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Autore: thankyouzayn    13/02/2016    1 recensioni
Bradford, United Kingdom.
"Sembravano proprio una di quelle coppie delle riviste, quelle che se vai in prima pagina sei capace di fare il giro del mondo, quei giornali tanto importanti da avere un intero esercito di lettori ai loro piedi.
Insomma, capiamoci, erano una di quelle coppie che avresti voluto fotografare solo per cercare di riuscire a immortalare il modo in cui lo sguardo di Zayn si posava con adorazione sul volto e sul corpo di una Lilith che sorrideva, inconsapevole o meno dei sentimenti che si celavano dietro a quegli occhi tanto marroni quanto profondi."
© thankyouzayn | 2015
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Every Little Bit Of All Of It'
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ATTENZIONE: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera dei caratteri di queste persone, né offenderle in alcun modo. Vorrei ricordare che il tutto, è solo frutto della mia immaginazione: ovviamente la realtà è ben diversa dai fatti raccontati!

19

Due settimane dopo Bradford era ricoperta da uno spesso strato di neve che rendeva difficile ai cittadini muoversi ma che richiamava a gran voce i bambini di tutte le età che non facevano altro che pregate i genitori affinché li portassero fuori a giocare.
Safaa era una di quelle. Impiegò un intero pomeriggio per cercare di convincere Thisha a portarla fuori il giorno successivo. La madre sebbene non d'accordo, dopo infinite suppliche, si ritrovò ad annuire esasperata perché la bambina non sembrava assolutamente intenzionata a smettete.
Le temperature erano davvero basse e per il resto del fine settimana non sarebbero cambiate. Trisha era titubante per questo, solo per uscire qualche secondo dalla porta bisognava coprirsi veramente bene. Tuttavia ormai aveva deciso che avrebbe speso il suo giorno libero al parco con la figlia piccola e magari al ritorno, giusto per riscaldarsi, si sarebbero concesse una cioccolata calda. In questo modo avrebbe accontentato il palato di Safaa, il suo e quello del piccolo bambino che cresceva lentamente dentro di lei.
Il Far Away e il K2O, invece, lavoravano come al solito, imperterriti e totalmente indifferenti al tempo meteorologico. Fino a che ci sarebbero stati i clienti loro non sarebbero andati da nessuna parte.
Niall e Liam bazzicavano, nel loro tempo libero, in entrambi i locali.
Insomma tutto sembrava proseguire alla normalità. Ognuno trascorreva la propria vita senza particolati intoppi e questo non sembrava creare particolari problemi a nessuno.
Zayn non vedeva Lilith da quel pomeriggio a casa sua, quello che sembrava tanto vicino ma al tempo stesso distante anni luce. Il giorno dopo era stato davvero tremendo e non pensava sarebbe stato così doloroso non vedere la ragazza gironzolare per casa e preparargli la sua tazza di caffè.
Era stato brutto e diverso anche svegliarsi in quel letto troppo vuoto e freddo.
Non c'era più nulla di quella routine che aveva acquistato in poco tempo ma che gli piaceva così tanto. Tutto era cambiato nel giro di poche ore e, lui, doveva cercare di farsene una ragione perché, oramai, quel che era stato fatto era fatto e non ci sarebbe stato modo per cambiarlo.
Zayn, non rimpiangeva la sua decisone, quello per nulla al mondo. Aveva semplicemente fatto quello che riteneva giusto e andava piuttosto orgoglioso di averlo fatto.
Louis lo aveva chiamato subito dopo aver visto rientrare in casa una Lilith in lacrime.
Il ragazzo aveva aggrottato le sopracciglia e liberato un respiro profondo quando capì che, lui, in tutta quella tragedia aveva un ruolo.
Zayn aveva liquidato la chiamata velocemente, facendo più mugoli che parole pronunciate. Louis, la cui pazienza era quella di un lombrico, si stufò alla svelta e dopo aver asserito un «Chiamami quando farai meno il cazzone», gli attaccò il telefono in faccia
Sì, a lui piaceva essere maledettamente schietto.
Ci vollero solamente pochi minuti perché il moro riprendesse il cellulare, che nel frattempo aveva lanciato contro la testiera del letto, per cercare tra le chiamate recenti il nome del suo amico. Louis rispose esattamente tre squilli dopo e da quel momento per le successive due ore rimasero a parlare di tutto e di niente. Parlarono un po' di quello che era accaduto con Lilith, di come si sentisse Zayn e di mille altre cose differenti, giusto per cercare di risolvere la situazione ma, il ragazzo in questione aveva presto chiarito che non sarebbe stato lui a fare qualsiasi primo passo. Lei gli doveva delle spiegazioni, ancora.
Liam, Niall ed Harry sapevano solo le cose essenziali della vicenda ma ciò non impediva loro di dire la propria opinione ogni volta che l'argomento passava loro per la mente. Zayn sbuffava spesso e si concedeva il lusso di alzare gli occhi al cielo perché dopo un po' diventava difficile ascoltare consigli di qualunque genere su una ragazza a cui Harry ci aggiungeva “della tua vita”, in direzione di Zayn.
Quest’ultimo, la prima volta che l'aveva sentito dire una cosa del genere era sbiancato e si era anche affrettato a fare qualche passo indietro, giusto per allontanarsi dall'amico, scuotendo violentemente la testa come per cancellare le parole appena sentite.
D'accordo che l'amava, che stava ancora soffrendo per il distacco improvviso ed un'altra serie di fattori ma definirla “amore della sua vita” gli sembrava eccessivo perfino per i sentimenti che provava.
Tuttavia, Harry continuava imperterrito a pensarla in questa maniera.
Zayn non aveva più messo piede all'interno del K2O, se non fatta eccezione per qualche rara volta.
Louis stesso ogni volta si assicurava che la ragazza stesse in casa prima di dare il via libera all'amico.
Come tale rompiscatole anche quel mercoledì Louis aveva chiamato Zayn e gli ci erano volute almeno una decina di telefonate prima che il moro si degnasse di rispondere con voce roca ed assonnata.
«Ti prego, dimmi che non sei già a letto alle dieci di sera», piagnucolò Louis.
Zayn allora alzò gli occhi al cielo. Per quale motivo l'amico rompicoglioni era toccato proprio a lui? Aveva forse fatto qualcosa di male in una sua vita passata?
Ancora non sapeva darsi una spiegazione.
Il grugnito che allora seguì le parole del primo non fu per niente carino.
«Oh coraggio Zay!»
Questo chiuse gli occhi quando la voce, petulante e cantilenante, di Louis entrò in contatto per la seconda volta con il suo timpano destro.
Di una cosa Zayn era sicuro: non si sarebbe mosso dal suo divano.
Ma, al tempo stesso, era anche sicuro che ciò Louis non lo avrebbe mai e poi mai accettato.
«Lou, sono stanco. Questa mattina ho lavorato parecchio», asserì dunque con la speranza che il suo amico comprendesse e lo lasciasse in pace.
Tuttavia, Louis non aveva la minima intenzione di mollare così presto: non era nella sua natura.
«Testa di cazzo, non ci sei neanche andato a lavorare, questa mattina.»
Zayn lasciò perdere la mancanza di finezza del castano nel rivolgerglisi e semplicemente si dedicò a liberare dalle labbra un sospiro pesante.
Poi chiuse gli occhi. Possibile che nemmeno uno dei suoi amici si facesse i cazzi propri?
«Beh stanco lo sono», affermò allora.
«Zay, lo sai che molte delle tue cazzate sono offensive?»
In effetti, che anche la stanchezza fosse una bugia bella e buona era vero perché Zayn era seduto nel salotto di casa sua, con una birra ghiacciata, perché sì, nonostante le temperature bassissime, lui la beveva solamente fredda, a guardare per la milionesima volta una serie indefinita di episodi di “How I Met You Mother”.
Certo, la storia di come Ted aveva incontrato la sua anima gemella era bella e romantica ma anche maledettamente deprimente, per uno come lui.
«Perché non vieni a farti un giro? Giusto per respirare un po' di aria che non sia quella viziata di casa tua.»
Zayn emise l'ennesimo grugnito della serata e «No», asserì preso prima di concludere la chiamata.
Inutile dire che pochi istanti dopo l'amico riprese a chiamarlo senza sosta e il moro rifiutò ogni chiamata.
Dieci minuti e almeno trenta chiamate dopo il telefono smise definitivamente di suonare e allora Zayn si concesse il lusso di sospirare soddisfatto. Per una volta era riuscito a far desistete Louis.
Tuttavia si sa che non è un bene cantare vittoria troppo presto perché quando il suono del campanello echeggiò per le pareti della casa di Zayn, lui stesso alzò gli occhi verso il soffitto e pregò che non fosse chi pensava.
La figura di Liam e Louis apparvero davanti a lui ancor prima di quello aveva sperato e dopo una lunga occhiata ad entrambi si limitò a rimanere sulla soglia della porta, inarcando le sopracciglia.
«Cosa volete?»
Louis con una spallata per niente leggera si fece strada nell'abitazione e Liam lo seguì, pulendosi le scarpe prima d'entrare, però.
Zayn borbottò qualcosa ed asserì anche un «Accomodatevi pure», totalmente ironico.
Louis si fermò al centro del salotto, incrociò le braccia al petto e «Sei pronto?» Chiese.
Zayn allora fece saettare i suoi occhi castani dalla figura dell'amico a quella di Liam che lo osservava impassibile. Si era forse perso qualche parte di una conversazione che evidentemente i ragazzi avevano pensato di avere con lui?
«Scusate?»
«Te l'ho detto che non te ne saresti stato in casa anche questa sera a piangerti addosso.»
Tecnicamente guardare gli episodi di una serie tv non era per Zayn piangersi addosso ma si rendeva perfettamente conto di quanto la situazione fosse ridicola. Ma questo, di certo, non cambiava il fatto che non avrebbe mosso un passo da casa sua.
Sarebbe rimasto intrappolato in quella vecchia tuta grigia della Nike e avrebbe bevuto le sue due o tre birre da solo prima di andare a dormire e prepararsi per un'altra giornata uguale alla precedente.
«Ed io ti ho detto che sarei stato in casa», ribatté allora.
«Tecnicamente non hai usato queste parole.»
«Nemmeno tu l'hai fatto, se la vogliamo mettere così.»
Zayn aveva le mani appoggiate sui fianchi e con sguardo omicida fissava il suo amico che evidentemente di starsene zitto e di farsi gli affari non ne era capace.
«Hai cinque minuti per renderti presentabile.»
Louis era testardo, questo Zayn lo sapeva già, quando decideva una cosa era quella e non c'era di certo verso di fargli cambiare idea. Scontrarsi con Louis era come andare dritti contro un muro. In poche parole: non avevi alcuna possibilità di uscirne vivo.
Tuttavia, quella sera, c'era qualcosa di diverso in lui. Non c'era solo la cocciutaggine dalla sua parte ma anche qualcos'altro che Zayn non era ancora riuscito a capire.
«Non ho intenzione di rendermi presentabile», asserì Zayn usando appositamente le parole di Louis.
«La metti così?»
Il moro aggrottò le sopracciglia, puntano i suoi occhi sulla figura dell'amico che si stava sforzando a non sorridere.
Qualche istante dopo le sue labbra si dischiusero e mentre Louis pronunciò un «Mi dispiace», Liam si mosse dalla sua postazione fino a caricarsi Zayn sulle spalle.
«Ma che cazz...? Liam, santo cielo, mettimi immediatamente giù!»
Louis allora scoppiò in una risata fragorosa, spegnendo il televisore e dando il via libera a Liam per muoversi.
Era per caso finito in un film di mafia a sua insaputa?
«Dannazione!» Imprecò Zayn. «Ragazzi, smettetela di fare i cazzoni.»
«Te l'avevo detto che non te ne saresti stato in casa. A costo di passare sul mio cadavere.»
Il moro alzò gli occhi al cielo, allora, perché come sempre Louis era così melodrammatico da risultare quasi ridicolo. Tuttavia, in quell’occasione, Zayn l'avrebbe preso a pugni.
Fin troppo presto, però, il fondoschiena di Zayn toccò il sedile dell'auto di Liam e proprio questo asserì uno «Scusa, amico», prima di chiudere la portiera e salire al posto del guidatore.
Beh, il tempo per tirare un pugno a Louis lo avrebbe trovato più avanti. La serata era ancora lunga.

Zayn varcò la soglia del K2O con le braccia incrociate al petto ed un broncio sul viso che nemmeno sua sorella Safaa era in grado di fare.
Louis apparve presto al suo fianco e, poggiandogli una mano sulla spalla, si voltò nella sua direzione.
«Per la misera, Malik, sorridi altrimenti con il tuo muso posso dire addio ai miei clienti.»
Niall e Harry non si chiesero nemmeno perché Zayn se ne stette semplicemente in silenzio, assottigliando gli occhi, caricandoli di una furia omicida mai vista prima.
«Lou, perché non lo lasci un po' in pace, adesso?»
A parlare per far calmate un po' le acque era stato Harry che, con un sorriso conciliante sul volto, porgeva a Zayn una birra fredda. Questo l'afferrò senza particolari problemi e dopo aver puntato un dito in direzione di Louis «Questa la offri tu», decretò con un tono di voce che non comprendeva repliche.
«Naturalmente», bofonchiò quindi il suo amico.
Niall scivolò sullo sgabello accanto e con una mano batté su quello vuoto. «Coraggio Zay, vieni a sederti.»
Il ragazzo in questione fece prima scorrere l'intero locale con occhi attenti, giusto per vedere che non ci fosse qualcuno di non gradito ma Louis, come al solito, lo precedette.
Quel ragazzo aveva per caso il potere di leggere nella mente?
Fatto sta che quando «Non c'è stasera», pronunciò, Zayn sì sentì subito più sollevato.
Ultimamente considerava il bar come una sorta di campo minato. Era pericoloso solo avvicinarsi.
Harry gli assestò una pacca sulla spalla non appena Zayn si sedette al suo posto e Niall gli rifilò, poco carinamente, una gomitata nelle costole.
Bene, oltre che essere finito nel bel mezzo di un film mafioso, improvvisamente si era anche ritrovato ad un incontro di box.
A volte le sue giornate prendevano pieghe davvero strane.
«Cosa ci racconti Zay?» Domandò quindi poi Harry.
E Zayn si lasciò scappare un sospiro prima di biascicare qualche parola. Beh questa poteva anche essere considerata normalità.
Tuttavia, proprio quando la serata stava cominciando a decollare per la piccola compagnia di amici, qualche bottiglia in più era sul bancone lucido, i clienti si stavano piano piano dileguando fino a che nel bar non rimasero solo i cinque ragazzi, l'atmosfera rilassata e gioiosa fu smorzata dal rumore della porta che si chiudeva e dalla figura di Lilith che apparve avvolta nel suo pesante cappotto, con tanto di sciarpa che nascondeva metà del suo volto.
Erano giorni che non lavorava più al K2O e se mai le capita di farci un salto si assicurava di andarci poco prima della chiusura o si prendeva almeno la briga di chiamare Louis. Quella sera aveva fatto male i conti o semplicemente qualcuno di molto vicino a lei aveva mentito. Ed avrebbe anche potuto chiudere gli occhi e puntare alla cieca il dito contro colui che aveva tramato quello scherzo decisamente di brutto gusto.
Ci mancava solo di rivedere Zayn dopo tutto quello che era successo.
Ma ormai era troppo tardi per fare marcia indietro e tornate il giorno dopo. Quindi con un gesto di puro coraggio, si schiarì la gola e nonostante sentisse bene gli occhi di tutti puntati addosso, soprattutto quelli di Zayn, indicò la porta che conduceva al magazzino e «Devo prendere le mie cose», asserì sussurrando. E certo, perché la voce doveva venirle meno sempre nelle occasioni peggiori.
Zayn, dal canto suo, aggrottò le sopracciglia non appena vide Lilith e poi, quando i suoi neuroni si furono risvegliati dal quel piacevole letargo durato solo qualche istante si rese conto che quello di quella sera non poteva essere solo un caso. Proprio per niente.
Ed improvvisamente capì anche cos'era quella starna luce che si era impadronita degli occhi di Louis.
Dannazione, quella era speranza bella e buona.
Lo sapeva che avrebbe dovuto opporre più resistenza per starsene a casa.
Però, accidenti, lei era così bella ed un fracco di altre cose che Zayn arricciò il naso quando si rese conto che il suo cuore aveva preso a martellare nel petto e che una piacevole sensazione lo avvolse non appena il nome Lilith apparve nella sua testa.
Accidenti, due settimane o più di lontananza non erano servite proprio a niente.
Fu solo dopo che Lilith fu sparita che Liam, Niall, Louis ed Harry puntarono i loro occhi sulla figura di Zayn.
Quest'ultimo allora aggrottò la fronte e «Cosa?» Chiese.
Dannata ingenuità, pensò però Louis, che con un'occhitaccia di avvertimento ed una mossa del capo lo spronò ad alzarsi dallo sgabello per seguire la ragazza. Pochi istanti dopo lo seguirono anche gli altri tre suoi amici.
Sembrava proprio che tutti si fossero coalizzati contro Zayn.
Proprio lui, incrociò le braccia al petto per quella che doveva essere la ventesima volta in soli pochi minuti per poi sciogliere immediatamente quel garbuglio di arti perché sentiva il bisogno impellente di passarsi una mani tra i capelli. Durante le settimane precedenti aveva notato che era una cosa che faceva solamente quando c'era Lilith di mezzo.
Era come se scacciasse via un po' della sua ansia con quella semplice quanto banale mossa.
«Ragazzi, statevene fuori», asserì poi.
La gomitata nelle costole che gli arrivò da Louis non appena ebbe compiuto il giro del bancone lo fece, però, pentire delle sue parole.
«Io ti avevo avvertito», si giustificò il castano, aggiungendoci una scrollata di spalle, giusto perché gli andava. «Ed ora, alza quel dannato culo dallo sgabello e cerca di riprenderti la tua ragazza. Non ho fatto tanta fatica per niente.»
Liam, due sgabelli più in là, si sporse quello che bastava per poter osservare Louis e con un finto colpo di tosse ricordò a tutti quanti che lì, quello a fare fatica, era stato proprio lui. Sempre meglio farlo presente.
Louis, dal canto suo, liquidò il suo intervento con un gesto della mano ed alzando gli occhi verso il soffitto.
Così melodrammatico ogni volta.
«Scordatevelo», replicò, a quel punto, fermamente Zayn.
Cinque minuti dopo stava fissando attentamente la porta che portava al magazzino, la stessa oltre la quale era sparita Lilith.
Una parte di lui continuava a sperare che la ragazza fosse fuggita attraverso la porta sul retro, un'altra aveva una voglia pazza di vederla e la terza ed ultima parte voleva che qualcuno gli sbattesse quella maledetta porta dritto sul naso, giusto per evitarsi i mille scenari possibili che Zayn aveva attentamente elaborato in quel poco tempo.
Chiamiamola pure disperazione, questa.
«Sii uomo», urlò Louis prima che Zayn biascicasse un «Vaffanculo» e spingesse la porta.
Un detto recita le seguenti parole: “O la va o la spacca” e Zayn avrebbe, in qualsiasi situazione, cercato di spaccare.
Gli occhi del ragazzo saettarono per tutta la stanza, fiocamente illuminata per colpa delle poche luci accese. Nulla dava la sensazione che ci fosse una persona là dentro. Tuttavia, presto lo sguardo di Zayn cadde sulla porta a qualche metro di distanza da lui, che trovò sfessurata.
Un sorriso sbieco gli si formò sulle labbra e, distrattamente, si chiese se Lilith se ne fosse davvero andata, sgattaiolando dalla seconda porta del locale per evitare di rivederlo. Faceva male, se era quella la verità.
Allora, per pura curiosità spostò i suoi piedi fin verso la postazione di Lilith, o meglio il punto dove lei era solita poggiare le sue cose appena arrivava.
Sorpreso perfino lui, Zayn notò la borsa nera e perfettamente curata della ragazza.
Il peso, che fino a quel momento, gli aveva oppresso il petto, si alleggerì leggermente. Era confortante sapere che non se ne era andata e lo era ancora di più avendo la consapevolezza che Lilith era a poca distanza da lui.
Zayn cominciò a quel punto a compiere altri passi. I suoi piedi presero a muoversi come guidati da una forza estranea, una forza che sapeva perfettamente dove portarlo.
Con la mano destra, allora, spinse la porta mentre con la sinistra tastò le varie tasche del giubbino in cerca delle sue sigarette, perché sapeva perfettamente che ne avrebbe avuto bisogno.
Con Lilith andava sempre a finire così.
Quando la ragazza comparve davanti ai suoi occhi, a Zayn parve una visione. Quel vicolo, sempre attraversato da una corrente di vento freddo, le faceva svolazzare le ciocche di capelli biondi.
Lilith, con il capo chino, osservava attentamente la punta delle sue scarpe mentre ad con un ritmo preciso e ben scandito si portava alle labbra la sigaretta.
Non erano molte le volte che l’aveva vista fumare. Certo, c’erano state le nottate tra le lenzuola, durante le quali tra un chiacchierata ed un bacio di troppo era scappata ad entrambi una sigaretta, o forse più. Era comunque qualcosa di raro e strano vederla intenta a soffiare il fumo dalle labbra.
Zayn, si sarebbe volentieri improvvisato fotografo, giusto per cercare di immortalarla con i capelli legati ma disordinati ed il volto stanco, segnato dalla mancanza di sonno e di una persona nella sua vita.
Solo nel momento in cui Lilith si decise a sollevare gli occhi ed i loro sguardi s’incrociarono lei si rese conto di non essere più l’unica persona in quel violetto male illuminato e freddo.
«Non dovresti stare qui da sola», disse allora Zayn.
La voce profonda e dal suono suadente ruppe quella bolla di silenzio che si era venuta a cercare tra i due ragazzi.
Lilith osservò a lungo il ragazzo che improvvisamente si era ritrovata di fronte e nonostante la barba di qualche giorno, i capelli leggermente disordinati ed un sorriso pigro sul volto rimaneva comunque così tanto affascinante da avere l'esigenza di trattenere il respiro per i primi secondi.
La verità era una sola: si amavano.
Però c'era uno sbaglio di mezzo che, a quanto pareva, sembrava pesare più di mille.
La ragazza, chiuse anche gli occhi quando il suono della voce di Zayn arrivò alle sue orecchie. Poi sospiro, perché i suoi progetti per quella sera non erano li stessi che stava vivendo.
Aveva chiesto più volte a Louis la conferma che Zayn non fosse al K2O. Tutte le volte, il ragazzo aveva semplicemente risposto di no, assicurandole che ogni momento della serata sarebbe stato perfetto per andare a prendere le sue cose.
Lilith, all'inizio, era rimasta perplessa e non del tutto convinta che le parole di Louis fossero veritiere. C'era qualcosa, soprattutto nel suo sguardo, che le suggeriva di mettersi in guardia.
La stessa luce che aveva notato Zayn quella sera.
Alla fine la stanchezza aveva giocato brutti scherzi a Lilith che, di malavoglia, si era vista costretta ad alzarsi dal comodo divano sopra il quale stava guardando una delle puntate di “How I met your mother” e infilarsi un paio di jeans qualsiasi ed un maglione pensante, giusto per non uscire in pigiama.
Pigiama che per altro aveva sopra delle ananas con tanto di faccia. Sì, era decisamente consigliabile non uscire in quelle condizioni.
Per colpa della stanchezza era anche uscita prima di quello che aveva progettato.
Una delle sere prima aveva sentito Louis al telefono con uno dei suoi amici, Niall probabilmente, mentre si lamentava che Zayn fosse diventato un fantasma. Usciva solo per lavorare e per fare una puntatina breve al K2O che si concludeva generalmente alle dieci di sera. Altre volte nemmeno si presentava. Era così strano per tutti questo suo atteggiamento perché si sapeva bene che Zayn si alzava dal suo sgabello solamente quando per Louis era arrivato il momento di abbassare le saracinesche.
Lilith aveva accolto queste informazioni come se fossero oro colato dalle labbra del suo amico.
Alle dieci e quaranta, giusto il tempo di lasciargli un po' di agio se mai si fosse trattenuto per qualche altro minuti, afferrò le chiavi della macchina di Johannah per immergersi per le strade di Bradford.
Le luci del bar le erano apparse davanti prima del previsto e fece a malapena in tempo ad aprire la porta del locale prima di inciampare in un paio di occhi castani che potevano appartenere ad una sola persona.
Stava di fatto, che Zayn continuava a rimanere fermo accanto alla soglia della porta, che avrebbe dovuto chiudere per scacciare qualsiasi sospetto del ragazzo, sbarrandole così una possibile via di fuga. Certo, avrebbe sempre potuto lasciare la borsa al K2O e chiedere a Louis di portarla a casa ma dubitava che il ragazzo l'avesse intenzione di farlo. Sarebbe stato un altro ottimo pretesto per attirarla al bar e qualcosa le diceva che anche la volta successiva ci avrebbe trovato Zayn.
«Non sono una ragazzina indifesa», si decise allora a pronunciare Lilith.
Il ragazzo sollevò di scatto il capo, come se non si aspettasse una risposta.
Insomma non era lui quello arrabbiato e che si rifiutava di rivolgerle la parola a meno che non avesse sentito delle scuse e delle valide motivazioni per il gesto di Lilith?
Zayn a quel punto si concesse perfino una piccola risata e doveva essere davvero un giorno speciale se si concedeva di farlo. Era da quando Lilith era sparita improvvisamente dalla sua vita che dalle labbra non lasciava uscire niente di diverso a qualche monosillabo e conversazioni forzate con i clienti che incontrava tutti i giorni.
Può sembrare ridicolo ma due settimane sono più tempo di quello che tutti pensano.
«Giuro che è stato Louis ad organizzare tutto ciò.»
Il ragazzo allora smise immediatamente di ridere, rimettendo su quel muso che lo aveva abbandonato per pochi minuti soltanto.
Accidenti, pensò Lilith mentre lo vedeva afferrare bruscamente il pacchetto di sigarette e accenderne una con un gesto meccanico ed abile poco dopo.
Zayn lo sapeva benissimo che questo incontro “casuale” come aveva detto Louis, non fosse frutto del destino ma di un attenta organizzazione.
D'altronde lui ci aveva provato a dire ai suoi amici di starne fuori. In risposta non aveva ottenuto niente se non un gomitata talmente forte che la sentiva ancora.
Erano cose, però, che dovevano risolvere loro. E probabilmente non le avrebbero mai risolte visto che si evitavano e soprattutto perché Lilith sarebbe partita a breve.
«Lo so», si sforzò di dire Zayn.
La ragazza assentì, maledicendosi di non aver portato con se tutto il pacchetto ma solamente una sigaretta. Non progettava di certo di fermarsi così a lungo in quel vicoletto.
«Mi ha chiamato mio padre, ieri», esordì Lilith dopo qualche minuto. «Mi ha proposto di raggiungerlo in America per un po'. Almeno fino a quando non finisco gli studi. Devo ancora decidere.»
Zayn trattenne il fiato. Guardò la ragazza che aveva davanti agli occhi, la stessa che due settimane prima era la sua ragazza ma che adesso gli appariva più come un'estranea che come una persona con la quale aveva condiviso momenti importati.
Il respiro gli si bloccò in gola che improvvisamente si seccò. Gli parve anche che la terra sotto i suoi piedi stesse per cedere.
La verità era che se fino a quel momento aveva sperato che le cose si potesse, in un modo o nell'altro, mettere a posto, ora, non era più tanto sicuro.
Un'ora di macchina era fattibile ma non lo erano le almeno cinque ore di fuso e le sette ore di aereo.
Ognuno aveva il diritto di vivere la sua vita come più credeva per la propria persona e di questo Zayn ne era fermamente convinto. Basta essere consapevoli delle proprie scelte ed a quello che si va incontro.
Per questo, non si scompose più di tanto, nonostante dentro di sé stesse accumulando una tensione tale da voler quasi piangere.
Finì la sua sigaretta in silenzio, sotto lo sguardo attento di Lilith che si aspettava che da un momento all'altro il ragazzo scoppiasse in una scenata isterica.
Peccato però, che Zayn non le avrebbe dato questa soddisfazione, questa volta.
Gettò il mozzicone a terra e si assicurò che fosse spento con la punta della scarpa e poi alzò gli occhi un'ultima volta su Lilith. Giusto per imprimersi a memoria ogni suo particolare perché per quando una storia si possa cercare di far andare bene se entrambe le persone non collaborano non ci sarà mai nulla da fare.
Sorrise appena nella direzione della ragazza che ora aveva un sopracciglio inarcato e «Fai buon viaggio, qualunque cosa tu decida», disse Zayn.
E poi, girò i tacchi e se ritornò dentro al bar, lasciando Lilith con un labbro tremante e gli occhi sgranati per la sorpresa e lucidi per una miriade di emozioni che inondavano la sua persona.
Zayn, una volta che riapparve puntò i suoi occhi sulla figura di Liam e «Portami a casa», pronunciò semplicemente.
Detestava dipendere da qualcuno ma detestava ancora di più piangere davanti ad altre persone. E chi se fotte se era un ragazzo ed avrebbe dovuto avere una corazza dura a proteggerlo. Lilith gli aveva spezzato il cuore e faceva male, maledettamente male.




Note autore:
Buonasera miei adorabili fiorellini!
Mi scuso per il ritardo che ho fatto ma purtroppo, come vi avevo già anticipato, il tempo è quello che è.  Non è assolutamente mia intenzione saltare l'"appuntamento" che mi sono prefissata per il sabato ma, care mie, la scuola quest'anno è più impegnativa che mai ed alla sera sono troppo stanca anche solo per scrivere una parola.
Ma finalmente ho postato il capitolo quindi RALLEGRATEVI!
Spero che ne siate davvero contente perché io sono molto fiera di me stessa. So bene che un po' di settimane fa avevo detto che mancavano pochi capitoli alla fine e, devo dirvelo, con il prossimo ho intenzione di concludere la storia. Ma non allarmatevi, per Zayn e Lilith non è ancora tutto finito. Volevo solo informarvi che appena potrò, e punterò a sabato prossimo, posterò l'epilogo.
Ho già altre idee per una storia futura ma penso proprio di fare una pausa di qualche mese, in modo da mettermi un po' avanti con la stesura ma punto a pubblicarla appena mi sarà possibile.
Ecco, chiarito questo aspetto che ci tenevo che sapeste, possiamo benissimo parlare al capitolo.
Allora, non so se qualcuna di voi l'avrà notato ma è più lungo dei soliti che pubblico. Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, ho dovuto scrivere e concentrare tante cose per riuscire a concludere.
Nella prima parte c'è una piccola introduzione che ci fa ricordare tutto quello che bene o male è accaduto nel capitolo precedente. C'è anche il punto della situazione, di come si siano evolute le cose tra Zayn e Lilith.
I ragazzi, ovvero Liam, Niall, Louis e Harry hanno un ruolo fondamentale nella prima parte perché comunque cercano in tutti i modi di sollevare l'umore di Zayn che è disperato all'idea di aver perso la sua ragazza.
Ci tengo a ricordarvi, come ho fatto anche nel capitolo, che nonostante Zayn stia soffrendo è comunque convinto di aver fatto la cosa giusta, ed effettivamente è così. Non cambierebbe per niente le sue azioni e seppur facciano male ha preferito fare così piuttosto che continuare a vivere in una bugia. Certe cose vanno dette subito. Io sono di questa idea. E Zayn è con me
So che magari per qualcuna non può sembrare una motivazione per cacciarla di casa e per troncare il rapporto ma insomma, come vi sentireste se voi scopriste che il vostro ragazzo stesse per partire e lui non vi avesse detto niente? Ci rimarreste male e sareste deluse: questo è poco ma sicuro.
È qui che per fortuna, e questo va detto sinceramente, entra in campo Louis..
Non c'è niente di meglio di un amico che cerca di risollevare il morale ad un altro amico. Ve l'ho mai detto per caso che gli Zouis sono il mio punto debole?
Louis, letteralmente, le tenta tutte e quando quel mercoledì sera chiama Zayn per invitarlo al K2O a bersi una birra, appena lo sente rifiutare non può che mettersi sull'attenti. Quindi, nonostante un piccolo bisticcio non appena il moro gli attacca il telefono in faccia lui agisce immediatamente.
Mi ha fatto letteralmente morire la parte in cui Liam e Louis si sono presentati a casa di Zayn e il primo se l'è scaricato in spalla con le lamentele che non tardarono ad arrivare.
La seconda parte, e qui lo confermo anche, che è la parte più importante dell'intero capitolo.
Zayn arriva al bar e tra una gomitata ricevuta, un birra tra le mani e qualche pacca sulle spalle non fa in tempo a rilassarsi che Lilith rompe il suo idillio. I ragazzi allora cominciano a fargli presente che forse dovrebbe alzarsi e andare dietro alla ragazza ed è quel punto che Zayn capisce che non è per niente tutto frutto del caso ma bensì di un'attenta organizzazione da parte di Louis che gli rifila una forte gomitata per spronarlo a fare qualcosa.
Il solo pensiero che Lilith si sia allontanata che sia scappata dalla seconda porta è davvero pensate da poter sopportare quindi potete immaginarvi il sollievo del ragazzo appena ha notato che c'era la porta sfessurata e la borsa di Lilith.
Ovviamente per Zayn non è cambiato nulla a livello di sentimenti e neanche da parte della ragazza. C'è solo quel fastidioso segreto che va a rovinare tutto.
Purtroppo per il ragazzo, quello non è tutto perché quello che dice Lilith poco dopo lo fa riflettere che quella partenza improvvisa non è nulla a confronto con quella dannatissima distanza che si metterebbe tra loro se lei andasse in America.
Dovete sapere, però, che non avevo in mente questo ribaltamento della situazione fino a ieri sera e quindi adesso dovrò lavorare sull'effetto che quest'azione porterà alle loro vite. Non si sa ancora se per i due ragazzi è un programma un lieto fine o meno.
Solo il tempo e la pazienza ce lo saprà dire.
Allora, anche per oggi ho finito queste note autore che sono ancora più lunghe del solito, visto che il capito è più lungo. Quindi, in tanto che ci sono, ringrazio tutte coloro che sono arrivate fino a questo punto.
Colgo l'occasione anche per ringraziare chiunque abbia messo la mia storia tra le preferite/seguite/ricordate e alle personcine tanto carine che mi hanno inserita tra le loro scrittrici preferite. È davvero un onore per me.
Dunque è anche arrivato il momento della mia pubblicità. Volevo ricordarvi che nel caso voleste contattarmi potete trovarmi anche su 
Ask (anche se non lo uso molto) e che per leggere tutto quello che ho scritto basta che clicchiate semplicemente qui.
Ah, anche questa volta, da proud mommy vi ricordo che c'è il video di Zayn, 
Pillowtalk, e tanti cuori per lui e questo meraviglioso capolavoro. Ne sono ossessionata. Letteralmente.
Bene ed anche per oggi sono giunta al termine.
Mi scuso per eventuali errori ortografici che provvederò a correggere il prima possibile.
Con questo vi saluto e non posso che dirvi alla prossima. Un bacio. xx
-Micol :)

  
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