! Non voglio farti del male! -.

Due mani l'afferrarono per le spalle e guardando in faccia chi aveva detto quelle parole si rese conto che era il ragazzo che l'aveva salvata.

Nora guardò il suo volto per un attimo, poi sentì le forze abbandonarla.

Si lasciò cadere a terra, sorretta dalle sue braccia.

L'ultima cosa che vide prima di perdere i sensi furono gli occhi verdi del suo salvatore.

   
 
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