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Autore: EmilyG66    12/02/2016    1 recensioni
La mia prima fanfiction nel grande e magico mondo di Harry Potter in cui Draco è una Veela ed Hermione è la sua compagna.
Per essere più precisi Malfoy ha una parte di sangue Veela in corpo e non si trasforma in un uccello. (Arpia)
(Altre storie Veela presenti nel sito inglese: https://www.fanfiction.net/community/Veela-Stories-About-Draco-and-Hermione/50814/ )
I personaggi non appartengono a me ma alla Rowling.
Ps: In questo racconto Draco non beve, non fuma, non si droga, non “dorme” con tutte le ragazze della scuola e suo padre non lo disprezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hermione tentò di non badare a Draco mentre si sistemava ma cominciava a pensare che i professori stessero architettando qualcosa.
C’erano troppe coincidenze.
Malfoy intanto cercò nel suo zaino il libro di Pozioni ma stranamente non lo trovò.
Era sicuro di averlo preso l’ultima volta, ma poi aveva avuto l’attacco di cuore e il libro doveva essere rimasto nell’aula e…
Fu subito colto da un’illuminazione. Piton.
-Qualcosa non va signor Malfoy? –gli domandò Severus come se non sapesse.
Il Serpeverde non capì dove volesse arrivare con i suoi sotterfugi ma qualunque piega stesse prendendo quella situazione cominciava a piacergli.
-Non riesco a trovare il mio libro di Pozioni. –ammise tentando di non sorridere.
Alcune ragazze cominciarono a offrirsi di prestargli il proprio ma il professore sgretolò i loro sogni.
-Non vedo il problema. Vorrà dire che la signorina Granger condividerà il suo libro. Non è vero? –Hermione a quelle parole alzò lo sguardo stupefatta.
Poi stizzita e agitata spostò il libro di Pozioni alla sua sinistra ponendolo in mezzo a lei e a Malfoy.
-Grazie Granger…-le sussurrò divertito.
-Sta zitto Malfoy…-gli rispose la Grifondoro credendo che lui avesse fatto finta di dimenticare il libro apposta per darle fastidio.
Se solo avesse guardato nella direzione di Piton e l’avesse visto sorridere in quel modo si sarebbe accorta che era ben lontana dall’immaginare la verità, e altrettanto, il motivo delle azioni dell’insegnate.
Grazie a quel piccolo stratagemma Draco e Hermione era spesso vicini e chianti entrambi sul libro, controllavano le pozioni e si sfioravano involontariamente le dita quando dovevano voltare pagina contemporaneamente.
Il Serpeverde non poteva che essere felice nel sentire la pelle della sua compagna, anche se per un secondo, contro la propria o il suo profumo di rose e miele.
Era pura estasi per lui.
Riusciva anche ad osservarla contro la luce del sole e vedeva i suoi capelli bruni scivolare in un’infinità di sfumature.
La Grifondoro invece si sentiva stranamente impacciata e in imbarazzo.
Malfoy era un suo nemico e, a parte lo schiaffo del terzo anno, lei non lo aveva mai toccato o avuto così vicino.
Il biondo mescolava e aggiungeva gli ingredienti nel calderone con una delicatezza che mai Hermione aveva notato prima.
Con molta cautela alzò lo sguardo sul viso del Serpeverde e come lui la notò le rivolse un breve sorriso vero.
Il suo cuore saltò un battito.
Non lo aveva mai visto sorridere in quel modo così genuino.
Entrambi si osservarono ancora un po’ prima di interrompere quel contatto.
Draco poteva vagamente sentire le emozioni della sua compagna che ora era soprappensiero e confusa.
Il Serpeverde immaginava che fosse proprio lui il soggetto dei pensieri di Hermione e che, forse, finalmente avesse messo un po’ di se nel suo cuore.
La lezione fu più lenta del solito quel giorno e più dolorosa per Ron visto che, senza l’aiuto di Hermione, aveva completamente rovinato la sua pozione.
Ma era davvero così negato per quella materia?
O forse non si era accorto che i Serpeverde intorno a lui facevano di tutto per distrarlo e infilare clandestinamente qualsiasi cosa nella sua miscela…
L’ora successiva Piton fece comparire un calderone su un tavolo vuoto e in bella mostra attirando l’attenzione di tutti.
Hermione osservò attentamente il colore del composto era luminoso come la madreperla e il fumo che si sprigionava dal calderone era a forma di spirale.
La Grifondoro ipotizzò che si trattasse di…
-Amortentia. –disse riflettendo ad alta voce.
Draco che le era di fianco la guardò di sottecchi per un momento poi osservò anche lui il calderone.
Il Serpeverde era molto bravo in Pozioni e ovviamente aveva già sentito parlare di quell’intruglio.
Forse poteva…No!
-Come signorina Granger? –le domandò Piton.
Hermione sentì gli occhi di tutti puntati su di lei, ma ci era abituata quindi si schiarì la voce e ripeté.
-La…la pozione nel calderone è ...è Amortentia giusto? –disse un po’ incerta.
-Sì, è esatto. –rispose come sempre rivoltante all’idea che lei lo oscurasse.
-Ovviamente ne avrà già sentito parlare. Sarebbe così gentile da illuminare anche i suoi compagni? –chiese il professore.
Hermione non aspettava altro.
-L’Amortentia è il filtro d’amore più potente al mondo ed è in grado di causare una forte infatuazione o ossessione per una persona e per questo ne è vietata la produzione. –ammise mentre cominciarono a levarsi bisbigli da ogni angolo della classe.
-Inoltre l’Amortentia ha un odore diverso per ogni persona, secondo i profumi che ci attraggono di più. –concluse.
-Dimostrazione. –ordinò Piton muovendo la testa in direzione del calderone.
Hermione si diresse titubante verso il tavolo e si posizionò in modo che gli studenti la potessero vedere in viso.
Sì chinò sull’intruglio quel poco che bastava per sentirne l’odore.
-Io sento…erba tagliata…-cominciò a dire.
Il suo sguardo guizzò per un attimo a Ron, poi però osservò Malfoy che sembrava pendere dalle sue labbra.
La Grifondoro tornò a fissare un punto indefinito della stanza e continuò.
-…pergamena nu…- si bloccò, gli aromi stavano cambiando.
-Qualche problema signorina Granger? –chiese Severus.
-Ahm…gli…gli odori sono cambiati. –ammise suscitando un altro mormorio sommesso.
-Sì, può capitare se i sentimenti cambiano. Ci dica cosa sente e torni al suo posto. –decretò Piton.
Hermione annuì e tornò ad annusare.
-Profuma di…pioggia e umidità…mela verde…-
Gli occhi di Malfoy si allargarono leggermente e sospettosamente.
La Grifondoro lo osservò per breve istante.
-…e…menta. –concluse abbassando lo sguardo e tornando a passo spedito verso il proprio posto.
Era visibilmente agitata e preoccupata.

Finalmente suonò la campana e tutti gli studenti si affrettarono ad uscire dall’aula.
Draco stava per seguire Hermione e gli altri, ma soprattutto la sua Grifondoro, quando Piton lo fermò.
-Malfoy, aspetta un attimo…- gli ordinò.
Il Serpeverde fece marcia indietro a malincuore.
-Sì professore? –domandò.
L’insegnate non rispose ma sorrise e tirò fuori dal suo cassetto il libro di Pozioni di Draco.
-Credo che questo sia tuo. –gli disse in tono complice porgendoglielo.
Il prefetto sorrise, prese l’oggetto e lo rimise nello zaino.
-Noto con piacere che la lezione non è stata disastrosa oggi. –ammise il professore cominciando a controllare i pezzi di pergamena ricevuti.
Storse visibilmente il naso quando lesse i compiti di Weasley e Potter.
-Già. Non sono saltato addosso alla Granger…strano. –rifletté con sarcasmo.
-Non è strano. Devi essere sempre in contatto con la tua compagna, anche se per poco tempo. Più ti trovi lontano da lei più intenso sarà il desiderio di…starle vicino quando siete da soli. –ammise Piton schiarendosi un po’ la voce e sottolineando la parte finale.
-Beh…comunque grazie professore. –lo ringraziò Draco avviandosi verso la porta.
-È stato un piacere. –gli rispose Severus sempre con lo sguardo fisso sulle pergamene e con voce noncurante prima di cominciare a scarabocchiare con irritazione i compiti sbagliati.

Hermione si trovava nella Sala Grande per fare uno spuntino prima di cena. Finalmente anche quell’impegnativa giornata era arrivata al termine.
La lezione di pozione era stata alquanto strana soprattutto perché la sua Amortentia profumava di Malfoy…
-Oh! Signorina Granger. –la chiamò una voce dietro di lei irrompendo i suoi confusi pensieri.
La Grifondoro si voltò e si trovò faccia a faccia con la professoressa Minerva.
-Professoressa. –la salutò.
-Stavo cercando proprio lei. Bene, bene. –disse srotolando un pezzo molto lungo di pergamena.
-Questa sera toccherà a te e al signor Malfoy controllare i corridoi. Ti pregherei di riferire il messaggio anche a lui. –la informò prima di andarsene.
-Grandioso! Vuoi che veniamo con te? –Chiese Ron.
-No. Vi mettereste solo nei guai, vado a cercare Malfoy. Ci vediamo a l’ora di cena. –affermò la Grifondoro alzandosi e dirigendosi fuori dalla sala.
Dove poteva essere ora quel Serpeverde?
Non tardò molto a scoprirlo, anche se fu sorpresa di trovarlo da solo.
Malfoy era seduto sul muricciolo di uno degli archi in cortile poggiato con la schiena alla parete.
Una gamba era tirata leggermente al petto e l’altra ciondolava sfiorando la pavimentazione esterna.
Aveva una mano posata sul piano ruvido del muricciolo mentre l’altra era al mento.
Il suo sguardo sembrava assente e conferiva a Draco un aspetto davvero solitario e…davvero irresistibile.
Hermione si avvicinò a lui.
-Ehi Malfoy, la professoressa Minerva mi ha chiesto di dirti che questa sera faremo il turno delle ispezioni insieme. –lo informò.
-D’accordo. –rispose senza batter ciglio o voltarsi a guardarla.
Draco voleva sorridere ma un pensiero, qualunque fosse, gli impediva di farlo.
Hermione non poté fare a meno di notare quanto il Serpeverde era diverso quest’anno.
Prima era irritante, invadente, viziato, egocentrico e capriccioso ma adesso sembrava solo.
La sua bellezza tuttavia andava a braccetto con l’aria tetra e misteriosa che ora lo avvolgeva.
Poteva apparire come un principe azzurro ricco e biondo ma ciò che lo differenziava dall’esserlo, a parte il suo carattere che di principesco aveva poco, erano i suoi occhi.
A Hermione ricordavano il cielo nuvoloso prima della pioggia.
No. Draco Malfoy non era il principe azzurro ma un principe delle tenebre.
I suoi occhi non riflettevano un’anima piena di luce e di bontà, che comunemente viene attribuita a chi ha gli occhi chiari, ma riflettevano un’anima sola, piena di dubbi, preoccupazioni e di tristezza.
  
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