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Autore: post_stress    10/02/2016    1 recensioni
Chorinne è una ragazza adolescente come tante altre: una passione per il fumo, amici più o meno spericolati, un cane, un padre che a volte si vede costretto a ricoprire il ruolo di madre e un bambino, Dylan, che ha il potere di salvarla nelle sue giornate NO. Tutto a norma per un ragazza come lei; ma ad un certo punto, però, arriverà un imprevisto che sconvolgerà completamente le sue abitudini, la sua vita e questo imprevisto si chiama Harry Styles.
-NELLA STORIA-
"Ma guarda un po' chi si vede..." parlo con sicurezza con un lieve cenno di scherno. Incrociò gambe e braccia nel suo modo di superiorità e piantò gli occhi sui miei.
" Styles." sospirai. Non sapevo se avevo detto il suo nome ad alta voce solo per rendermi conto del fatto che fosse realmente li. Sinceramente? Non me l'aspettavo che si presentasse li senza problemi ma era proprio di lui che stavamo parlando, non una persona di buon senso qualsiasi.
"Non mi saluti neanche C? Ne è passato di tempo" disse con il suo sorrisino sghembo marcato Styles.
" Ciao Styles." dissi lentamente.
Feci per andarmene: non volevo vederlo, non questa sera ma mi fermai e dissi " Vattene da qui"
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate, Violenza
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                                                                                                                                                                            3 capitolo



“Cho! Di qua !” mi urlò Luois dall’altra parte della mensa per sovrastare il brusio generale della grande sala. La mensa all’una era un delirio, nonostante fosse aperta dalle dodici e mezza, puntualmente tutti gli studenti si ritrovavano a infilarsi nella coda chilometrica per accaparrarsi quel poco di cibo che era rimasto. Attenzione! Cibo… non esageriamo per piacere… stavo prendendo un prototipo di una mela dal self- service che, a detta mia, sostenevo fosse piena di ormoni che avevano lo scopo di farci impazzire e conseguentemente ammazzarci tra di noi fino a che non ci fosse rimasto nessuno a parte il corpo docenti ed il preside logicamente. Secondo me la precedente dirigenza scolastica aveva attuato questo piano top secret per impadronirsi della scuola una volta sterminati tutti quanti. Ma non era ancora successo niente in tre anni, quasi quattro, che ero qui per cui accantonai quel pensiero idiota. Forse può sembrare un po’ pazza come idea ma all’inizio ci credevo davvero. Qualcuno andò a sbattere contro di me mentre mi annotai mentalmente di far risolvere il problema a mio zio .Girandomi scoprii che era proprio quel pervertito di McFly. Era considerato il dio incontrastato dell’ intero istituto non solo dalle femmine, per ovvi motivi, ma anche dai maschi che per accaparrarsi un posto nella sua cerchia facevano i suoi sgobbini per una anno intero se non di più. Che cosa deprimente… anzi no; degradante era la parola giusta. Lo guardai scocciata.
“ Hey Lelsinky, che piacere vederti !” disse lui con sorrisetto sghembo che voleva dire: ti voglio, subito, ora, nel bagno, suoi muri, non importa, basta che scopiamo. Ecco tutta la magia interiore di McFly gente. Profondo come una pozzanghera dicono. Ma nonostante tutto non era proprio da buttare via: aveva il suo perché quel ragazzo ma diciamo che i tipi come lui sono belli ed intriganti la prima ora con cui ci stai insieme se sei una persona paziente e senza pudore personale. Come si dice belli da vedere, toccare e perché no, magari anche assaggiare, ma mai da intrattenerci una conversazione. Persone come lui sono esattamente allo stesso livello degli oggetti esposti in una vetrina di un museo: sono la in bella vista ma non hanno nessuna utilità. Ecco com’era McFly per intenderci.
“Levati dalle palle McFly ” gli dissi atona e quasi stufa del suo comportamento privo di senso e scopo.
A quel punto lui mi afferrò il braccio. Non aveva gradito la mia risposta probabilmente. Ne fui contenta: un po’ di confronto con lui mi avrebbero di certo dato la carica giusta per affrontare le ultime due ore pomeridiane di scuola.
“Che cosa vuoi…” non feci in tempo a finire la frase che piantò la sua bocca sulla mia. Cominciò a muovere le sue labbra con forza. Subito dopo mi chiese l’accesso con la lingua e io glielo concedetti così da non creare scenate ulteriori. Scommettevo che tutti ci stessero guardando, per non parlare dei miei amici seduti al mio tavolo, pensai. Posizionò la sua mano su un mio fianco e l’altra dietro la mia testa in modo che non gli potessi sfuggire. Spinse il suo bacino contro il mio per farmi sentire quanto fosse eccitato. Infatti la sua erezione sembrava spingere e pulsare allo stesso tempo sul cavallo dei suoi jeans. Devo dire che non mi dispiaceva il suoi bacio, un po’ troppo stile centrifuga per i miei gusti ma mi sarei potuta adattare. Ma che cazzo dico ! Mai e poi mai con McFly ! Tutta colpa del suo pisello porca merda. Non appena spostò entrambe le sue mani sui miei fianchi, per quanto fossi tentata di infilarmi con lui in un bagno qualsiasi mi staccai subito dalla sua bocca per paura di raggiungere il famoso punto di non ritorno.
Misi le mie piccole mani sul suo petto per scandire maggiormente la distanza tra di noi.
Ma lui sembrò non comprendere il mio gesto: “ Vuoi andare di la ? Qualsiasi parte, lo sai, a me va più che bene dolcezza ” mi disse facendomi l’occhiolino.
“Te l’ho detto: non ci sono andata l’anno scorso a letto con te e non ci andrò nemmeno quest’anno  e neanche il prossimo se proprio ti interessa. Sono stufa di te e di tutta la merda che ti porti dietro !” dissi indicando tutto il corteo che era li solo ed esclusivamente  per lui. Fece un sorrisetto scuotendo la testa “ Sei un pura contraddizione: prima sembrava mi volessi scopare sul pavimento Lelsinky !” disse esasperato ma senza perdere quel ghigno che lo rappresentava.
“ Si certo che volevo! Chi non lo vuole !” dissi urlando arrabbiata per la situazione. Non mi piaceva essere al centro dell’attenzione ma quando si trattava di McFly l’anonimato non ti era concesso più per pura conseguenza ed io non ci potevo fare niente, purtroppo. Mi resi conto del mio errore solamente nel momento in cui iniziò a ridere in modo soddisfatto.
“Mi desideri Chorinne?” pronunciò il mio nome con un po’ di difficoltà. Non chiamava mai le altre per nome: sempre solo per cognome o qualche nomignolo disgustoso in fatti subito dopo le ragazze iniziarono ad infastidirsi al quanto. La scena era sempre quella in mensa da tre anni a questa parte. McFly prendeva una ragazza la baciava le pronunciava la parola sesso all’orecchio e la (s)fortunata del giorno se lo tirava per il braccio uscendo dalla sala sgambettando il più velocemente possibile per concedersi alla passione con il più figo  e popolare della scuola. Era considerato un abituè. Nessuno ci faceva più caso ormai.
“Non voglio scopare con te !” dissi freddamente ma stavo per perdere la pazienza ne ero certa.
“ La santarellina! Ma sentila ! Dai Lelsinky voglio fare anche io un giretto sulla tua giostra !” disse facendo il labbruccio.
“No way amico, passa un’altra volta” e con questo me la cavai, per fortuna.
Lui se ne andò e la mensa incominciò a ritornare nel suo stato normale delle cose. Chiacchiericci qua e la più o meno basso volume ma poco importava a tutti noi. Finalmente raggiunsi il mio tavolo. Tutti mi guardavano sbalorditi, come biasimarli.
Fu Liam a spezzare il silenzio creatosi non appena mi sedetti al tavolo dei miei amici: “ Ci devi dire qualcosa Chorinne ?” disse lui fiducioso ma tanto per tastare il terreno. Sapeva come sarebbe stata la mia reazione: avrei iniziato ad offenderlo in tutti i modi possibili ed immaginabili per riscattarmi ma questa volta era diversa. Non avevamo semplicemente litigato: mi aveva baciata.
“ Non mi va di parlarne, è un coglione comunque” dissi con poco entusiasmo. Notai a quel punto che al tavolo c’erano solo Liam e Luois e le rispettive sgualdrinelle: Meddie e Cassidy. Odiose. Nonostante tutto, però, le sopportavo perché stavano con loro quindi… non avevo altra scelta. Non chiesi nemmeno perché non ci fossero gli altri due; volevo solo andarmene così  mi liquidai con un semplice: “ Ragazzi mi è passata la fame: vado fuori” .
Gli latri annuirono anche se Liam mi fece un sorriso tirato. Era sempre stato quello più sensibile e anche se andava a puttane come Luois lui le trattava come se le amasse prima dopo e durante il sesso. Ebbene si! Anche lui era un comune maschietto diciassett’enne come tutti gli altri.
Affrontai tutta la sala a testa bassa. Non mi era mai capitato di sentirmi così, per un cazzone come McFly poi. Mi sentivo violata.
Non appena misi il piede in corrispondenza della porte d’entrata della mensa incontrai un Niall che saltellava come un canguro andicappato. Aveva i capelli sparati in aria, manco fosse andato sulle montagne russe. Dopo tutto la vista era al quanto divertente quindi iniziai a ridere. Un atto liberatorio.
“ Hey bella bionda! Perche stai uscendo? Io devo mangiare !” mi avvertì stringendo le gambe come un bambino che doveva fare la pipi.
“Prendiamo qualcosa alle machinette! Offro io. Dove sei stato? E Zayn?” gli feci mille domande poverino, a malapena si riusciva a concentrare su mezza così rincominciai: “Dove sei stato Niall ?”  dissi come se stessi parlando ad un neonato accarezzandogli la testa cercando di abbassargli il nido di capelli che si ritrovava.
“ In moto. Avevo dimenticato il cuscino per le ore di fisica !” disse in modo innocente e poi prosegui: “ E guarda caso ne ho portato uno anche per la mia compagna di banco che, ripeto, guarda caso e la mia migliore amica e farà bene ad offrirmi due tramezzini al tonno se no i miei cuscini se li può anche scordare la signorina!” disse velocemente iniziando a dirigersi con passo svelto verso i distributori in fondo al corridoio. Non feci altro che seguirlo di fronte alla sua santità suprema. Pensava sempre a me. Se faceva una cosa lui invitava sempre  anche me a farla. Era speciale. Pagai i due tramezzini e ci dirigemmo in cortile dove c’erano già alcuni gruppetti sparsi qua e la per il parco. Ci posizionammo come sempre sotto l’albero centrale e dopo aver messo un libro sotto il culo per evitare il bagnato dell’erba mi sedetti. Lui mi seguì a ruota e non appena finì il primo panino riprese a parlare: “ Che cos’ hai Cho ?” mi chiese con fare premuroso. Grata che me lo avesse chiesto iniziai il mio monologo: gli raccontai di come mi aveva baciata McFly, il pretesto, la mia reazione che era la cosa che mi preoccupava di più… queste cose insomma. Lui mi ascoltò attentamente e ad ogni frase e che finivo si tratteneva nel dire la sua; l’avevo notato ma gli fui grata che non mi avesse interrotto.
“Mi hai detto questo perché… ?” mi disse aspettando che completassi io la frase.
“Perché mi sento stupida per aver fatto quello che ho fatto!” dissi in modo ovvio alzando di poco la voce e gesticolando a più non posso.
“ Guarda che lo puoi dire che l hai bac...” lo interruppi “ No! Non posso neanche sopportare di sentirlo. E questo che mi sconvolge: il fatto è che mi fa rivoltare le budella ogni volta che lo vedo e quando mi bacia gli cado ai piedi !? Mi sento tradita da me stessa.” Dissi chinando la testa. Con un dito mi rialzò il mento dolcemente e mi piantò i suoi dolci occhi color ghiaccio nei miei. “ Chorinne è normale, dopotutto da quanto non scopi tu signorina? La puledrina che è in te si è risvegliata… non ti devi auto flagellare per questo se è successo grazie a McFly. Non mi entusiasma molto il fatto che sia stato lui però è successo e basta. Ok, piccola ?” mi disse dolcemente. Non fu molto poetico ma lui era pratico nel dire le cose. Era dell’idea delle poche smancerie ed io ero pienamente d’accordo con lui. Non appena ebbe finito il secondo tramezzino mi tirò a se e mi fece appoggiare la mia schiena sul suo addome. Prese ad accarezzarmi le braccia con le sue dita sottili e per farmi sentire protetta appoggiò il mento sulla mia testa iniziando a dondolarla dolcemente. Mi cullò per quei cinque minuti che avrei voluto durassero in eterno ma poi mi resi conto che era strano che Zayn non fosse presente: di solito dove c’era uno c’era anche l’altro ad eccezione di casi particolari.
“Perché Zayn non è a scuola ?” chiesi poco interessata. Era strano che passassimo del tempo in silenzio noi due. Ma devo dire che non mi dispiacque per niente.
“Aveva da fare con le casse delle birre e delle altre cose da bere…” disse disinteressato. Era immerso nei suoi pensieri. Lo sapevo e mi sentivo in colpa.
“Logico ! Lui può andare e venire quando gli pare tanto i suoi non ci sono mai a casa” affermai in modo capriccioso. Non rispose. Nessun cenno della testa. Niente. Zero. Nisba. Nada. Non potevo di certo vederlo così!
“Oh andiamo Niall ! Questa sera ci divertiamo entrambi: io dimenticherò quel brutto incontro con McFly e tu dimentichi quello che palesemente ti frulla nella testa e che non mi vuoi dire. Ci stai ?” chiesi euforica della mia proposta. Un po’ di divertimento non avrebbe di certo fatto male a nessuno e se qualcosa fosse andato storto ci sarebbero stati sempre i miei amici. Sempre. Era una promessa quella che avevamo fatto.
Si diede una leggere scossa; tornò di nuovo sul pianeta terra e si alzo velocemente senza prestare attenzione a me che ero praticamente appollaiata su di lui.
“Ehi Niall così mi bagno tut..” non fini la frase che se ne era già andato. Ma che cosa gli e preso. Mi arrivò un messaggio da Niall subito dopo, il che mi preoccupò.
 
 
Scusami piccola è che ho molte cose per la testa e la storia di McFly non mi piace lo sai ma so che non  significa niente per te, ne sono sicuro. Scusa se sono andato via senza salutarti ma a Zayn mi ha chiamato. Scusami per tutto a dire la verità a questo punto! Ti adoro Cho ! Ci vediamo questa sera N. xx
 
P.S. ti ho lasciato il cuscino con gatto Silvestro nel tuo armadietto J
 
 
Mi scappò un sospiro di sollievo. Sorrisi. Non era per colpa mia.  Ma quello che importava ora erano due cose: prima di tutto scoprire che cosa avesse Niall, seconda cosa, non meno importante affrontare la lezione di fisica. Odio la fisica. Raccolsi tutte le mie cose e mi affrettai a raggiungere la classe della signorina Piterson: una professoressa davvero molto carina, giovane ma era nuova e siccome lei aveva la figa non era molto appetibile, almeno per me, non le prestavo molta attenzione. Forse meno della Mayer per intenderci.
Raggiunsi la classe  appoggiai vicino ad un banco in ultima fila le mie cose. Non ci sarebbe stato Niall. Avrei dovuto far spostare Luois e Liam: non volevo che qualche maniaco mi si avvicinasse per quanto mi piacesse il pisello e ne avessi estremamente bisogno. Andai fuori dalla porta per vedere quasi subito i mie amici che arrivavano.
Che le danze abbiano inizio, pensai.
 
 
Mi arrivò un bigliettino dritto sul banco. La lezione era iniziata da quasi mezz’ora e puntualmente nessuno stava seguendo la poveretta a parte qualche secchione sparso per la classe. Ma io dico uno vicino all’altro no eh? Aprii il bigliettino: era da parte di Luois
 
 
 
Ti devo dire una cosa Cho J
 
 
 
Lo guardai spazientita: stracciai il bigliettino e appoggiai di nuovo le testa sul cuscino di Niall. Utile davvero, lo consiglio vivamente.
Dopo neanche due minuti planò un piccolo aereoplanino sul mio banco che veniva da un banco in avanti: quello di Liam. Ma Cristo Santo perché nessuno voleva lasciarmi in pace ed escludermi dalle sue stronzate. Lo aprii a malavoglia e non appena lo stesi bene notai un messaggio di almeno dieci righe.
 
 
 
Ho saputo che Harry Styles si ritrasferisce qua e dato che il caro Tommo è suo cugino sfortunatamente starà da lui. Non dire a Luois che te l’ho detto perché voleva essere lui a tutti i costi a farlo. Non serve che ti faccia la paternale ma ci sarà anche lui alla festa e non voglio che finisca male come … ok non vado oltre. Stai tranquilla ci siamo noi. Se ti dice qualcosa Luois fai finta di non sapere niente, ti prego.
Sono con te. Siamo con te Cho.
 
 
 
Ed ora ero ufficialmente nei cazzi. Non appena la campanella suonò mi fiondai fuori dalla classe: dovevo uscire da quella scuola fumare una sigaretta e rilassarmi.
Mi diressi a casa; avrei portato fuori Benny con Dylan. Era una promessa: tutti i venerdì succedeva. Dovevo estraniarmi  da tutto ciò che mi stava accadendo. Dovevo assolutamente staccare la spina per anche un secondo soltanto, ma dovevo farlo
   
 
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