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Autore: la luna nera    12/02/2016    6 recensioni
Un tempo esisteva un regno minuscolo e pacifico, affacciato sul gelido mare artico. Il Cuore di Ghiaccio, antico amuleto la cui origine si perde nella notte dei tempi, garantì pace e prosperità fino al giorno in cui il giovane erede al trono compì il gesto che avrebbe cancellato ogni cosa, compresa la sua memoria.
Una lunga avventura lo attende e lo fa vagare senza una meta ben precisa per le fredde lande gelate alla ricerca del suo sconosciuto passato. E il destino lo porta nel piccolo villaggio di Beflavik dove qualcosa sembra esserci veramente......
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’ALBA DEI RICORDI
 
 

 
Ranja fece il suo ingresso nel piccolo soggiorno in cui già erano presenti Dilia, Theon e Burian. Rimase in assoluto silenzio passando in rassegna tutte le persone sedute attorno al tavolo su cui troneggiava un vassoio colmo di biscotti.
“Ranja, ti prego, siediti.”
La ragazza obbedì alla donna che l’aveva cresciuta senza proferire parola. Si trovò di fronte a Burian che la fissava intensamente, anche lei ricambiò frettolosamente lo sguardo ma preferì riportare la sua attenzione sul bordo del tavolo su cui le sue dita si muovevano con evidente nervosismo. Una cosa però l’aveva colpita nel profondo: gli occhi del ragazzo che ricordava praticamente uguali ad un iceberg, apparivano ora diversi, più umani se così si poteva dire. Erano sempre di un azzurro spiazzante, eppure c’era qualcosa di nuovo, un calore forse, una sensibilità ed una intensità che prima non c’erano.
“Signora, se permette vorrei ringraziarla di averci accolti qua.” Theon prese la parola distogliendo Ranja dai suoi pensieri.
“E’ un piacere per me. Anzi, tutto il silenzio che è piombato in questo luogo da quando mio marito se n’è andato mi distrugge…. Ricevere visite per me è sicuramente un modo per distogliere i miei pensieri dall’accaduto.” Si asciugò una lacrima, il dolore era ancora troppo forte.
“Il motivo per cui ho voluto incontrare tutti voi è molto semplice e lei, Dilia, sa sicuramente di cosa si tratta.” Attese l’assenso della donna. “Può raccontarci nei minimi dettagli, per cortesia, l’arrivo di Ranja nelle vostre vite?”
Fece un profondo respiro ed iniziò. “Fu mio marito a portarla qui. Ci eravamo stabiliti da un paio di giorni a Beflavik e stavamo ancora terminando di sistemare questa casa ed il Tempio. A breve anche altre persone sarebbero venute a vivere qui per la ricchezza del mare che ci circonda e ci impegnavamo tantissimo perché tutto fosse pronto prima possibile.” Si interruppe e sorseggiò un po’ di the.  “Ricordo molto bene quell’attimo: ero lì vicino alla stufa tentando di ravvivare il fuoco…” Le sue labbra si piegarono in un impercettibile sorriso. “Aryus aprì la porta improvvisamente, mi voltai e lo vidi con in braccio un fagotto. Era uscito in perlustrazione per verificare i possibili rischi per il villaggio a seguito di una grande valanga che era stata preceduta da un’insolita scossa di terremoto. Si avvicinò a me mostrandomi la bambina avvolta nel suo mantello. Eri tu, Ranja…. Sembravi un angioletto morto assiderato, lui mi spiegò che eri ancora in vita e che dovevamo prenderci cura di te secondo quanto aveva percepito da Odino il quale, a suo dire, aveva guidato i suoi passi perché ti trovasse e ti salvasse dalla morte. Ti mettemmo a letto e facemmo l’impossibile per farti risvegliare.” Si asciugò l’ennesima lacrima. “Conservo ancora gli abiti che indossavi quando sei venuta qui.” Si alzò, uscì dalla stanza e tornò poco dopo posando sul tavolo un bellissimo vestitino azzurro, dai ricami ricchi ed eleganti ed una coroncina da cui mancavano molte pietre preziose. “Impiegasti alcuni giorni per riprenderti del tutto, ricordo benissimo i tuoi occhi impauriti e smarriti che ci fissavano tremanti. Non ricordavi nulla, né il tuo nome, né la tua provenienza, né tanto meno chi fossero i tuoi genitori. L’unico legame con il tuo passato era il ciondolo che ancora porti al collo e sul quale stava inciso il nome Ranja…”
Il volto della ragazza era rigato di lacrime, ora sapeva tutto. “Perché non me ne avete mai parlato?” Aveva la voce rotta dai singhiozzi.
“Tuo padre…. Aryus voglio dire…. Interrogò il Sacro Fuoco per sapere il da farsi: Odino gli comunicò che noi due dovevamo prenderci cura di te, farti crescere serenamente senza farti sospettare niente circa le tue origini. Il tuo destino si sarebbe compiuto non appena il Vento del Nord avrebbe preso a soffiare sulle nostre vite ed è accaduto quando questo ragazzo ha bussato alla nostra porta.”
Theon prese la parola. “Bene, grazie signora. A questo punto devo intromettermi perché ci sono alcune cose che nessuno di voi conosce. Un’ultima cosa vorrei chiederle: lei sa con esattezza il punto in cui suo marito ha trovato Ranja?”
Dilia scosse mestamente la testa. “No, non saprei indicarglielo.”
“Glielo dico io allora: la piccola Ranja giaceva sul fondo di un crepaccio non lontano dalle falde del monte chiamato Slottbergen. Burian, ricordi l’altopiano in cui qualche giorno fa hai udito la mia voce nel vento?”
Il ragazzo lo fissò. “Era lei dunque?”
“Esatto. Ti trovavi presso quel rilievo montuoso ed è sotto quella coltre di ghiaccio e di neve che dorme il tuo castello con tutti i suoi abitanti.”
Burian restò senza parole.
“E lì ci sono anche i veri genitori di Ranja.”
La ragazza era incredula.
“Tu porti un ciondolo al collo.” La fissò in attesa di un cenno di risposta. Lei portò la mano fino a sfiorare con le dita l’oggetto in questione. “Sai da chi l’hai avuto?”
Negò con la testa, dentro la quale però si stava insinuando un pensiero improponibile.
“Quel ciondolo te l’ha regalato il qui presente Burian, principe di Badeneisten.”
“Cosa?!” Ranja si alzò in piedi di scatto.
“Esatto.” Si rivolse poi al ragazzo. “Ricordi cosa le dicesti in quel momento?”
Rifletté un istante prima di rispondere. “….Vorrei….Vorrei poterti strangolare con questa stupida collanina!”
“E tu? Cosa gli rispondesti?”
Lei non ricordava.
“La tua amnesia non è frutto di un incantesimo come nel suo caso, ma è dovuta al colpo alla testa che hai preso quando sei caduta in quel crepaccio ed io non sono in grado di fartela riacquisire con i miei poteri.” Sospirò. “Tu gli rispondesti: Se non lo faccio io prima con te, brutto sbruffone!   E sai perché?”
C’era un silenzio pazzesco in quella stanza colma di tensione, tutti pendevano dalle labbra di Theon. “Quel dono stava ad ufficializzare il vostro fidanzamento.”
“Cosa?!” Ranja e Burian sbottarono contemporaneamente al suono di quelle parole guardandosi in faccia con enorme disgusto.
“Io sarei la promessa sposa di questo porco deficiente e maleducato?! Ma stiamo scherzando?!” Per poco non le uscirono gli occhi dalle orbite.
“Per la miseria! Non mi sembra il caso di scaldarsi così.” L’ometto era sorpreso.
“Ah no?!” Sbatté le mani sul tavolo. “Allora mi faccia la cortesia di chiedere al suo adorato principe dei miei stivali cosa ha fatto poche sere fa con la sottoscritta!”
Theon si voltò verso Burian che aveva sempre la bocca spalancata per l’incredulità, incapace oltre tutto di pronunciare qualsiasi suono. “Beh? Hai perso il dono della parola, mio signore?”
Il ragazzo si mise seduto a testa bassa, si sentiva un emerito idiota ripensando a quello che aveva fatto, comprendeva molto bene i risvolti non proprio allettanti causati dal suo gesto azzardato.
“Non hai il coraggio di parlare?! Bravo! I miei complimenti, caro principe senza attributi!” Ranja aveva un diavolo per capello.
“Ecco….” Finalmente Burian sollevò leggermente la testa. “Io.. ci ho provato con lei.” Si bloccò un istante. “In fondo… non ci vedo niente di male, lei è la mia promessa sposa, giusto?”
“In effetti….” Concordò Theon.
“Non è tutto!” Ranja non pareva soddisfatta. “Sapete perché si è permesso di mettermi le mani addosso?”
Silenzio.
“Glielo dico io: ha tentato di sedurmi e di portarmi a letto perché gli rivelassi dove è stato nascosto il libro che lui cerca e che è scomparso dal nostro archivio! Cosa che io non so per sua sfortuna, ma lui non credeva ad una sola delle mie parole e continuava imperterrito con quelle sue mani schifose!”
“Ah però….” Theon si massaggiò la barba. “Le cose erano complicate dieci anni fa e mi pare evidente che lo siano ancora di più.” Non avrebbe avuto vita facile, tuttavia doveva andare avanti e tentò di calmare le acque. “Capisco il tuo disappunto mia cara, ad ogni modo devo pregarti di mantenere la calma e di tornare seduta, c’è ancora molto di cui discutere.”
“Affossare tutto così…. Bah, tipico dei maschi senza cuore e senza cervello!” Si rimise seduta. “Ok, va bene! Sentiamo la prosecuzione di questa stupida storia…!” Ranja incrociò le braccia visibilmente seccata. “Permette prima una domanda?”
“Prego.”
“Non è che tutto il freddo di queste parti le ha gelato il cervello? Stando alle sue assurde parole, io sarei stata promessa in sposa…” fece una smorfia di disgusto “a questo soggetto quando avevo poco più di dieci anni! Non le pare una cosa fuori dal normale?!”
“E’ stata dettata da una causa di forza maggiore, il vostro fidanzamento avrebbe dovuto aver luogo più avanti.” Theon congiunse le mani. “Questo era il volere di Odino. E lo è tutt’ora.”
“Insomma sono fregata.”
“Vedi l’unione con un principe così traumatica?”
“Altrochè!” Scosse la testa.“Non se ne parla proprio.” La ragazza era disgustata al solo pensiero di dover dividere il resto dei suoi giorni con lui. Si alzò avviandosi verso l’uscita, ma Theon la richiamò con voce grossa.
“Torna a sederti al tuo posto! Odino così vuole.”
“Perché dovrei? Non mi interessano i dettagli delle nozze! E non mi interessa se è Odino che vuole questo matrimonio!” Si voltò verso Burian fulminandolo con lo sguardo. “Preferisco ammuffire come uno stoccafisso dimenticato piuttosto che sposare lui!”
“Ranja, siediti!” L’uomo si alzò al limite dell’esasperazione sbattendo con forza la mano sul tavolo. “Non è stato piacevole neanche per me affrettare il vostro fidanzamento e fin da subito mi avete fatto impazzire con i vostri capricci! Adesso siediti e comportati da persona adulta! Non sei più una bambina! E la stessa cosa vale per te, mio signore!”
“Che c’entro io?” Finalmente Burian parlò.
Theon attese che tutti fossero di nuovo seduti. “Voi qui custodite un libro che contiene la storia di Badeneisten, non è vero?”
“Sì.” Dilia confermò. “Purtroppo mio marito lo ha nascosto per evitare che sia Ranja che Burian ne venissero in possesso scoprendo la verità sul loro conto. Non so dove si trovi, mi spiace.”
“Capisco. Dovete trovarlo e leggere con attenzione ogni parola in esso contenuta per capire i motivi di questa situazione incresciosa che stiamo affrontando. Ad ogni modo le vostre vite dovranno necessariamente unirsi, è l’unico modo per poter disporre di nuovo del Cuore di Ghiaccio, solo con questo potentissimo oggetto potremo rispedire Galdramardur nel luogo da cui non potrà più mettere a repentaglio queste terre.”
“Galdramardur….” Burian pronunciò con un filo di voce quel nome che nella sua testa si stava collegando a qualcosa di veramente pericoloso.
“Esatto, altezza.” Theon riprese il racconto. “Nel libro troverete tutto quello che c’è da sapere sul pericolosissimo stregone, quello che dovete sapere adesso invece riguarda la minaccia che lui rappresenta per tutti noi. I Grandi Ministri della Kasta di Badeneisten del passato avevano rinchiuso e sigillato Galdramardur in un recipiente magico simile ad una bottiglia, lo avevano messo al sicuro grazie a delle corde speciali di modo che nessuno lo potesse liberare. Esiste un solo oggetto in grado di recidere quelle corde ed è il Pugnale di Bloch, custodito nel Tempio di Odino presente nel Castello di Badeneisten.”
“E qualcuno lo ha usato liberando questa entità?” Burian stava iniziando a ricordare e una goccia di sudore gli scese dalla fronte.
“Sì.” Theon lo fissò.
“E’ stato …lui?” Ranja aveva i nervi a fior di pelle.
“E’ sempre stato un ragazzino scapestrato e indomabile, me ne ha fatte passare di tutti i colori. Ho tentato il tutto e per tutto per evitare l’inevitabile…”
Calò il silenzio nella stanza. Poi Theon continuò il racconto.
“Quando le cose sono precipitate non mi restava che un’ultima cosa da fare: grazie ad un incantesimo ho fatto in modo di disgregare il Cuore di Ghiaccio perché Galdramardur non ne venisse in possesso e questo è avvenuto proprio in occasione del ricevimento che sanciva la vostra promessa matrimoniale…. L’ho nascosto nel cuore del principe Burian, lo stregone è andato su tutte le furie lanciando un maleficio sul castello ed i suoi abitanti rinchiudendo ogni cosa in una tomba di ghiaccio. Voi due siete riusciti a fuggire proprio grazie alla presenza dell’amuleto nel tuo corpo.” Sospirò liberandosi da un grosso fardello. “Purtroppo tutta la tua persona, mio signore, ne ha risentito perché l’amuleto ha creato in te una corazza di ghiaccio  rendendoti insensibile verso ogni cosa. Solo nel momento in cui hai incontrato colei che Odino aveva designato come tua sposa le cose sono cambiate e il gelo che ti contraddistingueva ha iniziato a liquefarsi.”
Adesso le cose erano più chiare per tutti.
“Mi sfugge un piccolo particolare: io cosa c’entro con tutto questo?” Ranja non comprendeva ancora quale fosse il suo ruolo.
“Potrò far ricomparire il Cuore di Ghiaccio solo quando voi due sarete definitivamente promessi sposi e dovrà accadere prima possibile, non sappiamo quando Galdramardur si rifarà vivo … E senza quell’oggetto saranno guai seri. Devi sapere che la sua energia deriva dalla sua stessa forma: il cuore è il simbolo supremo dell’amore, in più per il nostro augusto regno simboleggia pure la giustizia e il buon governo. Tu ne sei la parte complementare così come la nostra regina Senja lo fu anni or sono per l’allora principe Bondhus.”
“Cioè… in sintesi lui ha creato tutto questo caos ed io ne devo scontare le conseguenze esponendomi ai rischi che corriamo con questo Galdra… come cavolo si chiama!?” La ragazza si alzò di nuovo. “Sa cosa le dico? Lui lo ha causato e lui se lo risolve!” Si slacciò il ciondolo e lo depositò con rabbia sul tavolo.
Uscì dalla stanza sbattendo la porta non curandosi dei richiami di Theon.
Dilia sospirò, sapeva bene che Ranja aveva un carattere forte e determinato.
Burian restò immobile.
“Beh? Che cosa fai lì fermo, altezza?” Theon lo guardò con sorpresa.
“Cosa dovrei fare?”
“Corrile dietro! Raggiungila e parlale!” Gli porse il ciondolo di Ranja.
“E che cosa dovrei dirle?”
“Ma che ho fatto di male per meritarmi tutto questo?....”
“Va bene, va bene!” Burian alzò le mani in segno di resa. “Se non concludo niente, non è colpa mia!” Lo guardò un’ultima volta. “Non è che per caso potrebbe parlarci lei?”
“Fila dalla ragazza!” Theon si alzò e gli mollò uno scapaccione. “Che razza di principe sei?! Tira fuori gli attributi se li hai!”
Borbottò cose incomprensibili massaggiandosi la testa, afferrò la maniglia della porta ed uscì mettendosi in tasca il ciondolo della ragazza.
 
 
 
 
 
 
 


Buon venerdì!
Capitolo leggermente lungo e forse complicato, non è stato facilissimo da scrivere ma spero apprezziate lo sforzo e soprattutto spero sia abbastanza chiaro. Ranja non sprizza certo gioia da tutti i pori nell’apprendere il suo status di promessa sposa di Burian, si toglie il ciondolo e se ne va. Lui ha subìto un drastico cambiamento ed è tutto dovuto all’intervento di Theon che gli ha restituito i ricordi e parlato del suo passato.
Adesso che cosa succederà? Oltretutto non dimentichiamoci di Galdramardur, ancora non ha fatto la sua comparsa e potrebbe essere dietro l’angolo…..
 
Grazie a tutti quelli che hanno commentato, in particolare Emmastory, eppy, Connie91, Nephilym88 e indeedofthem.
Alla prossima settimana!
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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