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Autore: KoriKappa    16/02/2016    2 recensioni
ATTENZIONE: SPOILER SUI TRE FINALI PRINCIPALI DI UNDERTALE. Se non avete finito il gioco in un modo che ritenete soddisfacente non leggete. Oppure leggete, basta che non mi arrivino denunce e minacce di morte a casa. Anzi, basta che non mi arrivino denunce. Le minacce di morte le leggo volentieri.
Ma vi siete mai chiesti come diavolo fa Asgore a distruggere letteralmente le possibilità d'azione di Frisk? Cioè, dai! è assurdo! Può letteralmente eliminare le possibilità che una persona ha di reagire alle sue azioni! Come se io chiedessi a qualcuno "Ehi, qualcuno, mi presti dei soldi?" e poi distruggessi la sua possibilità di dire "no", la sua possibilità di fuggire e la sua possibilità di chiamare la polizia. Wow, è un potere straordinario. Immagino sia stato incoronato re anche per questo. Peccato che per il resto sia un caprone obeso senza spina dorsale.
...Ah, qui ci doveva stare un'introduzione alla trama della fanfic? Ma fidatevi che è meglio leggerla senza sapere nulla. Se volete sapere disperatamente qualcosa sappiate che CANI.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Click...
Pfffffuuuuuuhhh...

Ah, maledizione. Mi si è riempito il libro di sigarettame.
Sigarettame. È così che si chiama quella roba che cade dalla sigaretta. Il...sigarettame. No? Sì. Eh, non rompete. Che si diceva?
Ah, già. Devo raccontare una cosa. Cioè, una storia. Datemi solo un secondo. Che butto la sigaretta. Tanto io non fumo, perché diavolo mi sono accesa una sigaretta? Cioè, fa figo, fa molto cool, ma mi sono procurata una stecca ed un accendino per niente. Va beh.

L'agente Smith era stato arruolato da pochi mesi nelle forze dell'ordine, insieme ad un pazzoide razzista nei confronti dei cani di cui nemmeno ricordava il nome. Era entrato nella polizia perché pervaso da un forte senso di giustizia. Lui voleva proteggere tutti i cittadini di Ebott Town, ed avrebbe dato la vita pur di riuscirci. Non sono in molti, al giorno d'oggi, a sentirsi così in debito nei confronti del luogo che li ha creati e cresciuti. L'agente Smith era un giovane promettente anche, intelligente, fisicamente prestante, una vera manna per le forze dell'ordine, che avrebbe fatto molta strada in quel campo.
Ma che per adesso era bloccato sull'automobile dell'autopattuglia insieme a quell'idiota fissato coi pastori tedeschi, che nemmeno stava ascoltando.
-...E così ti dicevo, non ho niente contro i Labrador o nemmeno contro i maledetti Dalmata, che poi hanno un successo straordinario per nessun motivo...Ma quei due! Quei due! Non so nemmeno...-
Per un secondo Smith si chiese a quali due si riferisse il pazzo, e che problema avessero, ma poi si ricordò che non poteva importargliene di meno. Guardò distrattamente la sua immagine sullo specchietto retrovisore, osservando un paio di follicoli bianchicci in mezzo a quella folta massa di capelli corvini. Sospirò. Accese una sigaretta, con calma, aprì il finestrino ed iniziò a fumare, lasciando cadere il...Sigarettame...Sì, il sigarettame lungo la strada.
Stava quasi per gettare la sigaretta, quando dalla ricetrasmittente della volante giunse un avviso. Una rapina! E non lontano dal luogo in cui si trovava! Dovevano fare in fretta. Intimò all'agente al suo fianco di smetterla di parlare di gatti, ed entro un paio di minuti furono sul posto. La banca in cui stava avvenendo la rapina sembrava tranquilla.
-Probabilmente avranno degli ostaggi.- Sentenziò Smith, ottenendo un “quei maledetti chihuahua!” come risposta.
-Non vedo il palo. Probabilmente ci ha visti arrivare ed è entrato ad avvisare gli altri.- Continuò -Dobbiamo entrare!-
Il suo collega annuì, ed un secondo dopo, Smith si trovò a fare irruzione nell'edificio. Quella sarebbe stata la sua giornata. Finalmente, quel giorno sarebbe riuscito a dimostrare a tutti quanto valeva. Forse avrebbe ricevuto anche una medaglia al merito. Sì, non avrebbe mai dimenticato quel giorno!
Ma mentre questi pensieri si affollavano nella sua testa, l'agente Smith capì che pensava troppo, e tornò a guardare in faccia la realtà. Che aveva il volto di sua madre.
Scosse la testa. I rapinatori tenevano le pistole puntate contro gli agenti di polizia. Gli ostaggi erano tutti a terra. I rapinatori erano due. Uno teneva l'arma contro uno dei prigionieri, in particolare, la madre di Smith, che quel giorno si era recata in banca per un prelievo. Non c'è scampo. Quando vuole, il destino sa essere dannatamente stronzo. E può metterti a terra con un colpo. L'altro rapinatore teneva tutti i soldi appena trafugati in una valigetta talmente pingua che rischiava di esplodere da un momento all'altro.
-Lasciateci fuggire e nessuno si farà del male!- Intimò questi. Smith portò lo sguardo dal volto della sua genitrice a quello dei rapinatori. Entrambi erano minuti di passa-montagna.
“Devo sventare la rapina...” Pensò Smith tra sé e sé. “Ma se corro anche il minimo rischio...Beh, la posta in gioco è alta. Se obbedisco agli ordini dei rapinatori, nessuno ricorderà la mia impresa eroica...Ma se cerco di arrestare i criminali e faccio un passo falso...Beh, ho perso una delle persone più importanti della mia vita. Ma perché prima ero così coraggioso? Perché sono partito con l'idea di sventare la rapina? Cambia forse qualcosa il fatto che tra gli ostaggi ci sia mia madre? Sono forse un egoista, a valutare meglio la situazione quando rischio di perdere uno dei miei cari? Anche questi ostaggi avranno una famiglia a cui vogliono be-”
-Ehi!-
Smith fu scosso dalla voce del suo collega.
-Cosa!?- Saltò sul posto.
-Sono fuggiti.-
Smith ed il razzista si precipitarono sulla volante, pronti all'inseguimento. Come al solito, l'agente Smith aveva rovinato tutto lasciandosi trasportare dai suoi pensieri. Spinse sull'acceleratore, ma...
-Ehi!-
Smith fu scosso dalla voce del suo razzista.
-Cosa!?- Postò sul salto.
-Ci hanno bucato tutte le gomme.-
Smith scoppiò in un attacco di depressione, poggiando la testa sul claxon, che emise un suono fastidioso e prolungato. Stava per mettersi a piangere. Era tutto finito. Forse sarebbe stato anche licenziato. Non era tagliato per questo mestiere. Tendeva a pensare troppo, e ad agire poco. Ed eccolo, che stava di nuovo pensando troppo alle sue azioni senza metterle in pratica. Sospirò. Cambiare le gomme avrebbe richiesto troppo t-
Smith fu scosso. Di nuovo. Ma stavolta non dalla voce del suo rallega. No, da qualcosa di molto più bizzarro: l'automobile si stava sollevando in volo, a due...No, quasi tre metri da terra. Smith guardò fuori dal finestrino, per vedere una gigantesca armatura di metallo sollevare la volante. A pilotare l'armatura c'era quello che sembrava un barboncino.
-Aaaaaah!-
Mentre l'armatura teneva su l'automobile con una mano e con la schiena, con l'altra mano infilò il razzista direttamente dentro dal finestrino senza nemmeno aprire la portiera.
-BARK!- Chiamò Greater Dog.
Subito sul cofano dell'auto balzò un altro cane, bidepe ed in armatura.
-All'inseguimento, Big G!- Abbaiò Lesser Dog.
Greater non se lo fece ripetere due volte. Sorreggendo una volante sulla schiena e tenendola ferma con le due braccia, iniziò a correre dietro all'auto dei criminali. Nulla gli avrebbe impeditò di raggiungerla. Arrivò in poco tempo ai 60, poi 80 ed infine 100 chilometri orari. I suoi passi lasciavano profondi solchi nell'asfalto.
-Perché non mi hai parlato di questi due!?- Sbottò Smith, rivolto al suo cozzista.
-Non li si vede!- Abbaiò Lesser Dog -Prendi l'autostrada, sicuramente avranno imboccato quella per fuggire!-
-BARK!- Acconsentì Greater, accelerando ancora e facendo lo slalom tra gli automezzi presenti nell'autostrada, lasciando gli automobilisti atterriti e causando plurimi incidenti stradali lungo il suo percorso.
Nel frattempo, sulle TV di tutta Ebott Town, i telegiornali stavano trasmettendo in diretta l'inseguimento tra i criminali ed il barboncino a bordo di un'armatura gigante, ignorando completamente lo scheletro in occhiali da sole a bordo di una decapottabile sulla corsia adiacente, seguito a ruota da un altro scheletro più tozzo a bordo di un triciclo, che per altro suonava il campanello per chiedere strada.
In ogni caso, l'armatura di Greater Dog aveva raggiunto una velocità mai toccata prima dal cane, che però, come al solito, non sembrava turbato. Aveva sempre raggiunto i 150 km/h durante le sessioni di gioco con Lesser Dog con nonchalance, e di sicuro non si preoccupava di che danni avrebbe potuto accusare la sua armatura accelerando fino ai 200. La dottoressa Alphys aveva pensato proprio a tutto, quando aveva costruito quell'avanzo di tecnologia! Anzi, forse a questa nuova velocità che aveva testato, sarebbe anche riuscito a prendere Lesser Dog quando giocavano ad acchiapparella!
In ogni caso, l'auto dei rapinatori era finalmente in vista, ed a giudicare dallo sguardo del criminale seduto al posto del passeggero, quel poveretto doveva aver guardato nello specchietto retrovisore.
Lesser Dog sguainò la spada e prese la mira con cura, osservando l'auto dei rapinatori. Scagliò la sua lama di pomergranito verso il baule, conficcando l'arma in quest'ultimo. Poi con una testata secca sfondò il parabrezza, rilasciando schegge di vetro lungo tutto l'autostrada, e si rivolse a Smith.
-Accarezzami.-
-Cosa!?- Perché avrebbe dovuto toccare quel mostro!? Era una creatura-

-ACCAREZZAMI!- Abbaiò Lesser Dog con impazienza, tanto che Smith, terrorizzato, fu costretto ad obbedire. E si accorse in fretta che, ad ogni suo tocco lungo il collo del cane, questo si allungava, puntando verso il mezzo dei rapinatori.
-Di più! Di più! Più veloce!- Intimò Lesser.
Smith continuò ad accarezzare, ignorando lo sforzo e la fatica al braccio, finché il collo di Lesser Dog non fu lungo diversi metri e, proiettandolo in avanti, il cane riuscì a raggungere la sua stessa spada ed usarla come appiglio, tenendosi all'elsa con i denti. Il tempo di uno strattone, ed il collo di Lesser Dog tornò alla sua dimensione originale, mentre questi balzava sul baule dell'auto dei criminali.
-Ah!- Esclamò uno dei criminali -Sei testardo, huh!? Adesso assaggerai il nostro asso nella manica!-
Al suono di questa frase, il lunotto posteriore si sfondò. I frammenti di vetro tagliarono in più punti la carne di Lesser Dog e ne graffiarono l'armatura, ma questi mantenne la presa salda sulla sua spada, finché dai sedili posteriori non balzò in piedi un manichino da allenamento dall'espressione furiosa.
-I tuoi sforzi sono INUTILI! INUTILI! INUTILI!- Gridò questi, scagliando un coltello, che Lesser Dog evitò con facilità.
-Ragazzi?-
-Cosa c'è, Mad?-
-...Ho finito i coltelli.- Disse Mad Dummy, subito prima di venire sbalzato giù dal veicolo da una zampata di Lesser Dog e venire calpestato da Greater sulla sua corsa.
-Uh oh.-
Lesser Dog si catapultò nel veicolo dal lunotto e con un calcio scagliò il passeggero fuori dal veicolo. Questi riuscì a tenersi alla portiera, venendo sballottato lungo la strada, mentre il vento scompigliava il pelo di Lesser Dog all'interno dell'auto. Il criminae al posto di guida puntò a Lesser una pistola alla tempia, ma questi fu più veloce: schiacciò con tutta la sua forza sul freno, facendo inchiodare il veicolo e sbalzando il criminale al volante in avanti. La botta contro il parabrezza lasciò quest'ultimo privo di sensi, giusto il tempo che bastò a Lesser Dog per uscire dal veicolo, estrarre la spada dal baule, fare pipì al lato della strada, raggiungere l'autogrill più vicino, acquistare un deodorante per ambienti, profumare il lato della strada su cui aveva urinato con un deodorante per ambienti, aprire il baule e recuperare la valigetta con la refurtiva.
Nel frattempo, Greater Dog, che non era così bravo a frenare quanto ad accelerare, scagliò in aria la volante, raggiunse l'auto dei criminali e la lanciò con un calcio contro il carcere di Ebott Town, a diversi chilometri di distanza, per poi riprendere al volo la volante che aveva lanciato in aria e poggiarla a terra. L'automobile che aveva calciato, intanto, sfondò la parete del carcere con un'esplosione, e causò un'evasione di massa.

Smith guardò la sua immagine nello specchietto retrovisore, osservando un paio di capelli corvini in mezzo a quella folta massa di follicoli bianchicci. Anche oggi gli sarebbe toccata una noiosa pattuglia con il suo collega razzista. Forse non era il massimo...Ma in fondo, considerando gli eventi del giorno prima...Non era il caso di ottenere una medaglia al merito. E poi... “Insomma, chi lo vuole un pezzo di metallo maledetto!?” pensò furibondo, osservando con stizza Lesser Dog e Greater Dog all'angolo della strada, mentre sfoggiavano le loro medaglie luccicanti. 


Angolo della narratrice: 

...Non trovate divertente il personaggio dell'agente Smith? Gli basta pochissimo tempo per rinunciare agli ideali che ha perseguito per una vita. Come? Non lo trovate divertente? Ah...Certo...In fondo...Ogni essere umano è così. Le nostre paure...Le nostre insicurezze...Ci portano istintivamente a chiuderci in ideali...In principi...Che io preferisco chiamare “Dogmi”. Oh, sì. Dogmi. Posti comodi, caldi e protetti in cui nascondersi quando qualcuno ci sbatte la verità in faccia. Quando ci rendiamo conto che, per quanta voglia abbiamo di cambiare il mondo in meglio o per quanta forza di volontà possiamo mettere assieme...Ci sarà sempre qualcuno che è nato con più talento o che ha la possibilità di giocare sporco, senza provare alcun rimorso. Lasciatevelo dire dall'Imperatrice della Determinazione, però...Non esiste nulla di più bello che dimostrare al destino quanto si sbagliasse su di noi...Nulla di più soddisfacente che combattere con le unghie e con i denti finché non si è riusciti a mettere a terra una preda difficile. E per questo...Beh, basta avere forza...E determinazione. Esatto. Gli ideali si frantumano, i buoni propositi vengono disintegrati ed i numeri manipolati. Tutto questo tramite la determinazione. Combattete fino allo stremo. Se siete esausti fate un passo indietro, un bel respiro e gettatevi di nuovo nella mischia. Alla fine noterete come, sebbene abbiate riportato qualche ferita...Avete anche ottenuto qualche risultato. D'altronde è impossibile ottenere una True Pacifist nella vita reale...Nah...Far quadrare tutto perfettamente è solamente un'utopia. Ma ci si può accontentare della migliore Neutral possibile...O c'è anche la terza scelta...Perché no, la mia preferita.


Ooops, ma guardate. Divagando divagando ho già raggiunto il limite delle parole e si è anche fatta una certa ora. Beh, immagino che vi lascerò con un pensiero.
Ricordatevi...Che per ottenere dei risultati dovrete essere più determinati...A volte anche più spietati degli altri. Qualcuno potrebbe accusarvi di essere ingiusti, o di essere passati sopra a qualcuno pur di raggiungere il vostro scopo. La mia risposta a queste accuse è sempre la stessa.
“Buono...Malvagio...Heheheheh...Io sono semplicemente quello con il coltello.”
Buonanotte ♥.

   
 
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