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Autore: ianobo    16/02/2016    2 recensioni
Rivisitazione della famosissima saga di Harry Potter tutta in versione comica.
Premetto che amo moltissimo la saga e non voglio offendere nessuno, voglio solo far sorridere con contenuti demenziali.
In passato ho già scritto alcuni capitoli e vorrei riproporli poichè li ho riaggiornati e corretti.
Buona lettura!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rubeus Hagrid
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Dopo essere scesi dal treno, gli allievi del primo anno vennero chiamati da Hagrid per fare una piccola crociera panoramica sul lago.
I ragazzi salirono su delle barchette che li portarono sull’altra sponda del lago, in modo da poter poi proseguire a piedi verso il castello.
Non appena scesi dalle barchette, Hagrid accompagnò gli allievi del primo anno al castello. Non appena arrivarono davanti all’entrata, li fece entrare e poi fermare nel grande atrio. Attesero qualche minuto prima che la seconda porta si spalancasse e comparisse una strega alta, dai capelli corvini, vestita di azzurro e con un cappello da alpino. «Ecco qua gli allievi del primo anno, professoressa McGranitt» disse fiero Hagrid, facendole l’occhiolino.
«Grazie, Hagrid. Da qui in avanti i pischelli li accompagno io» rispose frettolosamente lei.
La professoressa spalancò la porta e condusse i ragazzi in una saletta vuota, oltre la sala d'ingresso, poi si fermò e disse «Benvenuti ad Hoguarts».
«Dunque, tra qualche minuto varcherete questa soglia e vi unirete agli altri pischelli; ma prima che prendiate posto, verrete smistati nelle vostre Case. Le Case sono: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Non sto qui a dirvi quale sia la più IN, perché devo essere imparziale, però per il tempo che resterete qui, la vostra casa sarà la vostra famiglia. I trionfi che otterrete, se li otterrete, le faranno guadagnare punti ed ogni violazione delle regole gliene farà perdere, e io me la rido. Potreste inoltre ricevere punti anche dal supremo FICO, nonché preside Silente che, essendo il boss dei boss dei boss, può assegnare punti a caso. Alla fine dell'anno, alla Casa con più punti verrà assegnata la Coppa delle Case. La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti... Nell'attesa, vi suggerisco di farvi fichi più che potete».
Harry cercò di sistemarsi la frangettina nervosamente e di pulire gli occhiali. Non voleva fare brutta figura davanti a tutta la scuola. Come aveva detto Hagrid, lui sarebbe stato il più IN della scuola e quindi doveva presentarsi al meglio.
Dopo che la professoressa si allontanò, si avvicinò ad Harry un ragazzo albino con fare arrogante «E’ vero allora quello che dicevano tutti sul treno… Harry Potter è venuto ad Hoguarts».
Dopo che il ragazzo ebbe pronunciato il nome, tutti gli altri ragazzi iniziarono a guardare Harry come se fosse una scimmia da circo.
«Loro sono Tigre e Google ed io sono Malfoy, Draco Malfoy.» continuò il ragazzo albino presentandogli i suoi amici ciccioni, però poi venne interrotto dalla risata di Ronaldo.
«Carotino, il mio nome ti fa ridere, vero? Non c’è bisogno che ti chieda il tuo. Ciuffo rosso, naso all’insù, vestiti da pezzente, faccia da cane bastonato… Devi essere un Weasley.» disse rivolgendosi a Ronaldo e poi si rivolse di nuovo ad Harry «Scoprirai che alcune famiglie di maghi sono più IN di altre, Potter. Non vorrai fare amicizia con le persone OUT. Posso aiutarti io» e porse la mano ad Harry.
«So riconoscerle da solo le persone OUT, grazie.» rispose Harry, facendo il pollice in giù.
Malfoy vide che stava arrivando la professoressa McGranitt e ritornò al suo posto arrabbiato.
«Sta per cominciare la Cerimonia dello Smistamento. Mettetevi in fila indiana e seguitemi. Augh!» ordinò la professoressa McGranitt facendo il verso degli indiani.
Uscirono dalla stanza, attraversarono di nuovo la sala d'ingresso, oltrepassarono un paio di doppie porte, ed entrarono infine nella Sala Grande.
Harry non aveva mai immaginato in vita sua che potesse esistere un posto tanto splendido e splendente. Era illuminato da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz'aria sopra quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti gli altri studenti. Le candele erano color argento e sopra ciascuna candela c’era scritto Silente’s COOL.
In fondo alla sala c'era un altro tavolo lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti. Fu lì che la professoressa McGranitt lì accompagnò.
Harry alzò lo sguardo in alto e vide che non c’era un tetto, ma solamente un cielo stellato. Udì Hermiona bisbigliare: «Il soffitto non è vero. Sembra un cielo stellato, ma è una magia! E’ scritto nel libro “Storia di Silente: bello, fico e avvincente”. Io l’ho letto perché sono bravissima, bellissima, streghissima.».
Rapidamente Harry abbassò di nuovo lo sguardo, mentre la professoressa McGranitt, senza fare rumore, metteva uno sgabello davanti agli allievi del primo anno.
Sopra lo sgabello adagiò un cappello a punta, da mago. Era un vecchio cappello tutto rattoppato, consunto e pieno di macchie di sugo.
Forse sarebbe stato chiesto loro di estrarne un coniglio, un piccione, un dinosauro, oppure di indossarlo e fare un sfilata, pensò Harry tutto emozionato.
Per qualche secondo regnò il silenzio più assoluto. Poi il cappello si contrasse e comparve, come per magia, una bocca e cominciò a cantare:

Forse pensate che non sia fico,
ma avete visto le vostre facce da ebete?
vi giuro che io rido
se uno più fico di me troverete.

Potete tenervi i vostri dannati galeoni
io non sono una vecchia cartomante,
datemi i vostri segreti, bamboccioni
perché se no faccio il birbante.

Non c'è pensiero che possiate nascondermi
il mio potere può veder di tutto,
quindi indossatemi da fermi
e vi dirò in quale Casa vi butto.

Lo so, sono un pettegolo
ma vivo solo di questo,
Silente mi mette sempre nell’angolo,
e non mi resta altro che esser molesto.

È forse Grifondoro la vostra casa,
tutti cocchi di Silente,
si beccano punti alla rinfusa,
dal supremo fico avvincente.

O forse è Tassorosso la vostra dimora,
dove si è solo sfigati e banali:
qui la pazienza c’è ancora
di essere sempre irrazionali.

Oppure Corvonero, animo da vecchi,
se siete noiosi e non fate casin,
non avrete battibecchi
con quelli più IN.

O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
qui troverete molte puzze sotto il naso
lo so, non mi faccio gli affari miei,
però non si meritano neanche un applauso!

Venite qui dunque a fare i concreti
E mettetemi in testa, così mi regolo
e vedrò tutti i vostri segreti
perché io sono un Cappello Pettegolo!


Non appena ebbe finito, la professoressa McGranitt si fece avanti tenendo in mano un lungo rotolo di carta igienica.
«Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati» disse. Così iniziò in ordine alfabetico a chiamare alunno per alunno.  
Dopo dieci minuti era il turno di Hermiona, che venne smistata in Grifondoro. Dopo altri minuti fu il turno di un certo Neviglio Pacciocco, anch’esso smistato in Grifondoro. Poi fu il turno dell’albino Draco Malfoy che venne smistato in Serpeverde ed Harry notò che erano rimasti in pochi.
«Potter Harry!» chiamò la professoressa McGranitt.
Mentre Harry si avvicinava allo sgabello, la sala fu percorsa d'un tratto da sussurri incuriositi. Tutti lo guardavano, tutti volevano vedere il suo volto, molti gli scattavano anche delle foto. Era davvero più famoso di Justin Bieber!
Si sedette sullo sgabello, gli venne messo il cappello in testa e fu immerso dal buio. Rimase quindi in attesa.
«Ehm...» gli sussurrò una vocina all'orecchio. «Difficile. Molto difficile. Vedo ficaggine da vendere. E un cervello da gallina. C'è talento, oh, accipicchia, si... e un bel desiderio di mettersi a ballare. Molto interessante... Allora, dove ti metto?»
Harry si aggrappò forte ai bordi dello sgabello e pensò: «Non Serpeverde, non Serpeverde!»
«Non Serpeverde, eh?» disse la vocina. «Ne sei proprio così sicuro? Potresti diventare un grande ballerino, sai. No? Be', se sei proprio cosi sicuro... meglio GRIFONDORO!»
Harry udì il cappello gridare l'ultima parola a tutta la sala. Se lo tolse di testa e si avviò verso il tavolo dei Grifondoro. Tutti i ragazzi al tavolo erano in piedi e lo acclamavano, applaudivano, urlavano di gioia.
Il prefetto Percy, testa di broccolo, gli strinse vigorosamente la mano, mentre i ragazzi uguali identici Weasley si sgolavano: «Abbiamo Potter! Abbiamo Potter! Alè Alè oo oo!»
Ora poteva vedere bene il tavolo dei profs. Alla fine del tavolo sedeva Hagrid, che incrociò lo sguardo col suo e gli fece il pollice in su. E là, al centro, su un ampio trono d'oro, sedeva Albus bla bla bla Silente. Harry lo riconobbe subito per via della figurina che aveva trovato sul treno.
Era veramente, come lo definivano tutti, un supremo FICO. Aveva una chioma argentea che luccicava per tutta la sala come una palla stroboscopica.
Harry intravide anche il professor Raptor, uno dei tanti maghi che lo avevano acclamato al Paiolo magico e con cui aveva fatto il trenino.
Quest’ultimo aveva un'aria da cagasotto e in testa portava un gran turbante e un Bindu in fronte. Probabilmente, notò Harry, era di origini indiane.
Infine fu il turno di Ron, che venne smistato anche lui in Grifondoro.
Harry batté le mani, mentre Ron si accasciava sulla sedia vicino alla sua.
A quel punto, la professoressa McGranitt arrotolò la carta igienica e portò via il Cappello Pettegolo.
Albus bla bla bla Silente si era alzato in piedi. Sorrideva agli studenti con uno sguardo radioso, le braccia aperte, come il Cristo redentore di Rio de Janeiro.
«Benvenuti!» disse. «Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hoguarts! Prima di dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. Sono Silente, bello, fico e avvincente. Grazie!»  
E tornò a sedersi. Tutti batterono le mani e gridarono il suo nome entusiasti, come una folla di bambini al concerto di Justin Bieber.
«Ma... è un po' matto?» chiese Harry incerto a Percy.
«Matto?» gli fece quello con disinvoltura. «È un fico! Il miglior fico del mondo! Ma è un po' matto, sì.»
Harry rimase a bocca aperta. Di colpo, i piatti davanti a lui erano pieni zeppi di pietanze. Non aveva mai visto tante cose buone tutte insieme su un solo tavolo. Gli zii di solito lo facevano mangiare in terra in una scodella per l’acqua ed una per il cibo, come i cani.
Durante la cena Harry conobbe molti ragazzi del suo anno come Neviglio Paciocco, un ragazzo molto strano che girava con un rospo, ed anche un certo Seamus Finnigan, che somigliava molto a ET.
Quando tutti mangiarono fino a scoppiare, gli avanzi del cibo scomparvero dai piatti. Un attimo dopo apparvero i dolci.
Ronaldo, per tutta la cena, non aveva rivolto la parola a nessuno, poiché era troppo preso ad ingozzarsi come un tacchino, come se non mangiasse da mesi.
Invece Hermiona, sempre per tutta la cena, aveva parlato in continuazione con Percy Broccolo Weasley di questioni da secchioni come lezioni, libri, biblioteche, aule studio. Tutte cose che ad Harry facevano venire il mal di mare.
Harry alzò di nuovo lo sguardo verso il tavolo delle autorità. Hagrid era tutto intento ad ubriacarsi e stava facendo il marpione con la McGranitt. Il professor Raptor, con il suo assurdo turbante, parlava con un altro insegnante dai capelli neri a caschetto e unti. I suoi capelli erano talmente unti che McDonald’s di sicuro lo avrebbe assunto per friggerci le patatine. Egli inoltre aveva un nasone adunco e la pelle giallastra.
Se qualcuno avesse dovuto dargli un titolo, lo avrebbe sicuramente chiamato il supremo CACO marcio.
Accadde all'improvviso. L'insegnante dal naso adunco guardò dritto negli occhi di Harry, oltre il turbante di Raptor, e la cicatrice iniziò a bruciargli.
Il dolore però svanì subito. La sensazione che Harry aveva provato per via dello sguardo dell'insegnante, oltre che di disgusto per la sua untaggine, era di non essergli affatto simpatico.  
«Chi è l'insegnante che sta parlando col professor Raptor?» chiese a Percy.
«Quello è il professor Piton. Insegna Pozioni, ma tutti sanno che fa la corte, oltre che a Silente, anche alla materia di Raptor. Piton sa un sacco di cose sulle Arti Oscure». Harry osservò Piton ancora per un po', ma il prof non gli rivolse più lo sguardo.
Finalmente scomparvero anche i dolci e il professor Silente si alzò di nuovo in piedi e fece swish con la sua lunga chioma lucente e setosa. Nella sala cadde il silenzio.
«Ehm... solo poche parole ancora. Ho da darvi alcuni annunci. Per prima cosa, gli studenti del primo anno devono ricordare che l'accesso alla foresta è proibito. Solo io, nonché supremo FICO, posso entrare. Inoltre, il signor Gazza, il guardiano, mi ha chiesto di ricordare a voi tutti che è vietato fare gare di ballo clandestine tra le varie Case nei corridoi. Quando sarà opportuno, verrano organizzate dalla scuola. E infine, devo avvertirvi che da quest'anno è vietato l'accesso al corridoio del terzo piano a destra, a meno che non desideriate fare una fine molto dolorosa. E adesso, è ora di andare a letto. Via di corsa che fa bene ai più cicciottelli!».
I Grifondoro del primo anno seguirono Percy, uscirono dalla Sala Grande e salirono al piano di sopra passando per la scala di marmo.
Camminarono ancora per dieci minuti, finché non arrivarono e si trovarono, all'estremità del corridoio, un ritratto di una donna molto grassa, con indosso un abito rosa. Harry notò una certa somiglianza con Peppa Pig, però non osò fiatare poiché la donna nel quadro sembrava molto suscettibile.
«La parola d'ordine?» chiese.
«Caccole di Silente» disse Percy, e il ritratto si staccò dal muro scoprendo un'apertura circolare. Passarono tutti, aiutandosi con le mani, con le orecchie, con il naso e coi piedi - Neviglio ebbe bisogno di essere preso a calci nel sedere per passarci - e sbucarono nella sala di ritrovo di Grifondoro, una stanza accogliente a pianta rotonda, piena di soffici poltrone e di poster di Silente in calzamaglia.
Percy indicò alle ragazze una porta che conduceva al loro dormitorio, e un'altra ai ragazzi.
Harry quindi si diresse verso la propria stanza e troppo stanco per parlare, indossò il pigiamino di Brontolo, si infilò sotto le coperte ed iniziò a russare come un ghiro.
  
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