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Autore: Goten    22/03/2009    27 recensioni
<< Eddy! Per una volta nella tua noiosa esistenza, buttati! Scegli una dama e balla! >>
Mi voltai verso mio fratello, scettico in volto. << Non chiamarmi Eddy, non lo sopporto. E sentiamo, chi dovrei invitare? Proponi. >>
<< Lei per esempio. >> Indicò proprio la Swan.
Sghignazzai ironico. << Emmett, stai scherzando vero?! >>
<< Perché? Io la trovo bella. >>
<< E' a mala pena passabile, non abbastanza bella da tentarmi. >>
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Bé, che dire, sono sempre più allibita e felice! ^__^ Sono arrivata a ben 239 preferiti! Oh.mio.Dio! WOW! GRAZIE, davvero di cuore! E che dire di tutti quei fantastici commenti!!! VI AMO!!! hahaha sono a dir poco felicissima che la ficci vi piaccia così tanto!!

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Capitolo 8

La scuola era rincominciata ormai da quasi dieci giorni, ma io non mi ero ancora mosso dalla mia stanza.

Alice, ancora il primo giorno di rientro a scuola, era corsa da me, dicendomi che Isabella era rimasta.

Ero stato veramente felice per quella notizia, ma... sapevo anche che lei non mi voleva... nonostante le quasi suppliche dei miei fratelli, non volli lasciare il mio piccolo angolo di agonia.

Non me la sentivo di ritornare a scuola e di rivederla, Alice lo aveva visto ed era contraria a questa mia scelta. Ma sapeva di non poter fare nulla. La scelta era mia.

Sospirai malinconico... era mattina, tutti erano fuori casa... scesi al piano inferiore, come sempre era tutto immacolato, perfetto.

Il pianoforte attirò la mia attenzione, era da molto, troppo tempo che non lo usavo, senza indugio, mi misi seduto sullo sgabello e sollevai il coperchio. I tasti in avorio, erano li, splendenti e desiderosi di emettere quelle note melodiche per cui erano stati creati.

Chiusi gli occhi e feci scivolare le mie mani, emettendo una melodia dietro l'altra, il tono malinconico e triste era impregnato in ogni singola nota.

Avvertii il suono della porta aprirsi e chiudersi più volte, i passi leggeri e delicati di Esme, raggiunsero la cucina, quelli di Rosalie e Emmett salirono su per le scale, quelli di Jasper e Carlisle, finirono nello studio.

Mancava Alice, ma pochi secondi dopo, sentii nuovamente la porta aprirsi ed i suoi passi danzanti entrare in casa, seguiti da altri più timorosi.

Interruppi la melodia a metà, aprii i miei occhi ormai più neri della notte, vidi mia sorella guardarmi con uno strano cipiglio in volto, mentre, poco dietro di lei, Isabella mi osservava timorosa.

Aveva la bocca socchiusa, segno che stava per dire qualcosa, ma io la precedetti.

<< Alice, Bella. >> Le salutai, alzandomi e chiudendo il coperchio del pianoforte.

Senza degnarle di altra attenzione, mi avviai a passo umano su per le scale, entrai nella mia camera e mi richiusi dentro.

Pensavo che nel vederla cambiasse qualcosa...

Mi dispiace Alice, ma per adesso, non cambia proprio niente.

Sentii i loro discorsi al piano inferiore.

<< Ti ringrazio, Alice. Adesso so che è ancora qui. Non mi sarei mai perdonata se avesse deciso di andarsene, per colpa mia... >>

Così Bella, era preoccupata che me ne fossi andato? Che assurdità...

Aprii la porta finestre della mia stanza, l'aria fredda entrò, carica di tutti gli odori del bosco.

Sapere che Isabella, era qui, sotto il mio stesso tetto, era doloroso per me.

Con un balzo felino, uscii e atterrai su di un ramo, forse Esme non aveva torto, una buona caccia mi sarebbe sicuramente servita.

Balzai da un ramo all'altro con agilità e velocità, il battito di tre cuori, attirò la mia attenzione, scesi con un piccolo balzo dall'albero, ero in mezzo al bosco, e poco distanti da me, c'erano tre cervi.

Mi bastarono cinque secondi per ucciderli tutti, il sangue che colava dentro la mia gola arsa era puro nettare.

Sentii le forze tornarmi e così anche la mia razionalità. Forse, l'idea di andarmene, non era così male... affondai i denti nel secondo cervo.

Sarei potuto andare a Denali, sicuramente Tanya mi avrebbe accolto a braccia aperte, mi immaginai la scena... lasciai andare il corpo del cervo e presi il terzo.

Avrei potuto raggiungere l'Alaska con qualche ora di macchina, avrei potuto... ma il volto di Bella apparve imponente nei miei pensieri.

Ripensai a tutti i momenti che avevo passato con lei, non potevo dare torto alle sue parole, se io avevo visto e conosciuto la vera Isabella, era anche vero, che lei, di me, aveva conosciuto un falso Edward.

Uno spocchioso, arrogante e per certi versi parecchio stronzo.

Ero sazio, e forse anche più determinato di prima. Aprii i miei occhi finalmente dorati; Isabella Swan, come tu possiedi il mio cuore, riuscirò a prendere il tuo!

Il cellulare vibrò nella mia tasca, lo presi e lessi sul display.

<< Alice? >>

<< Ti servirà aiuto, torna a casa. >>

Quella piccoletta aveva visto tutto. Non potei evitare di sorridere.

<< Arrivo.>>

<< Ah, Edward... >>

Rimasi in ascolto.

<< Sono fiera di te. >> Riagganciò, lasciandomi felicemente allegro, adesso avevo una compagna d'armi. Sapevo che Alice avrebbe fato di tutto e di più per aiutarmi.


Il giorno dopo, a scuola, arrivammo come sempre perfetti, Isabella non era ancora arrivata, io, come suggerito da Alice, mi recai in classe e attesi.

Avevamo deciso che avrei mostrato a Bella il vero me stesso e non più lo spocchioso e irritante Edward.

Gli studenti cominciarono ad entrare, mi sentivo agitato... potevano succedere mille e mille cose che potevano cambiare i nostro destino, ma Alice era sicura delle sue visioni... ed io, non potevo far altro che fidarmi.

Eccola, in tutto il suo splendore. La vidi allargare gli occhi per la sorpresa di vedermi e, se possibile, li allargò ancora di pi quando la salutai con un sorriso.

Prese posto accanto a me, leggermente impacciata.

<< Ciao. >> Le sussurrai.

Voltò di poco il viso verso di me. << Ciao. Temevo di non vederti più. >>

Sospirai. << L'avevo capito. E' per questo che sei venuta ieri, per assicurarti che ci fossi ancora. >>

Annuì.

<< Non temere, non me ne vado. >> La rassicurai. Poi, la spiazzai completamente, allungai la mano verso di lei. << Amici? >> Proposi.

Mi guardò confusa e indecisa, ma alla fine. << Amici. >> Afferrò la mia mano e la strinse.

Avvertii mille scariche elettriche in quel momento, chissà se anche lei le aveva percepite...

La lezione cominciò e proseguì tranquilla, passammo la prima e la seconda ora. Al cambio con la terza, dovemmo cambiare edificio.

Raccolsi i miei libri e l'attesi.

<< Sono sinceramente colpita da questo tuo cambiamento... a cosa lo devo? >>

La massa di studenti si districava per tutto l'istituto.

<< Bé, diciamo che quello che hai sempre visto, non era il vero Edward... o almeno, manca una buona parte.>> Ammisi.

Arcuò il fine sopracciglio. << E come mai? >>

Fissai davanti a me. << Non è facile essere, il ragazzo più desiderato della scuola, ed essere anche la creatura che potrebbe mettere fine alle loro vite. Sono talmente abituato a cercare di mantenere a distanza tutti, che ho costruito una maschera... Nessuno, a parte la mia famiglia mi conosce. >>

Ci fu qualche attimo di silenzio.

Il corridoio si era svuotato, c'eravamo solo noi due... mi voltai e la fissai.

<< I miei sentimenti per te, sono eterni, Bella. Ma ho capito, che hai ragione. Tu non mi conosci, non ti ho dato questa possibilità. Ti chiedo, di concedermela, dammi una sola chance, una sola... >>

<< Edward, io... >>

Mi avvicinai di un passo. << Non ti chiedo di dirmi si, solo, permettimi di frequentarti. >>

Ero teso, ansioso... i miei denti tormentavano il labbro inferiore.

<< Come amici? >> Domandò prudente.

Rilasciai il respiro, abbastanza soddisfatto. << Come amici. >> Sorrisi.

Riprendemmo a camminare, entrando in aula, le scostai la sedia cavallerescamente e con un po di speranza in più, pensai ai vari suggerimenti di Alice.

   
 
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