Capitolo 15
La
prima neve
<<
Sei forse
impazzito? >>.
Koushiro era sobbalzato
dalla sedia alla notizia data da Taichi. Si trovava nel suo ufficio
con Tentomon, a lavorare su alcune cose e a fare i compiti. L'amico
era corso nel suo ufficio senza neanche mandare un messaggio, aveva
bisogno di dirlo a qualcuno.
<< Perché mai? >>,
Taichi era perplesso dalla reazione.
<< Sora penserà che
lo fai per ripicca, potresti logorare il rapporto ancora di più
>>.
<< Non m’importa
di quello che pensa Sora... E poi perché dovrebbe pensarlo?
>>.
<< Per fortuna che
non gli importava... >>, sussurrò Tentomon ad Agumon,
prendendosi un'occhiataccia dal ragazzo.
<< Lo sanno tutti
che piaci a Meiko >>.
<< Davvero? >>.
Koushiro scosse la testa,
arreso. << Ci rinuncio >>.
<< Senti Meiko è
molto carina, ha un buon carattere. Penso che possa essere una
persona piacevole da frequentare >>.
<< Io non sto
mettendo in dubbio questo. Ma nel gruppo ci sono già troppe
relazioni di mezzo ma Takeru era cotto di tua sorella da sempre, lo
stesso si può dire di Yamato con Sora >>, la faccia di
Taichi
si contorse. << È così, che ti piaccia o no
>>.
<< A te piace Mimi,
questo non t’impedisce di avere una cotta per lei >>,
colpì
in fondo.
Ottenne l'effetto sperato
perché Koushiro divenne rosso e non lo guardò neanche in faccia, da
quanto era imbarazzato
<< Scusa >>,
sussurro Taichi.
<< Senti... ormai è
fatta. Ti chiedo solo di non farla soffrire. Meiko è fragile, sembra
essere felice ma è sul bilico. Ne ha passate tante >>.
<< Non la farò
soffrire >>.
Hikari
stava uscendo da un
negozio in compagnia del suo ragazzo, con una busta al braccio.
<< Sono certo che a
tua madre piacerà il regalo >>, disse Takeru.
<< A lei piacciono
le sciarpe, di solito le fa a mano, stavolta ho voluto fargliela io
>>.
<< Sempre che non
resti aggrovigliata nella lana >>, rise il ragazzo.
Lei gli sbatté la busta
sul braccio. << Simpatico. Tailmon dice che sono
piuttosto
brava! >>.
<< Guarda c'è
Meiko! >>.
L'amica stava uscendo dal
negozio con una busta anche lei, più grande. Sembrava il ritratto
della felicità.
<< Meiko! >>.
Hikari alzò il braccio e la agitò per attirare la sua attenzione.
La ragazza corse incontro alla coppia, sorridendo.
<< State facendo
shopping? >>.
<< Anche tu vedo >>,
rispose Takeru.
Lei rise. <<
Compravo un vestito nuovo >>.
<< Qualche occasione
speciale? >>, domandò Takeru, quasi ridendo.
<< Be' sì... Ho un
appuntamento domani >>.
<< Sono felicissima
per te! >>, Hikari le prese le mani. In quel periodo era
piuttosto ricettiva alle situazioni romantiche. << E chi
è il
fortunato?! >>.
Lei esitò un attimo a
rispondere. << A dir la verità... È tuo fratello
>>.
La reazione di entrambi
lasciò Meiko molto sorpresa, rimasero zitti dalla sorpresa.
<< Wow >>,
mormorò Takeru.
<< Che notizia...
inaspettata >>, riuscì a dire Hikari, le parole le
restavano
bloccate in gola.
<< Qualcosa non va?
>>, domandò Meiko, confusa.
<< No, no >>,
esclamarono i due.
<< Siamo solo
sorpresi >>, si giustificò Takeru.
<< Immagino. È
stata una sorpresa anche per me >>, disse lei,
entusiasta. <<
Ora vado, ho dei compiti da fare >>. Li salutò e si
allontanò.
La coppia si guardò per
qualche secondo senza sapere cosa dirsi.
<< Devo parlare con
mio fratello >>, disse Hikari.
<< Sì, credo sia
meglio >>.
Takeru
tornò a casa e si
trovò il fratello.
<< Yamato! >>,
lo abbracciò.
<< Oggi è venuto a
trovarmi >>, disse sua madre. << Sa che
sono influenzata
e ha voluto farmi compagnia >>.
<< Sei un figlio
degenere >>, lo colpì con un giornale. <<
Hai lasciato
la mamma da sola >>.
<< Degenere! >>,
ripeté Gabumon.
<< È solo un
raffreddore Yamato, grazie per la tua preoccupazione comunque
>>.
<< Figurati >>,
arrossì il figlio.
Patamon saltò in braccio
a Takeru. << Com'è andata? >>.
<< Bene, siamo
andati a compare della lana per una sciarpa, Hikari vuole farne una
per sua madre. Tra poco è il suo compleanno >>.
<< Mi piace così
tanto quella ragazza >>, disse la madre.
<< Abbiamo anche
incontrato Meiko >>, aggiunse, sedendosi sul divano.
<< È felice
ultimamente >>.
<< Sicuramente oggi
ancora di più >>. Takeru si morse la lingua, aveva già
detto
troppo. Aveva promesso alla fidanzata che non avrebbe detto niente al
fratello, altrimenti Sora sarebbe venuta a saperlo. Voleva prima
parlare con lui.
<< Perché? >>,
chiese incuriosito.
<< Si è comprata un
vestito nuovo. Sai come sono le donne >>.
Hikari
spalancò la porta
della camera dove il fratello ascoltava della musica insieme ad
Agumon. Buttò il sacchetto per la lana in un armadio, Tailmon corse
dalla sua partner ma la vide scura in viso. La sorella gli tolse le
cuffie dalle orecchie.
<< Che fai? >>.
<< Hai chiesto a
Meiko di uscire? >>.
<< E tu come lo sai?
>>.
<< L'ho incontrata
>>.
<< E allora perché
me lo chiedi se lo sai? >>, chiese ironico.
<< Fino a due giorni
fa piangevi per Sora. È una ripicca la tua? >>.
Taichi si mise seduto sul
letto. << Non è una ripicca. Mi piace sul serio Meiko
>>.
<< Non ti ho mai
sentito dire prima una cosa del genere >>.
<< Senti, in questi
giorni lei ha mostrato un carattere solare, certo sempre timida,
ma... è diversa. E poi è carina >>.
<< È uno sbaglio.
La farai soffrire >>, disse seria.
I Digimon assistevano in
silenzio, temevano in uno scatto impulsivo di Taichi.
<< Io non mi sono
più messo in mezzo alle tue cose, sei pregata di fare lo stesso
>>.
<< Non è la stessa
cosa Taichi. Meiko vive un periodo difficile, se non sei convinto
lascia perdere >>.
<< Comincio a essere
un po' stufo dei vostri consigli. Sora ha fatto la sua scelta,
anch’io faccio la mia >>.
Hikari sospirò. <<
Fai come ti pare. Ma secondo me è sbagliato >>.
Sora
stava camminando con
la sacca da ginnastica sotto il braccio, la cartella sulle spalle
diretta a scuola. Yamato non si sentiva bene, era passato a trovarlo
per un bacio veloce e poi si era diretta a scuola.
All'entrata posò la sacca
a terra, le era venuto il dubbio di aver dimenticato un compito
importante a casa e si mise a frugare nella cartella. Era nella tasca
interna e, sollevata, la richiuse, come alzò lo sguardo si accorse
di Meiko, appoggiata a un muro, davanti a lei Taichi.
Lei sorrideva e lui
sembrava farla ridere.
<< Sora >>.
Si voltò. << Oh
Mimi... Buongiorno >>.
<< Va tutto bene?
Hai l'aria di chi ha visto un fantasma >>.
Riprese la sacca. <<
Ho dormito di meno stamattina, Yamato sta male e sono passata prima a
casa sua >>.
Mimi si mise a ridere. <<
Immagino >>.
<< Perché pensi
sempre male?! >>.
L'amica la superò ma la
voce di Sora la fermò.
<< Mimi... >>.
<< Uhm? >>.
Gli occhi di Sora erano
fissi in terra, imbarazzata. << Meiko e Taichi...
>>.
La ragazza capì solo in
quel momento che Sora non sapeva niente. << Taichi ha
chiesto a
Meiko di uscire, ieri... Me l'ha detto Koushiro >>.
<< Capisco >>.
Si sentì mancare l'aria,
tanti spilli le punsero il cuore, a stento tratteneva le lacrime. La
reazione arrivò così prepotentemente, impossibile da nascondere,
che Mimi se ne accorse.
<< Sora che ti
prende? >>.
<< Scusa devo
andare! >>.
Corse via, entrando dentro
l'atrio, cambiandosi le scarpe al volo e si chiuse nel primo cubicolo
del bagno al piano terra libero.
Che cavolo le prendeva?
Era ovvio che Taichi
sarebbe andato avanti, avrebbe incontrato qualcuna, magari anche
migliore di lei.
Non Meiko però!
Si sentì quasi tradita,
perfino dall'amica. Tradita di cosa poi? Lei e Taichi non erano mai
stati fidanzati, non erano nemmeno più amici!
Soffocò il resto delle
lacrime, si asciugò alla meglio con la manica della divisa e uscì
dal bagno. Si bagnò il viso con l'acqua fredda, era rossa in viso,
il segno delle lacrime sulle guance.
Si appoggiò al lavandino,
cercando di riprendersi. La campanella suonò.
Fingere era la parola
giusta.
Hikari
fece capolinea
sulla soglia del bagno, dove il fratello si stava preparando.
<< Grandi
preparativi eh? >>.
Il fratello fece finta di
non sentirla.
<< Taichi non c'è
bisogno che m’ignori >>. Entrò nel bagno e chiuse la
porta.
<< Voglio solo che lei non soffra >>.
<< E magari potrei
non soffrire neanche io >>.
<< È la cosa che
più m’importa >>.
Taichi le sorrise. <<
Grazie >>.
Meiko
aspettava al parco,
seduta su una panchina.
Indossava il vestito
nuovo, blu a maniche lunghe, ormai mancava meno di un mese a Natale,
faceva già un gran freddo. Si era tirata su i capelli con dei
fermagli luccicanti, aveva tolto gli occhiali e aveva messo le lenti
a contatto. Si era cavata gli occhi un paio di volte, Meikumon se la
rideva guardandola.
Taichi arrivò davanti
alla panchina.
<< Ciao >>.
<< Ciao >>, si
alzò lei, nervosa.
<< Sei molto carina
>>.
<< Grazie >>,
arrossì.
<< Andiamo a bere
una cioccolata? >>.
<< Va bene, con un
sacco di panna >>.
<< Ci sto! >>.
Andarono in un bar poco
lontano, molto elegante e carino. Era pieno di gente, fuori faceva
freddo e nessuno voleva passeggiare con quel tempo. Ordinarono dei
biscotti e due cioccolate con doppia panna, Meiko mise una punta di
cocco nella sua.
Taichi la assaggiò e non
gli piacque per niente, si sporcò il mento e lei cominciò a ridere,
passandogli un fazzoletto per pulirsi.
<< Sei peggio di un
bambino! >>.
<< Mia sorella me lo
dice sempre quando mangio >>.
<< Siete molto
legati? >>.
<< Prima di più.
Credo sia normale, una volta cresciuti, avere amicizie diverse, modi
di fare differenti... Hikari ha quattordici anni, io diciassette, tra
due anni andrò al college, lei farà ancora la sua vita di
adolescente >>.
<< Vuoi andare al
college? >>, gli domandò, bevendo un altro sorso di
cioccolata.
<< Be' sì... Non so
cosa ma penso sia molto importante. Tu no? >>.
Si strinse le spalle. <<
Non ci ho mai pensato davvero. Ultimamente vivo molto il presente
>>.
<< Come va con
Gennai? >>.
<< Bene, piano piano
stiamo costruendo un rapporto. Quando tornerà a Digiworld mi
dispiacerà >>.
Taichi finì la sua
cioccolata. << Verrà a trovarti >>.
Lei annuì, prendendo
l'ultimo sorso della bevanda. << Sì, lo spero
>>.
Il ragazzo offrì la
cioccolata a Meiko e uscirono, l'aria fredda sferzava sui visi. Erano
già le nove e mezza, Meiko doveva essere a casa per le dieci, si
offrì di accompagnarla con la metropolitana.
Arrivarono a pochi metri
dalla casa di Meiko, voleva evitare un terzo grado dai genitori e
Meikumon si sarebbe messa a spiarla dalla finestra.
<< È stata una
bella serata >>, disse lei.
<< Sono felice che
ti sia divertita >>.
I capelli di Meiko
s’imperlarono di bianco e anche quelli di Taichi.
<< Nevica! >>,
esclamò, alzando il cielo al viso, poi lo guardò, ridendo
entusiasta.
Taichi si avvicinò per
darle un bacio sulla guancia, per salutarla. Lei si lasciò dare il
bacio sulla guancia, timidamente. Si guardarono negli occhi, per un
attimo.
Meiko aveva sognato quel
momento dalla prima volta che aveva visto Taichi. Quando lo guardava
giocare a calcio s’incantava, all'inizio s’imbarazzava a ogni
parola che gli rivolgeva. Poi le esperienze vissute l'avevano
fortificata, non voleva più essere la damigella da salvare, voleva
essere una guerriera anche lei ed era forse questo che l'aveva fatta
notare da lui, che in testa aveva solo Sora.
Fu un bacio breve, in
mezzo alla neve. Il primo per entrambi.
Si staccarono e lei non
riusciva a dire niente, voleva fuggire nella sua camera e gioire per
conto suo, senza fare figuracce.
<< Ci vediamo
domani, ti aspetto fuori scuola >>.
<< Va bene, ciao
>>.
Taichi la guardò andare via, sparire dentro il giardino
della sua casa.
Si sentiva leggero, molto
felice. Eppure c'era qualcosa che stonava, come una canzone cui
mancava la giusta nota per essere in sintonia.
Koushiro
stava facendo le
ore piccole davanti al PC, nella sua camera. Tentomon dormiva già da
un pezzo.
Il display segnò una
chiamata in arrivo. Il ragazzo accettò la chiamata, perplesso.
Davanti a lui apparve la
signorina Himekawa.
<< Signor Koushiro
>>.
<< Come ha avuto il
mio indirizzo? >>.
<< Non è
importante. Dobbiamo parlare con lei il prima possibile. Domani alle
sei e trenta, prima della scuola? >>. Sembrava
preoccupata.
<< È successo
qualcosa a Digiworld? >>.
<< Ci sono delle
distorsioni preoccupanti. Vorremo analizzarle con qualcuno che
capisce di più di quel mondo >>.
<< Mando un
messaggio ai miei amici >>.
<< No >>,
rispose ferma. << Non deve saperlo nemmeno Daigo. Non
vogliamo
allarmismi inutili >>.
Koushiro non voleva
raccontare bugie ai suoi amici ma non voleva nemmeno mettergli ansie
inutili << D'accordo. Ci vedremo domani mattina
>>.
<< A domani >>.
La conversazione finì lì.
Koushiro si appoggiò allo schienale della sedia, indeciso sul da
farsi.
A Tentomon l'avrebbe detto
ma... agli altri?
Angolo autrice!
Salve!
Scusate il
ritardo!
Ho avuto molto da fare e
purtroppo non ho potuto fare prima!
Questo capitolo è molto
generico, sta iniziando la seconda parte della storia e chissà dove
andrà a finire!
Vi avverto già che dal 19 al 29 marzo non
pubblicherò niente poiché sarò fuori dall'Italia!
Un bacio!