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Autore: EmilyG66    12/02/2016    1 recensioni
La mia prima fanfiction nel grande e magico mondo di Harry Potter in cui Draco è una Veela ed Hermione è la sua compagna.
Per essere più precisi Malfoy ha una parte di sangue Veela in corpo e non si trasforma in un uccello. (Arpia)
(Altre storie Veela presenti nel sito inglese: https://www.fanfiction.net/community/Veela-Stories-About-Draco-and-Hermione/50814/ )
I personaggi non appartengono a me ma alla Rowling.
Ps: In questo racconto Draco non beve, non fuma, non si droga, non “dorme” con tutte le ragazze della scuola e suo padre non lo disprezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Draco non poteva ancora crederci, avrebbe passato l’intero anno condividendo un dormitorio con la Granger!
Neanche lei sembrava fare i salti di gioia ed entrambi si osservarono per un momento.
-Beh non poteva andare peggio, giusto Malfoy? –disse la Grifondoro con odio represso e mettendo le mani sui fianchi.
-Già. La morte sembra una scelta decisamente allettante ora. –ammise lui con noncuranza.
Qualcosa non andava.
Draco si sentiva stranamente…euforico? Impaziente?
Probabilmente era solo stanco.
Senza dire una parola di più si avviò verso la sua stanza e vi entrò.
Era abbastanza grande, aveva: un letto singolo, un armadio, una cassapanca e una scrivania dove erano poggiati i suoi libri.
Inoltre c’erano tre finestre dalle quali si poteva ammirare un bel paesaggio notturno.
Il colore della stanza giocava tutto sulle tonalità della Casa dei Serpeverde, grazie al cielo, infine addossata alla parete vi era una porta bianca che doveva condurre in bagno.
Il Prefetto si svestì, si infilò il pigiama e si mise sotto le coperte.

Dall’altra parte intanto anche Hermione era entrata nella propria stanza, che era esattamente come quella di Draco solo dei colori di Grifondoro.
Anche lei si infilò il pigiama e andò a dormire.

La mattina successiva Hermione si svegliò presto, si preparò per la giornata e aprì la porta della sua stanza ritrovandosi nella nuova sala comune.
Non vide Malfoy e questo fu un bene per lei.
Varcò il ritratto, scese le scalinate e si avviò nella Sala Grande per la colazione.
Si sedette accanto a Ginny e cominciò a chiacchierare con i suoi amici non accorgendosi che Draco non era presente.
La giornata passò così tranquillamente per Hermione che le sembrava che nulla fosse cambiato, finché non arrivò l’ora di Pozioni.
I Grifondoro la condividevano con Serpeverde e non era affatto piacevole, soprattutto perché l’insegnate era “leggermente” imparziale.
Come tutti presero posto a sedere il professor Piton squadrò la stanza e notò un posto vacante.
-Signorina Granger, dov’è il signor Malfoy? –chiese con voce strisciante.
Hermione osservò il banco vuoto nell’angolo dei Serpeverde e tornando a guardare Piton scosse la testa.
-Non lo so professore. –gli rispose.
Il mago le si avvicinò poggiando i palmi delle mani sul suo banco.
-Lei…non…lo…sa? –chiese nuovamente scandendo con lentezza le parole e guardando Hermione con superiorità.
-È strano, di solito non sei una so-tutto-io? –le domandò acidamente.
-Non sono la baby-sitter di Malfoy. Non so dove si trovi e non crede che non mi interessi? –rispose Hermione tentando di stare calma mentre sfidava con lo sguardo Piton.
Lui si allontanò.
-Per tua informazione signorina Granger i prefetti dovrebbero almeno accertarsi che il proprio compagno esca dal dormitorio e si rechi alle lezioni. Se non lo sa lei dov’è il signor Malfoy chi può saperlo? –la rimproverò.
Hermione rimase in silenzio mentre il professore sorrideva soddisfatto.
-Cinque punti in meno a Grifondoro per inconsapevolezza. E la prossima volta si accerti che il signor Malfoy venga a lezione. –le ordinò cominciando a scrivere alla lavagna.
I Grifondoro fecero degli sbuffi contrariati mentre Ron diede una gomitata alla sua amica.
-Bella mossa. –le disse ironico.
Hermione era furibonda.
“Malfoy deve averlo fatto apposta! Lurido furetto! Sistemerò le cose con lui più tardi!” pensò.
Finalmente si conclusero le lezioni e Hermione volò letteralmente nel suo dormitorio decisa a saltare la cena pur di schiantare Malfoy.
Entrò nel quadro, lanciò il suo zaino con i libri sul divano e “bussò” violentemente alla porta di Draco.
-Malfoy sei lì dentro vero?! –urlò con rabbia.
-…V…vattene Granger…- riuscì a dire il Serpeverde con una voce strana.
-No! Esci immediatamente! Mi hai sentita!?– gli ordinò.
-…lasciami in pace! –le rispose lui prima di emettere un lieve gemito di dolore.
La rabbia di Hermione sparì all’improvviso.
-Malfoy…ti…senti bene? –gli domandò un po’ preoccupata.
-…secondo te?!- provò a risponderle acido, ma il dolore nella sua voce lo tradì.
-Devo andare a chiamare Madama Chips? –gli chiese.
-…no…mi passerà presto…- ammise Draco respirando a fatica. -Sì, come no. Vado a chiamarla. –lo informò Hermione allontanandosi dalla porta.
-Tu fallo è giuro che te ne farò pentire amaramente Granger! –le gridò con nuova grinta.
La Grifondoro rimase impietrita.
Aveva solo cercato di aiutarlo in fondo.
-Allora rimani pure chiuso lì dentro e se muori tanto meglio! Ti assicuro che non me ne potrà importare di meno! –gli rispose sbattendo la porta del dormitorio e uscendo.
A quelle parole Draco avvertì un dolore tremendo, non era stato il suo orgoglio a risentirne ma il suo cuore.
Da quella mattina infatti, come il Serpeverde aveva aperto gli occhi, un dolore lancinante lo aveva letteralmente immobilizzato a letto.
Si sentiva come in preda alla maledizione Cruciatus, tutti i suoi muscoli gli facevano male e si contraevano di continuo, la testa gli scoppiava e il suo corpo scottava terribilmente. Di sicuro aveva la febbre alta.
Come se non bastasse il battito del suo cuore era accelerato notevolmente e il suo sangue bruciante schizzava via velocemente sotto la sua pelle.
Ed eccolo lì. Draco Lucius Malfoy disteso a pancia in giù sul suo letto con i capelli arruffati che gli nascondevano gli occhi e senza camicia.
Stringeva convulsivamente le coperte con entrambe le mani ed emetteva dei gemiti tentando di respingere l’ondata di dolore che provava.
“Che cosa mi sta succedendo?!” si chiese, ma già conosceva la risposta.

Verso notte fonda, e dopo i suoi giri di ispezione, Hermione ritornò nel suo dormitorio sfinita.
Passò accanto alla porta di Draco e non sentì alcun rumore, solo un lento respiro. Probabilmente stava dormendo.
La Grifondoro si svestì e si coricò a sua volta.

Il mattino seguente Hermione si preparò e, non sentendo Draco alzarsi, ipotizzò che non sarebbe venuto a lezione neanche quel giorno.
La bruna aprì dunque il quadro, scese le scale, fece colazione poi si diresse a Pozioni. Proprio la prima materia di quel giorno.
Si mise a sedere attendendo, come tutti gli altri, che il professore facesse la sua comparsa.
Non appena entrò, Piton la osservò e il suo sguardo volò immediatamente al banco vuoto di Draco.
-Mi sembrava di essere stato molto chiaro ieri signorina Granger. Dov’è il signor Malfoy? –le chiese attendendo una qualsiasi motivazione per togliere punti ai Grifondoro.
-Malfoy non si sente bene professore e non accetta di essere aiutato. –decretò Hermione.
Il volto di Piton sembrò essere attraversato da qualcosa simile alla…preoccupazione?
Anche i Serpeverde cominciarono a sussurrare tra di loro.
-Allora non le dispiacerà, alla fine di quest’ora, farmi strada verso il dormitorio così che io possa constatare che ciò che mi ha detto sia vero. –le disse scettico l’insegante.
Hermione annuì.

Non appena fu terminata la lezione la Grifondoro accompagnò Piton fino al dormitorio e una volta dentro il professore bussò alla porta di Draco.
-Malfoy, sono il professor Piton. Aprimi. –gli ordinò.
Sì udirono dei passi deboli e trascinati poi la porta si aprì appena.
-Professore io dovrei- cominciò a dire Hermione.
-Sì, può andare alla sua preziosa lezione di Storia della magia signorina Granger. –la interruppe il professore.
La Grifondoro non se lo fece ripetere due volte e si dileguò in fretta.
Appena fu uscita Piton entrò nella camera di Draco e fu sorpreso nel vederlo accasciato accanto al letto intento a tenersi il petto.
Si sarebbe alzato volentieri se non avesse avuto le vertigini.
-Che cos’hai? Fammi dare un’occhiata. –gli disse il professore inginocchiandosi accanto a lui.
-Hm…sei bollente, i tuoi muscoli si stanno contorcendo ed è evidente che provi molto dolore. Sono indubbiamente i sintomi di un cambiamento interno, più precisamente di una Veela. –concluse Piton aiutando Draco a stendersi di schiena sul letto.
-…come pensavo…- riuscì a dire il Prefetto Serpeverde.
-Ne eri già a conoscenza Malfoy? –gli domandò il professore in tono neutro e non curante come al solito.
-…Sì, i miei mi hanno avvertito che…che sarebbe potuto accadere. Ho…una parte di sangue Veela in corpo. Professore…quanto pensa che durerà? –gli chiese quasi stremato riferendosi al dolore.
-Non più di tre giorni. Tieni bevi questo. –gli ordinò porgendogli una fialetta appena estratta dalla sua tasca.
-Considerando il tuo stato attuale dubito che tu sia sceso per mangiare. –ipotizzò Piton.
Il ragazzo scosse la testa e bevve tutta la fiala prima di riconsegnarla al suo insegnate.
-E chi è la tua compagna? –volle sapere Severus.
Draco sospirò.
-Non ne ho idea…-ammise.
Il professore lo guardò torvo per un momento.
-Informerò io i tuoi genitori con un gufo. -concluse Piton prima di andarsene mentre Draco continuava la sua lenta e dolorosa agonia.

Quando Hermione tornò nel dormitorio quella sera, il Serpeverde stava agonizzando ancora cercando di trattenersi e la Grifondoro quasi si spaventò.
Cosa mai poteva avere Malfoy?
  
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