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Autore: Focanna    12/02/2016    0 recensioni
9 . 10 . 2002
Donofalù, Gordon Street.
Uno dei vicoli più malridotti della città, un paese molto piccolo, con una popolazione di circa 7000 abitanti e famoso soprattutto per i suoi quartieri malfamati.
Un luogo sconsigliato per viverci dunque, per abbandonare qualcuno. Non si direbbe sia la stessa idea di chi, due anni prima, abbandonò due bambine, le stesse bambine che adesso si ritrovavano da sole a combattere contro le deiezioni che tutti i giorni accadevano in quello stesso vicolo e riservava la vita.
Le due si erano ritrovate così, alle rispettive età di sei e quattro anni, tra le strade di Donofalù. Le loro rivali erano state la fame, la sete e soprattutto i malviventi che avevano cercato spesso di abusare e di approfittare dell’ingenuità delle due.
Tuttavia fino ad oggi erano sempre riuscite a cavarsela in qualche modo, continuando a lottare contro quel mondo che sembrava tanto ostile nei loro confronti, governato da un Dio del quale a un certo punto iniziarono persino a dubitarne dell'esistenza.
Nonostante tutto ciò le due non persero mai la speranza e l’aspettativa di un futuro migliore.
Ed infatti, un giorno non così troppo lontano alla loro felicità alla fine arrivò.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono passati diversi anni ormai da quando le due orfanelle sono state adottate dallo scienziato Rowen e la sua assistente Ludovica. Le piccole, ormai non più tanto piccole, sono cresciute, frequentano la scuola, hanno dei nuovi amici e infine...



Vittoria, vuoi fare tardi già dal primo giorno?!”

La voce di Federica rieccheggiò nell'aria quella mattina, infatti stava fin da subito rimproverando sua sorella per il ritardo che le stava facendo fare al suo primo giorno dal rientro delle vacanze estive.

"Saremmo già arrivate se Rowen non avesse perso tutto quel tempo in bagno!"


Ribattè Vittoria svogliatamente seguendo di malavoglia la sorella.
Le due orfanelle erano davvero cresciute, del resto erano passati anni e il loro cambiamento fisico era ben evidente agli occhi di tutti. Federica si era fatta una ragazza alta circa 1,69 metri, snella e con dei lunghi capelli castano chiaro che le arrivavano oltre metà schiena.
Mentre la sorella minore, poco più bassa della maggiore, aveva dei capelli leggermente più corti e di un castano più scuro, del resto le due erano sorelle ed era normale che fossero simili tra di loro. Entrambe indossavano la divisa scolastica estiva della loro scuola, che prevedeva giacca e cravatta con la gonna per le ragazze e ovviamente i pantaloni per gli uomini.
Arrivarono a scuola proprio sul suonare della campanella di inizio lezioni, ma ad aspettarle sull’ingresso principale vi era Morgan, un coetaneo di Vittoria nonché suo compagno di classe. Un ragazzo dagli occhi castano scuro, così come i capelli, molto slanciato e all’apparenza atletico, ma con un aspetto molto misterioso.

“Buongiorno ragazze!”


Fu Vittoria la prima a rispondere, non lasciando trasparire il suo ben evidente sonno, seguita poi dalla sorella.

"'Giorno Mor..."

"Hey Morgan!"


La risposta del ragazzo non tardò ad arrivare, seguita immediatamente dalle frecciatine di Federica.

"Sei ancora nel mondo dei sogni? È meglio che andiamo in classe o sarà la Prof a svegliarti oggi!"

"Coraggio, va pure in classe con il tuo fidanzatino!”

Inutile dire che Vittoria non restò indifferente alle parole della sorella, infatti, infuriata, si diresse in fretta e furia verso la propria classe trascinando con se anche il povero malcapitato.
A quel punto Federica rimase sola, ma quel breve attimo di tranquillità apparente non durò così a lungo, difatti un urlo si estese per tutto l'edificio fino a raggiungere le sue orecchie.
La ragazza, riconoscendo la voce si sentì quasi rabbrividire e voltandosi le sue ipotesi vennero finalmente confermate. Un’altra ragazza le stava correndo incontro, quasi ad assalirla, che cosa poteva volere proprio da lei? E soprattutto, chi era?
Nonostante il rapido scatto, non fu difficile per Federica scansarsi ed evitare dunque la suddetta persona, ma questo provocò una non lieve caduta a terra da parte di quest’ultima. A seguire fu un profondo sospiro da parte della castana.

"Sono contenta anch’io di vederti Robby. Andiamo in classe o vuoi restare a terra a lucidare il pavimento?"

La persona che si trovava a terra con una faccia quasi maniacale si chiamava Roberta ed era un'amica e compagna di classe di Federica. Nonostante questa sua reazione assurda, ella era una ragazza molto buffa e carina, con dei capelli medio lunghi color biondo miele, occhi verdi e un seno che insomma dava abbastanza nell’occhio, ma soprattutto dolce e di buon cuore. Robby, che era il soprannome con il quale si faceva chiamare da tutti ormai, aveva una vera ossessione nei confronti di Federica, al punto che spesso e volentieri tentava di saltarle addosso, anche se la maggior parte delle volte andava a finire proprio come quanto successo poco prima..

“Si Fedeeee!!”


Disse la tenera ragazza.
Cinque ore dopo l'attenzione era tornata nuovamente su Morgan e Vittoria, che si trovavano ancora in classe a dialogare su come fossero andate le rispettive vacanze estive. Vittoria, detta più comunemente Canna ormai da tutti quanti, compresa sua sorella maggiore, era incerta sulla risposta da dare all’amico. Le sue vacanze estive non si potevano definire proprio delle vere vacanze, ma erano piuttosto dei duri giorni di allenamento a cui Rowen aveva sottoposto lei e la sorella. Dunque come poteva raccontare qualcosa del genere al ragazzo? Avrebbe sicuramente destato qualche sospetto e soprattutto non poche curiosità alle quali sarebbero seguite inevitabilmente delle domande, e se c'era qualcosa che dava abbastanza fastidio alla ragazza erano di certo quest'ultime. Ragion per cui, rigettò la domanda su Morgan, chiedendogli per l’appunto che cosa invece lui avesse fatto. Tuttavia anche lui fu piuttosto evasivo, rispondendo semplicemente e accennando ad un viaggio fatto all'estero non entrando nello specifico. Questo provocò diversi sospetti nella ragazza dato che il compagno, ogni qualvolta gli venisse posta una domanda riguardante la sua vita al di fuori dell'ambito scolastico, cercava in qualsiasi modo di rigirare il tutto in modo da non dover dire molto. Così tra i due nasceva sempre uno strano dialogo, rigirarsi le frittate a vicenda, era questa la loro comunicazione quando si parlava di fatti privati. Poi, per un motivo o per un altro era facile cambiare discorso, proprio come adesso: Vittoria si ricordò di colpo di aver promesso alla sorella che si sarebbero viste all'ultimo cambio dell'ora. Seguita dall'amico quindi si recò nel corridoio, dove ad attenderla di fronte alla propria classe c'erano Federica e Robby.


"Ce ne avete messo di tempo!"

“Scusami, ci siamo persi in chiacchere!”

Immediatamente dopo, si sentì nuovamente una voce gridare qualcosa lungo il corridoio; che fosse un altro pazzo era ben evidente, ma di chi si trattava stavolta? Fede iniziò a credere che qualche divinità le stesse tendendo qualche scherzo ridicolo.
Le due sorelle non avevano neanche fatto in tempo a voltarsi che si sentirono sovrastare da un peso non indifferente alle spalle.

"OHOH!

Vedo che siete cresciute ulteriormente mie fragoline!"

Era ben evidente che stavolta si trattasse di un ragazzo ed il suo nome era Nino. Anch'egli aveva occhi e capelli castani, si trattava di un ragazzo estremamente vivace, che adorava fare nuove amicizie. Tuttavia, nonostante queste buone qualità, un particolare lo contraddistingueva da tutti i comuni ragazzi della sua età: era un dannato pervertito. Amava ogni sorta di ragazza e non riusciva a non provarci con loro. Federica e Vittoria non erano certo l’eccezione che conferma la regola.
Le due infatti, evidentemente infastidite dal gesto “affettuoso” di quest’ultimo, non tardarono ad inveire all'unisono contro Nino.


"COME CAZZO TI PERMETTI?!" Era stata Fede a parlare, ma anche Canna non si risparmiò: "Toglimi quelle mani di dosso o ti giuro che il mio pugno sarà l'ultima cosa che vedrai."

Ma la reazione più violenta fu quella di Roberta, che non appena notò ciò che il ragazzo aveva appena fatto alla sua amata Fede fece nascere una violenta rissa e la vittima in questione fu solamente il povero ragazzo, ci avrebbe pensato due volte la prossima volta. Una situazione piuttosto imbarazzante vista dall'esterno, soprattutto per Morgan che, con una risatina piuttosto tirata, si congedò senza tante spiegazioni salutando di sfuggita Vittoria. Quest’ultima, notando il suo distacco improvviso, lo richiamò cercando di invitarlo a rimanere in loro compagnia, ma a trattenere lei fu proprio la sorella, che la costrinse, afferrandola per un lembo della manica, a seguirla in biblioteca dove avrebbe dovuto recuperare il libro di scienze che aveva dimenticato durante un’ora di ripasso.

“Vittoria vieni con me, ho dimenticato un libro in biblioteca.
Hey Robby, ci sentiamo più tardi, cià!”

“Certamente!”

La bionda rispose cordialmente alla cara amica, che la guardò sorpresa nel vederle tra le mani una grande padella ed una mazza da baseball, nel mentre cercava di finire il lavoro che aveva iniziato poco prima con Nino. Il ragazzo infatti si trovava a terra disteso dolorante e quasi privo di sensi. Che cosa ne sarebbe stato di lui?
Nel frattempo Federica e Vittoria si erano dirette in biblioteca, una stanza ne troppo grande e ne troppo piccola nonostante l'istituto poco rinomato che frequentavano. Al suo interno vi erano molti libri come ben si può immaginare, di ogni genere, dal più classico al più impegnativo e tutti ricoperti di polvere per quel poco che venivano utilizzati. Il resto dell'ambiente era occupato da diversi tavoli e sedie, qualche finestra e un paio di estintori in caso d’incendio.
Ci vollero non pochi minuti per trovare quel libro, e ad ogni secondo passato la minore non faceva altro che chiedersi se a qualcuno ogni tanto non veniva l'idea di dare una pulita in giro, insomma, c'erano ragnatele e ammassi di polvere ovunque, non si sarebbe sorpresa se un ragno gigante fosse sbucato da chissà dove rivendicando il luogo come proprio.

"Bene, l'ho trovato!
Le bidelle devono averlo scambiato per uno dei tanti libri e rimesso dentro insieme agli altri. Sono davvero delle idiote vero?”
Disse ancora una volta senza avere nessuna risposta.
"HEY, TI SEI ADDORMENTATA O COSA!?"


"Fede? Credi alla scaramanzia? Credo di aver offeso qualche divinità degli insetti..."

La ragazza interpellata rimase perplessa alla domanda, la sorella stava iniziando a dare di matto?

"Ma che stai... COSA CAZZO?! HO LE ALLUCINAZIONI O..."

"Non credo, abbiamo degli ospiti indesiderati."

Che cosa poteva aver sconvolto le due ragazze fino a quel punto?
Formiche, ragni, vespe, cimici, insetti ovunque e di ogni genere; dinnanzi alle sorelle si innalzò una sorta di sciame di artropodi provenire da sotto la porta dell'uscita d'emergenza verso la loro direzione, altri insetti stavano entrando dalla finestra, ma com'era possibile? Da dove diamine potevano provenire tante creature tutte in una volta?
Le due, incredule ma soprattutto disgustate, cercarono dapprima di bloccare le entrate e di calpestare quante più bestiacce possibili, difatti pensarono bene di chiudere tutte le finestre affinché le uniche entrate fossero le fessure della porta.
Una volta tornata l'una al fianco dell'altra, ripresero a schiacciarne quanti più potevano, ma di certo non era facile evitare morsi di zanzare o vespe, quest'ultime per loro fortuna erano in numero maggiormente ridotto rispetto alle altre.

"Cristo! Queste scarpe le ho comprate una settimana fa!" Si lamentò Vittoria.

"Sta zitta! Magari se indossassi la divisa scolastica come gli altri ragazzi non accadrebbero queste cose!"

"Siccome accadono cose simili tutti i giorni! Comunque... Credo di avere un'idea..."

"Il solo fatto che hai pensato a qualcosa mi spaventa.. ma sempre meglio che essere divorate vive da degli esseri immondi come questi!"

Vittoria si spostò poi di scatto in uno degli angoli della stanza per poi mettersi a urlare.
 

●  ●  ●      


"AHAHAH! CONGELATE COME JACK CON IL TITANIC BRUTTE MERDE!"

 

"VITTORIA, SEMBRI UN'INDEMONIATA."
 

●  ●  ●


La più giovane delle sorelle aveva avuto la brillante, se così di può definire, idea di afferrare uno degli estintori nell'aula per eliminare una volta per tutte gli insetti che le stavano attaccando, andando poi a prenderne uno anche per la sorella.
Le orfanelle si erano messe quindi a spruzzare schiuma ovunque per la stanza, arrivando a non vederci quasi più da quanta di quella sostanza c'era in giro. In più stavano sul serio iniziando a delirare, iniziando da Federica che se la stava prendendo anche con la scuola.

 

"Ed io che volevo solo recuperare il mio fottuto libro di scienze! Che scuola di merda è se ci devono piombare addosso anche gli insetti?!"

"Diavolo, continuano ad arrivare!"

"Non ti preoccupare, fino a che avremo i nostri estint-
Ah..."

La più grande non fece in tempo a terminare la frase che dal suo estintore non iniziò ad uscire più niente, se non un paio di CLICK e CLACK. Pochi secondi dopo accadde lo stesso anche a Vittoria.
Ora le opzioni erano due: Afferrare un altro paio di quegli aggeggi o scappare? O perché non fare entrambe le cose?
Le due si diressero quindi verso il corridoio, prendendo nella corsa altri due estintori essendo quelli nella biblioteca terminati, raggiunsero dunque le uscite d'emergenza più vicine sotto gli occhi dapprima curiosi, poi terrorizzati di metà istituto, per loro fortuna non incrociarono i loro conoscenti, ed in pochi minuti si ritrovarono fuori dal cancello con uno sciame di insetti alle loro calcagna. Ogni tanto una delle due si voltava per seminare un po’ di schiuma verso gli inseguitori, e ne approfittava anche per vedere la distanza raggiunta tra di loro, così, dopo diversi isolati, si ritrovarono davanti alla loro casa con ancora qualche vespa e cimice all’inseguimento.
Fu una corsa da olimpiadi la loro, un paio di metri ancora e avrebbero raggiunto la salvezza più assoluta, e difatti non se lo fecero ripetere due volte, chiavi alle mani si fiondarono all'interno dell'edificio per poi sbattere la porta con più enfasi possibile. Avevano lasciato i loro zaini a scuola e al loro posto avevano due estintori, ma che importava? Erano salve.
Le due sorelle rimasero quasi incollate alla porta con il fiatone e lo sguardo paralizzato nel vuoto, per poi calare lentamente a terra.

“E’ successo davvero..?”
Disse Vittoria rivolgendosi alla maggiore praticamente incredula.

“Che cosa? Che degli insetti posseduti ci abbiano quasi divorate o che siamo ancora vive? Perché io non ci sto capendo davvero più niente.”

Le ragazze erano tornate a casa da pochi attimi, ma ad accoglierle era già arrivato Rowen, attirato dal tremendo frastuono provocato dalle due.

“Si può sapere che vi è successo? Sembrate due sacchi della spazzatura, avete fatto di nuovo a botte con qualcuno o siete semplicemente tornate alle vecchie usanze?”

Vittoria non riuscì a trattenersi nel vedere il proprio padre adottivo, al punto che cercò di raccontargli per intero la sua versione dei fatti, o almeno a parole sue...

“Eravamo a scuola ed erano giganti! Poi ci hanno attaccate e allora noi abbiamo spruzzato il coso e loro puff!!”


“Un vero discorso da premio nobel.
Lascia parlare me, idiota.”


A fermare il presunto racconto di Vittoria fu proprio la sorella, la quale stava man mano recuperando il senso della ragione, incominciando dunque a spiegare la situazione come si deve. Dopotutto ormai erano con Rowen, che altro poteva succedere di così sconvolgente?

“Siamo state sorprese da uno sciame di insetti, proprio nella stanza della biblioteca, ma la cosa più strana, è che sembrava quasi che avessero aspettato il momento in cui eravamo sole per attaccare.”

Questa volta, ad intervenire fu Ludovica, l’assistente di Rowen, la quale entrò in scena come suo solito da quasi nel nulla, per poi affiancarsi allo Scienziato e poggiare una mano sopra la sua spalla.

“Dottore... deve dirglielo, è arrivato il momento..”

Lo sguardo della donna rivolto verso il proprio superiore sembrava piuttosto serio, quasi triste e amareggiato per quella situazione, ma adesso toccava proprio a Rowen chiarire le parole della sua assistente, a che cosa si riferiva?

“Hai ragione. E’ arrivato il momento che vi racconti la verità.
Sedetevi, sarà una storia lunga...”

   
 
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