Capitolo 1
Diretto, diretto, diretto, colpo basso, stangata.
Il capitano si allenava nella palestra dello SHIELD, ogni
colpo al sacco di sabbia era un ricordo doloroso che cancellava per sempre
dalla sua mente. Era passato appena un anno da quando si era risvegliato ed era
tornato a vivere. Un anno durante il quale aveva imparato praticamente tutto su
quel nuovo mondo, e ora lo SHIELD cercava di dargli una qualche mansione, una
qualche utilità.
Il mondo aveva comunque dei grossi problemi, New York era
ogni giorno affollata di crimini, di disastri, il mondo era sempre in subbuglio.
Quindi, mentre di giorno Steve Rogers cercava di incastrare la sua vita in
mezzo a quella di tutti gli altri, aveva cambiato non si sa quanti lavori
proposti dai suoi carcerieri/guardiani (come ogni tanto Tony Stark si dilettava
a chiamarli), di notte lui tornava quello che era stato per così tanto tempo
sul campo.
Un difensore del popolo.
Non facendosi riconoscere, girava e, grazie alla sua forza, sventava qualche microcrimine
che nessuno altrimenti si sarebbe azzardato a sventare, ma la sua vita da
vigilante anonimo fu decisamente breve. Ancora una volta si ritrovò a dover
fare i conti con tutte quelle stupide regole che gli si erano state imposte.
Non ne poteva più, lui voleva essere una persona libera. Non
era un bambino che doveva essere tenuto continuamente sotto controllo.
<< Secondo me, loro non ti ritengono un essere umano,
ma un’arma che vorrebbero avere sempre a disposizione per ogni evenienza.
>>
L’unica “gioia” della sua vita, erano le visite di Tony, le quali giustificava
con la tipica frase : “I soldi che usate sono i miei e voglio vedere come
vengono usati.”.
<< Ma io non sono un’arma. Ho combattuto la mia
guerra, ora voglio solo essere lasciato in pace >>.
<< Lo so. Lo sanno tutti, lo sa pure Fury, ma fa finta di niente come suo
solito. Non disperare, troverò un modo per farti uscire da qui. Tu sai
disegnare, no? Ho visto i tuoi schizzi… tra le tante aziende che collaborano
con la mia, vi è pure una stamperia… collegata ad una casa editrice piuttosto
famosa. Potresti provare a fare l’illustratore per loro, potrei dare una buona
parola… >>
Steve non poteva sentirsi più grato, a sentire la proposta
di Tony. Illustrare libri, magari libri per bambini, gli sembrava un’idea
davvero interessante, per scrollarsi completamente il passato di dosso.
Mostrò il suo portfolio. Lo accettarono. Quindi ora si
allenava, cancellava ricordi, e pensava al lavoro che avrebbe fatto. Le cose
cominciavano a girare per il verso giusto.
Finì, giustamente, di buttare all’aria quel sacco di sabbia,
udendo poi il rimbombo di passi dentro la palestra. Si mise un asciugamano al
collo, per togliersi il sudore di dosso, e si voltò, sorridendo a Tony che era
giunto fino a lì, seguito da una donna. Una bella donna, che gli ricordava un
po’ sua madre.
<< Ehi, cap, ero venuto a congratularmi con te per il
lavoro alla casa editrice, ma oggi, casualmente mentre acquisivo alcuni
progetti, ho conosciuto questa incantevole signora… Penso dovresti farci
amicizia, e… ok, ho scordato il mio cercapersone in macchina, vado a prenderlo
subito >>
E l’uomo scomparve da dove era arrivato, lasciando un capitano
decisamente in imbarazzo, che prontamente porse la mano.
<< Steve Rogers, sono… >>
<< Io so chi è lei, signore… >> Rispose la donna, un po’ in
imbarazzata pure lei mentre ricambiava la stretta.
<< Per lo meno… lo so perché il signor Stark mi ha
parlato di lei… Mary Parker. Il mio nome è Mary Parker, e credo che… lei sia un
mio prozio… >>
A Steve salì un groppo in gola, a sentire quella parola.
<< Prozio? Vuole dirmi che… >>
<< Alla lontana, ovviamente ma… se i documenti dicono il vero, beh, lei è
l’unico parente in vita che mi è rimasto… >> Fece una risatina nervosa,
ma si sentiva nella sua voce una nota di commozione.
<< Anche se lei dovrebbe avere… almeno settant’anni… e
la cosa mi sembra incredibile che lei si sia… >>
<< Mantenuto così giovane? Signorina… Mary, se i geni
sono giusti, anche lei resterà così incantevole quando avrà la mia età. >>
Ed entrambi esplosero in una risata, mentre Tony ritornava,
tutto tronfio.
<< Allora, cosa mi sono perso? Si, giusto, la
signorina è tua nipote, cap. Un po’ alla lontana, però… il sangue non mente. Pensavo
che ti avrebbe fatto piacere conoscerla, e conoscere suo marito insomma per…
>>
Il capitano sentì dentro di sé un grande colare, perché adesso
capiva che non era solo.
<< Grazie Tony. Questo è uno dei più bei regali che
potessi farmi. >>