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Autore: tusike6speciale    22/03/2009    3 recensioni
>>AGGIORNATA 22/3<< “Dov'è tuo fratello?” La bocca di Sam si torse un po', si morse il labbro inferiore per cercare di non dire quello che doveva dire, Sophia posò il bicchiere e si alzò lentamente andando verso di lui... Lo guardò dritto negli occhi... “Dov'è quell'idiota di tuo fratello?” Sam si trattenne ancora un attimo, strinse i pugni e poi rispose al suo sguardo... “All'inferno...” ----- Dopo il season finale mi è venuta l'ispirazione...Dovendo aspettare la quarta serie, intanto ho deciso di buttar giù la mia... Dean è ormai all'inferno e Sam sta cercando di andare avanti per conto suo...Fortunatamente non è completamente solo come crede, ha ancora al mondo qualcuno che può aiutarlo... Un nuovo personaggio, venuto dal passato dei due fratelli, lo aiuterà nell'impresa di affrontare l'inferno per riportare Dean dalla parte giusta...Attraverso lei, non solo il futuro, ma anche il passato di Dean e Sam verrà svelato, tutta la parte della loro vita che finora è rimasta taciuta... La storia è un continuo alternarsi di scene presenti e flashback (in corsivo)...Per rendere realistico il legame tra i protagonisti tirerò in ballo anche altri personaggi della storia (vedi jessica, john ecc ecc)...Per il resto, ho inventato tutto io!! Spero che il risultato non sia troppo incasinato...Se mai leggete, e se vi piace, lasciatemi un commento...Aggiornerò appena possibile...
Genere: Romantico, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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chapter15fatto

Finalmente ce l'ho fatta!! Avevo questo capitolo in mente da mesi, ma proprio non riuscivo a scriverlo! Sapevo cosa dire, ma non riuscivo a dargli alcuna forma. Alla fine ho capito che per far accadere ciò che volevo dovevo prima dare un senso ai pensieri dei miei personaggi, ai loro comportamenti e ai loro sentimenti (specie per quando riguarda Dean, Sophia e Jo). Quindi ho provato a farlo. Il risultato è un capitolo stile teen-drama senza troppa azione, ma spero che non me ne vogliate. Credo che mi piaccia come è venuto fuori, anche se non ho avuto il coraggio di rileggerlo troppo attentamente. Spero che piaccia anche a voi! E soprattutto spero che i prossimi capitoli mi richiederanno meno tempo. Grazie per la pazienza!! A presto!!


E grazie a tutti per le recensioni: Lorien87 (troppo gentile come sempre), Scarlett89 (il tuo entusiasmo è contagioso!), Niet88 (spero di non aver deluso le tue aspettative) e ClausK (un nome nuovo fa sempre piacere, specialmente con una recensione così! Spero di non deluderti).






CHAPTER 15


No One Can Touch Me Now..


I've been up all night, you've putting up a fight,

seems like nothing I say gets through.

How did this old bed fit a world between me and you.

We said goodnight but the silence was to thick

you could cut it with a knife.

We've hit the wall again and there's nothing I can do..



Sola in macchina che ascolti i Roxette. Deve girarti proprio male.” Sophia si voltò di scatto colta in flagrante dal tono sarcastico di Sam, si rilassò quasi subito inclinando la testa “Due giorni fa ti ho beccato a cantare 'Baby one more time', credi davvero di essere nella posizione di criticare?” Sam si sollevò dal finestrino ed aprì lo sportello passandosi la mano tra i capelli “In realtà credo proprio di sì.” Il suo tono serio lasciava intendere che, ballate anni 90 a parte, la discussione stava per farsi seria “Ok.” Sam sollevò le spalle “Hai chiamato tu Dean vero?” Sophia abbassò lo sguardo per un paio di secondi “E' una domanda o è più una cosa del tipo 'vediamo se hai il coraggio di negare di fronte all'evidenza'?” Come al solito, quando si sentiva alle strette il sarcasmo si impadroniva di lei “Ti avevo chiesto di non farlo mi sembra.” Nonostante la situazione il suo tono restava ancora tranquillo “Andiamo Sam, infondo sei felice che io l'abbia fatto!” Rispose di getto dandogli le spalle, Sam rimase impassibile a guardarla muoversi sulle spine “E tu?” Sophia si voltò di nuovo verso di lui “Io cosa?” - “Sei contenta di averlo chiamato? Sei ancora convinta di aver fatto la cosa giusta?” Sophia sollevò le spalle “Non capisco perchè dovrei essere io il soggetto di questa discussione.” Sam rispose con lo stesso gesto “Ok, vostro onore, riformulo la domanda.. Perché l'hai chiamato?” - “E me lo chiedi? Sai bene perchè l'ho chiamato!” - “Eravamo d'accordo di tenerlo fuori per ora.” - “No, tu eri d'accordo!” La voce di Sophia si fece alta di colpo risuonando nello spazio ristretto dell'auto, da non so quanto tempo teneva a freno ogni singola emozione che bussasse alla sua coscienza, ma adesso, adesso il suo castello di carte cominciava a vacillare “...Eri tu a volerlo lontano da qui.” Concluse cercando di recuperare la sua consueta aplomb. Sam si passò la mano sul viso “Sarebbe tutto più semplice se non fosse qui, lo sai.” - “Non è vero Sam.” - “Sì invece! Adesso vorrà indagare, vorrà sapere tutto, non ci darà un attimo di tregua!...” Si interruppe guardandola negli occhi “...Che cosa gli dirai quando verrà da te eh?” Sophia scosse la testa “Non lo so.” Sam buttò indietro la testa preso da un altrettanto sano nervosismo “Visto? Avevo ragione io.. Dovevi lasciarlo fuori da tutto questo!” Sophia spalancò gli occhi “Fuori da tutto questo?! C'è già dentro fino al collo Sam!” - “Lo so! Ma avremmo dovuto trovare una soluzione prima di portarlo qui!” Sophia si morse il labbro prendendo un respiro profondo, non voleva dire quello che stava per dire, ma la cruda realtà continuava ad alitare sul suo collo e lei non poteva più ignorarla “E se non ci fosse una soluzione Sam? C'hai mai pensato a questo?” Lui sgranò gli occhi colpito in pieno da quella gelida dose di razionalità, un'abilità mentale di cui non erano soliti fare uso. La razionalità è solo per le persone normali, per quelli che cercano le soluzioni ai loro problemi nei manuali di economia o di medicina. La razionalità non è concessa a streghe e cacciatori di demoni. La razionalità fa schifo.


Possibile che non riesci a capirlo...” Incalzò Sophia davanti al suo muro di silenzio “...Come posso salvarlo se non è nemmeno qui??”



******


11Vidi poi salire dalla terra un'altra bestia, che aveva due corna, simili a quelle di un agnello, che però parlava come un drago. 12Essa esercita tutto il potere della prima bestia in sua presenza e costringe la terra e i suoi abitanti ad adorare la prima bestia, la cui ferita mortale era guarita. 13Operava grandi prodigi, fino a fare scendere fuoco dal cielo sulla terra davanti agli uomini. 14Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia, sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla bestia che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. 15Le fu anche concesso di animare la statua della bestia sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia. 16Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; 17e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. 18Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei.

-Apocalisse di Giovanni-


*****






Ciao!” La voce di Jo riempì la stanza mentre la sua testolina bionda si affacciava nella stanza, Sophia strizzò gli occhi d'istinto restandole si spalle – Non è colpa mia, non è intenzionale, semplicemente mi dà sui nervi - “....Ti disturbo?” Sophia sospirò voltandosi con un'espressione il più tranquilla possibile “Stavo solo riordinando un po' delle mie cose.. L'ordine non è proprio il mio forte.” Disse arricciando le labbra sul finale “...Hai bisogno di qualcosa?” Jo scosse piano la testa “In realtà volevo solo.. parlare.. sai, non scambio due chiacchiere con un'altra ragazza da parecchio tempo!” Sophia si morse le labbra, sarebbe riuscita a tenere a freno la lingua? “Così tu e Dean stavate cacciando insieme giusto?” Sbottò fallendo miseramente. L'altra ragazza fece un paio di passi nella stanza “Già.. abbiamo eliminato una banshee, una sorta di demone urlante.” Sophia annuì, avrebbe voluto essere gentile, ma in realtà anche lei non faceva due chiacchiere con una ragazza da parecchio tempo e per di più, non era solita chiacchierare amorevolmente con le amiche dei suoi ex “E dimmi... Com'è che ti ha portata qui?” Disse tutto d'un fiato inclinando poi la testa con gli occhi sgranati per sembrare del tutto innocente, Jo prese a gesticolare “Veramente sono stata io ad insistere che mi portasse con lui... Dean stava male, non volevo che viaggiasse da solo e poi, sembrerà strano, ma volevo conoscerti!” Sophia sollevò lo sguardo “Dean stava male?” - “Sì, ha avuto un attacco di mal di testa terribile, è quasi svenuto! Ma ovviamente non è voluto andare all'ospedale, insomma, lo conosci!” - Certo che lo conosco - “E' stato un pensiero gentile accompagnarlo fino a qui.” Le rispose senza espressione tornando a maneggiare i suoi vestiti.. Avrebbe voluto riempirla di domande, sicura di trovare almeno un milione di motivi per cui una “sconosciuta” non dovesse trovarsi lì, ma d'altra parte non era sicura che l'imminente apocalisse fosse l'unico motivo per cui lo stomaco le si rivoltava tra le costole e questo era molto più fastidioso di qualsiasi Jo.


Così tu sai resuscitare i morti giusto?” Sophia si pietrificò con una maglietta tra le mani “Dean ti ha detto che sono stata io a..?” Chiese con la fronte corrugata voltando il busto verso di lei “Sì.. E' incredibile, non credevo che delle streghe potessero tanto!” Sophia strizzò le labbra sollevando un sopracciglio, poi si girò completamente verso di lei, appoggiandosi alla cassettiera con le braccia incrociate “E sentiamo, cos'altro ti ha detto?” Jo sollevò le spalle “Non molto in realtà, solo che siete vecchi amici e che tu andavi al liceo con Sam.” - Vecchi amici eh? - “Giusto.. E tu invece, come mai conosci Dean e Sam?” - “Ci siamo conosciuti un paio di anni fa.. Io e mia madre gestiamo un bar per cacciatori, è lì che ci siamo incontrati la prima volta.” - “Capisco... E così anche tu sei una cacciatrice di demoni?” Jo annuì fiera “Già.. Eredità di famiglia.. Anche mio padre lo era, lui e John cacciavano insieme.” - “John Winchester intendi?” Jo annuì con un mezzo sorriso di rispetto ed ammirazione in faccia, mentre Sophia si perdeva nel ricordo di quel grande uomo che era stato John e che lei aveva avuto la gran fortuna di conoscere.


Mentre abbassava lo sguardo in quel momento di silenzio, Jo buttò gli occhi sul cd che giaceva sul letto, riconoscendone al volo la copertina. Si precipitò ad afferrarlo “Il greatest hits dei roxette! Io li adoro!” Per una frazione di secondo il pensiero che Jo non dovesse essere poi così male attraversò la mente di Sophia. Non era brava nei rapporti interpersonali, forse era solo colpa sua... “Anch'io.” Rispose abbozzando un sorriso il più sincero possibile.



******


La smetti di rigarci intorno Sam? Cominci davvero a farmi innervosire!” Dean fece la voce grossa mentre Sam buttava indietro la testa “Mi hai trovato, siamo qui, non ti basta forse?” - “Voglio sapere che diavolo sta succedendo!” Sam si morse il labbro inferiore allargando le braccia “A parte l'apocalisse intendi?” Dean gli si fece sotto spingendolo contro la parete “Voglio sapere cosa sta succedendo tra noi!” - “Avevo solo bisogno di stare da solo!” Dean indietreggiò “Proprio adesso? L'apocalisse incombe e tu vuoi stare da solo?!” - “Sì” Rispose Sam e mezza bocca mentre suo fratello indietreggiava ancora passandosi una mano sul viso “Comunque non mi sembra che tu fossi solo.” La sottile ironia in quelle parole costrinse Sam a sbuffare. Stavano tornando allo stesso punto di sempre, girandoci intorno come trottole. Ma da un lato questo è positivo e Sam lo sa, anche se comincia ad averne abbastanza. “Mi ha cercato lei. E mi ha trovato. Non volevo che stesse con me.” Dean allargò le braccia “Sono stanco!” - “Di cosa?” - “Da quando Sophia è riapparsa le cose tra noi sono..” Cercò invano la parola giusta, Sam sollevò le spalle “Non è colpa sua. Sta cercando in tutti i modi di non complicare le cose.” Dean si lasciò sfuggire una mezza risata “Non le riesce molto bene!” - “Non è facile per nessuno.” Dean aggrottò le sopracciglia “Per me lo è!” Esclamò. Sam sorrise “Certo, come no.” - “Che vuoi dire adesso?” - “Che non è vero!” Sam gli rivolse il solito sguardo, quello da fratello sensibile “...Non vedi quello che fai Dean? Da che è arrivata non gli hai dato un attimo di tregua! Non hai fatto altro che indagare, aspettando che facesse una mossa sbagliata!” - “E lei l'ha fatta!” Sam scosse la testa “No Dean... Mi dispiace dirtelo, ma sei tu quello che ha sbagliato tutto.” Dean tirò su col naso e guardò Sam “Sai che ti dico? Questo discorso sta prendendo una piega che non mi piace.” - “Lo so.”


Facendo qualche passo per la stanza Dean riavvolse il discorso nel suo cervello per poter ricominciare daccapo “Voglio sapere perchè te ne sei andato in quel modo.” Sam sbuffò ancora roteando gli occhi “Io volevo..” - No!” Lo interruppe suo fratello “...Niente più cazzate Sammy. L'ultima volta che ti ho sentito stavi andando a cercare quell'oracolo e poi sei sparito nel nulla... Che cosa è successo?” Sam respirò a fondo, come poteva raccontare quella storia? “Ok. Ti dirò la verità.” - “Sarebbe anche ora!” Il minore dei Winchester si prese il suo tempo muovendosi in quello spazio “Ho trovato Pandora...” Esordì bloccandosi “L'ho trovata e le ho chiesto di farmi vedere il futuro.” Dean socchiuse gli occhi assottigliando lo sguardo “L'hai fatto davvero?” Sam annuì sospirando “Volevo sapere come sarebbe andata a finire, volevo sapere se ce l'avremmo fatta anche stavolta.” - “E?” Sam si morse il labbro inferiore “E ho visto più di quanto avrei voluto.” Gli occhi di Dean si addolcirono mentre si avvicinava di nuovo a suo fratello “Che cosa hai visto?” Gli chiese con un tono rassicurante che raramente riusciva ad usare, Sam strinse i pugni tendendo i muscoli delle braccia “E' per quello che ho visto che ho deciso di andarmene...” Dean non insistette, ma rimase immobile “...Speravo di cambiare le cose...” Ancora una lunga pausa “...Uno di noi morirà alla fine, comunque affronteremo le cose.”


Un brivido attraversò Dean in ogni sua cellula, tutto di lui si mise in allarme “Sei tu?” Sam non accennò alcuna risposta “Sono io allora?” Ancora niente. Dean si stampò una sorta di smorfia in faccia “Avanti Sam! Non può essere solo per questo! Siamo già sopravvissuti all'apocalisse... Siamo sopravvissuti alla morte!” Sam abbassò gli occhi “Stavolta è diverso.” - “No che non lo è! Qualsiasi cosa tu abbia visto non importa, di qualsiasi demone si tratta noi lo affronteremo. Quante volte devo dirtelo Sammy?...” Si interruppe per riprendere fiato “...Tu sei mio fratello, sei tutta la mia famiglia, non lascerò che ti accada niente...” Sam lo guardò mantenendo il suo sguardo vuoto “...E so che tu farai lo stesso per me.” Concluse Dean dandogli una pacca sul braccio. Sam ciondolò lentamente “Stavolta è diverso.” - “Perché?!” A Dean sembrava davvero di non riuscire a capire qual era stavolta la differenza “Avanti Sam... Dimmi cosa succederà di tanto terribile!”




******



Con la mano disegnò una striscia sullo specchio appannato dal vapore, il profumo di cannella riempiva il piccolo bagno e l'acqua che andava raffreddandosi sulla sua pelle tracciava lunghe e sottili scie colando lungo il suo corpo. Sophia si avvolse nell'asciugamano bianco e pettinò velocemente i capelli bagnati guardandosi intensamente nello specchio. Aveva paura di uscire di lì. Aveva paura di uscire da quella stanza. Dopo l'incontro mattutino con Sam e lo scambio di opinioni musicali con Jo l'ultima persona che doveva incontrare era Dean, ma avrebbe dato qualsiasi cosa perché quel momento non arrivasse. Pur volendo mentire a sé stessa riusciva ad ammettere che gli era mancato, ogni singolo momento dall'ultima volta, e ora, lacerata dal desiderio di proteggerlo e dalla paura di affrontarlo, indugiare in quella nuvola di vapore sembrava l'unica soluzione possibile.


Scivolò piano fuori dal bagno stringendosi nelle braccia per il freddo e senza farci troppo caso puntò il mucchietto di vestiti sul letto.


Dobbiamo parlare.” In piedi contro la porta Dean la fissava dritto senza alcuna espressione riconoscibile sul viso, Sophia si sollevò di botto schizzando gocce d'acqua tutt'intorno e rimase in silenzio stringendosi nell'asciugamano “E' maleducato fuggire senza nemmeno salutare lo sai?” Iniziò lui facendosi avanti con un paio di passi leggeri, Sophia buttò la testa da una parte “E cosa avrei dovuto fare? Restare lì a farmi insultare da te?” Dean accarezzò la sua figura umida con gli occhi, non erano certo gli insulti la prima cosa che ricordava di quell'esperienza “Non fraintendermi...” Esordì spostando lo sguardo “...Hai trovato Sam e mi hai chiamato per dirmi dov'era, ti sono grato per questo...” Sophia si irrigidì “Ma?” - “...Ma questo non vuol dire che abbia dimenticato tutto il resto.” - “Parli della lettera giusto?” - “Di quella e... di parecchie altre cose.” Sophia afferrò una maglietta dal letto “Posso almeno vestirmi prima?” Lui inarcò un sopracciglio lanciando un altro sguardo alle sue gambe scoperte, poi risalì fino al suo viso incerto e sollevò le spalle “Ok.” Disse incrociando le braccia, lei corrugò la fronte senza muoversi di un millimetro. Tutti e due rimasero impalati ed in silenzio a fissarsi. “Ti spiacerebbe voltarti?” Sbottò sarcastica Sophia agitandogli la maglietta davanti agli occhi come se dovesse risvegliarlo da uno stato di trance, lui abbozzò un ghigno a metà tra il compiaciuto e l'imbarazzato “Stavi aspettando che io..” Si bloccò sorridendo di nuovo con sé stesso “...Andiamo...” Riprese sollevando di nuovo le spalle “...Non è niente che io non abbia già...” Stavolta furono i fulmini negli occhi di Sophia a zittirlo, mentre la sua espressione seria non era cambiata nemmeno per un nanosecondo durante quella pantomima “Ok!” Concluse infine Dean allargando le braccia e voltandosi dall'altra parte “...Ma non scappare di nuovo.” Benchè quella situazione non avesse niente di comico quello stupido inevitabile comportamento da marpione di Dean stava rendendo le cose più semplici e Sophia gli era grata per questo. Non riuscì a trattenere un sorriso mentre lasciava cadere l'asciugamano.


Ascoltando i movimenti di Sophia dietro le sue spalle, Dean iniziava a sentirsi un po' a disagio... Per prima cosa mentre i secondi passavano la sua rabbia sembrava scemare e ciò non era cosa buona, visto che aveva in mente di spremerla per bene senza pietà. E poi, come se non avesse controllo su quella parte del suo cervello, continuava inevitabilmente a cercare per la stanza una qualsiasi superficie riflettente che gli permettesse di spiare la ragazza nuda dietro di lui. “Recidivo..” Sussurrò a sé stesso tamburellando con le dita sui suoi stessi jeans.


Dietro di lui Sophia aveva tirato su l'ultima zip già da un po', ma ancora non riusciva a dire niente. Improvvisamente non aveva più troppa paura di affrontarlo, come se, in un modo o nell'altro, avesse capito che comunque le cose tra loro non sarebbero mai cambiate. Mai del tutto. C'era qualcosa tra loro, qualcosa che li legava, e anche se Dean era arrabbiato, anche se era molto arrabbiato con lei, comunque non la odiava. Riusciva a vederlo anche adesso. Lui non la odiava. Restando in silenzio a fissare la sua figura quasi immobile, i suoi capelli, la linea delle spalle, un pensiero dolce ed amaro allo stesso tempo le attraversò il cuore. Era così che le piaceva guardarlo, da dietro, come del resto aveva sempre fatto. Se mai le avessero chiesto di dipingere Dean in un qualche modo è così che l'avrebbe visto, di spalle, distante, ancora nella stessa stanza eppure già lontano.


Schiarendosi la gola gli lasciò intendere che ora poteva voltarsi e lui non esitò a farlo, poggiando immediatamente gli occhi sul suo viso pallido e pulito, sui suoi capelli bagnati, sulla maglietta scura che le si appiccicava addosso “Perché te ne sei andata in quel modo?” Chiese subito cercando di tornare il Dean cupo e minaccioso che era stato fino a poco prima, ma il suo tono rivoltò del tutto il senso della domanda, come se in realtà le stesse chiedendo “Perché te ne sei andata? Perché mi hai lasciato solo in quel modo?” Sophia abbracciò i suoi stessi gomiti cercando una risposta “Le cose si erano spinte troppo oltre...” Rispose il più fredda possibile.

In un istante Dean la rivide stesa su quel tavolo, ansimante sotto di lui “...E il sesso non era un diversivo sufficiente.” Come un vetro che si infrange i pensieri di Dean caddero in mille pezzi, anche se a guardarlo nessuno avrebbe potuto notare che era deluso davanti a tanta freddezza. Proprio quel tono glaciale riaccese la rabbia. Fece un passo in avanti “Bé, eccoci di nuovo qui...” Sospirò facendosi ancora più vicino “...Quale migliore strategia userai stavolta?” Sophia lasciò cadere le braccia “Nessuna.” Lui si morse le labbra “Che vuoi dire?” Sollevò gli occhi verso di lui “Niente, non farò né dirò niente.” Concluse cercando di sfilargli vicino, ma allungando il braccio lui la bloccò afferrandola alla vita “Frena... Devi ancora dirmi cos'era quella lettera... Cosa stai nascondendo?” - “Non importa.” Dean strinse allora la presa intorno alla sua vita, tanto sottile che avrebbe quasi potuto abbracciarla tutta usando un solo braccio. Sophia indietreggiò d'istinto sentendolo così vicino “Potrei anche dirti la verità Dean...” Mentre pronunciava il suo nome la sua voce non era più glaciale, ma aveva quasi un che di rassegnazione, qualcosa che lo costrinse a pensare che inaspettatamente, le sembrava sincera “... Ma non servirebbe a niente...” Uscì lentamente dalla sua presa e lo guardò il più onestamente possibile “...Tuo fratello è di nuovo qui adesso, pensa ad aggiustare le cose con lui, non con me.” Dean spalancò appena gli occhi senza trattenere un fremito del suo viso, quelle parole per lui non avevano senso, non in quel momento, non in quella stanza. In un qualche modo era come se sapesse già che lei aveva ragione, eppure non si aspettava che lo dicesse, totalmente pietrificato davanti a lei. Proprio Sophia si mosse per prima, passandosi le mani tra i capelli ancora bagnati gli scivolò vicino mettendo una buona distanza tra i loro corpi.


Non trovando alcunché da dire Dean optò per uscire da quella stanza, il modo in cui Sophia aveva ribaltato la situazione a sua vantaggio era del tutto spiazzante. Era entrato sentendosi potente, forte dei suoi sospetti, pronto ad attaccare fino a farla crollare, col solo scopo di far cadere dal suo viso la maschera dell'amica sincera. E adesso, invece, stava uscendo da sconfitto, rimesso al proprio posto da poche parole dal significato ambiguo, quasi al punto di sentirsi in colpa per la tanta foga di poco fa. Mentre allungava la mano verso la maniglia qualcosa gli si illuminò in testa. Una sensazione del tutto familiare lo attraversò e come in un deja vu riuscì a vedersi da fuori, lui che abbandonava il campo senza parole e Sophia dietro, poco distante, pronta alle lacrime. Riuscì a vedere il suo viso. I suoi occhi erano lucidi, è vero, ma non era triste, né delusa, era solo sollevata. Dietro il suo sguardo basso il sollievo di essere lasciata sola. E non era la prima volta che succedeva, no... Questa stessa scena si ripeteva ogni volta, ogni singola volta. Lui spariva vestito da cattivo, carico di sensi di colpa e di inadeguatezza. Lei rimaneva dov'era, travestita da vittima, pronta a tirare un sospiro di sollievo non appena lui fosse stato abbastanza lontano. Ritrasse la mano e si girò verso di lei. Il modo in cui la vide irrigidirsi di nuovo fu inequivocabile.


Vuoi che me ne vada vero?” Le chiese senza un tono preciso lasciandola senza parole, Sophia aprì la bocca un paio di volte, ma niente sembrò venirne fuori, alla fine prese un grosso respiro e rialzò lo sguardo “Se non ti avessi voluto qui, non ti avrei certo chiamato per dirti dove eravamo.” Lui scosse la testa, odiava quando Sophia cercava di chiudersi a riccio generalizzando, già molte volte, in passato, aveva provato ad avvicinarsi, ma ogni singola volta aveva finito per pungersi. “Tu vuoi che me ne vada da questa stanza, vuoi che mi senta in colpa e che mi concentri su Sam, così dimenticherò tutta la faccenda della lettera e delle tua dubbia presenza qui.” Un sorriso sardonico sfuggì dalla labbra di Sophia che prese la palla al balzo “Vuoi che me ne vada io invece?...” Disse di fretta “...Basta dirlo.” Concluse tornando seria e di nuovo glaciale davanti a lui, Dean scosse di nuovo la testa concentrandosi sul suo sguardo “Non ti lascerò andare via di nuovo.” Rispose stupendosi delle sue stesse parole, di come nella sua testa erano suonate minacciose e di come ora, dette ad alta voce, suonavano più come una promessa. Sophia si irrigidì “Che cosa vuoi che faccia allora?” Sbottò con un tocco di esasperazione “Smetti di fingere.” Dean gli sputò in faccia tre parole come fossero pietre e di nuovo buttò gli occhi nei suoi. C'era una tensione strana in quello sguardo, non era come l'ultima volta, stavolta non era solo desiderio, non era solo passione. Sophia inarcò il collo buttando indietro la testa, sospirò e si ricompose “Ti prego, non ricominciamo.” - “Perché hai mai smesso forse?” - “Di fare cosa?” Allargò le braccia spalancando gli occhi “Di fingere.” Rispose lui senza troppo scomporsi.


Di cosa stiamo parlando adesso?” Con tono quasi timoroso Sophia aggirò il discorso, non si aspettava che lui insistesse, non che lui rimanesse. “Perché mi hai baciato in quella stanza?” Spavaldo com'era quelle parole vennero fuori senza il minimo imbarazzo, Sophia invece sentì le guance incendiarsi “Sei tu che hai baciato me.” Ribatté il più fermamente possibile “Ma tu non mi hai certo fermato...” Incalzò Dean “...Era solo un modo per distrarmi vero?” Lei scosse la testa “Non capisco più dove vuoi andare a parare.” Lui sorrise senza malignità “Perché l'hai mai capito forse?” - “Ma cos'è questo un gioco, una specie di quiz? Smetti di farmi tutte queste domande!” Con un gesto di stizza Sophia si voltò dall'altra parte, ma Dean rimase impassibile, con lo stesso mezzo sorriso stampato in faccia “Non era questo che volevi? Che io ti facessi delle domande?” Lei non si mosse mentre lui si avvicinava “Mi hai sempre rimproverato di non essere abbastanza presente, di non essere interessato, di non sapere niente di te...” - “Che cosa c'entra questo adesso?!” Alzando la voce Sophia si voltò di nuovo trovandosi faccia a faccia con lui “...Sono qui adesso...” Disse sottolineando la sua presenza con un gesto “...Parla!” Sophia aggrottò le sopracciglia senza capire, per quanto si sforzasse non trovava un senso a tutto ciò, tanto meno aveva una risposta esatta per qualsiasi di quelle domande “Non hai niente da dire vero?” Il sorriso di Dean si spense mentre le sue parole cadevano a terra come macigni. Aveva appena avuto la sua conferma. Non era lui a non voler sapere. Era lei che non voleva dire niente.


Se solo, almeno una volta non te l'avessi data vinta, me ne sarei accorto parecchio prima.” Restando serio gli soffiò addosso quella sorta di rammarico, appena prima di indietreggiare “E quand'è che me l'avresti data vinta?...” Inaspettatamente Sophia reagì “...Quella volta che mi hai mollato come niente fosse? Quella volta che sei sparito nel nulla senza dare più nessuna notizia? O magari quella volta che ti sei dimenticato del mio compleanno perchè eri troppo impegnato a farti una delle tue stupide amiche?...” La violenza di quelle parole a raffica e di quello sguardo fiammeggiante trafissero Dean aldilà delle sue barriere “...Aspetta, forse ci sono...” Incalzò lei “...Forse tutte quelle volte che sono stata con te solo perchè ero triste o arrabbiata, o magari solo annoiata.. ma ovviamente tu eri troppo preso da te stesso per accorgertene!” Con quest'ultima accusa Sophia cercò di attaccarlo anche fisicamente, battendo i pugni chiusi contro il suo petto, cercando in qualche modo di avvicinarlo e spingerlo via nello stesso momento. Dean barcollò appena, non per il colpo, ma solo per riuscire ad accogliere quella reazione. Per la prima volta faceva sembrare Sophia non più una perfetta bambola di porcellana due metri sopra i mortali, ma una donna vera, viva e reale.


Era tutto quello che tu volevi da me.” Rispose senza bisogno bisogno di ripararsi da eventuali nuovi colpi, lei spalancò di nuovo gli occhi “Che cosa?” Balbettò a mezza voce e per la prima volta lui allungò le mani per toccarla intenzionalmente, posò i palmi sulle sue braccia e la guardò “Non hai neanche idea di quanta energia hai sprecato per tenermi lontano vero?” Stavolta Sophia si trovò davvero a non capire, non aveva senso. Si divincolò con decisione da quella presa e cercò di guardarsi dentro, troppi ricordi le frullavano in mente e nessuno sembrava più essere reale. Stava dicendo che era colpa sua? Sconvolta abbastanza da non frenare la voce lo aggredì di nuovo “Io volevo che tu mi ascoltassi!” Disse a voce alta, mentre lui, apparentemente calmo in una maniera che la irritava, continuava a fissarla “Ma se eri terrorizzata alla sola idea di parlare con me!” - “Certo, volevo che fossi tu a chiedermi qualcosa ogni tanto! Avrei voluto che ti importasse..” - “Come se me ne avessi mai dato modo!” - “Cosa avrei dovuto fare?” Lui iniziò finalmente ad innervosirsi “Che so, potevi dirmi che volevi studiare a Stanford, che volevi lasciare quella stupida città, potevi dirmi quali erano i progetti per la tua vita! Invece ti sei limitata a tagliarmi fuori!” - “Perché sapevo che non te ne importava!” - “Perché non ne facevo parte!” Sophia spalancò occhi e bocca “Ma ti stai ascoltando?! E' ridicolo!” Lui si sbatté in faccia un sorriso sbruffone e le si avvicinò ancora, quasi dovessero scontrarsi anche fisicamente “Ridicolo eh? Sii onesta per una volta... Volevi forse che venissi con te? Che mi trasferissi in California?...” Anche se sapeva di non dover davvero rispondere Sophia si sentì scorrere da mille brividi, come se ogni domanda fosse una coltellata nello stomaco “...Volevi che mollassi la caccia per vivere una vita normale con te? Che ti chiedessi di sposarmi? Volevi dei bambini con me? Volevi...”


Volevo solo che tu mi amassi!!” Urlando Sophia lo interruppe ammettendo ciò che non avrebbe mai voluto dire. Non avrebbe saputo dare una vera risposta ai quesiti di Dean, ma almeno di questo suo desiderio era sicura. Pietrificato da quelle parole Dean rimase zitto, non si aspettava di arrivare fino a quel punto, non sapeva nemmeno come ci erano arrivati. Ma mentre le sue gambe fremevano per trascinarlo via, il viso di Sophia, piegato dalla rabbia e dalla vergogna, lo inchiodò lì di fronte “Avrei potuto farlo sai.” Quasi sussurrò, ma a lei sembrò che avesse urlato. Di nuovo lo colpì con i pugni con tutta la forza che poteva. Lui non poteva amarla. Non avrebbe mai potuto farlo. Lui non ne era capace. Lei non... “E perché diavolo non mi amavi allora?!” Tra le lacrime che adesso non riusciva a trattenere Sophia tentò di urlare ancora, ma quel tono era solo disperato. Dean la guardò mentre si scagliava contro di lui. Stava reagendo. Stava provando qualcosa. Stava lasciandosi vedere da lui. E anche se l'avrebbe inevitabilmente ferita, per nulla al mondo avrebbe voluto che quel contatto smettesse.


Perché sarebbe stato solo tempo sprecato.”


Qualcosa nella gola di Sophia si era bloccato. Riusciva a sentirlo. Qualcosa le bloccava il respiro. Ora le lacrime scorrevano calde senza che potesse minimamente controllarle, non aveva nemmeno bisogno di pensarci, scendevano giù senza alcun comando.


Amare me sarebbe stato tempo sprecato?” Incredula del solo fatto di essere riuscita ad esprimere quel concetto, si sentì minuscola davanti a lui, ancora più miserabile del solito. Dean la guardò negli occhi, sapeva di averla ferita a morte. Di primo istinto desiderò di potersi rimangiare quelle ultima parole, solo che poi, pensando a quanto si era sentito miserabile lui in tutti quegli anni, raccolse la forza per scavare a fondo nelle ferite di Sophia.


Tu non sei mai felice. Non sei mai soddisfatta. Vivi in un mondo tutto tuo dove credi che nessuno ti capisca. Ma sei tu che non lasci avvicinare nessuno...” Non sapeva da dove quelle parole venissero fuori, ma era come se le avesse conservate per tutto quel tempo, fino al momento giusto “...Non so nemmeno quante volte ti ho vista piangere perchè tua madre non ti capiva. Accidenti Sophia, tu almeno ce l'hai avuta una madre! Hai avuto una famiglia, degli amici, delle possibilità! Eppure, tutto il tempo te la sei presa con me perchè io non avevo niente...”


...Ogni singolo momento che ho passato con te mi sono sentito nello stesso modo... Inadeguato. Stupido. Arrabbiato. Tu mi facevi sentire così...”


Sophia smise di respirare.


...Non mi hai mai lasciato entrare nel tuo mondo. Non mi avresti mai lasciato entrare. Ecco perchè con te l'amore sarebbe solo stato uno spreco... Perché tu non l'hai mai voluto.”



*******



Toc toc!” Per la seconda volta in quella giornata Jo affacciò la sua testolina bionda alla porta di una stanza di motel. Stavolta però non erano delle nobili intenzioni a guidarla. E forse nemmeno la volta prima. Passeggiando lungo il portico di legno le era parso d'un tratto di sentire qualcuno urlare. E ben presto aveva riconosciuto la voce di Dean che proveniva da una delle stanze. Dalla stanza di Sophia precisamente. Lottando un paio di minuti con il suo buon senso, alla fine si era ritrovata vicina, quel tanto che bastava per riuscire a scandire almeno una parola ogni tre. Stavano litigando, su questo non c'era dubbio. Ma qualcos'altro l'aveva colpita più del tono che stavano usando.


Hey Jo!” Sam sollevò la testa dal libro e lo richiuse al volo “Tutto ok?” Jo annuì facendosi strada verso di lui “Stai studiando un nuovo caso?” Lui sollevò le spalle “Qualcosa del genere.” Jo socchiuse gli occhi tentando di scrutarlo “Ci sono problemi?” Lui le rivolse lo sguardo “Non so se vorresti davvero sapere in cosa potresti potenzialmente immischiarti.” La biondina aggrottò le ciglia e ripensò al motivo per cui era entrata lì “Potresti sempre dirmelo, almeno potrei decidere da sola se vale la pena di immischiarmi!” Sam sollevò un angolo della bocca “Dieci a uno che sarebbe la decisione sbagliata!” - “Hey!” Jo sorrise fingendo irritazione poi si sedette vicino a Sam “Dovresti avere più fiducia in me Sam Winchester!” Lui stavolta si limitò a sorridere.


Jo si guardò intorno fingendo maldestramente uno sguardo ingenuo “Tu e Sophia state insieme?” Sam spalancò gli occhi barcollando sulla sedia “Come? Cosa? No!” - “Allora siete insieme in passato?” Di nuovo Sam sgranò gli occhi “No!” Jo sollevò le spalle “Strano. Avrei giurato che ci fosse della tensione sessuale fra voi due.” Strizzando gli occhi Sam cercò di allontanare quel pensiero, con un tocco di sincera amarezza rispose “Hai individuato il fratello sbagliato.” Un primo colpo la colpì tra le costole “Che vuoi dire?”


Sam non amava affatto parlare di questo, ma se c'era la speranza che almeno qualcuno quel giorno affrontasse la realtà per quella che era, anche si trattava solo di Jo, comunque valeva la pena farlo “Lei e Dean stavano insieme.” - “Lei e Dean erano una coppia?” - “Qualcosa del genere.” Jo sentì il diaframma spingere tutti i suoi organi su fino alla gola “Lui non me ne ha mai parlato.” - “Conosci Dean, non ammetterebbe mai di essersi innamorato!” Jo avrebbe potuto giurare di sentire che lo stomaco le stava uscendo dalla bocca “Innamorato?...” Balbettò “E' stata l'unica volta in cui posso dire di aver visto mio fratello provare qualcosa!” Stavolta Jo non rispose nulla e Sam decise di voltarsi a guardarla. Aveva risposto con talmente tanta esasperazione che non aveva realizzato, fino a quel momento, con chi ne stava parlando.


Scusami.” Disse piano guardandola immobile con lo sguardo basso. Jo risollevò gli occhi ed abbozzò un sorriso “E di cosa?” Lui sollevò un sopracciglio “Oddio, stai parlando della mia cotta per Dean, vero? Quella è' acqua passata!” Nervosamente Jo accompagnò quelle parole con rapidi gesti delle mani. Sam sospirò “Sei un libro troppo facile da leggere Jo.” La ragazza rilassò le spalle “Dico sul serio Sam... Mi è passata.” Lui annuì fingendo di mollare la presa “E allora perchè sei qui?”


Come ho già detto alla vostra amica, ho solo accompagnato Dean fino a qui. Non si sentiva bene e non volevo che viaggiasse da solo. Tutto qui!” Sam alzò le mani “Ok!”


Jo non avrebbe mai ammesso che il vero motivo per cui si trovava in quel posto era la speranza di avere Dean Winchester per sé, eppure rimase a fremere seduta su quello scomodo sgabello. “Non è colpa tua Jo...” Lei sollevò lo sguardo corrugando la fronte “...Tu sei una ragazza fantastica, sei bella e sei anche un'ottima cacciatrice. Dean non vale la metà di tutti i tuoi pensieri.” Sospirò rumorosamente, era davvero così facile leggere i suoi pensieri? “Lo so.” Rispose secca quasi ci credesse davvero. Sam la guardò di nuovo “Io non posso darti nessun consiglio.” Annuendo Jo raccolse i cocci delle sue illusioni, poi sorrise avvicinandosi alla porta “Grazie Sam.” Concluse afferrando la maniglia.


Jo?” La ragazza si voltò di nuovo bloccata sulla soglia. Sam abbozzò un sorriso sincero “Resta pure quanto vuoi qui con noi.” Jo rispose al suo sorriso e senza dire altro uscì dalla stanza.



*******



Vattene.” A denti stretti Sophia lasciò che la rabbia prendesse il sopravvento, non vedeva più Dean, ma solo la crudeltà delle sue parole. Lui non aveva detto più nulla eppure, come se non avesse davvero concluso, era ancora in piedi di fronte a lei. Ora guardarla piangere non era più tanto piacevole, ma non riusciva a smettere.


Vattene!” Insistette lei, tutto quello che voleva è che sparisse. Possibilmente per sempre.


Sophia..” Dean sussurrò a vuoto il suo nome. Parte di lui era già fuori dalla stanza. L'altra parte avrebbe solo voluto inginocchiarsi di fronte a lei. Forse era andato troppo oltre.


Vai fuori da questa maledetta stanza!” Urlò infine stringendo i pugni. La rabbia andava mischiandosi ai suoi poteri. Li sentiva salire attraverso il suo corpo, pronti a farle perdere il controllo. Se Dean non fosse sparito immediatamente dalla sua vista sarebbe stata lei a scaraventarlo il più lontano possibile.


Ma non servì. Dean sollevò le braccia senza dire altro e scivolò fuori dalla stanza. Sophia si precipitò a chiudere la porta dietro di lui. Lasciandosi andare accasciata sul legno scadente le lacrime iniziarono a sgorgare di nuovo senza controllo. Tutto era distrutto. Tutto.



******



Mentre la notte scendeva il cielo si coprì di nuvole grigie. Nessuna stella e nessuna luna. Il vento ululava forte alle finestre, il suo fischio portatore di nuove sventure. Niente di nuovo per loro. Sophia giaceva ancora in quell'angolo, abbracciando le sue stesse gambe, con gli occhi gonfi dopo aver pianto fino all'ultima lacrima. Si sentiva svuotata di ogni certezza, come se l'avessero trascinata a forza fuori dal suo mondo immaginario, come se il suo romanzo preferito si fosse interrotto di colpo. Senza potersi più aspettare cosa sarebbe successo da lì in poi, preferiva bloccare il tempo. Senza le sue certezze lei non era più niente.


Jo si stava guardando allo specchio. Non si sentiva bella. Non si sentiva fantastica. E tanto meno era convinta di essere un'ottima cacciatrice. Era solo una stupida. Una stupida ragazzina. Sapeva bene di essere lì per Dean, così come sapeva che lui non l'avrebbe mai vista con occhi diversi. Eppure bruciava forte, sulla pelle e nel cuore. Ancora una volta nessuna vittoria per la piccola Jo.


Prendendo il vento in piena faccia Dean mandava giù sorsate di whisky. Il freddo non lo toccava nemmeno. Sentendosi leggero come mai era stato, ora nuovi dubbi tormentavano la sua anima. Quello che gli aveva detto Sam. E quello che invece aveva detto lui. Avevano parlato tutti un po' troppo in quella giornata. Pensava ancora a Sophia, a come l'aveva ferita, a come lei lo aveva guardato. Cos'era quella ragazza per lui? Perché non poteva averla vicino, ma allo stesso tempo non riusciva a lasciarla andare? E' in notti come queste, quando il cielo minaccia di venire giù, che si può sperare di trovare delle risposte. Dean continuava a cercare le sue.


Tra le lenzuola ruvide Sam fissava il soffitto incapace di chiudere occhio. Aveva di nuovo mentito a suo fratello. Gli aveva nascosto la verità. Anche se era solo per il suo bene. Man mano che il tempo passa la sua battaglia sembra perdere valore... Non sarebbe meglio mollare tutto e lasciare che l'apocalisse li spazzi via tutti? Lui ha già perso quasi tutte le persone che amava. Suo fratello ignora ogni realtà. Sophia è pronta a sacrificare di nuovo una vita che non ha ancora vissuto. Jo ha visto crollare tutte le sue illusioni. Che cosa è rimasto per cui combattere?


Qualcuno di loro doveva rompere quel silenzio.



******


Ciao.” Una voce bassa ma decisa vibrò nel silenzio della sua stanza, seguendo la poca luce che filtrava dalla tapparella Dean riuscì a riconoscere quella sagoma. Si tirò su “Che ci fai qui?” Lei si mosse sinuosa nell'oscurità “Non riesco a dormire.” Ammise con un qualche gesto nervoso. Dean scivolò fuori dalla coperte e si infilò una maglietta prima di accendere la lampada sul comodino. La luce improvvisa gli ferì gli occhi “Stai bene?”


Lei annuì “Credo di sì.” - “Allora che c'è Jo?” La ragazza gli si parò davanti “Tu la ami?” Dean aggrottò le sopracciglia “Cosa? Chi?” Jo non si scompose per nulla “Sophia.”


No.” Rispose secco una frazione di secondo dopo. Meglio dire la prima parola a disposizione piuttosto che pensarci sul serio. Jo annuì avvicinandosi di un passo “Dovevo saperlo.” Dean non riuscì a trattenere una smorfia di disappunto “Dovevi saperlo?” Lei di nuovo annuì “Dovevo sapere se era per lei.” - “Se era per lei cosa?” Non vedeva alcuna utilità in quel discorso, ma se Jo gli era piombata in stanza nel cuore della notte doveva avere un buon motivo.


Che nemmeno mi vedi.”


Sospirando Dean decise che era il caso di svegliarsi sul serio, contrasse i muscoli un paio di volte e poi si rivolse alla ragazza “Non mi sembra il momento Jo.” Stavolta lei scosse la testa “Non ci sarà mai un momento giusto. Io voglio saperlo adesso.” Dean si bagnò le labbra facendo un passo verso di lei “Lo ammetto, ho sempre saputo che avevi una cotta per me.” Disse allargando le braccia come se dovesse arrendersi. Lei inclinò la testa “Che cos'è che mi manca?” - “Nulla Jo.” - “Non è vero.” Contro ogni aspettativa iniziava a sentire che quella ragazza gli faceva tenerezza, in qualche modo teneva davvero a lei. Fece ancora un paio di passi e allungò la mano verso il suo viso “E' vero...” Iniziò facendole una timida carezza “...Credimi Jo, tu sei bellissima, sei divertente, sei coraggiosa... Non c'è niente che non vada in te.” Forse perchè si sentiva in colpa con Sophia dopo averle urlato in faccia che niente in lei giusto, adesso voleva davvero rassicurare Jo. Sperava che quell'insolito tono dolce le bastasse.


Allora perchè non mi vuoi?” La schiettezza di Jo lo colpì, era abituato a schivare i discorsi, ma lei, lei voleva che ci si ficcasse a capofitto “Non ho mai detto questo.” - “Ma non hai dimostrato il contrario.” Dean ci pensò un attimo, ciò che stava per dire suonava troppo falso, anche se per la prima volta intendeva davvero dirlo “Quando ci siamo incontrati tutto quello che volevo era spogliarti, eri esattamente come tutte le altre ragazze carine del pianeta. Solo che poi ti ho conosciuta. Ho capito che non eri come le altre, e che non meritavi un simile trattamento.” Jo non sembrò rilassarsi “Non importava cosa volevo io?”


Dean sentì l'esasperazione, adesso Jo lo stava mettendo a disagio. “Non ho fatto sesso con te, ok, mi dispiace!” Esclamò allargando di nuovo le braccia. Jo sentì il fuoco che le incendiava il viso mentre si faceva ancora più vicina “Puoi sempre rimediare.” Sentendo il suo respiro addosso l'istinto disse a Dean di indietreggiare, ma i suoi occhi, puntati in quelli di Jo, lo tennero inchiodato. Davvero la trovava bella, di una bellezza particolare che andava oltre i canoni da copertina. Davvero in passato l'aveva desiderata. Forse Jo poteva aiutarlo a svuotare la mente da tutto il resto. Forse un po' di sesso senza cuore era proprio ciò di cui aveva bisogno.


Allungò di nuovo le braccia su di lei, stringendole il viso nel palmo della mano. Per Dean non era niente di nuovo. Magari per Jo quella mezz'ora avrebbe significato tutto, ma per lui non avrebbe significato niente. Fortuna che lui aveva sempre avuto l'abilità di separare corpo e mente. Jo tremò sotto il suo tocco preparandosi a vivere il momento che aspettava da anni. Poco importa se la mattina dopo tutto con Dean sarebbe tornato uguale. Per lei sarebbe comunque cambiato. Socchiuse gli occhi sentendo che si avvicinava.


Il corpo di Jo emanava calore, e la sua guancia scottava sotto la sua pelle. Era una sensazione rassicurante. Dean poggiò l'altra mano sul suo fianco e la attirò a sé, pronto a fare quello che, in fin dei conti, gli veniva meglio. Sarebbe stato il suo riscatto alla fine di una giornata disastrosa. Inclinò la testa, chiuse gli occhi e si bagnò le labbra trattenendo il respiro. Si avvicinò quel tanto che bastava perchè i loro nasi si sfiorassero. Perché i loro respiri si mischiassero. Jo tremò di nuovo sotto la sua presa e lui riaprì gli occhi per un secondo. La guardò. Qualcosa nel suo incanto si spezzò.


Non posso farlo.” Ammise mollando la presa.


Jo si tirò indietro stringendosi nella braccia, infondo non era troppo delusa.


Lo sapevo.”



*******



Un fulmine squarciò il cielo. Il tuono ruppe il silenzio di quella strana notte. Sam sussultò prima di voltarsi dall'altra parte e provare a chiudere ancora gli occhi. Jo si lavò il viso con l'acqua gelata e di nuovo fissò sé stessa nello specchio, aveva avuto la risposta che voleva.


Sophia guardava fuori dalla finestra, sapeva che non era solo un semplice temporale. Era l'inizio della fine, l'ultimo avvertimento. Gli occhi non le facevano più male, ma ancora non era riuscita ad emettere alcun suono. Nemmeno nella sua testa. L'idea che Dean avesse ragione la accarezzava appena, ma non faceva male, era più come un tocco leggero. Non faceva male. Il mondo che ti crolla addosso non fa alcun male.


Di nuovo un tuono la fece sussultare. Subito dopo un colpo alla porta.


Pensò che fosse il vento e si rilassò ributtando gli occhi nel caos appena fuori dalla finestra. Sentì bussare di nuovo. Aggrottando la fronte si mosse lenta verso la porta, chi può mai bussare alle quattro di notte? Che sia successo qualcosa? Allungò la mano e come aprì fu investita dal vento gelido. Davanti a lei, zuppo e infreddolito nel bel mezzo della tempesta, Dean non faceva una piega.


Rimase a fissarlo, senza la forza né il bisogno di staccarsi dal suo sguardo. Il suo viso aveva qualcosa di diverso, qualcosa che non aveva mai visto prima.


Che cosa ci fai qui?” Riuscì a dire.


Lui rimase zitto ed immobile ancora per un po', anche se sapeva perfettamente perchè era rimasto mezz'ora sotto la pioggia in cerca del coraggio per bussare. Quella notte aveva avuto la sua risposta.


Sollevò le spalle come a dire che non poteva fare altrimenti e in un secondo le fu vicino prendendole il viso tra le mani. La baciò forte e delicato allo stesso tempo. Sophia non sentì nemmeno il gelo della sua pelle bagnata, lui era tutto quello che voleva. Stavolta fu lei ad alzarsi sulle punte e baciarlo di nuovo, stringendolo forte. Con un gesto della mano approfittò dei suoi poteri per chiudere la porta. Quella notte, tutto il resto dell'universo, apocalisse compresa, sarebbe rimasto fuori.



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