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Autore: Arya Tata Montrose    15/02/2016    2 recensioni
Anche quest'anno ritorno alla carica con la mia seconda Gajevy Week. L'anno scorso avevo tentato un approccio con delle storie slegate mentre queste avranno un filo conduttore e saranno in ordine cronologico. Hanno un contesto preciso: il loro viaggio fino a trovarsi al Concilio e il mutare delle loro sensazioni.
Buona lettura!
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✤ 31th Jan – Bonus Day One – Differences
✤ 14th Feb – Day One – Blanket
✤ 15th Feb – Day Two – I love you
✤ 16th Feb – Day Three – Childhood
✤ 17th Feb – Day Four – Forbidden
✤ 18th Feb – Day Five – Council
✤ 19th Beb – Day Six –
✤ 20th Feb – Day Seven –
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gajil Redfox, Levy McGarden
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gajevy Week 2016
15th February
[ Day Two]

 
love you
 




 
Per quanto Gajeel ricordasse, non aveva mai scambiato nemmeno una parola di saluto con Reedus. Di lui, conosceva solo il nome, il fatto che fosse davvero bravo a dipingere e che dopo i sette anni che lui aveva trascorso a Tenrou era visibilmente dimagrito.
Quando l’aveva incontrato alle porte Nord della città, Gajeel e Panther Lily gli avevano rivolto solo un cenno di saluto prima di muoversi verso la soglia che avrebbe significato un nuovo inizio — inizio di un viaggio che li avrebbe riportato proprio lì, a Magnolia, tutti insieme. 
Reedus però li aveva fermati prima che la attraversassero.
«Gajeel, Panther Lily.» li aveva chiamati e si era mosso per raggiungerli. «Prima che ve ne andiate, ho qualcosa da darvi. Pensavo di farlo ieri, ma non vi ho visti in giro.» aveva detto, a mo’ di spiegazione. Si mise a frugare nel suo zaino sotto gli sguardi un po’ scettici e un po’ curiosi del Dragon Slayer e dell’Exeed, alla ricerca del fantomatico oggetto che doveva recapitargli.
Reedus aveva poi estratto dal grande zaino verde prima un blocco da disegno, di quelli con i fogli staccabili e bianchi, l’aveva sfogliato un po’ e l’aveva richiuso e riposto con cura, poi una cartelletta nera, con tanto di elastico a chiuderla.
«Qui ci metto i disegni finiti.» aveva blateratoaprendola e frugandovi dentro con cura. «Mentre eravate via ho passato molto tempo a ritrarre tutti voi, sapete? Volevo darvi i vostri.»
Panther Lily aveva ringraziato, un po’ sorpreso, mentre Gajeel era rimasto in silenzio, a fissare Reedus a braccia conserte, stoico come al solito e con un’espressione neutra, impassibile — se proprio si doveva interpretare, sarebbe risultata al limite della minaccia — sul volto.
Lily si era già tolto lo zaino dalle spalle per cercare una qualche busta che potesse contenere i disegni senza stropicciarli troppo — come cercare un ago in un pagliaio, anzi, peggio — che l’artista gli aveva consegnato l’intera, voluminosa, cartellina. L’Exeed fu costretto ad assumere la forma di Edolas per poterla sollevare dato che Gajeel non aveva mosso un dito. Non pareva molto contento di perdere del tempo che avrebbe potuto passare ad allenarsi. Lily lo capiva, c'era una persona da proteggere a tutti i costi — e magari anche da raggiungere. 
«Tutti questi? Cioè, tutta la cartelletta?» aveva chiesto Lily.
«Sì, ne ho fatti davvero molti su di voi.» fu la risposta, omettendone il motivo. Reedus aveva preso di nuovo il suo zaino, controllando nuovamente di non aver tralasciato nulla e ne tirò fuori un quadernetto ad anelli, ricolmo di fogli scritti molto fitti in una calligrafia minuta e ordinata. Lo aveva sfogliato veloce fino ad un separatore, datato a sette anni prima. Aveva quindi controllanto la sistemazione di ogni disegno, per sincerarsi che ci fossero davvero tutti, quelli che doveva dare, in quella cartellina nera. Nessuno sapeva quando si sarebbero incontrati di nuovo, quindi Reedus voleva fare le cose per bene.
«Sono tutti lì, a posto.» borbottò, rimettendo il quadernetto nello zaino. «Alla prossima?» domandò e gli altri due, anche Gajeel, rimasto fermo fino ad allora, annuirono. «Alla prossima.»
Ognuno aveva messo via le proprie cose e  si erano allontanati, ognuno per la propria strada.
 
Gajeel si presentò davanti al bancone della locanda dicendo alla receptionist che erano in due e che sarebbero ripartiti la mattina dopo. La donna, già spaventata dal suo aspetto tutt’altro che rassicurante, sussultò e, quasi tremante, gli consegnò le chiavi della stanza, rifugiandosi poi dietro ad una collega. 
Mentre si avviavano verso la stanza per posare i pochi bagagli, Lily fece in modo di farsi notare mentre scuoteva la testa, contrariato dal comportamento dell’amico poco prima, venendo del tutto ignorato.
In quel momento, voleva solo scendere al bar e farsi un boccale di birra. Magari anche due o tre. 
Ad un mese dalla partenza, Gajeel sentiva un forte bisogno di menare le mani senza un obbiettivo ben preciso, la classica vecchia rissa che a Fairy Tail non mancava mai. Se qualche anno prima un qualche idiota avesse detto che gli sarebbe mancata la sua Gilda o una persona, Gajeel gli avrebbe riso in faccia e, molto probabilmente, la faccia gliel'avrebbe anche spaccata. Ora, invece, sentiva la mancanza di tutte quelle serate o pomeriggi a far nulla al bar di Mirajane, a masticare chiodi mentre Levy leggeva, a litigare per le cose più stupide con Fiammella e Ghiacciolo. Si sarebbe fatto torturare piuttosto che ammetterlo, ma sì, gli mancavano, perfino Erza che li conciava per le feste quando la disturbavano troppo o le facevano cadere la torta.
Lily lo salutò e gli disse che sarebbe andato a farsi un bagno, visto che da quando erano partiti che non se ne facevano uno e, appunto, gli consigliò di seguire il suo esempio.
«Dopo.» fu la secca risposta e Panther Lily, scrollate le spalle, si chiuse in bagno.
Galee sbuffò e aprì la porta che conduceva al corridoio. Prima di chiudersela alle spalle e andare a prendersela davvero, quella birra, l’occhio gli cadde sul letto, dove erano malamente buttate la sacca sua e quella di Lily. Quest’ultima era un po’ rovesciata e, nella penombra, Gajeel riuscì a distinguere il profilo della cartellina che gli aveva dato Reedus. Con una falcata raggiunse il letto e l’agguantò, dirigendosi poi al bar.
Nemmeno sapeva perché l’aveva presa, quella cartellina ma ora, già che ce l’aveva lì, decise di aprirla. Fece cenno alla barista di portargli da bere mentre sfogliava tutti i disegni riposti con ordine. Erano sistemati per numero di creazione – spaventosamente alto, per alcuni – con segnata la data e i soggetti ritratti, a volte con delle specifiche. Gajeel li sfogliava lento, sorseggiando dal boccale appena arrivato. La prima parte del plico, ritraeva sostanzialmente lui che masticava chiodi, che faceva a botte con gli altri maghi della Gilda, Lily che svolazzava, a volte con Charles ed Happy, lui che scherzava con Juvia o Mirajane. Scene di tutti i giorni che strapparono a Gajeel un mezzo sorriso — che sarebbe dovuto essere un sorriso, ma è di Kurogane che parliamo. Ce ne saranno stati un centinaio, ma Gajeel dovette ammettere che Reedus era stato davvero bravo a cogliere le situazioni  e a trasportarle su carta. Sul retro di alcuni disegni, poi, era presente, oltre alla descrizione del disegno e al suo titolo, una dicitura che riportava gli anni passati dalla loro scomparsa a Tenrou. 
Uno dopo l'altro, si susseguivano tratti, chiaro-scuri e colori, senza che il ragazzo vi prestasse particolare attenzione. 
Voltò l'ennesimo foglio, sbirciando quello successivo da sopra il bordo del boccale. Gajeel osservò quel disegno con particolare attenzione, gli ricordava qualcosa. 
La scena raffigurava lui e Levy seduti uno davanti all'altra, visti di profilo. Lui aveva il mento appoggiato alle braccia conserte, in modo da poter osservare agevolmente la maga davanti a lui. Levy, invece, prestava tutta la sua attenzione al libro che reggeva tra le mani, tenuto un po' sollevato. 
Gajeel ricordava bene quella scena, avvenuta appena prima di Tenrou. Era la sera prima dell’esame e loro avevano deciso di essersi allenati abbastanza – Levy era davvero stanca.
Così erano rimasti alla gilda e lei aveva ripreso a leggere quel libro che da una settimana a quella parte stava come abbandonato nella sua borsa. 
Al momento non se n'era accorto — e come avrebbe potuto? — ma osservandoli in quel disegno potè vedere i suoi occhi rossi scintillare e il mezzo ghigno che aveva dipinto in faccia assumeva tutt'altro significato. 
 
Giusto un mese prima avrebbe maledetto Reedus per avergli fatto perdere tempo dietro a quella cartellina ma, ora, perfino quel pesante vuoto che si sentiva addosso aveva un nome. Quello scricciolo di maga gli mancava; non come il resto della Gilda, no… quasi quanto Metallikana.
Ghignò di un riso nervoso, al pensiero di come diamine avesse fatto a rammollirsi tanto: da quando qualcuno diventava così importante da poter essere equiparato a suo padre?
Posò il disegno, prima di stringere i pugni accanto alle orecchie, pensando al male che aveva fatto — a centinaia di maghi, a lei — e, un po’ egoisticamente, anche lui mancasse a lei. Non aveva senso quell’accostamento di pensieri, se ne rendeva conto, ma, guardando quel disegno, gli venne in mente una frase che gli aveva letto — perché quella volta, lei stava leggendo sottovoce, conscia che lui stesse ascoltando ogni parola — :i pensieri non hanno senso, non possono; sono guidati dal cuore che vince sulla mente. 
 
«É la sua fidanzata?» chiese la cameriera, arrivata a portargli il terzo boccale, riscuotendolo da suoi pensieri.
Galee sollevò la testa dal disegno, guardando la donna con fare un po’ sorpreso. Gli sorrideva cordiale e curiosa.
«No… un’amica.» rispose, senza nemmeno sapere il perché. Sì, si era decisamente rammollito, altro che sguardo spregevole.
«Capisco. Ecco la sua birra.» fece la donna, sempre sorridente, e posò il boccale sul tavolo. Poi si girò e se ne andò, surrogando tra sé e sé: « Sembravano così innamorati, in quel disegno…» ovviamente nessuno tranne Gajeel e il suo udito di drago sentirono. 
Innamorati, eh? Forse lui sì, Metallikana gliene aveva parlato dell’ “amore”. «Lo saprai quando ti renderai conto che sei felice anche solo a pensarci.» gli aveva detto. Era una spiegazione per bambini ma lui non si riteneva poi molto più maturo di allora. Metallikana si era anche premurato che scegliesse bene, ma quella era un’altra storia, quello era stato il suo ultimo consiglio da padre.
 
Sul tavolo saltò una piccola figura nera con un kiwi fra le zampe mezzo mangiucchiato. 
«Hai dato un’occhiata ai disegni, finalmente.» fece l’Exeed continuando a mangiare allegramente. 
«Sì. Credo che questo sia il mio preferito.» Gajeel allungò il foglio a Lily mentre si scolava anche quel boccale — l’influenza di Kana si faceva sentire.
Lily, osservando il disegno, si dovette trattenere dal ridacchiare, limitandosi ad un sorriso soddisfatto. Alle sue orecchie, quella frase, era suonata più che chiara.
 
L’ho capito che mi sono innamorato di lei.


 
[476 words]
Angolo autrice
Buonasera! Eccomi di nuovo con il secondo Day di questa settimana. 
Sono felicissima che vi sia piaciuto il capitolo precedente, davvero! Spero che anche questo sia di vostro gradimento, ovviamente. E nulla, ringrazio tantissimo MaxB e AlexiaLil per aver recensito lo scorso capitolo e tenny_93 per averlo letto in anteprima e aver dato la sua approvazione. 
Come sempre tento di rimanere il più possibile attinente al prompt ma anche di renderlo... originale, ecco. Interpretarlo in una maniera un pochino diversa da quella che potrebbe venire in mente come primo pensiero.

A domani, spero!
Tata❤︎
   
 
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