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Autore: marta_cr_cullen92    15/02/2016    1 recensioni
"Hermione ha sempre avuto la testa sulle spalle e la situazione sotto controllo. leggeva e studiava per avere sempre nuove situazioni sotto controllo ma ci sono cose che non si possono "imparare". l'amore è una di queste"
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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È un… grosso uccellino?!

...Quanto fa male la Maledizione Cruciatus?”

Secondo te? Se è senza perdono ci sarà un motivo, no!aveva ribattuto subito la ragazzina di serpeverde.
Dipende da chi la lancia!rincalzò un ragazzo più grande.
È vero che porta alla follia?” chiese un altro ragazzo ancora.
Avete tutti ragione.” aveva concluso Hermione “Voldemort, dicono avesse un cruciatus micidiale. Inarrestabile. Terribile, che portava alla morte. Bellatrix Lestrange gli era seconda. Provava vera gioia nel vederti contorcere sotto il suo potere. Sottostare troppo a lungo a questa maledizione ti può portare alla follia irreversibile.” temeva questo argomento più di ogni altro, l'aveva preso alla larga, eppure, parlare con questi ragazzi la faceva sentire bene. Sapere che erano loro a volerlo sapere e non lei a volersi liberare di un peso la faceva sentire meglio. Ne aveva parlato con Harry, con Ginny. Persino Ron si era reso conto che non stava superando quel trauma; ma si sentiva in colpa, Hermione, sentiva di causare altro dolore raccontandolo e così non ne aveva più parlato, non l'aveva più riportato a galla consciamente.
Sì ma, come è il dolore del cruciatus?”
Smettila Nikolas, non vedi che sta piangendo?”
Hermione non si era accorta di piangere e cercò di sorridere al ragazzo “Sono solo ricordi. Non ricordo tutto il male effettivo che fa il cruciatus di Bellatrix, la nostra mente ci protegge dimenticando; ricordo ad esempio che il primo è il più doloroso perché la tua condizione fisica cambia radicalmente. Come se ti stritolassero con la corrente elettrica. La senti dentro, nelle ossa, nella pancia, ma anche fuori, come se tutta la pelle venisse ustionata contemporaneamente. Temi di non poter più respirare. Non sai se ti trovi in piedi o sdraiata o a testa in giù. Speri solo che finisca ed anche di non farti troppo male cadendo o sbattendo quando smetterà. Ricordo anche la risata profonda di quella... donna orribile, era come se insieme all'incanto percepissi il suo smisurato godimento nel vedermi così vulnerabile. Senza bacchetta. Senza respiro. Ricordo di non aver gridato o fatto parola per tutti i crucio. Solo quando mi ha marchiato, all'ora, ho gridato. Ogni tanto le sogno ancora le mie grida. Non avevo mai gridato così, in quel modo.”
Nella stanza era sceso il silenzio, si sentiva solo qualche singhiozzo della piccola serpeverde.
Come ti chiami piccola?”
Natalie McDonald e ho quindici anni. Non mi sono imbucata contro le regole, davvero.Era una serpeverde alquanto singolare.
Ti credo. Non voglio che tu pianga, ok? Io piango perché ho tanti ricordi. E ho ricordi anche molto belli di quel periodo, ok-” non aveva finito la frase che la sedia vuota nell'angolo si era sbilanciata fino a cadere all'indietro. Poi la porta era stata spalancata e lasciata rimbalzare sui cardini cigolanti.
Hermione l'aveva visto ancora ed ormai ne era sicura, quello sfarfallio rasoterra, qualcosa di disilluso che si muove. Con la bacchetta aveva chiuso la porta e raddrizzato la sedia. Poi aveva ripreso il discorso da dove si era fermata: i bei ricordi, i suoi amici, tagliarsi i capelli a vicenda, la tenda, la borsa di perline…

Dal fidanzamento Potter-Weasley erano passati due mesi e la Stanza delle Necessità preparava sempre la sedia vuota ma Hermione non aveva più visto niente. Era certa che qualcuno entrava e usciva con su il mantello di Harry e avrebbe scoperto chi.

I primi giorni di marzo erano ancora freschi, Hermione, Harry, Ron e Ginny erano andati a fare un salto da Hagrid. Con grande sorpresa e piacere incrociarono sul portone d'ingresso Neville che aveva appena portato novità e saluti alla preside, la professoressa McGranitt. Lungo il sentiero per la capanna rimasero in silenzio, con il naso dentro le sciarpe per l'aria, ma una volta al caldo, con il tè di Hagrid davanti, Neville raccontò moltissimo sull'accademia di botanica che stava frequentando in Galles, vicino Liverpool. Non era l'unico proveniente da Hogwarts.
Sulla via del ritorno però, l'aria aveva portato all'orecchio di Hermione un pigolio triste. Lasciò che i ragazzi tornassero al castello mentre lei e Ginny deviarono la strada.
“Secondo me te lo sei sognata” continuava a ripeterle Ginny
“L'ho sentito anche prima ma pensavo fosse un normale suono della natura sai… è pieno di alberi qui!”
“Fa un freddo cane qui dai… torniamo dent- aspetta! Senti?”
“Te l'avevo detto!”
Ginny aveva fatto solo quanche metro “Guarda… è un... grosso uccellino?”
“Macchè grosso uccellino! È il piccolo di un'aquila! Non lo riconosci?” Hermione stava cercando di capire come raccogliere da terra il cucciolo che doveva avere parecchie ossa rotte. “Se non vola via non può usare le ali e senza ali avrebbe potuto zampettare...”
“Perchè dovrei riconoscerlo?”
Hermione fissò l'amica. “No no, mi sono sbagliata, l'ho visto su un libro e... dai, portiamolo da Hagrid, lui saprà curarlo.”
Non era pensante ma non volevano spaventarlo così, con la magia gli avvolsero intorno una sciarpa e lo fecero levitare da Hagrid.
“Ginny, vai pure dai ragazzi.”
“Ok, non farti beccare! Sembra capace di staccarti un dito quel coso!” Ginny davvero non aveva riconosciuto in quel cucciolo il rapace di Malfoy. Non era sicura che fosse davvero di un'aquila, avrebbe potuto essere di un falco, ma di sicuro era quello di Malfoy. Non capita spesso di vedere un postino così all'ora della posta!

“Ha una lettera alla zampetta, vedi Hermione?” Hagrid era speciale con le creature. Hermione non si sentiva così libera di toccarlo e girarlo come faceva il gigante.
“Quando lo avrai curato la consegnerà, spero.” Hermione non aveva detto di chi fosse il piccolo, temeva che Hagrid si rifiutasse di curarlo.
“Per me vuole darla a te. Vedi come allunga la zampetta?”
Hermione lo guardava poco convinta. Gli occhi dell'animaletto erano rivolti a lei ma che fosse lei il detinatario? Infondo era di Malfoy. All'ungò la mano e sflilò la lettera ripiegata.
“Mh, ok. Io vado. Fammi sapere come sta”
“Certo Hermione, non preoccuparti!”
Appena fuori dalla porta, prima di rimettersi i guanti, dischiuse la lettera una volta e vi trovò effettivamente scritto
 
Hermione Granger
Torre di Grifondoro





La Sala Grande, quella mattina, era illuminata da un meraviglioso sole: primavera.
E di conseguenza il Ballo di Primavera. Le ragazze più carine erano quasi tutte già state invitate e tra le altre scorreva l'agitazione e la speranza di trovare un accompagnatore.
Era l'ora della posta e quel giorno Hermione non ricevette la Gazzetta del Profeta, dato che preferiva riceverla un giorno su tre o non sarebbe riuscita a finire di leggerla per intero, ma solo un biglietto di Hagrid:

il piccolo sta bene, si è affezionato alla sua cassettina e alla sua copertina
se vuoi lunedì a cena te lo porto
Hagrid

Era un po' giù di corda in quei giorni, e malmostosa, e fiacca, e forse anche nervosa. Una compagna di corso le aveva suggerito di trovarsi un bell'accompagnatore per il ballo. Questo ti tirerebbe un po' su il morale, sono due giorni che ti vedo un po' giù!
Non era ovviamente quello il motivo e si era limitata a risponderle con un sorriso. Quel fine settimana avrebbe voluto andare all'Accademia Auror per vedere come se la passavano i ragazzi ma Ron non c'era e voleva lasciare Harry e Ginny un po' da soli. Poi voleva approfittarne per fare un giro in città: un libro nuovo, un nuovo smalto, i biscotti a topolino semi-vivi per Grattastinchi... Stava pensando all'ultima volta che era andata a fare compere con Ginny per Natale, quando vide un gufo della scuola fermarsi da Malfoy.
Non voleva prestarci troppa attenzione, non voleva attirare lo sguardo su qualcosa che avrebbe dovuto essere normale ma Kevin Witby, tassorosso del quinto anno, dal suo tavolo urlò.
“E anche Malfoy si abbassa ad usare un gufo qualsiasi! Cos è? Il tuo ha perso una piuma? Si è sbeccato un'unghia? Io chiederei a papino di comprarmene un altro, ah no… non può!” ma in Hermione era scattato qualcosa e lei era scattata in piedi.
“Scusami tu! - si era messa a gridare - Sì tu, tassorosso. Hai qualche problema? Perchè se hai un problema con Draco, hai un problema anche con me ed io faccio Granger di cognome!” poi aveva agguantato la borsa di perline ed era andata in cortile. Dio che giornata del cavolo… potessi usare la mia GiraTempo me ne starei a dormire tutto il giorno e poi...
Draco non era male. Era una persona complicata, cresciuta rigidamente, impossibile da piegare, intelligente, arguta. Rispetto all'anno scorso aveva anche una bella cera. Era discretamente bello. Non erano amici, lui ed Hermione, però non erano nemmeno più nemici. Erano… conoscenti. Ogni tanto si guardano e si facevano un cenno con il capo. Se la sorte li metteva insieme nei compiti o in Pozioni o Incantesimi parlavano, comunicavano come due persone educate.
Mai discusso di cose futili o personali. Mai chiamati per nome.
“Hey tu! Che di cognome fai Granger!” la vergogna le stava colorando le guance e la faceva pentire della scenata di prima in Sala Grande.
Malfoy la stava chiamando. E inseguendo, dato che non aveva smesso di camminare. “Spiegami un po' la tua uscita di prima.” l'aveva raggiunta e le si era fermato davanti. Non sembrava arrabbiato.
“Niente. È una giornata no e mi sono girate” scocciata, glielo aveva detto guardandolo dritto negli occhi come a chiedergli “Sfidami dai! Che questa settimana ho il ciclo e sto da schifo e non-”
“Oh. Oh. Oh. E così, anche a te, girano?! -aveva una strana espressione sul volto- Poverina, deve essere difficile per una a cui va sempre tutto perfetto, con voti perfetti e amici perfetti e permessi d'uscita perfetti. Vero?” sembrava che Draco avesse colto la sfida ma si era sbottonato troppo con la persona sbagliata. Forse.
“Permessi d'uscita perfetti? Scusa?!” si era forse persa qualcosa?
“Niente. Lascia stare.”
“No. No. Te lo scordi. Mi devi un favore.” Draco si chiese per un attimo di cosa stava parlando. Aveva creduto più di una volta che lei si fosse accorta di lui nella Stanza delle Necessità e pensava si riferisse al fatto di non averlo mai smascherato; ma Hermione aveva quello sguardo fiero di chi sa di potersi permettere di usarlo a comando, di chi ha la ragione dalla sua sempre e questa era una cosa che Draco le invidiava. Lui l'aveva usato quello sguardo ma non ne aveva avuto il diritto ed ora si stava lasciando affascinare sempre più da quella Strega e dalla sua capacità di farlo sentire suo pari nonostante tutto. Aveva lo sguardo fisso su di lei. Cercava di far funzionare i pochi neuroni rimasti ma si era un tantino imbambolato, a guardarla. L'anno prima non l'aveva mai vista se non quando era stata catturata e, più tardi, durante la battaglia ma dagli ultimi due anni era cambiata parecchio. Era cresciuta. Anche se era rimasta piuttosto mingherlina aveva nervo. A lezione impugnava la bacchetta e si chiedeva come facesse a non romperla tanta era la pressione che esercitava. Incantesimi Curativi e di Difesa a Zona: chissà quali ricordi riaffioravano. E quella orrenda borsa rossa con le perline tintinnanti...
Malfoy… capisco il mio essere tremendamente sexy con questa gonna a pieghe e questo maglioncino rosso e grigio un po' infeltrito ma, ti prego, chiudi la bocca o entreranno le mosche.” Hermione era decisamente “diventata grande”. E gli stava ammiccando.
“Scusa” Draco era scappato via un pochino a disagio. Temeva che lei si fosse accorta del suo fissarla spesso ultimamente, o peggio temeva che gli avesse letto la mente.
Hermione era attonita. Le aveva chiesto scusa. Primo: si domandava che cosa avesse fatto. Piuttosto relativa come questione visti i loro precedenti. Secondo: la parola scusa non sembrava essere fatta per essere pronunciata da lui.
Si era accorta di essere rimasta immobile ed inebetita al centro del cortile così prese un corridoio a caso.















Natalie McDonald: J. K. Rowling afferma che è un tributo ad una sua omonima della vita reale
Natalie rappresenta per me... 
Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro
(Umberto Eco)
ed anche di
Chiunque dica che abbiamo una sola vita per vivere non ha ancora imparato a leggere un libro.
(Anonimo)
e di
Amo chi legge. E leggo chi amo.
(valemille, Twitter)




Grazie mille a chi mi ha messo tra le preferite e chi segue questa mia storiella!
È stata un'emozione sapere di voi!
Marta

   
 
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