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Autore: EmilyG66    12/02/2016    1 recensioni
La mia prima fanfiction nel grande e magico mondo di Harry Potter in cui Draco è una Veela ed Hermione è la sua compagna.
Per essere più precisi Malfoy ha una parte di sangue Veela in corpo e non si trasforma in un uccello. (Arpia)
(Altre storie Veela presenti nel sito inglese: https://www.fanfiction.net/community/Veela-Stories-About-Draco-and-Hermione/50814/ )
I personaggi non appartengono a me ma alla Rowling.
Ps: In questo racconto Draco non beve, non fuma, non si droga, non “dorme” con tutte le ragazze della scuola e suo padre non lo disprezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hermione si afflosciò sulla panchina non appena Harry e Ron sparirono dalla Sala Grande.
-Non se lo sono ricordati. –ammise sconsolata.
-Dai non è la fine del mondo. Probabilmente gli verrà in mente questa sera. –la consolò Ginny.
Il prefetto Grifondoro sospirò vedendo sfumare i suoi progetti sul passare una giornata perfetta con i suoi amici.
-Sai che facciamo? Per tirarti su il morale oggi andremo a festeggiare il tuo compleanno con le altre ragazze. Che ne dici? –le propose la rossa.
-Dico che ci sto. –concordò Hermione ritrovando il sorriso.
Poco dopo lei, Ginny e altre due ragazze uscirono dalla scuola.
A Hermione non importava se avesse trascorso quel compleanno senza Harry e Ron le bastava solo divertirsi con alcuni dei suoi amici o in questo caso delle sue amiche.
Tuttavia la Grifondoro si sentiva strana, come se qualcuno la stesse osservando.
Si voltò e ispezionò l’area, non c’era nessuno.
Il suo sguardo cadde sulla torre di Astronomia e volle tanto non aver guardato.
Appoggiato al parapetto c’era Malfoy che la osservava, ed era da solo.
Quella visione la turbò un po’ finché Ginny non la destò con la sua voce squillante.
-Ehi Hermione perché ti sei fermata? Andiamo. –la richiamò.
La Grifondoro abbandonò il Serpeverde e riprese a camminare con le sue amiche senza voltarsi nuovamente.
Draco intanto dalla torre pensava: “Non andartene…”
Sapeva già che gli sarebbe mancata ma allo stesso tempo non vedeva l’ora che tornasse da lui.

La giornata non poté andare meglio per Hermione, infatti ritornò al castello ridendo assieme a Ginny.
Il prefetto Grifondoro incrociò per caso Ron e Harry che avevano appena finito l’allenamento e che, distrutti, stavano andando a fare cena.
-Oh! Ron, Harry, ciao. Volevo dirvi-
-Hermione, oggi non è giornata…-affermò Ron interrompendola.
-Perché? Cos’è successo? –chiese lei.
-Niente, siamo solo stanchi. –disse Harry anche se Ron sembrava più agitato del solito.
-A me non la dai a bere Ron, che cosa è accaduto? –domandò nuovamente e con il suo solito tono da saputella.
-Non ho preso neanche una pluffa! Ecco che cosa è successo! –scoppiò lui.
-Beh…mi dispiace ma forse…dovresti lasciar perdere. –gli consigliò lei mettendogli una mano sulla spalla.
Ron si scansò irritato.
-Che cosa vuoi dire che faccio schifo?!- quasi le gridò contro il rosso.
-No, ma-
-Lascia stare Hermione. Oggi è stata una brutta giornata per entrambi. –ammise Harry ricordandosi dei Serpeverde che avevano assistito alle loro pessime performance.
Persino lui era caduto dalla scopa e ancora l’umiliazione gli bruciava.
-Beh invece per me è stata una bellissima giornata. –ammise lei con un tono un po’ più duro.
-E Chi se ne importa Hermione! Invece di compatirci come fa una vera amica sei felice!? –le domandò Ron ad alta voce.
La Grifondoro a quel punto esplose.
-Sei uno stupido Ronald! Sono felice perché oggi è un giorno importante per me e voi ve lo siete scordato! –affermò.
Il rosso ammutolì mentre Harry guardò Hermione con sorpresa.
-…Hermione oggi è ... -cercò di dire quest’ultimo.
-Sì Harry! Oggi era il mio compleanno e se fosse stati davvero miei amici ve lo sareste ricordato! –ammise guardando malissimo Ron prima di correre via.
Una volta arrivata nel suo dormitorio si chiuse nella sua stanza e si buttò sul letto.
Alcune lacrime cominciarono a uscire dai suoi occhi ma lei tentò di reprimerle.

Malfoy nel frattempo stava camminando con Blaise quando avvertì che la sua Hermione stava soffrendo.
Il suo cuore cominciò a fargli male.
Sentiva che doveva andare da lei al più presto, doveva farla stare meglio a tutti i costi e che doveva renderla di nuovo felice in qualunque modo.
Il prefetto salutò velocemente il suo amico e poi si diresse a passo svelto verso il dormitorio.

Hermione si era resa conto subito dopo che non avrebbe dovuto piangere.
Ron era solo uno stupito e loro due litigavano sempre quindi doveva averci fatto l’abitudine ormai.
Uscì dalla sua camera e si mise a sedere sul divano con la schiena appoggiata sul bracciolo, le gambe distese e con sguardo sconsolato dipinto sul volto.
Il ritratto si aprì ed entrò Malfoy.
Sembrava leggermente preoccupato ma Hermione era troppo triste per accorgersene, gli lanciò solo uno sguardo con la coda dell’occhio.
Tornò a guardare un punto indefinito della stanza e si portò le gambe al petto.
-Triste Granger? –domandò il Serpeverde.
-Lasciami stare Malfoy…- gli intimò lei con tono di lieve disprezzo.
-Scommetto che c’entrano Potter e Weasley. –affermò il biondo arrivando davanti alla Grifondoro e incrociando le braccia al petto.
Nel nominare il rosso un sentimento di puro odio si fece largo nel suo essere e le sue mani strinsero la stoffa della camicia.
-Non sono affari che ti riguardano Malfoy! E se proprio vuoi saperlo abbiamo solo discusso perché si sono scordati che…- la sua voce si spense improvvisamente.
Draco aprì leggermente di più gli occhi e abbassò le braccia.
“No. Non dirmi che quei due idioti si sono dimenticati del tuo compleanno!” pensò.
Come avevano potuto dimenticarlo?! Lui avrebbe addirittura fatto uno striscione scritto con il suo stesso, e purissimo, sangue se avesse potuto.
Hermione alzò lo sguardo verso il Serpeverde e riprese a parlare con più energia.
-…come succede spesso tra amici! –concluse.
-Ed è qui che ti sbagli Granger. –le disse lui.
-E tu che ne sai? –gli rispose la Grifondoro con evidente scetticismo allungando le gambe e togliendo le braccia dalle ginocchia.
Malfoy sorrise.
-Ne so più di quanto pensi. –ammise cominciando ad avvicinarsi lentamente a lei.
-Per esempio…- continuò arrivando davanti alla sua compagna e appoggiando una mano sul bracciolo e l’altra sulla testata del divano.
Hermione rimase composta ma indietreggiò leggermente.
-…io so esattamente che giorno è oggi. –le rivelò sporgendosi verso di lei.
Hermione rimase stupita da quella rivelazione e si bloccò mentre i suoi occhi si specchiavano in quelli di Malfoy.
“Lui…lo sa? ...Ma come” non riuscì a finire il suo pensiero che il Serpeverde le mise una mano fredda sul viso e l’altra dietro la nuca avvicinandola a se.
Il cuore di Hermione batteva freneticamente e le sue guance cominciarono a riscaldarsi e a colorirsi.
Draco non stava più nella pelle, doveva assaporare quelle labbra ma non andare oltre.
La voglia Veela dentro di lui minacciava quasi di esplodere ma doveva controllarsi.
Fu un attimo e il Serpeverde toccò le labbra della ragazza in un bacio lento e fermo, il primo per entrambi.
Hermione non si sarebbe mai aspettata qualcosa di simile da Malfoy…ma non le dispiaceva affatto…anzi, anche se era sbagliato, le piaceva.
Chiuse gli occhi esattamente come aveva già fatto il biondo.
Le sue labbra sapevano di mela verde…e d’ora in poi la Grifondoro avrebbe dato maggior significato a quel gusto.
Invece le labbra di Hermione sapevano di miele, esattamente come sospettava Draco.
Durò forse per minuti ma poi come si era avvicinato il Serpeverde si allontanò. Lasciando Hermione sorpresa e arrossata.
-Buon compleanno Hermione. –le disse sorridente prima di girarsi e uscire dal ritratto.
Una volta fuori il prefetto si accarezzò le labbra con la lingua desideroso di sentire di nuovo quelle della sua compagna ma non rientrò nel loro dormitorio.
Dentro di lui si fece strada il solito calore e un sentimento di profonda soddisfazione.
Lui, Draco Lucius Malfoy era riuscito a rendere felice Hermione Jean Granger e a farla arrossire.
Per lui non c’era vittoria più dolce di un primo bacio.

La Grifondoro rimase sotto shock.
Il suo notevole intelletto ci mise qualche secondo per registrare quello che era realmente accaduto.
La ragazza si portò alcune dita alle labbra dove si erano posate con gentilezza quelle del suo nemico.
“Non ha senso…” pensò, ma segretamente ne era felice.
“Perché Malfoy? Che cosa vuoi da me?” si chiese.
Dopo quelli che parvero dieci minuti Hermione si alzò e anche lei si diresse verso la Sala Grande.
Non avrebbe detto ai suoi amici di Malfoy, e aveva tutta l’intenzione di tenere la cosa per se. D’altra parte anche lui avrebbe fatto lo stesso.
Non appena varcò la soglia il prefetto Grifondoro evitò di guardare nell’angolo dei Serpeverde ma non guardò neanche in faccia i grifoni, soprattutto due di essi.
Incominciò a mangiare quando:
-Hm…Hermione…- la chiamò una voce.
La diretta interessata si voltò verso Harry.
-Mi…ci, dispiace di aver dimenticato il giorno del tuo compleanno…- ammise Potter prima di dare una gomitata al suo amico.
-Ah! Va bene, mi dispiace di essermi dimenticato del tuo compleanno Hermione…ti chiedo scusa. –si scusò Ron.
-Puoi perdonarci? –domandò Harry speranzoso.
La Grifondoro sorrise e fece finta di pensarci su.
-Vedremo…-rispose girando la teste e ritornando a mangiare.
-Per la miseria Hermione ti abbiamo chiesto scus-
-Ci faremo perdonare, promesso. –disse Potter mettendo una mano sulla bocca del rosso.

La settimana passò lentamente ed Hermione rifiutava categoricamente lo sguardo di Malfoy.
Ancora una volta non sapeva che cosa pensare di lui e se fidarsi o meno.
Dopo tutto quello che aveva combinato a lei e ai suoi amici Hermione era davvero restia a perdonarlo o anche a pensare di farlo.
  
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