Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Segui la storia  |       
Autore: kannuki    18/03/2005    3 recensioni
"Ognuno è libero di fare quel che più gli aggrada a questo mondo. Ad esempio io stendo demoni: piccoli diavoletti viscidini con le codine e le corna. Quando dice bene. Adesso c'è questa ragazza Tentata dal diavolo... suona isterico, ma è la pura verità. Devo farle da balia per un pò. Bah, almeno è carina, educata e mi da del lei...a saperla prendere, una così"
Genere: Azione, Drammatico, Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'La Mano Sinistra di Dio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa ragazza continua a guardarmi come se fossi il protagonista trash appena uscito da un poliziesco di serie Z

Questa ragazza continua a guardarmi come se fossi il protagonista trash appena uscito da un poliziesco di serie Z.

Per adesso è ancora troppo sconvolta per sommergermi di domande, il che è un bene, perché non sopporterei di dare una valanga di spiegazioni.

La roba di Kob era veramente il massimo e ieri sera mi sono fatto un viaggio niente male nella terra delle Allucinazioni Visive. Adesso ho un mal di testa che spacca e tutto questo sole mi fa sentire ancora più una merda.

Devo avere una brutta faccia e probabilmente l’ho spaventata, visto gli occhioni che ha in questo momento. Tra l’altro, l’idea di farmi la barba non mi è neanche passata per l’anticamera del cervello…dopo ogni trip, la mano mi trema tanto che rischierei di affettarmi la faccia.

E credetemi per poco non mi sono sgozzato da solo, una volta.

 

Certo che iniziare la mattinata prendendo a schiaffi una ragazza, non è proprio il mio ideale di

divertimento.

Se ne sta la, raggomitolata sulla panchina verde con una faccia sbattuta da far pena. Continua a tormentare il laccio delle Adidas nere a strisce bianche con le dita scattose. Sta fissando il laccetto di pelle color cuoio che ho attorno al collo con la piccola croce d’oro bianco che scintilla al sole.

 

Ferro del mestiere, nessuna perversione personale.

 

La vedo muovere le labbra rosate, sbattendo gli occhi più volte. È uscita dalla sua trance e sta per cominciare l’interrogatorio.

 Che significa Guardiano?” domanda a bassa voce leggermente esitante.

 

Ti pareva; è sempre la prima domanda.

 

Sento qualcosa che rimbalza contro la mia gamba. Toh, un pallone…invece di studiare, se la divertono in questo posto!

Un gruppetto lontano la reclama a gran voce. Invece di rispedirgliela, ci appoggio il piede sopra, mandandola avanti e indietro. Mi piace far incazzare la gente. Ho mal di testa e voglia di litigare.

Safyia si sposta di lato, osservando qualcuno alle mie spalle. La vedo sgranare gli occhi e tornare nella posizione di prima.

“Gli ridia quel pallone, per favore” mormora con aria nervosa, guardando davanti a se.

Una ragazza si avvicina velocemente. Piuttosto carina, devo ammetterlo.   

“Mi scusi!” sibila una vocetta stizzita alle mie spalle.

Mi volto appena e lo calcio nella sua direzione. Non mi metto a discutere con una femmina. La ragazza lo raccoglie con aria astiosa. Guarda Safyia con aria perplessa “ciao…ma che hai fatto ai capelli?”

Lei alza gli occhi e la fissa incazzata…mi sa che non le piace.

“Ciao Marie. Nuovo look, mi andava di cambiare un pò..” Mormora saettando lo sguardo dietro di lei. Per un attimo la vedo fare una faccia dura, poi si apre in un sorriso di convenienza. 

Un ragazzo è appena apparso dietro di me. Lo guardo per bene…moretto, bel fisico…passabile.

“Come mai ieri sera non sei venuta alla festa ?” le chiede con voce scanzonata, appoggiandosi alla ragazza che gli stringe impercettibilmente la mano.

La solita vecchia storia!

La mia nuova protetta allunga le gambe l’una sull’altra e le dondola con aria superiore “avevo altre cose da fare” ridacchia volendo intendere chissà che.

I due mi guardano e non dicono niente.

 

Cazzo, mi ha messo in mezzo!! Piccola intrigante!

 

Quando se ne vanno, le lancio uno sguardo incazzato. Lei li segue con gli occhi, mal celando l’irritazione e la delusione.

“Non mettermi in mezzo alle tue beghe sentimentali!” Borbotto piantandomi davanti a lei.

“Mi scusi…comunque non ci avranno creduto…non che me ne freghi molto ” sussurra tirando di nuovo le gambe a se inguainate da jeans mezzi strappati, come vuole l’ultima moda.

La visita dei due l’ha distratta dalla domanda. Meglio, così posso rilassarmi e cercare di spiegarle la situazione con calma. 

 

Una musichetta scaturisce dal nulla. Con aria annoiata e depressa, la ragazza fruga nella borsa tirandone fuori il contenuto, composto da libri e quaderni, prima di trovare il cellulare colorato che trilla allegramente.

La sento esclamare unmamma’ allarmato. Si volta appena e resta in ascolto, pensando che non sappia cosa sta succedendo in quel momento a casa sua.

Quando attacca mi guarda sbattendo gli occhi “perché c’è uno squadrone di preti e suore a casa mia?” domanda con aria meditabonda.

“Saranno venuti per la benedizione pasquale” affermo tirando su un quadernino su cui spicca un nudo maschile stilizzato. Aperta di mentalità...mi piace!

La vedo rimettere a posto la roba con aria lenta. Si ferma continuamente, le palpebre le tremano impercettibilmente. Sta per riaddormentarsi.

Mollo il quadernino, chinandomi su di lei…sta per cadere in trance.

 

Assomiglia molto al sonno umano, ma è il modo che hanno i demoni per comunicare con le vittime prescelte. Velocemente mi frugo nella tasca, estraendo un anellino d’oro bianco.

Come glielo infilo al dito, la vedo sobbalzare e riprendersi con un grido rauco. Si guarda attorno col fiatone, portandosi una mano sul seno.

“L’ha sentito? L’ha sentito?!” grida allarmata, afferrandomi con le mani tremanti.

“Andiamocene di qua, non è il caso di dare spettacolo”

La ragazza annuisce e finisce di infilare la roba nello zainetto di camoscio. Tocca il quadernino con aria ansiosa.

Piega e dita e allontana la mano “potrebbe metterlo qua dentro?” mi chiede con voce appena udibile.

Non capisco cosa stia succedendo, ma la accontento.

 

È educata, continua a darmi del lei facendomi sentire quasi importante.

Mi crede una persona seria. Scoprirà molto presto che non sono esattamente uno stinco di santo. Spero che Johnny-bello non si faccia venire l’assurda idea di affidarmela vita natural durante, ma non penso…per lui sono un disgraziato peccatore, capace solo di deviare le fanciulle dalla retta via.

 

A trovarle!

C’è una penuria di ragazze decenti, in questo periodo, che fa rabbrividire.

 

Forse è colpa mia, sono troppo esigente.

Mi sta venendo il sospetto che dipenda tutto da me e da questo lavoro del cavolo.

Vado a fare la spesa al supermarket e devo sempre scontrarmi con qualche demone del cazzo che mangia i resti della spazzatura nei bidoncini per strada.

Entro in un negozio e non posso misurarmi un paio di jeans in santa pace, senza dover mollare tutto per andare a tirare giù da un lampione un Waiters che si dondola con la sua codona puntuta.

Di conseguenza il mio umore non è mai dei migliori

Sarà per questo che le ragazze non fanno la fila fuori la mia porta. 

Non sono poi così male, credetemi. Appena sveglio, per dieci secondi esatti, sono l’uomo più felice del mondo. Poi ricordo i miei compiti e parte l’orchestra di bestemmioni.

Non ci faccio una bella figura a raccontarvelo ma è quello che succede ogni dannata mattina.

 

Torniamo alla ragazza che è meglio.

 

Safyia seguiva senza fiatare quello strano tipo che parlava appena. Consapevole che le stava succedendo qualcosa di brutto, si strinse nel giacchetto scuro, sistemando meglio lo zaino sulla spalla sinistra. Un barluginio la colpì nell’occhio. Guardò titubante l’anello che Adrien le aveva infilato al pollice e aggrottò le ciglia.

“E’ suo questo?” domandò timorosa.

Lui annuì con aria annoiata, camminando piano. Non aveva alcuna fretta di andare a casa della ragazza a sentire quelle stronzate patetiche sulla fede. 

Safyia osservò l’anellino semplice muovendo il dito. Si sentiva stranamente sveglia, la stanchezza se n’era andata e sembrava che avesse recuperato le energie.

“Non le sembra prematuro regalarmi un anello? Ci conosciamo da cinque minuti appena!” esclamò allegra, sentendo la vecchia verve che riemergeva spudoratamente.

“Non lo togliere mai” le rispose secco, senza dar cenno di aver captato la sua battutina.

Ok, era stupida, ammise la ragazza a se stessa.

“Sei credente?” le domandò d’un tratto mentre si dirigevano alla metro.

Safyia scese gli scalini di marmo pensandoci su. “Sono stata battezzata ma non vado mai in chiesa, né tanto meno mi confesso…sono un’ignobile peccatrice!” ridacchiò mentre il sorriso le moriva per l’ennesima volta sulle labbra.

Spirito zero, questo! Pensò avvicinandosi alla banchina. Stava dirigendosi verso la punta del treno quando lo vide fermo al centro “a quest’ora è una pazzia” affermò fermandosi accanto a lui.

“Devo controllare una cosa” le rispose con un mal di testa che acuiva il cattivo umore.

A Safyia dava l’idea che avesse bevuto un pò troppo e fosse in preda ad un doposbornia; si frugò nella borsa occhieggiando il cartello elettrico che l’avvertiva dell’arrivo del treno e tirò fuori un pacchetto di aspirine. Schiarendosi la voce, cercò di attirare la sua attenzione. Lo vide guardare fisso il fondo del tunnel, con aria assorta.

“Scusi..”mormorò toccandogli appena un braccio con un dito. La fulminò con lo sguardo, visibilmente seccato per l’interruzione.

Ce ne sono un po’ troppi…sarò colpa sua? Si chiede fissando intensamente Safyia che arrossì. D’un tratto vide cosa stringeva in mano e restò vagamente sorpreso.

La ragazza lo vide e gli allungò il pacchetto con aria imbarazzata.

Il treno che sopraggiungeva creò una corrente d’aria che le fece svolazzare i capelli bianchi che su di lei stavano veramente male, a causa della carnagione scura e degli occhi neri. Sembra una mezza dark venuta male, pensò Adrien porgendole le aspirine dopo averne prese un paio… dubitava fortemente che bastassero a mandargli via il mal di testa.  

 

Conscia di essere fissata, Safyia fece finta di niente, avvicinandosi alla linea gialla e sentendo una forza negativa che la respingeva indietro.

Stranamente c’era poca gente, sebbene fosse quasi l’ora di punta. Arretrò un bel po’, avvicinandosi al muro e sentendosi inaspettatamente male.

Le porte metalliche si aprirono e Adrien guardò il vuoto accanto a se stupito. La vide schiacciata contro la parete e la fissò inquieto “non posso salire la sopra” bisbigliò angosciata “non posso salire…c’è qualcosa..

Il treno ripartì. La fiumana di gente li sorpassò e restarono solo loro due sulla banchina vuota.

Adrien si avvicinò fino quasi a toccarla. “Cosa hai sentito?” le chiese dirottandola verso i sedili di plastica scuri. Safyia crollò a sedere tremando, Adrien la vide tormentarsi l’anellino con le dita frementi “male…dolore...cattiveria, tanta cattiveria...il sangue che rimbombava e..urlava..qualcuno che urlava” bisbigliò in fretta, mangiandosi le parole nel frattempo.

Si era quasi tolta l’anello, cosa che fece incazzare parecchio Adrien: se la protezione risultava inefficace, voleva dire che il demone che la stava tentando aveva le contropalle!  

 

Doveva fare una prova e rischiare di farla uccidere.

Con delicatezza le tolse il cerchietto d’oro vedendola immediatamente afflosciarsi. Il treno stava arrivando. La doveva trascinare la sopra volente o nolente.

“In piedi, forza. Ce ne andiamo a casa.” Le disse brusco, girandole un braccio attorno alla vita e costringendola a rimettersi in piedi. Lo zainetto le scivolò dalla spalla e finì a terra.

Adrien lo raccolse stringendo in una mano. Sentiva quei bastardi avvicinarsi velocemente.

Cercano proprio lei, allora!

Come le porte si aprirono, le varcò in fretta sempre stringendo Safyia che aveva cominciato a balbettare di dolore e paura sottovoce. 

La mise a sedere in un posto vuoto mentre la gente la guardava con aria sospettosa.

Stronzi perbenisti!

 

“Arrivano...arrivano…”mormorava continuamente toccandosi le orecchie e fissando il vuoto.

Come se non lo sapessi, pensò frugandosi nelle tasche. Li vedeva muoversi velocemente dal fondo del treno, compiendo balzi e camminando sul soffitto rischiarato dalle file di luci che andavano e venivano, in preda a cali di tensione.

Cali di tensione un cavolo, sono loro che rosicchiano i fili, li trovano gustosi!

 

“Tanti…sono tanti e stanno arrivando.”

“Lo so” le rispose secco. L’uomo accanto a Safyia si sollevò con aria distratta, dandogli modo di accomodarsi accanto a lei che aveva cominciato a dondolare avanti e indietro. Adrien la guardò negli occhi e vide che andavano schiarendosi.

Non va bene, la sta prosciugando.

“Vogliono me..Bisbigliò al nulla “vengono a prendermi” la sua voce s’incrinò in un singhiozzo.

 

“Prenderanno un sacco di calci nelle palle, credi a me ” le rispose vedendo il primo che oltrepassava fluidamente il vagone, sibilando fumo nero dalla bocca.

 

 

 

 

  

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: kannuki