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Autore: EmilyG66    12/02/2016    1 recensioni
La mia prima fanfiction nel grande e magico mondo di Harry Potter in cui Draco è una Veela ed Hermione è la sua compagna.
Per essere più precisi Malfoy ha una parte di sangue Veela in corpo e non si trasforma in un uccello. (Arpia)
(Altre storie Veela presenti nel sito inglese: https://www.fanfiction.net/community/Veela-Stories-About-Draco-and-Hermione/50814/ )
I personaggi non appartengono a me ma alla Rowling.
Ps: In questo racconto Draco non beve, non fuma, non si droga, non “dorme” con tutte le ragazze della scuola e suo padre non lo disprezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non appena calò il sole Draco decise di lasciare l’infermeria e andò nella Sala Grande per mettere qualcosa sotto i denti.
Le solite ochette gli chiesero come stesse ma Blaise riuscì a congedarle tutte.
Il prefetto diede una rapida occhiata al tavolo dei Grifondoro notando con enorme sollievo che Hermione stava mangiando accanto a Ginny e che nessun ragazzo la stava sfiorando.
Sì sentì più tranquillo e, una volta finita la cena, riuscì ad arrivare al suo dormitorio sano e salvo.

Il giorno seguente Hermione uscì dalla sua camera aspettandosi di trovare, nella sala comune, Malfoy in piedi e pronto per le lezioni ma non fu così.
La stanza era vuota e sicuramente il Serpeverde stava ancora dormendo visto che era ancora presto.
Ricordandosi l’ammonimento di Piton e non volendo intensificare l’umore già grigio e naturale dell’insegnate, magari rischiando qualche punizione, la Grifondoro bussò alla porta del prefetto con le migliori intenzioni.
-Malfoy svegliati. –lo chiamò prima di allontanarsi e raggiungere il proprio zaino.
-Sono già in piedi Granger. –le rispose lui dall’interno della stanza.
-Bene, perché altrimenti faresti tardi a lezione. Non che mi importi ovviamente. –ammise Hermione.
Era abituata a controllare minuziosamente la puntualità di Ron e Harry e ora stava facendo lo stesso con il Serpeverde.
Doveva avere sempre tutto sotto controllo.
Aprì dunque il suo zaino per controllare che vi fosse tutto il necessario, quando si accorse della mancanza del compito di pozioni.
Svelta frugò ancora nell’involucro ma il foglio era sparito.
Si ricordava perfettamente di averlo lasciato sul tavolino della sala comune e…
Hermione sgranò gli occhi e corse verso la porta di Draco.
-Malfoy hai preso tu la mia pergamena con il compito di Pozioni!? –gli domandò con una tonalità di voce molto alta.
-Sì, ce l’ho qui ma non entrare. –le disse.
La Grifondoro furiosa non sembrò aver recepito l’ultima parte poiché afferrò la maniglia di scatto e aprì la porta entrando nella stanza.
Subito dopo sul legno della porta magica apparve una faccia molto contraria per non essere riuscita a fermare la ragazza dall’entrare.
Hermione comunque si era immobilizzata sulla soglia, rigida come una statua.
-Ti avevo detto di non entrare Granger. –rispose il Serpeverde con un lieve tono di rimprovero e senza guardarla.
Era seduto sul bordo del letto, indossava un paio di pantaloni neri ed era chinato verso il basso per mettersi una scarpa……ma non indossava la camicia.
Draco spostò il suo sguardo su Hermione senza essere imbarazzato.
Lei invece cominciò a colorarsi non appena il biondo si mise in piedi esponendo al meglio la sua alta figura e il suo torso nudo.
Malfoy era davvero bello.
Hermione non aveva intravisto gli addominali quando era rimasto seduto ma adesso…
Tutto di lui era perfetto.
Dalle braccia un po’ muscolose alla semi-nascosta V che si intravedeva sotto i suoi addominali ma che moriva pudicamente dove iniziavano i pantaloni neri.
Risalendo nuovamente si trovava una perfetta scacchiera e un petto tonico e pulito come il resto del suo corpo.
Forse il Quidditch non era tanto male dopotutto se faceva diventare i ragazzi come Malfoy, ma allora non aveva effetto sui suoi amici.
Hermione tuttavia non credeva che il Quidditch migliorasse l’aspetto fisico, insomma bisognava solo volare su una scopa e non corre e saltare.
Harry e Ron, soprattutto lui, comunque avevano molto da invidiare a Draco.
I suoi abiti scuri richiamavano il colore de suoi impressionanti occhi grigi e mettevano in risalto la sua pelle pallida e diafana, ma contrastavano e accentuavano allo stesso tempo i suoi capelli chiari e biondo platino.
Ora capiva perché tutte le ragazze impazzissero per lui.
-Ehi tu ragazza, devi uscire da questa stanza. Non potevi entrare. –ammise la porta ridestando Hermione che abbandonò i suoi pensieri e arrossì ancora di più.
Intanto Malfoy stava combattendo, come al solito, con la consueta voglia della Veela dentro di lui.
Hermione era imbarazzata, il Serpeverde quasi poteva sentire i battiti frenetici del cuore della ragazza, vedeva il rossore che le era spuntato sulle guance e sapeva che gli piaceva il suo corpo.
Dunque Draco faceva ancora più fatica a controllarsi.
La Grifondoro biascicò uno: “scusi” alla porta e stava appunto per uscire vergognandosi per la figuraccia che aveva fatto davanti a Malfoy quando quest’ultimo la richiamò.
-Granger. –le disse.
Lei si girò lentamente notando che il Serpeverde aveva preso una camicia bianca e che se la stava abbottonando.
-La pergamena. È lì sopra la scrivania. –decretò guardando Hermione senza scherno o malizia.
Lei osservò l’oggetto incriminante e lo afferrò uscendo subito da quella stanza.
Non voleva neanche sapere il motivo per cui Malfoy le avesse preso la pergamena.
Quando finalmente la porta si richiuse da sola Draco poté lasciare che un sorriso a metà tra il dolce e il malizioso comparisse sul suo viso e continuò a vestirsi.

-Allora Hermione, hai scoperto se il furetto è…sì insomma tu lo sai no? –le chiese Ron nella Sala Grande.
Stranamente non avendo niente infilato in bocca.
Quando non ottenne nessuna risposta il Grifondoro tentò nuovamente di attirare l’attenzione della sua amica.
-Hermione? Sei tra di noi? –le domandò.
-Cosa? Scusami Ron, non ti stavo ascoltando. –affermò dispiaciuta Hermione.
-L’ho notato. Avevi la testa fra le nuvole. –ammise il rosso cominciando a riempirsi il piatto con quello che doveva essere la sua colazione.
-Perdonami. –si scusò lei.
-Ti ha chiesto di Malfoy. Hai scoperto se ha…il Marchio Nero…? -le ripeté Harry abbassando di molto la voce.
-Oh…Ahm…- Hermione ci pensò per un momento e la visione di Malfoy di quella mattina riaffiorò nella sua mente.
Il suo viso si colorò nuovamente mentre tentava di ricordare se sul braccio sinistro vi fosse qualche simbolo scuro.
-...No. –rispose agitando la mano per togliersi quell’immagine dalla testa.
-Sei sicura che Malfoy non-
-No! Malfoy non ha…-
“Niente su quel corpo perfetto.” Stava quasi per dire evidentemente ancora scossa per aver visto il suo nemico nello stato di prima.
-…non ha…il Marchio Nero...Ne sono sicura. –concluse.
Poi, preso qualcosa dal tavolo, decise di non tornare più sull’argomento e di dimenticare ciò che aveva visto. Ma lo spettacolo di prima non poteva essere ignorato così facilmente.

La prima ora di quel giorno era occupata da Cura delle Creature Magiche ma Hagrid non poté esserci e venne sostituito.
Come se non bastasse la pioggia incessante obbligò tutti a restare in classe a esercitarsi sulla teoria invece di andare fuori a fare pratica.
La lezione andò piuttosto bene se non fosse che la professoressa Gruppy-Plank continuava a rivolgere a Draco uno sguardo molto preoccupato e, a volte. questo si posava su Ron come per cercare un qualsiasi motivo per allontanarlo da Hermione che sedeva lì di fianco.
Il Serpeverde sapeva che la preoccupazione dell’insegnate derivava dal fatto che Silente aveva parlato a tutti gli insegnati della sua situazione, ma trovava la reazione del docente un po’ eccessiva.
La professoressa pose poi una domanda a Ron e lui fece scena muta così, con la scusante che il rosso non si concentrava abbastanza, la Gruppy-Plank lo fece cambiare di posto con Draco.
Tutta la classe rimase muta aspettandosi chissà cosa mentre il Grifondoro imprecava nella sua testa e raccoglieva le sue cose.
Il prefetto Serpeverde invece prese i suoi libri senza dire una parola e senza sorridere.
Il suo sguardo era serio e incurante ma in realtà Draco era molto teso.
Non appena si sedette accanto a Hermione, alla quale sembrava non importare della situazione, sentì un bel calore invadergli l’anima e sospirò sollevato.
Si voltò poi verso la sua compagna e i loro sguardi si incrociarono per un attimo.
La Grifondoro girò la testa verso destra osservando qualcosa e il Serpeverde poggiò il viso sul palmo della mano tornando a seguire la lezione.
Hermione gli rivolse un sguardo di striscio con la coda dell’occhio e poi anche lei riprese a guardare l’insegnante che spiegava.
Quando la lezione di Cura delle Creature Magiche volse al termine Draco andò alle sue classi e Hermione alle proprie, si videro di sfuggita all’ora di pranzo e finalmente arrivarono le ultime due ore di Pozioni.
Non appena Draco mise un piede nell’aula il ricordo della scorsa lezione lo fece tremare leggermente.
La stanza si riempì in fretta e Piton iniziò subito a spiegare tenendo sempre gli occhi fissi su Ron Weasley.
Quando ebbe terminato ordinò a tutti di prendere i propri calderoni e di preparare la pozione che scrisse alla lavagna.
Hermione tirò subito fuori il suo libro e cominciò a lavorare.
Ron tentò di copiare i suoi movimenti e di chiederle qualcosa ma la voce di Piton lo congelò sul posto.
-Signor Weasley. So bene che lei non è per niente idoneo allo studio della mia materia e al delicato compito di produrre pozioni di elementare preparazione, tuttavia non sono avvezzo a premiare chi copia. –Ammise Severus con un sorriso che aveva poco o niente di festoso.
Ron osservò l’insegnate sudando freddo per essere stato colto in fragrante ma lui non lo osservava, anzi inviò uno sguardo d’intesa a Draco.
-Il signor Malfoy prenderà il suo posto, così vedremo cosa è in grado di fare da solo. –decretò Piton.
Per la seconda volta quel giorno la classe rimase sorpresa ma soprattutto il trio d’oro e il prefetto Serpeverde.
-È la seconda volta di fila oggi miseriaccia! –affermò Ron spostandosi nuovamente.
-E questa sistemazione rimarrà tale, mi sono spiegato? –il rosso sgranò gli occhi e aprì la bocca ma non ne uscì neanche un suono.
-Bene. –disse infine Piton soddisfatto.
  
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