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Autore: EffyKira    22/03/2009    3 recensioni
""La freddezza non deriva dunque dalla paura?"
Milo sorrise,l’aveva intuito e l’Acquario se n’era accorto.
"Qui non hai niente di cui aver paura Camus.""
Milo x Camus ovviamente.
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Sapeva che in qualche modo Milo ci sarebbe cascato.
Il biondino era sopra di lui,e gli baciava teneramente il collo.
Gli scappò un sospiro di piacere che il greco non si lasciò sfuggire.
-Ben svegliato eh…
-Milo…
-Oh,questo risveglio non fa piacere al tuo orgoglio,ma al tuo corpo si,immagino.
Camus roteo gli occhi,e sbuffò. Doveva per forza infastidirlo in quel modo quello scorpioncello odioso?
-Non è un gioco questo Milo,è una guerra.
-La stò vincendo io,pare.
Gli rispose lo scorpione con un sorriso,baciandogli il collo. Camus abbozzò un sorriso,tra se e sé.
-Allora ci vuole un premio.
Il cavaliere dell’ottava casa,per un momento credette di dormire ancora,d’altronde perché il freddo re dei ghiacci avrebbe dovuto dirgli così? Milo era,letteralmente,rimasto congelato sul posto,gli occhi azzurri sgranati,sul volto semi-sorridente di Camus,che fissava divertito il cielo.
E poi il rosso si alzò,con un lieve gemito.
-Su,dobbiamo tornare al tempio. Muoviti Milo.
L’interpellato annuì,ma senza muoversi di un centimetro.





L’idea della contro psicologia sembrava funzionare con il biondino. Ma sapeva che lui non era uno stupido e probabilmente avrebbe scoperto presto cosa tramava il francese.
Per ora non importava. Camus si godeva il silenzio e la pace tanto agognata durante il sentiero che i due Saint percorrevano per tornare ad Atene. Si poteva dire che per ora il rosso stava tranquillo,aveva ammutolito Milo,anche se il dolore alla gamba non si spegneva aveva iniziato a prendervi l’abitudine. L’unica cosa che infastidiva quella sua pace mentale era la sensazione di aver dimenticato qualcosa,qualcosa di importante,qualcosa che normalmente non si sarebbe mai scordato.
Mentalmente si rifece tutto l’elenco degli oggetti che si era portato,tutti. Non capiva e non ricordava.
Forse fu il fruscio delle foglie degli alberi che si muovevano,nonostante non vi fosse vento,che glielo fece ricordare,e si fermò di botto,facendo quasi cadere Milo.
-MA CERTO!Milo…Ce ne siamo scordato uno!
-Cos…?Torno indietro e vado a prenderlo…
-Ma và,stolto,ci segue!Un Black Saint!
Le bionde sopracciglia di Milo so aggrottarono.
-Cosa?Com’è possibile? C’erano Black Unicorn,Black Hydra,Black Bear,Black Wolf…
-Il Leone minore,manca il leone minore Milo.
Il biondo strinse le labbra.
-Cosa vuoi che sia un Black da solo…
Non l’avesse mai detto. In un batter d’occhio Camus si ritrovò a terra,dolorante,il Saint nero l’aveva travolto con un balzo,e ora combatteva con Milo. Il biondo era tornato in piene forze,quindi lo riuscì ad uccidere in pochi secondi,dopo la quarta puntura,senza neanche bisogno di Antares.
Non aveva voglia di combattere,aveva troppo pensieri per la testa.
Rimase così,sdraiato finché non sentì la voce di Milo.
-Tutto bene?
-Tutto bene.
Rispose semplicemente lui.
-Avevi ragione,ce l’eravamo completamente dimenticato…
-Si,lo so.
-Visto?Sono riuscito a batterlo senza farmi nemmeno un graffio.
-Bravo.
Si complimentò,arcuando le sopracciglia.
-Quindi Milo sorrise,e si sfilò i contenitori delle cloth (sua e quella di Camus) dalle spalle,inginocchiandosi a terra,”sopra” al francese.
-Anche per questo mi spetta un premio?
-Direi di no.
-E…Se lo volessi lo stesso?
-La risposta sarebbe la stessa.
-Sicuro?
Il biondo si avvicinò al collo di Camus,iniziando a sfiorarlo con le labbra,leggeri baci bollenti sulla sua pelle.
-Sicurissimo.
- Mh,peccato però.
Milo aveva le mani calde. Mani caldissime che s’infilavano sotto la sua maglia,accarezzando la pelle candida e fredda,i muscoli tonici e sodi,la sua schiena,che quasi tentava di rifiutare quel calore così dolce…Si sentiva quasi perso. Non voleva perdere la guerra,ma non voleva neanche sottrarsi al greco. Cosa doveva fare?Si ascoltava ingoiare a vuoto,il calore che scendeva giù,verso l basso ventre…NO!Non doveva succedere,non doveva,non doveva…Continuava a ripeterselo,ma il suo corpo non si muoveva come avrebbe voluto,aveva semplicemente stretto i pugni e girato il capo dall’altra parte.
Aveva troppa paura di sottrarsi a quel contatto.
Milo da parte sua non sembrava così a disagio quanto lui,anzi,sembrava vivesse nel suo elemento,che conoscesse in anticipo ogni mossa del rosso,conoscere ogni parte del suo corpo,come se l’avesse guardato per anni,conoscendone tutti gli angoli,le parti più nascoste,più segrete. Sapeva come amare,e sapeva essere amato. Sapeva di essere amato. O almeno così gli sembrava. E sapeva anche che l’ “orgoglio” di Camus non era altro che paura,paura di essere solamente sfruttato e abbandonato,preso in giro. Ecco perché era così freddo,aveva messo su una maschera di perfezione,che in realtà era piena di crepe.
- Camus,non voglio farti del male.
-Non…Non ti credo Milo.
Il biondo si costrinse a guardarlo. Era sincero,e il greco lo era altrettanto.
-E allora torniamocene ad Atene.
Disse,e si alzò,senza aiutare il francese ferito.




Camus se ne stava semplicemente zitto,e camminava davanti. Le sopracciglia aggrottate,lo sguardo fisso sull’erba.
Milo anche se ne stava semplicemente zitto,e camminava dietro. Il volto inespressivo e gli occhi fissi sulla schiena del compagno.
E camminavano.
Il biondo aveva deciso di andarci piano con Camus. Era l’istinto a fargli scegliere così. Sapeva che,se non fosse andato di fretta il rosso avrebbe avuto un po’ più fiducia in lui,si sarebbe fidato un po’ di più,e chissà.magari avrebbe deciso che farlo con lui non sarebbe stata una scelta malvagia. Perché Milo lo desiderava troppo. Lo bramava troppo. Desiderava vederlo sospirare,gemere sotto le morbide carezze della sua mano,ma sapeva di dover aspettare.
Nel rosso regnavano sentimenti contrastanti,un po’ di delusione,dovuta da cosa non lo sapeva neanche lui,un po’ di contentezza,perché Milo gli aveva detto di non volergli fare del male…Ma ancora dubitava del compagno. Quindi non proferì parola per tutta la scarpinata.
Era sera ormai.
- Camus,accampiamoci qui.
Il francese scosse la testa e indicò una montagna,non troppo lontana:il Tempio.
-Entro mezzanotte saremmo arrivati.
Stavolta fu il biondo a fare di no con la testa.
-Considerando lo stato della tua gamba,e che stiamo andando davvero molto lenti,a mezzanotte non saremmo arrivati neanche alla casa dell’ariete. E non penso che Mu stia spettando appositamente noi.
Il rosso aggrottò le sopracciglia,e un lieve rossore si diffuse sul viso.
-Stai dando la colpa della nostra lentezza alla mia gamba?E per colpa di chi sono in questo stato eh?
Gli disse. Milo si limitò a fissare le iridi azzurre sull’erba. Sapeva che in fondo era a causa sua.
-E accampiamoci và.
Borbottò Camus,iniziando ad accumulare legna e paglia.





Faceva un dannatissimo freddo in quel bosco. Il fioco si era spento da poco,eppure si congelava. Che fosse Camus o meno Milo sarebbe morto assiderato. Quindi avvicinò il proprio cumolo di paglia a quello dell’altro cavaliere.
-Che c’è?
-Fa freddo.
Un po’ impacciato Milo,anche perché non era convinto del fatto che Camus sentisse o meno i freddo. Il rosso,che prima gli dava la schiena si girò,fissando le iridi su di lui.
-E allora?
-Ci sono due soluzioni al problema,credo. Uno,potresti far alzare un pò la temperatura...
Il rosso storse le labbra.
-Controllo i ghiacci non la temperatura,non posso farlo.
-Secondo…Dovremmo dormire stretti.
La luce pallida non illuminava abbastanza da far riconoscere a Milo il rossore che era apparso sulle gote di Camus,che aggrottò le sopracciglia nuovamente,e prima di girarsi dall’altra parte disse:
-E allora crepa assiderato.
Milo sorrise,e lo abbracciò,da dietro,stringendolo a se.
Non se l’aspettava,ma Camus era dannatamente caldo. A parte le sue mani.
-Merci becaoup.
-Si dice “Beacoup”,stupido.
Lo “stupido sorrise e si addormentò,abbracciando quel caldo cavaliere che dominava i ghiacci.





DarkArtist:Eheh,scusate il megaritardo! … Ho scritto questo capitolo tra una pausa e l’altra de “Curiosando i cortili del cuore” visto che lo stò vedendo sul PC…Capitolo corto e non troppo ricco,ma di certo ch’è già una scena un po’ più…Mh,vabbè,lasciamo perdere che è meglio…xDD. Arigatou gosaymasou a tutti quanti per avermi seguita fin qui! Non so per quanto ancora andrà avanti questa fic e nemmeno come…Quindi per ora aspettate impazienti (spero) il prossimo capitolo,e magari farò qualcosa di più decente! Lo so,sono lentissima e scrivo pochissimo,ma che ci posso fareeeee?? TOT…E finito quest’ultimo delirio vi lascio u.u Probabilmente avrete ancora l’amaro in bocca xD. Grazie di cuore a tutti/e.
  
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