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Autore: EmLy28    12/02/2016    2 recensioni
-di cosa ti stai scusando Harry? Ti stai scusando per quello che hai?- gli chiese Louis, mentre lo stringeva a sè, e gli baciava la testa.
Harry annuì. - non sei obbligato a restare...chi vorrebbe mai un fidanzato malato? -
Louis gli prese il viso, e fece incontrare i loro occhi. -non dire una cosa del genere. Io ti amo Harry, non potrei mai lasciarti, sopratutto in questo momento- gli raccolse le lacrime e poi gli baciò le palpebre umide.
-Louis, io non voglio..- mormorò il ragazzo, ma venne bloccato da Louis, che lo strinse ancora di più a sè e appoggiò le labbra sulle sue.
-mi prenderò cura di te, okay?-
Harry annuì e un sorriso triste si fece largo tra le lacrime cadute.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Louis si svegliò di soprassalto, con l'affanno e la fronte coperta di sudore. Si arrotolò sul letto troppo grande per una sola persona, prese il cuscino di fianco a lui e lo strinse a sè, facendo sprofondare il viso in esso.

Inspirò il profumo, l'odore di Harry che ancora era intrecciato nel tessuto.

Louis urlò nel cuscino, buttò fuori tutta la rabbia e la tristezza che aveva dentro in quel' urlo disperato.

Erano passati due mesi da quel giorno, un mese e ventotto giorni dal funerale. Era stata una cerimonia privata, solo con i famigliari più stretti.

Per tutto il tempo era rimasto a fissare la bara davanti a lui, con la madre di Harry che piangeva senza sosta di fianco.

Quando dovettero uscire dalla chiesa, per andare al cimitero, ogni passo che Louis faceva, era come se si lasciasse indietro un pezzo della sua anima.

"se questi frammenti potessi darli ad Harry, mi strapperei l'intera anima pur di rivederlo sorridere" pensò, fermandosi davanti al portone aperto.

Ritornò indietro correndo, arrivando di fronte a quella cassa di legno e lasciandosi andare per terra sulle ginocchia. Lacrime calde cominciarono a scendere.

-dobbiamo andare Louis- gli sussurrò Niall, appoggiando una mano sulla spalla dell'amico.

-io l'amavo..-

-anche lui ti amava-

Louis si avvicinò ancora di più e appoggiò una mano sul legno.

-tiralo fuori- mormorò.

-louis?-

-lui è qua dentro, al buio, da solo...tiralo fuori-

-louis, non si può, lo sai. È m-morto ormai, devi lasciarlo andare- gli disse dolcemente Niall, mentre guardava quella scena struggente.

-non può stare qua dentro! Lui ama il sole! Come può respirare li dentro?!- esclamò.

Niall gli andò incontro e circondandolo con un braccio, cercò di allontanarlo.

-non potete tenerlo chiuso li! È Harry, il mio ragazzo! Non potete allontanarlo da me!- urlò al vuoto

-louis, andiamo, su. Hai bisogno di riposo- gli portò la testa sul suo petto e lo strinse in un abbraccio.

Louis si aggrappò alla sua maglietta, scosso da tremiti e da sossulti.

-di notte vuole che qualcuno lo abbracci, così non fa incubi e solo bei sogni, me l'ha detto lui- mormorò tra un pianto isterico. -come faccio ad abbracciarlo se sta dentro ad una cassa? Come posso osservare i suoi occhi e giocare con le fossette? E chi pettinerà i suoi capelli alla mattina, quando è ancora troppo addormentato?....come posso renderlo felice?-

* **

prese la giacca ed uscì di casa, non prima di aver accarezzato la foto sul comò all'entrata. Ogni mattina e ogni sera, salutava e ringraziava quell'immagine. Forse per alcuni poteva sembrare solo una semplice foto raffigurante un ragazzo riccio, ma per lui era tutto.

Arrivò a lavoro in orario. Salutò i colleghi con un sorriso, che per tutto il giorno tenne sulla faccia. Se Harry fosse stato ancora li, vicino a lui , gli avrebbe detto di sfogarsi, di urlare, ma non di tenere tutto dentro, mascherandolo con quel sorriso falso. Ma Harry non c'era più e l'unico modo che aveva trovato per riuscire a continuare a vivere, era mettere quella maschera, almeno quando non era da solo e a casa.

Erano passati sei mesi, si ricordò che molti all'inizio gli avevano detto che col tempo sarebbe migliorato, che col tempo i ricordi più brutti sarebbero spariti e sarebbero rimasti solo ombre di quelli più belli. Avrebbe voluto tanto urlare al mondo che non era vero, che lui ricordava il viso di Harry come se l'avesse visto quella mattina, ricordava la sua voce, come se l'avesse sentita poco fa.

Ritornò a casa nel pomeriggio presto. Quando era sul divano a guardare un programma in tele, suonò il campanello. Si alzò e andò ad aprire. Trovò davanti una donna e un uomo.

-si?- chiese alzando un sopracciglio.

-signor Styles?-

Louis rabbrividì. -no, ma sono il suo ragazzo-

-Tomlinson, giusto?-

annuì.

-dobbiamo parlarle di una cosa molto importante-

Louis li fece accomodare in salotto, offrendogli due bicchieri d'acqua.

-bene – cominciò il signore. - cominciamo con le presentazioni. Io sono il signor Walvt, sono l'avvocato della signorina Rosse...lei invece- disse indicando la signora al suo fianco. - è un' assistente sociale-

-bhe?- chiese Louis, senza capire il motivo per il quale si trovavano li e chi era "Rosse"

-lei ha come diritto la costodia del figlio della signorina Rosse e del signore Styles-

Louis rimase per qualche secondo immobile, cercando di elaborare ciò che avevano appena detto.

-cosa?- disse poi.

-il signor Styles aveva accordato con la signorina Rosse che avrebbe mantenuto e cresciuto lui il bambino che sarebbe nato-

-Harry è morto mesi fa-

-ci dispiace per la sua perdita, ma il signor Styles ha scritto che in caso fosse successo qualcosa, il bambino sarebbe stato dato in custodia a lei, naturalmente con il vostro consenso. Ha lasciato scritto, che prima di ricevere una risposta da voi, dovevo consegnarle questa lettera- il signore diede a Louis una lettera, che lui prese senza realmente essere presente. La sua testa stava viaggiando per cercare di capire cosa stava succedendo e come era arrivato a quel momento.

-aspettiamo una sua risposta entro stasera, ecco il biglietto da visita con il mio numero- glielo consegnò.

-buona serata signor Tomlinson- e così dicendo si diressero verso la porta.

* **

Louis era da ore seduto sul letto, con in mano la lettera, ma senza il coraggio di aprirla.

Alzò lo sguardo sulla foto appoggiata al suo comodino, che ritraeva lui ed Harry abbracciati e sorridenti.

-perchè Harry?- sussurrò. Poi appoggiò una mano su quel pezzo di carta e lo aprì. Chiuse gli occhi e prese un grosso respiro prima di iniziare a leggere.

"Non volevo iniziare questa lettera come quelle dei film che tu tanto odi, ma non trovo altri modi...

se stai leggendo queste righe, è perchè non posso esserti più vicino come avrei voluto e come ho pregato tutti i giorni. Sicuramente quando ti sei visto di fronte l'avvocato e ti avrà detto il motivo per cui era li, ti sarai spaventato e sicuramente ora sarai molto confuso. È successo Louis. Quello che stai pensando è vero: ho messo incinta una ragazza. Ma non credere che l'ho fatto per ripicca, è successo semplicemente perchè si trovava nel posto giusto al momento giusto. Ti volevo dimenticare Louis, volevo per una sera non pensarti, ma non ha funzionato comunque, non ho mai smesso di pensarti, nemmeno per un secondo. se ora mi odi, ti capisco, ma ti prego, non odiare quella ragazza e nemmeno la piccola creatura che nascerà. Sappi solo che non mi perdonerò mai per averti fatto questo, scusami.

Ida è una ragazza fantastica, davvero, e non essere geloso, lo sai che ho sempre e solo amato te.  

Ora ti spiegherò il perchè ho preso questa decisione..."

-Harry- sussurrò Ida entrando nella stanza. Harry era sdraiato a letto, come la maggior parte del tempo.

-ciao – disse lui, invitandola a sedersi sul materasso vicino a lui.

-come va?-

Harry annuì. -potrebbe andare peggio- sorrise. Ida sapeva tutto. Gliel'aveva dovuto raccontare qualche giorno prima, perchè la ragazza gli continuava a chiedere cosa c'era che non andava,se stava male o se era anoressico. Finita la storia, la ragazza scoppiò a piangere e lo abbracciò, dicendogli che gli sarebbe stato vicino e così aveva fatto. Ogni giorno lo andava a trovare, parlavano e Ida gli raccontava com'era il tempo fuori e che cos'era successo quel giorno.

-senti...io ti devo parlare- disse lei abbassando la testa. Harry si alzò e si mise appoggiato alla testiera del letto.

-dimmi-

-sono incinta-

Harry s'irrigidì. -wow, okay. Sono contento per te- le disse con un sorriso, rilassandosi.

La ragazza alzò lo sguardo e fissò gli occhi nei suoi.

-Harry, sei tu il padre-

silenzio.

-cosa?!- esclamò poi. -non è possibile, noi...solo quella volta, ma è passato...-

-il giusto tempo- continuò la ragazza la frase. -non sono stata a letto con nessun altro, Harry. È passato un mese, è possibile, anzi, è così-

-wow- disse solamente Harry.

-io non posso tenerlo- affermò la ragazza, appoggiando una mano sulla pancia. -devo ancora laurearmi, voglio lavorare e fare carriera, e solo poi mettere su famiglia-

-non puoi abortire, non puoi ucciderlo- scosse la testa Harry.

-mia madre non mi parlerebbe più e mi riterrebbe la pecora nera della famiglia, avrò difficoltà a trovare marito e non potrò più far nulla- mormorò la ragazza, cominciando a piangere.

-Ida...è tuo figlio, nostro figlio, non puoi...sarà un'esperienza fantastica, non te ne pentirai. Tenere la sua manina piccola tra le mani,cullarlo e cantargli una canzone per farlo addormentare...- provò a convincerla Harry.

La ragazza si buttò tra le sue braccia e pianse sul suo petto.

-e se morirai? Io sarò sola, non posso farcela...-

il ragazzo la tenne ancora un po' stretta a sè, per poi rompere quell'abbraccio e mettere le mani sulle sue spalle.

-lo terrò io-

Ida sgranò gli occhi. - e se un giorno non ci sarai più?-

-Io e Louis baderemo a lui, e quando morirò, se vorrà lo terrà lui, se no l'adotterà qualcun altro, ma non puoi ucciderlo- disse guardandola negli occhi con sguardo sicuro.

"...avrei voluto così tanto stringerlo tra le mie braccia e passare del tempo con te e con lui, saremmo stati come una vera famiglia. Spero che non penserai che questo bambino sia il risultato di un semplice tradimento, è mio figlio Louis e diverrà il nostro. Magari avrà i miei occhi e così è come se io ti guardassi sempre, ti fossi sempre vicino; pensa se crescerà col tuo carattere, sarebbe un piccolo Louis con i miei occhi... spero che accetterai questa mia decisione, spero che accetterai di prendere con te il bambino, come avrei fatto io e lo crescerai come se fosse nostro.

Ma nel caso non vorresti, ti capirò e ti perdonerò.

Ti amo Louis, non smetterò mai di farlo, sei stato il mio primo e ultimo amore, e anche se col tempo il tuo amore per me svanirà e amerai qualcun'altro, io proteggerò te e il bambino. Non smettere di amare solo perchè io me ne sono andato, lo sai che non avrei mai voluto, ma a volte il destino è crudele o forse eravamo destinati semplicemente a qualcos'altro di più grande.

Ti aspetterò Louis, ma tu continua a vivere, a respirare e ad amare.

Il tuo, per sempre, Harry. "

una lacrima cadde su quel foglio, sciogliendosi con l'inchiostro. Louis si asciugò gli occhi e con le mani tremanti piegò quel foglio, che avrebbe portato sempre con se e lo rimise nella busta. Guardò la foto sul comodino e sorrise al volto di Harry. -l'ultima volta non mi hai aspettato...- mormorò.

Quando si fu calmato, prese in mano il cellulare e digitò il numero che era sul biglietto da visita.

-pronto?-

-sono il signor Tomlinson, riguardo la decisione di oggi, ci sto, mi prenderò cura del bambino-

* **

il giorno dopo, Louis andò al centro commerciale per comprare tutto il necessario per il bambino. L'avvocato gli aveva detto che i vestiti e i vari accessori, come biberon, ciuccio, ci aveva pensato la signorina Rosse e che non c'era bisogno di comprarli. L'uomo gli chiese se voleva sapere il sesso, ma Louis gli rispose che voleva che fosse una sorpresa.

L'assistente sociale sarebbe arrivato nel pomeriggio,insieme alla madre, così Louis decise che mentre avrebbe aspettato, avrebbe dipinto la stanza per il piccolo.

Dovette svuotare la camera, che era piena di scatoloni mai aperti da quando Harry e lui si erano trasferiti li. Mise un telo sul pavimento e poi aprì il barattolo di vernice. Verde acqua. Il colore dei suoi occhi e di quelli di Harry mischiati.

Perse la cognizione del tempo, quando suonò il campanello.

-cazzo...- mormorò tra i denti.

Mise giù il pennello e corse in bagno a lavarsi le mani.

-signor Tomlinson- lo salutò l'avvocato stringendogli la mano. -vedo che stava rivoluzionando la casa- disse facendo un cenno al suo viso sporco di vernice.

-oh, si, certo. Stavo preparando la stanza per il bambino-

lo invitò ad entrare.

L'assistente sociale seguì l'uomo, mentre una ragazza mora rimase sulla soglia, con un seggiolino in mano.

-tu devi essere Louis- sorrise lei. Il ragazzo inizialmente la fulminò, pensando che era andata a letto col suo fidanzato, ma poi ripensò alle parole di Harry e si diede una calmata.

-esatto, e tu sei...-

-Ida- concluse lei, porgendogli la mano.

La fece entrare e chiuse la porta.

Louis continuava ad osservare il seggiolino coperto da un panno.

-vuoi vederla?- gli chiese la ragazza.

-è-è una femmina?- mormorò Louis, emozionato di incontrarla.

Ida annuì sorridendo, per poi girare il seggiolino e scoprirlo, rivelando un piccolo corpicino sdraiato all'interno, con gli occhi chiusi e i pugni stretti.

Louis non riuscì a trattenere un sorriso, per poi avvicinarsi a quel visino e sfiorare la soffice guancia.

-è bellissima-sussurrò.

-già, credo che abbia preso molto da Harry- il tono divenne triste.

-lo conoscevi bene?-

-nell'ultimo periodo ci eravamo avvicinati molto e ancora di più quando scoprì di essere incinta- disse lei.

-come si chiama?- le chiese Louis, osservando ancora la bimba.

-in realtà non ha ancora un nome definitivo, ma Harry era ostinato su un nome...Alma-

-Alma...-ripetè Louis.

-significa anima, colei che nutre, che da la vita-

-è perfetto- sussurrò Louis, prendendo tra le mani una manina della bimba. -benvenuta Alma-

* **

Louis e Ida dovettero firmare vari fogli dell'avvocato e dell'assistente sociale. La donna sarebbe tornata tra qualche settimana per vedere se la bambina era in buone mani. Quando arrivarono al foglio sul quale si doveva scegliere se la madre poteva far parte della vita della bambina o meno, Louis la guardò negli occhi.

-per me non c'è problema, è tua figlia ed è un tuo diritto poterla vedere-

la ragazza scosse la testa. -è vostra figlia e io non ho più nessun diritto, ma se me lo permetti, ogni tanto potrei venirla a trovare, magari come amica-

-certo che puoi- disse sicuro Louis, firmando e acconsentendo a quella richiesta sul foglio.

Arrivò il momento di scrivere il nome della bambina, Louis guardò Ida, che annuì sicura.

"Alma Edward Tomlinson"

Quando finirono tutto, i due signori se ne andarono e rimase solo Ida.

-vieni, ti faccio vedere la camera- l'accompagnò nella futura cameretta della bimba, che per ora era vuota.

-stavo pensando di mettere in quell'angolo il lettino e poi dall'altro il fasciatoio, e su quel lato un bell'armadio e in mezzo tutti i giochi- spiegò con gli occhi che brillavano.

-sarà meravigliosa-disse Ida sorridendo.

-sai, non sapevo che era una femmina, così l'ho dipinta di un colore che andava bene anche per un bambino-

-invece mi piace, assomiglia molto al colore dei suoi occhi...non sono ancora definiti, perchè ci vorrà del tempo per il vero colore, ma per ora è molto simile a questo-

louis sorrise.

In effetti non era male come ragazza, sembrava davvero in gamba.

-grazie per essere stata vicino ad Harry – disse all'improvviso Louis. La ragazza si voltò verso di lui.

-oh, non devi ringraziarmi, era un ragazzo davvero fantastico e sono felice di averlo potuto conoscere- sorrise tristemente.

-già, era fantastico ed era mio, ma ora non più...- mormorò Louis, abbassando lo sguardo.

-ehi!- esclamò la ragazza, facendo scontrare le loro spalle. -Harry vorrebbe vederti felice e non piangere tutto il tempo-

-come fai a saperlo?-

-perchè me l'ha detto. Parlava sempre di te e un giorno mi disse che l'unica paura che aveva di morire, era che non poteva starti accanto per tirarti su di morale-

-è solo che mi manca, mi manca tutto di lui- cominciò a piangere, ma la ragazza scosse la testa.

-non devi piangere Louis, non pensare alle cose tristi, pensa invece ai momenti belli passati insieme, con un sorriso. Sii felice di averlo potuto incontrare, amare. Non pensare che tutto quello che avete passato sia stato inutile, ma invece devi custodirlo per sempre nel tuo cuore e nella tua mente, come un ricordo bello-

* **

Ida salutò la bambina dandogli un bacio sulla fronte e poi se andò. Sarebbe ritornata con l'assistente sociale. Disse a Louis che per qualsiasi cosa di chiamarla.

Quando la porta si chiuse, la casa calò nel silenzio.

Louis prese un grosso respiro, cercando di elaborare il tutto. Aveva una bambina. Era diventato padre, in poche ore.

Andò verso Alma, che era ancora sdraiata dormiente nel suo seggiolino.

La guardò sorridendo e poi, facendo attenzione, la prese in braccio, con una delicatezza che non pensava nemmeno di avere.

La bimba si mosse un po', ma non aprì gli occhi. Louis camminò lentamente verso il divano e si mise seduto, dondolando il corpicino tra le sue braccia.

-sei così piccola- sussurrò.

Si chiese se sarebbe stato in grado di badare a lei, di crescerla. Ma poi pensò che non sarebbe stato realmente solo, Harry gli sarebbe stato sempre vicino.

Alma si mosse, socchiuse gli occhi e poi gli aprì.

Erano simili al colore della stanza, come aveva detto Ida, ma più tendenti al verde.

-hai gli occhi di tuo padre piccola...sei contento Harry? - chiese in un sussurro, con un sorriso.

Pensò che Harry aveva scelto il nome giusto. Alma portava la vita e grazie a lei Louis poteva ricominciare a vivere.

Era sicuro che un pezzetto dell'anima di Harry era in quei piccoli occhi verdi e che l'avrebbe accompagnata sempre, per tutta la sua vita.

-non sono riuscito a prendermi cura del tuo papà, ma con te farò di tutto pur di riuscirci. Ti amerò come ti avrebbe amato Harry piccola- le sussurrò all'orecchio.

Alma fece un piccolo sorriso e Louis non potè che esserne felice.

Ora iniziava un nuovo capitolo della sua vita.

Forse il destino voleva questo, forse loro due erano destinati proprio a quello, Harry aveva donato la vita alla bambina e ora Louis doveva amarla e crescerla, e chissà, forse quella bambina era destinata a qualcosa di ancora più grande.



°°spazio "autrice" °°

e rieccomi qui!  

questa piccola storia è arrivata alla sua fine... :'(

spero che vi sia piaciuta e che le emozioni che volevo trasmettere, vi siano arrivate. Ringrazio tutti quelli che hanno letto questa storia, sorridendo ( e anche piangendo ;) )

fatemi sapere che ne pensate e se vi piacerebbero altre "one-shot" ,

alla prossima! :))

-Emly


   
 
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