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Autore: ARed    14/02/2016    1 recensioni
Bella ha 16 anni e nel giro di poche ore perde tutto, il suo fidanzato, la sua famiglia, la sua casa, rimane sola. Perché dentro di lei cresce il suo pesciolino.
A 25 anni si trasferisce a Seattle ed li che il destino gli farà rincontrare il padre del suo bambino..
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Capitolo 2 Bella

DENALI CLUB
GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2015


Io, Dan e Rose avevamo passato la mattinata a mettere a posto, vestiti,libri, fotografie e tutto ciò che avevamo portato da Chicago, tutti i ricordi dell’infanzia di Dan. I miei? Beh, se c’erano ancora, erano a Forks, o se no in qualche discarica dello Stato di Washington.
Quel pomeriggio sarei andata a fare la prova al bar, dove lavorava Rose quando andava all’università ed avrei lasciato Daniel alla vicina di casa, la cosa mi preoccupava.
<< Mamma, se io non gli piaccio>>, mi chiese Dan sul viale di casa, spesso a Chicago lo prendevano in giro per il fatto che non avesse un padre, aveva sempre paura di conoscere persone nuove.
<< Tesoro Ben non vede l’ora di conoscerti, credimi>>, lo rassicurò Rose. 
<< Va bene zia, andiamo>>, la adorava, di lei si fidava ciecamente.
<< Bravo il mio ometto! Sicuro, Rose, che non disturbiamo?>>, dopotutto io non la conoscevo, la mia ansia era giustificabile.  
<< Andiamo polente!>>, ci disse Rose attraversando la strada e raggiungendo la villetta di fronte alla nostra
<< Busso io!>>, annunciò Daniel mettendosi davanti a noi due con fare cavalleresco, adoravo quel suo lato del carattere.
<< A te l’onore!>>, prese un bel respiro e diedi due bei colpi alla porta bianca, pochi secondi dopo una ragazza mora aprì, doveva essere Jessica.
<< Tu devi essere il piccolo Daniel>>, disse con tono amorevole al mio bambino.
<< Si, sono io!>>, affermò Dan.
<< Piacere Daniel io sono Jessica e lui è Benjamin>>, si presentò Jessica indicandogli anche suo figlio, un bambino della stessa età di Dan, biondo e con un viso angelico.
<< Puoi chiamarmi Ben!>>, disse allungando la mano a Dan, che prontamente strinse, facendomi sorridere orgogliosa di quei due piccoli uomini.
<< Tu devi essere Isabella>>, disse rivolgendomi un sorriso.
<< Si e tu Jessica>>, le strinsi la mano e lei ricambiò, sembrava una persona di cui ci si potesse fidare, anche se la conosceva da pochi minuti, l’ansia cominciò a sparire.
<< Non so davvero come ringraziarti>>
<< Non mi devi ringraziare sono contenta che Ben abbia trovato un compagno di giochi. Sono tutti in la con l’età, qui!>>, era vero Rose mi aveva detto che era una zona old.
<< Per le sei veniamo a prenderlo, ora la porto al lavoro!>>, intervenne Rose.
<< Per me può restare quanto vuole, non è un problema>>, disse sorridendo lanciando un’occhiata amorevole ai due che chiacchieravano per i fati loro all’interno della casa. 
<< Allora ci vediamo più tardi e grazie ancora!>>, la ringraziai mentre lei rientrava dentro in casa.
<< A più tardi!>>, ci salutò. Io e Rose salimmo sulla sua macchina e un dieci minuti dopo raggiungemmo il bar.
Appena scesi mi ritrovai davanti ad uno di quei palazzi di lusso; << Tu questo lo definisci un bar?!>>, chiesi a Rose scandalizzata.
<< Quando ci lavoravo io era un po’ meno lussuoso>>, disse con una faccia da “io non so nulla”.
<< Si certo!>>, e chi le credeva? Io ero abituata a lavorare in bar dove ci andava la gente comuni, quello era sicuramente frequentato da gente ricca, colta, dall’alta società di Seattle, non andava bene per me.
<< Coraggio entriamo!>>, mi incoraggiò Rose prendendomi a braccetto e entrando nel bar, che come presumevo urlava lusso da ogni parte, probabilmente uno di quei tavoli di legno scuro, costava più di un anno del mio stipendio da insegnante. 
<< Rosalie!>>, ci venne incontro una donna dalla carnagione olivastra e dai lunghi e folti capelli corvini, che abbracciò con affetto Rose.
<< Carmen, che bello rivederti!>>, ricambiò la mia amica.
<< Anche per me tesoro. Questa bella signorina chi è?>>, puntando i suoi occhi neri a me.
<< È Isabella, la ragazza di cui ti parlavo qualche giorno fa>>, mi presento Rose.
<< Che bel nome, piacere sono Carmen Denali>>, disse allungandomi la sua mano ben curata, ora che la osservavo bene non sembrava la proprietaria di quel lussuoso bar, sembrava una persona semplice e non una di quelle altezzose che di solito frequentano quei posti.
<< Piacere mio, Isabella Swan, ma può chiamarmi semplicemente Bella>>, odiavo il mio nome completo, solo tre persone mi chiamavano così, persone che per me erano.. non dovevano essere ricordate, ecco.
<< Allora Bella, tu mi dai del tu e mi chiami semplicemente Carmen>>, disse con tono dolce regalandomi un sorriso.
<< Va bene Carmen>>, le sorrisi a mia volta
<< Ora che avete fatto conoscenza io scappo in ospedale. Bella sono qui per un quarto alle sei, ho solo poco visite questo pomeriggio, a dopo>>. Disse Rose avviandosi all’uscita.
<< Buon lavoro!>>, le augurai
<< Vieni Bella ti faccio fare un giro del locale>>, Carmen mi prese a braccetto e mi fece fare il giro del prestigioso Club Denali.
<< È tutto molto bello ed elegante, davvero>>, mi complimentai con Carmen, era un bel posto per chi amava quel determinato ambiente.
<< Grazie, ti presento mia figlia Kate>>, disse quando raggiungemmo il bancone in marmo. Kate era davvero una bella ragazza, non aveva nulla della madre, era bionda e dalla carnagione chiara, sembrava che non avesse mai visto il sole in vita sua.
<< Piacere Isabella>>, mi presentai, stringendole la mano.
<< Piacere Kate>>, ricambiò.
<< Il compito di Kate è quello di preparare le ordinazioni, il tuo sarà quello di prendere gli ordini, portargli a Kate e poi servire quello che ti hanno chiesto>>, mi spiego Carmen, con molta calma e professionalità. Aveva un fare molto materno.
<< Posso fare tutto ciò che vuoi davvero, se devo pulire o riordinare a fine turno lo faccio>>, ero abituata a svolgere più di una mansione alla volta.
<< Di questo non ti preoccupare, ci sono le ragazze addette alle pulizie. Tu devi fare solo quello che ti ho detto. Rosalie mi ha detto che hai lavorato molto come cameriera e per questo che ti ho assunta ancora prima di vederti!>>, mi rassicurò, avrei fatto una statua alla mia migliore amica.
<< Davvero non so come ringraziarti Carmen>>, ed anche a lei.
<< Cominciando a lavorare, mettiti questo grembiule per oggi, domani ti porto la divisa. Tra cinque minuti si apre.
Mi misi il grembiule nero, e poco dopo Carmen aprì il locale, un filo di agitazione mi colpì.
<< Pronta alla giungla?>>, mi sussurrò Kate facendomi sorridere.
<< Pronta!>>, risposi come un lottatore che sale sul ring.
Il pomeriggio passò in fretta, mi ero sbagliata sul tipo di clienti del locale, c’era molta gente comune, oltre ad avvocati e uomini d’affari. Con Kate mi trovavo benissimo, Carmen ogni tre per due mi si avvicinava chiedendomi se avevo bisogno di qualcosa e se andasse tutto bene, era piacevole stare li.
Puntuale come un orologio svizzero alle 5:45 pm, Rosalie arrivò. 
<< Eccomi, allora come è andata?>>, chiese sedendosi al bancone. 
<< Ciao Rose, è andata benissimo, a te?>>, le risposi entusiasta.
<< Bene.. Allora Carmen com’è questa ragazza?>>, chiese con tono da ispettore, facendo ridere Kate e me.
<< Se non fosse un’insegnante che lavora al mattino la assumerei per tutto il giorno, e se non fosse illegale la rinchiuderei qui!>>, mi mise in imbarazzo Carmen, avevo semplicemente svolto il mio lavoro, nulla più. 
<< Fossi in te avrei paura Bella!>>, mi prese in giro Kate e tutte cominciammo a ridere di nuovo.
Rosalie si alzò ed io mi tolsi il grembiule posandolo nel cassetto che mi aveva indicato Kate, sotto il bancone.
<< Noi andiamo!>>, disse Rose prendendo la borsa.
<< Si, a domani, e grazie Carmen e Kate di tutto>>, dissi sincera.
<< A domani, buona serata>>, ci salutò Carmen prima di rispondere al telefono che squillava.
<< A domani, è bello lavorare con te>>, disse Kate salutandomi con la mano.
<< Altrettanto, buona serata!  
Io e Rose uscimmo dal locale e salimmo sulla su auto, che era parcheggiata a pochi metri dall’entrata.
<< Mi piace Carmen ed anche Kate, sono state molto gentili con me>>, le dissi mente lei percorreva le strade di Seattle.     
<< Hai ragione sono stupende, le hai detto di Daniel?>>, no che non l’avevo fatto!
<< No! Sai quante volte m hanno licenziato dopo che dicevo loro che avevo un figlio>>, per molti avere un figlio a carico era un grosso problema, e non ci mettevano molto a licenziarmi, con la più banale delle scuse: siamo in troppi, i clienti non sono soddisfatti, ecc.. 
<< Loro lo sanno..>>, cosa?
<< Rosalie! Ora mi cacceranno!>>, addio bel lavoro.
<< Mi è scappato! Non ti preoccupare hanno preso benissimo la notizia, e si sono complimentate del fatto che sei riuscita a crescerlo da sola senza il suo papà>>, si era salvata in corner.
<< Non me lo nominare, ti prego!>>, non tolleravo che lo si nominasse, per me era morto.
<< E chi ha nominato chi?! Non mi hai mai detto nemmeno come si chiama!>>, era vero non avevo detto il suo nome a nessuno, neanche Dan sapeva il nome del suo papà, volevo cancellarlo dalla mia vita.
<< Per il semplice fatto che l’ho voluto cancellare dalla mia vita>>.
<< Dan ha il diritto di conoscere suo padre..>>, Rose insisteva con questo da anni, ma non sarei stata io di certo a fare il primo passo, non dopo che se ne era andato dicendomi..
<< Un padre? Cioè colui che se ne andato senza nemmeno affrontarmi, che mi ha lascito con un messaggio?!>>, uno squallido messaggio, dopo quasi nove anni, se ci ripensavo il mio odio verso di lui saliva.
<< Hai ragione scusami>>, concluse Rose, sapeva che non era di certo tra i miei argomenti preferiti.
Passammo da Jessica a prendere Dan, la ringraziai molto, e le volevo pagare le ore nelle quali aveva badato a Dan, ma lei rifiutò categoricamente, dicendomi che i due ometti si erano divertiti e che avevano legato subito. Ero felice, Dan ci impiegava sempre un po’ prima di aprirsi con le persone, con Ben gli era bastato un pomeriggio, invece.
<< Io e Ben ci siamo divertiti un mondo, ha tantissimi giochi, anche lui ha la PSP, sai mamma? E gli piace il basket e sua madre ha detto che domani pomeriggio ci porta la parchetto!>>, disse tutto d’un fiato, mentre guardavamo la Tv tutti insieme in salotto.
<< Tesoro respira, sono felice che ti sia divertito>>, lo riprese Rose.
<< È tardi, va a lavarti i denti e a metterti il pigiama. Poi vengo a darti la buonanotte>>, gli ordinai io, la strega cattiva, come mi chiamava quando gli dicevo di andare a nanna.
<< Va bene mamma, buonanotte zia Rose!>>, il mio bambino baciò entrambe e Sali nella sua cameretta, dopo pochi minuti anche Rose ed io ci alzammo. Era stata una giornata lunga per entrambe. Prima di entrare in camera mia, raggiunsi quella di Dan, che già era sotto le coperte.
<< Buonanotte angelo mio..>>, gli dissi baciandoli la fronte, odiava essere baciato sulle guance il mio ometto.
<< Buonanotte mamma>>, rispose chiudendo i suoi occhi verdi, uguali a quelli di suo padre, e quello era uno dei motivi per il quale non riuscivo a cancellarlo dalla mia testa, Dan era la sua fotocopia. 

Ciao, davvero non so come ringraziare tutte le persone che hanno letto il primo capitolo di questa nuova storia, spero continui a piacervi.
Nel prossimo capitolo si spiegheranno molte cose..
Ditemi quello che pensate, un bacio AlmaRed, alla prossima..


   
 
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