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Autore: Recchan8    14/02/2016    1 recensioni
Dal testo:
"Annuì lentamente, pensando a quanto potenziale avesse quella ragazza. Socchiuse gli occhi e si trattenne dallo scoppiare a ridere. Lanciò un'occhiata a Hylia e si passò la punta della lingua sulle labbra. Si immaginò la sua pelle candida come la neve striata di un bellissimo rosso scarlatto e i suoi occhi verdi sbarrati, rivolti verso di lui in una silenziosa preghiera. Hisoka, allo stesso tempo, si sentiva attratto e minacciato da quella misteriosa ragazza. Sì, si sarebbe divertito molto con lei.
-E una volta che sarà diventata una manipolatrice del sangue, una degna avversaria... la ucciderò-.
Genere: Azione, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hisoka, Nuovo personaggio
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Hylia, con indosso solo l'accappatoio, spalancò con un calcio la porta del bagno, si tagliò il palmo della mano col pendente da cui non si separava mai e lanciò con rabbia il coltello che aveva appena plasmato. Hisoka, seduto sulla poltrona a leggere un libro, alzò una mano, e il coltello andò a conficcarsi nella carta che il pierrot stringeva tra due dita. Il ragazzo era rivolto di spalle e non si mosse di un centimetro, se non per cambiare pagina.
-”Tu!”- gridò Hylia lanciandogli un altro coltello. Hisoka lo schivò chinando il capo verso sinistra. -”Come ti sei permesso?!”-.
L'Hunter chiuse il libro e lo posò sul bracciolo della poltrona. Si voltò verso la giovane e sorrise sornionamente. Si era infilato una vestaglia lilla e sul suo volto non c'era traccia né della stella, né della lacrima; i capelli umidi gli ricadevano in parte sugli occhi di quel colore assurdo.
-”Perché, ti ha fatto schifo?”- la spiazzò.
Hylia boccheggiò, non sapendo come rispondere. Ovviamente non le aveva fatto schifo, anzi... La sensazione delle mani di Hisoka che le stringevano i seni le ritornò in mente e Hylia si ritrovò ad arrossire e a chinare il capo.
-”Appunto”- disse Hisoka facendo spallucce. -”Preferisci ordinare la cena in camera o andare al ristorante?”- le domandò.
Hylia strinse i pugni lungo i fianchi e serrò la mascella, indignata.
-”Preferisco mandarti in culo!”- sbraitò, e si chiuse in bagno.
Hisoka scosse la testa e sorrise, passandosi poi la punta della lingua sulle labbra.
-”Se il culo in questione è il tuo, mi va più che bene!”- sghignazzò.
Hylia, il sangue che le ribolliva nelle vene dall'odio, attese che Hisoka se ne andasse a cenare da qualche parte per uscire dal bagno. Gettò con rabbia l'accappatoio nella cabina armadio, indossò un paio di slip e si infilò la maglia oversize che usava come pigiama. Non si curò nemmeno di asciugarsi i capelli col phon. Si sedette sul divano, portandosi le gambe al petto e nascondendo il viso tra le ginocchia. Come aveva potuto farsi manipolare in quel modo da Hisoka? Perché non era riuscita a liberarsi dalle sue mani? Di sicuro agli occhi del pierrot doveva apparire come un semplice passatempo, una fonte di divertimento e di piacere sessuale. Quel ragazzo era un maniaco, un pazzo, un sociopatico, un... Si passò pesantemente una mano sul volto e sospirò rumorosamente. Digrignò i denti, lasciandosi poi sfuggire un grido impregnato di rabbia, e si tagliò il palmo della mano destra. Usò la katana di sangue per fare a brandelli i due cuscini adagiati agli angoli del divano, infierendo più e più volte sull'imbottitura di questi.
-”Figlio... di... puttana!”- mormorò a denti stretti, scandendo ogni parola con un affondo.
Una volta che ebbe disintegrato i cuscini, gettò la katana contro la porta della camera: un'enorme macchia di sangue iniziò a colare e a gocciolare sulla moquette bordeaux. Hylia non se ne curò e manipolò una serie di coltelli che prese a lanciare contro la parete dietro al grande tavolo rotondo. Presto il muro venne ricoperto da numerose macchie scarlatte.
Se non si fosse data una calmata avrebbe rischiato di distruggere la camera.
Chi cazzo se ne frega della camera!”, pensò piantando un pugnale nella moquette e osservandolo mentre si scioglieva. Immaginò che al posto della moquette ci fosse Hisoka e vi conficcò con più forza un secondo pugnale. Si tirò su in piedi, si passò il dorso della mano sulla fronte e si guardò attorno, compiacendosi del lavoro compiuto. Al suo ritorno il ragazzo-pierrot avrebbe trovato una bella sorpresina ad attenderlo.
Hylia si ritenne finalmente soddisfatta del suo operato. Sfogarsi in quel modo le aveva fatto bene. Coi poteri del suo Nen fu in grado di accelerare la coagulazione del sangue e la ferita che si era inferta nel palmo della mano si chiuse. A piedi scalzi, facendo attenzione a non camminare sulle pozze di sangue disseminate per la stanza, raggiunse il letto; gettò uno dei due cuscini per terra e si sdraiò al centro del materasso a due piazze, come a voler dire “E' tutto mio, non c'è posto per te”. Erano solo le sette e mezza di sera ed era a stomaco vuoto, ma a Hylia non importava. Tirò le tende, spense le luci e si infilò sotto le coperte, mandando un'ultima volta a quel paese Hisoka.

 

 

Hisoka premette il pulsante che indicava il piano dov'era situata la sua camera e fissò svogliatamente le porte dell'ascensore chiudersi. Incrociò le braccia al petto e attese pazientemente.
Per cena era tornato nello stesso ristorante in cui aveva pranzato con Hylia. La cameriera bionda era sempre lì, come se avesse aspettato tutto il giorno il ritorno del ragazzo dagli occhi di gatto. Sul momento Hisoka se ne era compiaciuto, ma dopo averla osservata meglio si era accorto che non valeva la pena perdere tempo dietro a un'oca del genere: non era un Hunter, non sapeva padroneggiare il Nen, non costituiva un degno avversario. Aveva un bel corpo, certo, ma quindi? Anche Hylia lo aveva. Anzi, quello di Hylia era di gran lunga migliore.
Le porte dell'ascensore si aprirono e Hisoka, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni, percorse il corridoio fischiettando. Svoltò un paio di volte fino a raggiungere la propria camera.
Chissà cosa sta facendo...”, si domandò passando la tessera magnetica nella fessura adibita a serratura.
-”Sono tornato, swee...”-. Le parole gli morirono in gola quando, grazie alla luce proveniente alle sue spalle, intravide una pozza di sangue sull'uscio. Facendo attenzione a non camminarci sopra, entrò nella camera e si chiuse la porta alle spalle, notando che anche quella era sporca di sangue. Accese la luce e uno spettacolo che da molti sarebbe stato definito “inquietante” si parò davanti ai suoi occhi: la moquette, le pareti, il divano e le poltrone erano macchiati di sangue; due cuscini fatti a pezzi erano abbandonati per terra, così come uno dei due cuscini da letto.
-”Oh”- fu il commento di Hisoka. Il pierrot scosse lentamente la testa e trattenne una risata, recuperando da terra i resti dei due piccoli cuscini e posandoli sul divano. Sorrise beffardamente, pensando al fatto che Hylia si fosse comportata esattamente come un cucciolo che fa gli spregi al padrone. Passò accanto al letto, meravigliandosi un poco che la ragazza non si fosse svegliata a causa della luce; probabilmente l'aver usato tutto quel sangue l'aveva sfinita. Hisoka si spogliò e rimase con solo gli slip addosso. Andò in bagno e cominciò il suo solito rituale della sera: sciacquarsi i capelli per togliere il gel, struccarsi, lavarsi i denti, togliersi...
Si bloccò, una mano tra le scapole pronta a staccare il telo che, grazie al suo Nen, portava sempre attaccato alla schiena. Hylia lo aveva già visto; la scomparsa di un tatuaggio di quelle dimensioni non sarebbe passata inosservata. Hisoka non sapeva nulla di quella ragazza, e perciò non poteva permettersi che la sua copertura saltasse a causa sua. Decise di lasciare il telo con sopra disegnato il ragno della Brigata Fantasma dov'era, e uscì dal bagno, pronto ad andare a dormire.
Oh, non starà facendo sul serio...?”, si domandò divertito mettendosi le mani sui fianchi e osservando la figura di Hylia stesa nel mezzo del letto. La ragazza, avvolta nelle coperte, era sdraiata su un fianco, rivolta verso la finestra a nastro; i lunghi capelli mossi erano ancora un poco umidi. Si sedette sul bordo del letto e seguì con lo sguardo la curva dei fianchi di Hylia. Se le avesse tolto le coperte di dosso se ne sarebbe accorta? Si sarebbe svegliata? Hisoka tese una mano ma la ritrasse subito dopo; non aveva voglia di sorbirsi le lamentele isteriche di quella ragazza. Lanciò un'occhiata al divano e fece schioccare la lingua. Dormire lì sopra? Non se ne parlava nemmeno. Recuperò da terra il cuscino, lo sprimacciò un poco e lo gettò sul letto, seguendolo poco dopo. Spense le luci e volse le spalle a Hylia, preparandosi mentalmente alla giornata successiva.

 

 

 

   
 
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