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Autore: ARed    16/02/2016    2 recensioni
Bella ed Edward sono una famosa coppia di attori, famosi per essere i protagonisti di una delle saghe di più successo degli ultimi anni.
Sono felici e innamorati, ma qualcuno gli vede come delle semplici macchine da soldi. Persone senza scrupoli, a cui non importerà nulla di far soffrire i due protagonisti, colpiti da un tradimento che come un fulmine a ciel sereno gli separerà.
“Era un inferno che visto dall’esterno poteva sembrare il paradiso”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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NORMALITÀ

Due giorni dopo il mio compleanno eravamo partiti per Londra, i genitori e le sorelle di Edward ci volevano vedere, ed anche a me erano mancati. 
Stavamo tornando pian piano alla nostra normalità; Edward mi aveva raccontato della riunione straordinaria che aveva fatto fare per scoprire chi dei produttori fosse il complice di Jessica. Non riuscivo ancora a capacitarmi di quanto in basso fossero scese quelle persone, di tutto quel male che ci avevano fatto, del dolore lancinante che avevo avuto al petto e che per un mese mi aveva fatto compagnia. 
Guardavo Edward ed ero felice, felice di averlo ritrovato, felice del fatto che non mi avesse tradito, ma l’immagine di loro due, anche se non era successo nulla, mi faceva ancora male e le lacrime tornavano a farmi compagnia.
Arrivammo a Londra con due voli diversi, per depistare i paparazzi, Edward aveva preso quello del mattino, io invece arrivai con quello del pomeriggio.
Edward mi aspettava a casa dei suoi, ansioso come non mai, forse aveva paura che scappassi ancora, ma non l’avrei mai fatto, non l’avrei più lasciato.
Una volta salita sul taxi cominciai a ricordare tutto quel mese, ogni cosa, ogni dolore, ogni parola non detta, alle parole di Jessica a cui avevo creduto con estrema facilità.. e loro, le mie amiche , tornarono, cominciarono a ripercorrere la loro comune strada sul mio viso.
Mezz'ora dopo raggiunsi casa Cullen, mi asciugai le lacrime e scesi dall'auto.
Non mi diede nemmeno il tempo di suonare il campanello che mi ritrovai tra le sue braccia, tutte le mie paure svanirono in quel momento, mi trascinò dentro, con la speranza che nessuno paparazzo avesse visto qualcosa.
<< Amore com’è andato il viaggio?>>, mi chiese baciandomi a fior di labbra.
<< Bene>>, dissi continuando quel bacio.
<< Siete la cosa più bella che abbia mai visto>>, ci interruppe Esme uscendo dalla cucina, da cui proveniva un buonissimo profumo di cookie.
Le sorrisi diventando tutta rossa in viso, << Esme!>>, ci abbracciammo, le volevo molto bene, era come una seconda mamma per me.
<< Come stai tesoro?>>, chiese analizzandomi tutta.
<< Ora sto bene>>, risposi sincera, solo con Edward vicino stavo veramente bene.
<< Perdonami se in questo mese non ti ho mai chiamato, avrei voluto ma Edward me l’ha quasi proibito..>>
<< Hai fatto bene, per come ero arrabbiata ti avrei detto cose che, sicuramente, non avrei mai pensato>>, la rassicurai e lei mi sorrise.
<< Ragazza mia devi prendere su un po’ di peso, ti ho preparato i cookie, sei troppo pallida>>, un sorrisone spontaneo spuntò sul mio volto.
<< Grazie Esme>>
Sentì due forti braccia prendermi per la vita e abbracciandomi, avrei riconosciuto il suo tocco tra mille.
Edward pose il mento sulla mia spalla, dandomi un bacio; << Mamma me la lasci un po’? È  da un mese che non la vedo>>, avevamo bisogno di stare da soli solo io e lui. Di riscoprirci a vicenda.
<< Vi lascio soli, Edward non farla più soffrire!>>, lo ammonì Esme prima di tornare in cucina e lasciarci soli.
<< Amore perché hai pianto?>>, come faceva a conoscermi cosi bene?
<< Io non..>>, ci provai ma non mi lasciò nemmeno continuare.
<< Bella!>>, mi ammonì, perciò non mi restava che raccontare tutti i mie pensieri.
<< Ci stavano per separare Edward, ti avrei perso, ti ho odiato, mi sono arresa, non ho nemmeno tentato di scoprire la verità con te, ti ho lasciato, non ti ho  creduto. Sono orribile>>, buttai fuori tutto quello che avevo.
<< Hey calmati. Va tutto bene, tu sei stata bravissima..>>, che diavolo stava dicendo?
<< No Edward! Non dire che sono stata bravissima, non lo fare>>, lo supplicai.
<< Amore, il solo pensare te con un altro mi faceva stare malissimo, quindi capisco quello che hai provato  te, anche se in minima parte. Anche io avrei reagito così, anche io avrei perso le forze, anch'io mi sarei arreso..>>, mi disse prendendomi il volto tra le mani e avvicinandomi al suo,  prima di baciarmi con passione. In quel momento dimenticai tutto, dov’ero, chi c’era, c’eravamo solo io e lui.
<< Bella!!!>>, sentì due voci prima i vedere le due pazze scendere le scale come fulmini, in pochi secondi mi ritrovai stritolata tra le braccia di Kate e Lizzie, le sorelle di Edward, con loro scese anche Carlisle, il papà.
Passammo due giorni chiusi in casa, i paparazzi la circondavano, ma non me ne curai, mi divertivo con la mia seconda famiglia, Edward era molto premuroso con me così come gli altri.
La notte spesso mi ritrovavo a piangere ed Edward mi stringeva forte a sé, cullandomi finchè non mi addormentavo. 
Per evitare fan e paparazzi prendemmo il volo per New York, dove avremmo fatto scalo, alle due del mattino, era stato il viaggio più lungo e brutto, dal punto di vista fisico, che avessi mai fatto. Per tutto il volo avevo  avvertito un forte senso di nausea, ed ero stanca come non mai. Dan si preoccupò moltissimo, ma lo rassicurai dicendogli che dopo un mese che mangiavo a stenti il mio corpo si doveva riabituare ad un’alimentazione costante.
Sembrò crederci, ma non mi lasciò sola nemmeno un momento, neanche quando atterrati all’aeroporto di Los Angeles, alle dieci del mattino, gli chiesi di allontanarsi per distrarre i paparazzi.
<< No, no e poi no!>>, mi disse afferrandomi per un braccio.
<< Edward sto bene, lo giuro!>>
<< Sei gialla!>>
<< Uff, è il fuso orario Edward, sai che mi scombussola sempre>>, cercai di convincerlo ma era inutile.
<< Amore andiamo su>>, avevo perso le speranze, perciò con i body guard a farci da scudo raggiungemmo l’uscita dell’aeroporto, che come previsto era colma di paparazzi.
Che appena ci videro cominciarono a scattare fotografie come pazzi, una volta saliti sul furgoncino e immersi in autostrada misi il broncio ad Edward.
<< Hai visto? Se mi ascoltavi ora non avrebbero capito che..>>, mi bloccai e sorrisi.
<< Che?>>, chiese lui tra l’arrabbiato, perché mai?, e il confuso.
<<.. che tu sei solo ed esclusivamente mio>>, dissi maliziosa prima di baciarlo.
<< Quindi siamo tornati insieme?>>, mi chiese all’orecchio.
<< Che c’è hai bisogno di una conferma scritta?>>, gli risposi prendendolo in giro.
<< Beh, diciamo che mi posso accontentare di questa>>, disse prima di riprendermi a baciarmi.
Io e lui non ci eravamo mai lasciati, due persone come noi che si amavano, si potevano allontanare, ma mai e poi mai lasciarsi per sempre, perché vivevano l’uno in simbiosi dell’altro, erano l’uno la forza dell’altro.
Tornati nella nostra villa di Los Angeles ci concedemmo un lungo bagno e una sana dormita, l’uno abbracciato all’altra.
Mi risvegliai piena di energia con Edward al mio fianco che ancora dormiva, lo bacia era così tremendamente bello da dover essere dichiarato illegale, mi alzai senza svegliarlo e scesi di sotto, nausea e stanchezza erano completamente scomparse. Fuso orario - Bella: 0-1!
Guardai l’ora e notai che erano le otto di sera, avevamo dormito per tutto il  pomeriggio, nonostante tutti i nostri viaggi, il jet leg ci scombussolava ancora.
Decisi di preparare la cena, andai in cucina e notai che Jane a aveva fatto la spesa, c’era tutto l’occorrente per preparare le lasagne, non persi tempo e mi misi all’opera.
Feci il mio bel ragù, rigorosamente senza cipolla, e preparai la besciamella. Una volta che tutto fu pronto, composi gli strati della lasagna e la misi al forno. 
Due mani calde mi presero per i fianchi, le sue labbra cominciarono a lasciare una dolce scia di baci sul mio collo, sentirmi tra le sue braccia era la cosa che più mi era mancata di lui. Perchè mi facevano sentire a casa, sempre.
Mi voltai e mi impossessai delle sue labbra, quel bacio da casto si trasformò in qualcosa di travolgente e unico, sentivo quanto mi voleva e quanto io volevo lui, stavamo per approfondire la cosa quando il timer del forno ci interruppe.
<< Credo sia pronto>>, dissi sulle sue labbra.
<< Mmh, che fame>>, mi prese in braccio e mi fece sedere sullo sgabello dandomi una serie di baci a stampo.
Servì la lasagna che era, modestamente, un capolavoro, sia io che Edward cominciammo a mangiarla con gusto. Mi soffermai a guardarlo, era illegalmente bellissimo, alto, non molto muscoloso e due occhi verdi che ti rapivano immediatamente.
Mangiava come se fosse la prima volta che toccasse cibo,questo mi fece scoppiare a ridere in una maniera folle.
<< Si può sapere che hai?>>, domando Edward con la bocca piena.
<< Se non avessi la certezza che tu fossi un vero uomo, penserei che tu sia una donna incinta in preda agli ormoni!>>, altre risate mi colpirono.
<< Cosa te lo fa pensare?>>, chiese con il suo sorriso sghembo.
<< Beh, tesoro..>>, parlai avvicinandomi a lui, << .. ti stai abbuffando>>, dissi prima di prendergli la forchetta dalle mani e imboccarlo, lui chiuse gli occhi e mangiò.
<< Posso concludere signorina che lei ha cucinato un’ottima lasagna>>
<< Sono felice che le sia piaciuta, perché ora tocca a lei lavare i piatti>>, amavo prenderlo in giro.
<< Bella..>>, cercò di convincermi facendo gli occhi da cucciolo.
<< Tesoro con me non funziona, non sono una delle tue fan con gli ormoni in subbuglio!>>
<< No, infatti..>>, disse prendendomi il volto tra le mani e avvicinandosi, << .. sei la mia ragazza>>, e mi baciò ed io mi sciolsi.
<< Laviamo i piatti insieme?>>, mi domandò vicino all’orecchio, che bastardo!
<< Non funziona, vado a scegliere un film>>, dissi prima di dargli un ultimo bacio ed andare in salotto.
Avevo dormito tutto il pomeriggio eppure ero di nuovo stanca,  mi misi sul divano ed accesi la televisione, su un canale di gossip si parlava di me e di Edward avvistati insieme all’aeroporto, con scritto “Ritorno di fiamma?” a caratteri cubitali, sorrisi, ne io ne Edward avremmo mai detto: “si siamo tornati insieme”, l’avrebbero capito da soli.
Quella sera trasmettevano Il curioso caso Benjamin Burton, uno dei miei film preferiti. 
Pochi minuti dopo mi raggiunse Edward con una tazza di té fumante; eravamo a Los Angeles agli inizi di maggio, eppure ne avevo una voglia tremenda. Bah, chi mi capiva era bravo.
Edward si sedette vicino a me e mi fece accoccolare sul suo petto, mi sentivo così a casa con lui, così completa, il dolore che avevo provato nelle settimane precedenti se ne era andato, per non fare mai più ritorno.                                     
<< Mi sei mancata da morire, ogni cosa di te>>, disse baciandomi i capelli e io mi beai dei suoi gesti.
<< Anche l’ordinarmi di lavare i piatti>>, io sorrisi dandogli un bacio sul petto all’altezza del cuore; << Giuro prima o poi leggo il libretto delle istruzioni della lavastoviglie ed imparo ad usarla, tanto tu non me lo insegnerai mai!>>, disse stringendomi ancora di più a lui.
<< Hai ragione non lo farò mai! Ora però pretendo che mi baci..>>, non se lo fece ripetere due volte il furbacchione che intrappolò le mie labbra alle sue.
Così tra un bacio e l’altro ci guardammo il film, ritrovando la nostra bolla di felicità che tanto mi era mancata, una felicità che altri avevano cercato di distruggere, per soldi.
<< Ti amo>>, mi disse prima di addormentarmi.

Eccoci, sono tornati alla loro normalità, ma ancora Bella ed Edward devono farla pagare a chi ha fatto loro del male..
A presto, un bacio AlmaRed

   
 
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